Elefantentreffen 2009 : Forum : Bandit.it - Suzuki Bandit GSF: the smart side of the road
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NatZan : 4/2/2009 8:43
Raccoglierei qui i report di tutti, in modo che siano visibili e consultabili in blocco

se ne dimentico qualcuno... fate sapere


raccolta report EIS


Pensieri di un elefantentreffen, By NatZan

Citazione:



In realtà non è un vero e proprio report... direi più pensieri a caso messi a parole.

un bel pò di foto e filmati su
http://www.zan.it/Eis/index.html
(portate pazienza, sono 2 gb di roba... ci vorra una bella giornatina prima che sia tutto visibile)

Bello.
Nessun altra parola potrebbe riassumere quanto è stato detto e fatto dal quel fatidico 22 agosto 2008 dove l'embrione dell'idea iniziava a prender forma.
Ore ed ore di lavoro (a spanne attorno alle 1400 ore... praticamente un anno di lavoro a 8 ore al giorno... turni di 6-8 peronse a botte di 10 ore al giorno durante i weekend)
1200 km percorsi ad una media scandalosa di 30 km/h per circa 40 ore di guida.... e 40 ore di guida fatte al 101% della capacità del mezzo.
ogni giorno di andatata e di ritorno non lasciavo nemmeno il tempo di mangiare. Solo tappa benzina e via.
Un grande film girato tutto da grandissimi attori non protagonisti e tutti allo stesso tempo registi delle emozioni che abbiamo riportato a casa.
Grazie... grazie a chi è venuto, grazie a chi ha lavorato per renderlo possibile, grazie su tutti alla mia roberta per avermi assecondato in questa folle idea....
Folle idea... ma nemmeno tanto... il viaggio è stato lento nel trascorrere dell'asfalto ma molto più veloce delle mie aspettative nella mia mente.... km di tranquillo scorrere di panorami.
10 ore di guida fatte con uno di sti cessi.... sono volate come 1 ora fatta su una moto normale.
Il freddo, pensavo molto peggio.... non ne ho patito particolarmente.... nemmeno di notte...

La Passione: questa subdola malattia che ci ha spinto a questo Tour delle lande Germaniche.
Non è stato L'Elefantentreffen a spingerci... lui è stata solo la scusa... il vero motore della trasferta è stata la passione per la compagnia, per i paesaggi... e ogni sera ogni giorno, ogni minuto trasudavano passione viva per l'emozione che queste cose ci lasciano.
Sentir parlare la sera di come ti ho superato salendo quella tal salita o come ti ho sverniciato scendendo dal passo... quando dopo 25 km il distacco dal primo all'ultimo era di 500 mt.... e quando lo sverinciare significava superare con l'ausilio del vento a favore e della scia (mancava solo alzare lo spinnaker) quello che ti precedeva superandolo di ben mezzo (e dico mezzo) km orario.
Il pathos che si sentiva in questi discorsi era lo stesso che si assapora la sera tra amici dopo una bella giornata di pista, dove ti sei ingarellato, hai toccato, assaporato fino in fondo quello che l'emozione riesce a darti, quell'alcalino ai lati della lingua che ti fa parlare con te stesso e dire... Si, Ci sono!

Grazie anche a quei cadaveri di ignobili inutili cosi con ruote... ne davo per sicura la dipartita di almeno 3.... 1 sicuramente prima del Brennero all'andata... invece tutti son tornati.... e solo la stanchezza, la pioggia e la neve, ci hanno fatto desistere dal cambiare la candela ai due che si sono fermati a 5 km da casa mia al rientro.... questa mattina, candela cambiata e sono partiti come se fossero pronti per un nuovo giro fino a quel dogma del motociclismo che è la buca di Solla.
Porterò sempre con me le risate fatte mentre sulle salite ci si giocava la scia a 20-
25 km/h per superare quello avanti.... Porterò con me il primo giro di buca con tutti i bagagli montati, da solo, assaporando ogni cm della discesa, dell'anello, e la lacrimuccia scesa nella risalita

Momenti topici...

come dimenticare i tre giri dell'anello in 11, con partenza stile Le Mans, ... 11 sputer da una parte e 12 piloti dall'altra.... giocare a ruba la sedia prima di partire e ingarellarsi come se fosse stato valido per la conquista del mondiale motogp... e un arena di gente che ride e applaude
come dimenticare il traino di un b4 dal bordo bolgia infernale fino ai limiti del recinto... con un cesso 50cc.
Come dimenticare i miei ultimi giri di buca con pit stop e rifornimento ... ovvero gente sconosciuta che ti placcava, alzava la visiera del casco ti infilava una bottiglia di Rum/Grappa/altra roba che non so in bocca e via... verso la prossima tappa.... circa 20 metri più avanti
come dimenticare la discesa dal brennero a bolzano ... nemmeno le gare di velocità dei 125 mondiale sono cosi combattute... 11 incoscenti idioti che si ingarellano in discesa sfruttando la scia con sorpassi ai limite dell'immaginabile... attorno ai 60 km/h
Come dimenticare gli ultimi 120 km sotto neve e pioggia..


Un grazie a chi ci ha sostenuto, fornendoci le giacche, fornendoci dei piccoli segni per abbigliamento, fornendoci qualche sconto sui ricambi.
Un viaggio unico che non si ripeterà, non con questa formula.

La compagnia dell'anello... l'anello di neve in fondo alla buca.

Abbiamo fatto qualcosa di epico? no, direi di no.... abbiamo creato una situazione unica? si.
A tutti quelli che comunque han detto... facile andarci organizzati.... posso ribadire.... prova a organizzarla tu una trasferta per 20 persone... con mezzi totalmente sfiniti... e non è che ce ne siamo stati in albergo... abbiamo piantato la nostra bella tenda e fatto il nostro bel falò grigliata compresa... purtroppo non in buca, non c'era posto. Ma vissuto come se fossimo stati dentro
A quelli che comunque han detto ... facile andarci con i mezzi di supporto.... se fosse stato per me... sarei andato rigorosamente con i soli motorini.... se sei in 2 o 3 ... è fattibile... ma in cosi tanti... no. I mezzi sono serviti rigorosamente solo in caso di emergenza... ognuno aveva tutto il suo proprio necessario caricato sul proprio mezzo e ognuno era attrezzato per andare e tornare in totale autonomia.
A quelli che comunque han detto.... non è un impresa.... Avete completamente e totalmente ragione.... l'impresa non è stata andare o tornare... l'impresa è stata averci creduto e essere partiti... il resto è solo discesa.


Come dimenticare .... non sarà possibile...
Ci vorrà una cura di disintossicazione da questi ricordi
Ma forse no. Forse la cosa migliore è raccontare... è trasmettere le emozioni che noi abbiamo vissuto. Come ogni evento saliente che tocca l'anima di una persona... Che sia estremamente bello (la nascita di un figlio) o estremamente brutto (la prematura scomparsa di un amico)... la cosa che non riesci a fare a meno di fare è parlare....


grazie a tutti.



Ringraziamenti:

su tutti:

Roberta: per avermi/averci sopportato e sfamato e ospitato in questi ultimi 4 mesi
Mamma Zan: come per roberta.... grazie dell'ospitalità
BabboZan: grazie della pazienza, dell'accompagnamento e di avermi passato questa passione.

inoltre

TucanoUrbano: per averci fornito Giacche, moffole e copertine
Adventuriders: per averci appoggiato e aver pagato 1/3 delle gomme
MotoBlog: per averci seguito e averci dato la visibilità necessaria... il minimo ringraziamento per i nostri sostenitori
MC Tecnology: per il graditissimo contributo in denaro
Vi-Da: per il graditissimo contributo in denaro e prosecco
Tecnopal: per averci prestato il mezzo con cui siamo andati a prendere i cessi
Sovendi: per la generosa fornitura di scaldamani e scaldapiedi Fahreneit
Lu-Best: per lo sconto sugli oli
Motoalesatura Salini: per lo sconto (piccolo) sui ricambi
3Tre Bike, 24ore val Rendena, 99 Live service: per essersi comprati 5 degli scooter avanzati al ritorno... cosi me li tolgo dalle palle
Moto e Auto Revisioni F.lli Cassinelli: per averci aiutato con la revisione dei mezzi
Pneus7: per averci scontato 1/3 delle gomme
Dayco: per averci fornito 10 cinghie di trasmissione
Mico: per averci fornite 4 maglie tecniche e 20 scaldacollo in pile
Raineri Design: per averci appoggiato con Mico
Bandit.it: per averci fatto conoscere
76 racing team: per averci appoggiato






Ho visto cose che voi umani.... by Babi

Citazione:



Ho visto 11 sputerini partire alle 7.30 del mattino dal cortile di casa Zan....con un freddo becco e il termometro che segnava -9 °C....

Ho visto 11 sputerini tutti belli in fila, con le loro brave copertine, le loro moffole, i loro parabrezza, i loro bauletti....snodarsi su strade spettacolari a velocità da esaurimento nervoso, attraversando Italia, Austria e Germania

Ho visto la gente voltarsi stupita, strabuzzare gli occhi e ridere di gusto alla vista di questo bislacco serpentone

Ho visto delle strade splendide, paesaggi incredibili, l'alba sulle alpi è qualcosa di emozionante

Ho visto....ho visto un enorme cameriere servirci la cena vestito con calzoncini corti in pelle nera con tanto di bretelle e calzettoni bianchi al ginocchio :-o
Meglio non raccontare del tizio con tanto di occhiali luminosi che intratteneva i presenti nei modi più assurdi....

Ho visto i nostri eroi ripartire puntualissimi alle 8 della mattina dopo....e attraversare lande desolate e gelide tra Austria e Germania....quanto freddo...ho temuto di congelare!

Ho visto i nostri sguardi diventare sempre più euforici man mano che la distanza dalla meta si accorciava.....iniziavano a vedersi in giro i primi mezzi deliranti, tutti verso Solla....

Ho visto il Tata guidare una Mondeo che trainava un'enorme balla di fieno :rotfl:

Ho visto gli 11 sputerini arrivare all'ingresso del recinto, con gente che arrivava e ci chiedeva "ma voi siete quelli di motoblog???? siete arrivati!!!"

Ho visto la Buca....e lì non si può raccontare, certe cose le si può capire solo vivendole ;-)
Primo giro traumatico....per arrivare giù c'è una discesa ripida e ghiacciata...salgono e scendono mezzi di ogni forma e dimensione guidati da piloti diversamente sobri...in buca devi girare in trenta cm di neve battuta....

Ho visto quattro squilibrati scendere in buca alle 2 di notte..... :oops:

Ho visto 11 scooterini ingarellarsi in buca....con partenza stile le mans....Devis si è fatto la buca a cannone, girava così veloce che praticamente saliva sulle pareti laterali della buca, ha fatto barba e capelli al gruppetto di tedeschi accampati là in mezzo, ha vinto la gara e preso dall'euforia della vincita si è messo a fare i numeri nella neve con lo scooter....
Comunque ragassi.....quando siamo arrivati in buca con i nostri 11 cessi, per una buona mezzora siamo stati al centro dell'attenzione...tutti che ci fotografavano, tutti che ci facevano domande...
E quando gli dicevamo che ci eravamo sparati 600km con i 50ini.....big respect da parte di tutti.

Ho visto Nat ubriacarsi come pochi.....e qui non mi dilungo, tanto sono sicura che verrà aperto topic apposito :-D

Ho visto due ragazzi della repubblica ceca a bordo di un Liberty delle poste girare in buca, poi illuminarsi alla vista di altri scooterini simili al loro, fermarsi a bere con noi, poi ciucchi persi piantarsi nel bel mezzo della buca a fare pit-stop: ti fermavano, ti facevano bere, foto ricordo, poi gassss!!!!!

Ho visto uno sputer fare il giro della buca con sopra quattro persone, ho visto sputerini ingarellarsi in doppia, ho visto il nostro amico Zundap impazzire e totalmente ciucco spararsi cinque giri della buca a cannone sotto i nostri occhi preoccupati...abbiamo temuto seriamente nel momento che un sidecar si è infilato contromano nella buca....

Ho visto alcuni banditi lanciarsi in balli scatenati dopo cena....e anche qui meglio non aggiungere altro

Ho visto la buca per l'ultima volta....non potevamo partire senza salutarla ;-)

Ho visto 11 sputerini ripartire....uno sul carrello causa gomma a terra...sistemata alla prima pausa benzina, così che gli 11 sputerini potessero ripartire tutti con le loro gomme sull'asfalto....finchè Anche no perde per strada la marmitta.....Devis! lo vedi che succede a darci del gran gas in buca??!!
Prontamente sistemato, si riparte.

Ho visto 11 sputerini ingarellarsi sul Brennero.....G punto se li è mangiati tutti!!!! :-D
Se non ci fosse stato davanti il Tata che faceva da tappo con la Mondeo, avrebbe infranto la barriera del suono! :rotfl:
Comunque, una manica di rincoglioniti, col coltello fra i denti a 50 all'ora...

Ho visto 11 sputerini continuare stoicamente per la loro strada sotto la bufera di neve....oddio a dire la verità non vedevo proprio un cazzo, in due secondi e mezza il parabrezza si riempiva di neve e l'unico modo per vederci qualcosa era sporgersi lateralmente dal parabrezza....immaginatevi la scena ridicola degli undici piloti che ad ogni curva a destra si sporgevano a destra, ad ogni curva a sinistra si sporgevano a sinistra......

Ho visto i nostri eroici sputer iniziare a perdere colpi negli ultimi 20km.....io in totale crisi di panico guidavo Sa l'Hostia che stava per sbiellare....buio, neve, non si vedeva un cazzo, lo sputer che mi si spegne su un tornante... :incredibbile:
Io totalmente in preda al panico urlo "Nat aiutooooooooo!!!!" ci scambiamo gli sputer, lui guidava G punto che aveva il gas bloccato, ma piuttosto dell'altro andava benissimo, facciamo 500mt e Sa l'Hostia muore.....Nat si fa la discesa a sputer spento...senza luci....il mio unico punto di riferimento era la sua luce di posizione...panico...ci fermiamo per capire cos'ha Sa l'Hostia...ci tocca constatarne in decesso...
Rimane uno sputer, e due piloti.
Mancano 5 km.
Ci guardiamo.
"Andiamo in due?"
"Andiamo in due!"
Si riparte...qualche km e G punto muore....Fermi, via la candela, su la candela tolta a qualcun altro, si riaccende, prende i giri..via di nuovo....
A un km da casaZan muore di nuovo.....Nat scende e gli urla "No! Non qui!!" lo strapazza un pò e G punto ci porta gloriosamente fino alla meta....

Che altro dire...la felicità di arrivare fino alla fine è immensa, i nostri volti euforici non si possono raccontare...
Come non si possono raccontare altre mille cose viste e vissute....perchè se non le vivi non le puoi capire.

E' stato tutto splendido, il viaggio, la buca, i compagni di viaggio, e l'orgoglio di poter dire "c'ero anch'io"...
grazie a tutti per esserci stati :-)






E.I.S. il mio Report, by Paolo Snail

Citazione:


Una cosa veloce, vista da me......
Mi scuso anticipatamente per eventuali inesattezze o dimenticanze, scritto di getto.


Arrivo a Lodrone, i miei compagni stanno attaccando gli adesivi sui cessi, mi danno un foglio pieno di adisivi e inizio pure io a lavorare. Con noi c'è un simpatico quanto estroverso (a differnza mia) ragazzo di Bergamo, Carlo (ha un B 1.2 e non è iscritto al sito, ma ancora per poco !!!!!) con la sua vecchia Zundap 125 a miscela, che personaggio, proprio adatto alla situazione !!
Di notte dormo poco, non sono abituato a ronfare in compagnia, e poi sono pieno di adrenalina per la partenza, dormo meno di 1 ora, sveglia presto, è ancora buio, in taverna c'è già mamma Zan che gentilissima e premurosa ha preparato caffè, the e brioches calde, i napoletani topesio Giuspe con le sfogliatelle freddedi un gg prima, ma nonostante ciò ..buonissime. Fortunatamente Boltz mi spiega che, prima di fermarsi e appoggiare il piede a terra con le copertina Tucano è necessario arretrare un pò il piede, diversamente quest' ultimo rimarrà incastrato con facili conseguenze.
Si parte dopo mille preparativi, siamo fortunati per il meteo,certo è fresco e più avanti c'è il termometro che indica -9 C°, questa è la temperatura più bassa in assoluto che incontreremo. Soste benzina ogni 80 km, cerchiamo di essere brevi, ma non è semplice basta un piccolo inconveniente ad uno di noi che si rallenta tutto. Faccio fatica a indossare il girocollo che mantiene la copertina, si parte, non c'è tempo. Per non parlare del mio cesso Esticazzi, l' unico a cui manca parte del cavalletto centrale, è quindi necessario issarlo dal lato dx, cosa scomodissima per me o utilizzare il laterale per non parlare del sottosella che non riesco nemmeno ad aprire .....solo dopo grazie ad alcune info mi spiegano che è necessario premere in basso la stessa e contemporaneamente girare la chiave per aprire. Arriviamo finalmente al Brennero, foto di rito, pure il fotografo ufficiale si sbizzarrisce, ripartiamo ma poco dopo l' ingresso in Austria vedo un compagno davanti a me che cade, spavento....è Boltz che sfortunatamente è stato tradito dalla neve, menomale una botta al gomito, giacca Tucano un pò rovinata, Ronni invece viene coinvolto nella caduta, e da fermo si rompe il parabrezza prontamente riparato con nastro americano. In una sosta benzina ci nota una bella ragazza austriaca (diciamo così và....),è una giornalista di un emittente privata e chiede il permesso di intervistarci, va a prendere il microfono con registratore e intervista il nostro preziosissimo interprete (e non solo) il Tata. I miei problemi non riguardano il freddo ma il cibo,ho un fisico che "brucia" parecchio e in mancanza di zuccheri mi assale un improvvisa stanchezza ma la sosta pranzo si salta, è tardi, saranno le 14e passa e all' ennesima sosta benzina approfitto delle minibarrette in dotazione a tutti nel sottosella, le mangio immediatamente tutte, poco dopo sono di nuovo in piena forma. Le soste si susseguono, quando attraversiamo i paesi non passiamo inosservati, la cosa mi diverte, gli automobilisti intrappolati nel nostro ingorgo mostrano molta pazienza di solito, è straordinario il rispetto per le due ruote...non ti superano nonostante la strada libera....ma perchè ??? In piena campagna tedesca è più facile trovare un litro di latte o di birra che un pò di benzina...restiamo appiedati, nulla di che c'è nel sottosella un lt di benzina (oltre alle macchine appoggio con tanica) in questi casi che si rileverà utile. Una delle ultime soste, da ribaltarsi dalle risate, il Tata è andato a prendere un pò (appena appena) di paglia che ci servirà come isolante per il pavimento delle tende e per il fuoco, l' abbiamo pagata una sciocchezza, ma che divertimento vederlo arrivare con la Mondeo mentre la traina !!
Tagliamo corto....arriviamo alla meta, il clima euforico, foto, tenda grande di Ronni (protezione civile) una bestia da 9( +2 in veranda) persone, che al nostro arrivo è già stata montata per il emplice fatto che ci hanno anticipato. Siamo arrivati tardi e non c'è il posto perpiantare la tenda nei pressi della fossa, insieme alle altre, nella bolgia, questa viene piantata distante nei pressi del bar, poco casino, poca puzza di fumi causati da paglia, meno rischi di essere centrati dai petardi.
Il clima (non quello meteo) era come me l' aspettavo, moto di tutti i tipi, bizzarre divertenti, buffe, ragazzi con la gavetta appesa alla cintura pronti ad ogni evenienza, ovvero se ti offrono da bere (è un usanza tipica ) non puoi rifiutare dicendo che non hai il bicchiere....bello !!
Prima notte in tenda, io non ho il materassino e nonostante intimo di primissimo livello (Icebreaker e Odlo x Warm) e un caldo sacco a pelo....passo una notte da incubo ! La brandina sospesa a 30 cm da terra fa passare tutto il freddo da "sotto", ci voleva un materassino in gomma che isolasse e che stupidamente ho trascurato ritenedo sufficente la sola brandina sospesa da terra. Pare di dormire su un blocco di ghiaccio !! Anche qui dormo certamente meno di 1 ora, sono stravolto, non vedo l' ora di alzarmi al.....freddo. Fortunatamente si va a far colazione al vicino bar, ci si riscalda ma poi...si esce di nuovo al freddo....non resisto,e menomale che poi si va in "buca" a girare.
Infatti mi scaldo....per arrivarci c'è una discesa al 15-17% innevata, fate un pò voi...Trattasi del famigerato anello dantesco, neve e ghiaccio, meno di 1 km....paerto abbastanxza veloce....primo giro tutto ok....poi mi si spegne, poi riparte...poi in curva ne passo uno all' esterno , ma che divertente che è.....a risalire è molto più semplice del previsto, tutto merito delle gomme antineve, va su che è uno spettacolo basta dare gas !! Babi si è troppo divertita nella fossa e si è drogata con tanti giri anche notturni :-o. Altra nottata, recupero un materassino che mi isolerà dal freddo un pò meglio, non muoio di freddo...certo non ho caldo e riesco addirittura a farmi 4 ore di nanna.E' stato tutto molto bello, la differenza dal mio modo di vivere e pensare o semplicemente intendere la moto è agli antipodi, per me non ci sarà mai più un Elefant. Non ho sofferto per nulla il freddo in viaggio (grazie 1000 a Tucano) la copertina per le gambe è stata favolosa così come le moffole. Ho sofferto molto, troppo in tenda e ....fuori, fermi al freddo, fermi al pranzo e a cena ma è colpa del mio fisico troppo asciutto. A volte mi sono perso bei momenti di compagnia...stavo male...ero come ipnotizzato dal freddo !!! Non ho bevuto un sorso di birra (che mi piace) fuori dai pasti, per me è veleno con quel freddo :-( beati voi, vi invidio.
Ora sono a casa, il polso dx mi fa male per colpa del gas sempre aperto a manetta, preferivo rallentare usando il freno senza chiudere l' acceleratore, al ritorno più dell' andata ci siamo ingarellati rubandoci tante scie vero Stefano ? (Sogliola666)....da ridere, per me che sono abitato in bici era un gioco da ragazzi, rientro dopo il Brennero con un pò di neve, poca ma per la nostra visibilità è stato tragico, si attaccava al parabrezza impedendoci di vedere, fortuna che è durata poco perchè poi dopo Rovereto si è trasformata in pioggia...se la prendevamo dall' inizio in Germania era necessario togliere il parabrezza, ma non è detto che giungevamo a destinazione.
Tanta tanta fortuna, anche con il parabrezza bagnato di sera ...non si vedeva granchè e gli ultimi 50 km su in montagna con neve e ghiaia sono stati da incubo....volevamo arrivare presto.... si viaggiava a manetta sulla neve ghiaia e....zero visibilità, in discesa al buio con il potente faro del vecchi Free, praticamente un cerino... però è stata adrenalinica la situazione.....e divertentissima.

Anche se come anticipato dalla Babi,negli gli ultimissimi km ci hanno abbandonato 2 cessi, tutti sono rientrati sulle loro ruote, che soddisfazione !!
Alla fine riuscivo a issare tranquillamente il cesso dal lato dx, riuscivo ad alacciarmi il girocollo della copertina in un attimo e sbloccare la sella immediatamente....mi mancherà tutto di questo, è stata una cosa unica e irripetibile, ho le foto che ho riguardato ieri sera all' una di notte ma tutto resterà impresso nella mia mente, e mi mancate già tutti davvero, mi fa ancora male il polso dx a dare sempre pieno gas...non è un modo di dire...si partiva e gas al 100 % per tutto il viaggio !!!
Sono felicissimo di aver condiviso un esperienza unca con voi, ora scrivendo mi sono commosso e non capita spesso.



E.I.S. ringraziamenti, by Sogliola666

Citazione:

volevo ringraziare tutti coloro che hanno condiviso con me questa avventura

tataritsch,ronny,babbo-zan per il supporto logistico con le vetture

notturnia e kiky per organizzazione e pianificazione itinerario (da paura la precisione !!!!!!!! :-o )

babi,nat e rolly per averci dimostrato che anche un anello di ghiaccio puo' dare dipendenza

jarod per la grandissima disponibilità a farmi da "tassista"

snail,devis e jarod per tutte le micro-gare fatte che hanno aiutato a far passare il tempo e che sono sbocciate
in una discesa dal brennero che ha coivolto buona parte degli E.I.S.e che è difficilmente descrivibile :-D :-D
(paolo.....ridammi le scieeeeeeee!!!!!!!!!!!! )

topesio e giuspe per le "performance" danzanti del dopo cena

boltz e kalla per la disponibilità ad aiutare gli zanbros a sistemare i cessi

carlo (i) per simpatia e disponibilità

nat e rolly perchè senza di loro questa spettacolare esperienza non sarebbe nemmeno cominciata

babbo-zan e mamma-zan per l'enorme disponibilità ad ospitare per X numero di mesi i cessi nei loro bocs e
per l'ospitalità accordataci

e infine un enorme grazie a tutti per la bellissima compagnia che ha sicuramente influito nella riuscita della nostra iniziativa

P.S un grazie alla germania che ha i prezzi delle birre cosi bassi !!!!!! :-D :-D :-D




E.I.S. Report, by Topesio

Citazione:


Un cavaliere un giorno vide undici cavalli e sogno' di un'impresa.
A lungo ci penso' finche' il sogno divenne un'idea.
Altri dieci si innamorarono dell'avventura e si consacrarono ad essa.
Genti diverse, da posti diversi, con vite diverse.
Una passione, un solo desiderio: arrivare in buca.
La meta: l'Elefantentreffen, il raduno di moto tra i piu' freddi d'Europa, tra i piu' vecchi d'Europa, il piu' carismatico, il piu' ambito, il piu' temuto.
E cosi' il maniero del cavaliere si trasformo' in una fucina di lavori instancabili, tra mille e mille difficolta', mentre i destrieri si rivelarono dei miseri ronzini.
L'ardore ed il coraggio del cavaliere e dei suoi pari fu tale che quei ronzini divennero dei cavalli di razza pronti alla partenza.

Ok, ora sono di nuovo sobrio.
Ricominciamo.
Parliamo di muli, che e' stato gia' un risultato strepitoso...
Undici scooter rimasugli di magazzino delle Poste Italiane, con problemi meccanici al limite della rottamazione, sono stati prodigiosamente recuperati alla strada dal genio incompreso degli Zan Brothers, precedentemente noti unicamente per le attivita' di distilleria alcolica...
In buona compagnia di diversi altri pazzi, hanno sacrificato ore ed ore del loro tempo per rendere marcianti degli sputer innominabili per arrivare all'impresa delle imprese: il viaggio (e ritorno) fino all'Elefantentreffen.

Arriva il giorno della partenza, con gli scalmanati guidatori vestiti come l'equipaggio di Nobile nella spedizione al Polo.



Ci sono Giuspe e Topesio, i due terroni napoletani che si presentano agghindati come Toto' e Peppino a Milano, ci sono i rudi Zan Brothers: Nat e Rolly, ci sono il Uebmastro Boltz e signora Kalla indomiti e supertecnici, c'e' il ciclista Snail, c'e' Notturnia il navigatore (al ritorno e' stato immediatamente assunto via SMS dalla TomTom con uno stipendio principesco), c'e' Jarod vestito da Superman che aveva paura solo della kryptonite, c'e' Sogliola che ha i piedi talmente grandi che non ci entrano sulla pedana, c'e' Babi che mette sempre allegria, c'e' Kiki che non ci crede, c'e' Davis che cercera' invano il suo motard pronto resing per cinque giorni.

C'e' poi lo staff, indimenticabile ed indomito.
Tatarisch traduttore simultaneo, driver, divo della radio austriaca dopo un'intervista volante fatta da una gnocca clamorosa, nonche' compratore di paglia all'ingrosso.
Papa' Zan che non ha mai smesso di sorridere regalando anche nei momenti di sconforto calore ed allegria a tutti;
Ronni, detto Bzzzzz dal termine austro ungarico che seppe coniare (Bzzzz appunto) per significare la sua richiesta di miele ad una vichinga. “Bzzzz->Api->Miele”. E miele fu portato. Geniale...

A questa banda male assortita si e' poi unito all'ultimo istante un altro pazzo, Carlo detto Zundapp, alla guida di un'improbabile mezzo di simil epoca, rivelatosi un simpaticone d'altri tempi e dal cuore d'oro.

Sia come sia arriva il fatidico momento della partenza, cui assiste anche la stampa, nella persona di un superfighetto giornalista che narrera' le gesta urbinet et orbinet accompagnandosi a noi.

Tre minuti dopo la partenza avvengono le prime defezioni che rimarranno tali per tutto il viaggio: qualche sputer non parte, altri come quello di Topesio ritengono orpelli inutili le frocerie elettriche (grazie Toro...) e decidono di disintegrare la batteria seduta stante, privando il pilota di inutili opzional come frecce, avviamento elettrico, spia della riserva e fesserie del genere. Per comprensibile e puro spirito di imitazione, anche diversi altri sputer seguono l'esempio del capo branco ed in diversi faranno tutto il viaggio senza gli ausili della tecnologia moderna.

Cinque minuti dopo, quattro risate, fregancazzo partiamo lo stesso e questo sara' lo spirito che alla fine rendera' possibile l'impresa.

Il tempo e' sul freddino andante, ben sotto lo zero, ma siamo carichi di ogni immaginabile forma di adrenalina e divoriamo la strada senza nemmeno accorgercene.
O almeno questa e' la versione ufficiale, poetica ed abbastanza credibile.
In realta' i cessi vanno a manetta per tutto il tempo, emettendo un rumore lancinante dai motori violentati, unito a sinistri e preoccupanti versi estemporanei che vanno dal suono di lamiera contorta allo stridio di una cinghia che slitta. Ma vanno, accidenti se vanno....

Trento, Bolzano, la salita verso il Brennero. Siamo inarrestabili.



L'ingresso in Austria provoca emozioni intense, mentre il serpentone dei mezzi scorre tra le dolci curve innevate del Tirolo.



Non mi sembra vero, stiamo marciando ormai da diverse ore, tra sorpassi in scia e tirate al limite dei 60 km/h. L'armata Brancaleone pian piano si sta trasformando in una perfetta macchina da guerra. I rifornimenti sono in stile pit-stop di formula 1, con un volontario che pompa alla mano riempie i serbatoi uno dopo l'altro, mentre i piloti in fila ordinata non tolgono neanche il casco. E via si riparte.
Grandi.

Finalmente arriva il tramonto e ci fermiamo per il meritato riposo in una Gasthouse sperduta in una valle innevata.
La doccia calda che ne segue rimarra' impressa lungamente nella mia memoria, mentre la colonnina di mercurio fuori tocca tranquillamente i -9....
Ci ritroviamo in un ristorante tirolese dove beviamo e mangiamo a sazieta' accompagnati dalla incredibile visione di un cameriere in braghe corte e cosciotti che sembrano due ceppi.
E' troppo, andiamo a dormire.
Domani, se va tutto bene, potremmo essere in buca e la cosa devo dire stenta a farmi prendere sonno.
Siamo ancora tutti e undici, incredibile, per chi pensava che avremmo fatto solo pochi kilometri.
All'indomani di buon'ora e sotto un freddo becco siamo tutti li', ad accendere al primo colpo i cessetti e pronti alla partenza.
Si va, si va, su sempre piu' su, avanti sempre piu' avanti.
L'organizzazione dei Nat Brothers e' commovente, niente e' stato lasciato al caso, dalla latta di benzina di riserva nel sottosella (preziosissima quando restiamo tutti senza benzina lontani dal prossimo distributore) alle staffette e scope che istintivamente i due si alterneranno a fare per tutto il viaggio.
Perche' siamo tutti Banditi, e nessuno resta indietro, nessuno resta solo.
Mi commuoverei anche, se non fosse che le lascrime gelano e poi non c'e' tempo, dobbiamo arrivare in buca, dobbiamo fare l'impresa....
Siamo partiti senza una macchina appoggio, che si e' avviata a Solla per montare la tenda in buca, e da loro arriva la notizia che lo spazio nella fossa per noi non c'e', dovremo accamparci nel parcheggio vicino l'ingresso. Poco male.



L'arrivo a Solla avviene in un misto di fervore mistico, pacche sulle spalle ed incredulo stupore.
Siamo al campo base, con gli occhi pieni di tutto l'andirivieni di mezzi incredibili che vanno e vengono dall'ingresso dell'Elefante.
Ci siamo.
E' ora di scendere in buca.
Ci avviamo lentamente lungo una discesa costellata di moto parcheggiate che abbagliano nella loro stranezza, ma non abbiamo tempo di ammirarle.



Destinazione ingresso della buca, che tra l'altro non sappiamo nemmeno come e' fatto, ne' cosa ci aspetta.
Giriamo l'ultima curva e d'improvviso dinanzi a noi appare l'ingresso dell'Elefantentreffen.



E' il delirio, scendiamo dai cessi e ci abbracciamo l'un l'altro urlando come bambini.
La folla si apre per farci passare.
BIG RESPECT, i ragazzi lo meritano....
E' una soddisfazione immensa, non si puo' raccontare, non si puo' descrivere.
Restiamo li' a ridere mentre tutti ci fermano, vogliono sapere, vogliono dettagli. In tanti gli italiani che avevano letto di noi su Internet e si chiamano e li sentiamo dire “guarda li'...sono quelli con gli scooter delle poste, cazzo ce l'hanno fatta davvero...”
BIG RESPECT
Non mi viene in mente altro se non che ora dobbiamo scendere nella fossa.
Eh si, perche' l'Elefantentreffen si svolge in una conca dalla forma di un cono rovesciato ripidissimo, con tutte le tende e le genti accampate sulle pareti ed il famoso anello sul fondo.



Guardiamo giu' la strada per la fossa.
E' un incubo: un discesone ripidissimo con fondo di lastre di ghiaccio ricoperte in parte da un misto di neve pestata e fanghiglia.
Roba da matti, mettere le ruote li' e' contrario ad ogni regola di buon senso.
E difatti tutti i proprietari di BMW GS, specie quelli italiani, se ne guardano bene. Tutti han parcheggiato benin benino sopra e poi scendono (eventualmente) a piedi.
La strada per la buca e' solo per i sidecar o qualche mezzo stranissimo dalle ruote chiodate.
Ma deve essere anche per noi.
Scendiamo a rotta di collo, con il coraggio (e la fortuna...) degli incoscienti.
La tenuta e' nulla, si ondeggia, si schivano pedoni ubriachi, si cerca di imbrigliare il toro impazzito che ti ritrovi sotto il sedere.
L'ultima curva, piede per terra in uno stile ignobile ad imitare crossisti e motardisti e siamo in fondo.
S P E T T A C O L O!
Giro d'onore con i cessi, e alla fine cado pure, piantandomi col l'anteriore in buoni 40 cm di neve fresca.
Si precipitano in tre, ridendo. Uno mi tira su lo sputer, l'altro mi aiuta a rialzarmi ed il terzo mi da da bere roba forte non meglio identificata, mentre rido anch'io a crepapelle.
Ladies and Gentleman, that's Elefante!
L'attenzione della buca e' tutta per noi, e' una soddisfazione immensa, indicibile.
E allora facciamo il nostro numero....
Mezzi accesi, piloti a piedi di fronte ai cessi.
Tre, due, uno, PARTENZA!
In perfetto stile Le Mans saltiamo su per tre giri a rotta di collo nella fossa.
Ci ingarelliamo come i pazzi, mentre praticamente tutto l'Elefante si ferma a guardarci e fa il tifo.
Siamo come impazziti, ridiamo, scodiamo, sbandiamo, ma stiamo tutti su.
Undici scooter delle poste italiane stanno facendo una gara nella fossa, mentre l'altoparlante richiama l'attenzione di tutti su questa mattizia.
Rifarei tutto il viaggio un miliardo di volte solo per quei momenti.
La gara in se' non ha storia, con un Devis indiavolato che a cannone inanella un giro dopo l'altro, tra l'altro passando a pochissimi centimetri da un accampamento di tipacci che non lo degnano nemmeno di uno sguardo continuando a bere fino allo sfinimento...
Ci fermiamo, ci guardiamo l'uno con l'altro e capiamo.
Siamo leggenda.
Mi piace fermarmi qui, il ritorno e tutte le altre cose, di cui pure parlerei e scriverei per ore le lascio magari descrivere a qualcun altro.
A me piace ricordare tutti noi li, nella fossa, stanchi, sudati e felici dopo la gara, mentre guardiamo le migliaia di persone che battono le mani e ci danno pacche sulle spalle.
Siamo partiti in undici, siamo arrivati in undici e siamo tornati in undici.
Ma in quella buca ci sono ancora undici bambini che scorazzano nella neve.
E non cresceranno mai.






[ Modificato da NatZan 04.02.2009 - 18:16 ]
NatZan : 4/2/2009 18:18
E.I.S. Rolly Report By RollyZan

Citazione:


scritto tutto d'un fiato e nemmeno riletto... perdonatemi gli strafalcioni grammaticali...

Eccoci qui a raccontare un’esperienza che sinceramente non immaginavo mi desse tante emozioni.

Quando nacque l’idea di andare a questo raduno non lo ricordo, so solo che Nat, mio fratello, mi disse… dai che ci andiamo con i vecchi cinquantini… io senza mezzi termini gli dissi, col cazzo, io di freddo con il mio fidato fantic trial 50 del 1979 ne ho gia preso abbastanza, quando appena quattordicenne andavo in giro anche in pieno inverno con quindici sottozero, assaporando la libertà di potersi muovere come mai avevo fatto prima. L’ideale sarebbero degli scooterini 50, piccoli, leggeri, rigorosamente originali, almeno hanno un pelo di vano sottosella, lo scudo, il miscelatore automatico, la batteria e una discreta affidabilità. Nemmeno il tempo di dirlo ed ecco che mi manda un link al sito di aste on line, 3 scooter delle poste, “funzionanti” a 500 euro… li guardo e senza pensarci 2 volte mi sbilancio… ecco si… con questi cessi si potrebbe anche fare, hanno un bel baule stagno, un portapacchi anteriore serio, il vano sottosella e anche lo scudo anteriore. Poi non so come da 3 sti scooter sono diventati 11 piu uno senza documenti… stentavo a crederci. Passa il tempo e in autunno ogni giorno il nat mi ricordava che c’erano sti cosi da andare a prendere… tra un impegno e l’altro ecco che troviamo la giornata giusta per andare a prendere i primi 8. Si parte con un vecchio daily cassonato, prestato da una ditta a titolo gratuito. È messo veramente male, marcio e toccato dappertutto, le porte stentano ad aprirsi, mancano le sponde ma il motore sembra girare bene.. speriamo e visto che ce lo prestano a gratisss facciamo finta che sia un furgone fresco di noleggio e così si parte. Riusciamo a caricarne otto, piu di così non ce ne stanno… pazienza, gli altri troveremo il modo di andarli a prendere. Durante il viaggio di ritorno spesso ci guardavamo, un’occhiata al retrovisore e una risata. quando li abbiamo scaricati in cortil Non potrò mai dimenticare la faccia dei miei genitori e. Entrambi increduli, la mamma mezza disperata, il papà mezzo divertito, ma entrambi preoccupati e in qualche modo rassegnati.
Subito si cerca di farli partire, senza controllare nulla. Tutti partono con la pedalina senza grossi problemi. Uno manifesta gia da subito problemi ai cuscinetti di banco, un paio hanno i freni bloccati, le batterie non funzionano praticamente su nessuno scooter…Ci si rende subito conto che di lavoro ce ne sarà tanto, ma con tutto il pessimismo possibile, mai avremmo immaginato dove stavamo andando a sbattere la testa. L’idea è quella di riuscire a finire tutti i lavori entro la fine dell’anno, in modo tale da poter fare delle prove generali di viaggio nei primi giorni di gennaio. Inizio da subito a smontare i primi scooter per lavare le cose importanti, il motore e l’impianto di raffreddamento ad aria. Subito si chiede aiuto a tutti i partecipanti e per fortuna i lavaggi si fanno anche alla svelta. Ora il grosso del problema è che servono tutti i ricambi per poter procedere alla revisione generale dei mezzi. Sembra che ci sia la remota possibilità che la piaggio possa sponsorizzarci, forse con la revisone completa dei mezzi (sarebbe un sogno), o almeno con uno sconto sui ricambi che ci servono(che sarebbe gia qualcosa) e per questo i lavori restano in sospeso fino a meta dicembre. Tanto tempo perso visto che alla fine per alcuni motivi da piaggio non è arrivato nessun tipo di appoggio. Ora iniziavo ad avere qualche dubbio… due mesi di tempo svaniti nel nulla, ora il tempo scarseggiava. Nel frattempo arrivano gli altri quattro scooter, 3 caricati sul carrello e uno infilato nel baule della macchina. Per fortuna che alcuni dei partecipanti hanno dedicato parecchio tempo per aiutarci a mettere a posto i motorini… tutti erano molto motivati, caricati a cento come molle, anche se all’inizio l’idea di come si mettesse a posto uno di questi cosi era assolutamente una cosa segreta, non sapevano cosa e come si doveva fare. Passano le ore, i giorni ed i weekend di lavoro, gli “eis” meccanici imparano in fretta e sembra filare tutto abbastanza bene. Anche il dodicesimo scooter, quello destinato a far da donatore di organi è stato smontato e il motore trapiantato sotto a quello che aveva i cuscinetti di banco che fischiavano. Vengono montate anche le gomme lamellari, ricambio che ci è costato piu di tutti ma che alla fine è stato assolutamente determinante per la buona riuscita dell’evento. Iniziano i primi test di guida… subito tanti problemi…Scopriamo che l’idea di arroventare le marmitte per pulirle dai depositi carboniosi (prassi comune nei vecchi cinquantini) è una pessima idea. Per qualche oscuro motivo, durante il processo di “biscottatura” le marmitte si intasano impedendo ai motorini di funzionare. Ottimo! Subito a comprare le marmitte per tutti gli scooter e alla veloce sostituzione. Altre spese che si aggiungono e che svuotano le tasche dei partecipanti. Ttutti gli scooter sono scarburati e uno ci abbandona lasciando i cuscinetti di banco per strada durante un breve test, ottimo! Ci si concentra sugli altri 10, lasciando perdere quello schiattato in attesa dei ricambi necessari. Contemporaneamente si procede a far revisionare tutti i mezzi. Iniziano i primi veri test su strada, e si incappa in altri problemi. A mezzanotte di un lunedì sera, durante una nevicata, mentre andavo a casa guidando uno scooter, nel mezzo di un passo di montagna a quota di 750 metri sul mare, in una zona non coperta dal cellulare il motorino perde l’uso del cavo del gas avendo la cortesia di restare acceso al minimo, giusto per lasciarmi la possibilità di usare i fari per illuminare la strada mentre lo spingevo per arrivare dove avrei potuto chiamare il nat-soccorso. Visto l’accaduto decidiamo di sostituire tutti i cavi del gas. L’ultimo weekend disponibile prima della partenza, con l’aiuto di un altro eis meccanico, sostituiamo l’albero motore, cuscinetti, paraolio e guarnizioni all’undicesimo scooter, mentre gli altri procedevano al cambio dei fili del gas, affare tutt’altro che veloce. Alle 23.00 dell’ultimo sabato disponibile prima della partenza, dopo una pizza veloce chiedo a titolo di piacere personale un’ultimo sforzo agli eis meccanici: Montare le copertine e le muffole agli scooter, in modo tale da avere la domenica libera da qualsiasi lavoro per potersi concentrare solo sui test di guida. Con notevole sforzo ci si mette al lavoro e ad un’ora imprecisata della notte tutti gli undici scooter sono pronti, tagliandati, moffolati, termoscudati, puliti, assicurati, revisionati, gommati e chi piu ne ha ne metta. L’ultima domenica cinque collaudatori partono per un giro di un centinaio di chilometri, mentre io e il nat con altri due scooter raggiungiamo una baita di montagna a quota 1440 slm. A sera ci si ritrova e a parte piccole cose come frecce che non funzionano e forcelle assolutamente a fondo corsa anche da scariche, sembra che i motorini abbiano smesso di avere problemi gravi. Finalmente si vedeva un po’ di luce in fondo al tunnel della sistemazione dei mezzi. Ora restava solo da sistemare il problemino delle chiavi dei bauletti che non tutte funzionavano. Risolti tutti i problemi tecnici gia ero assolutamente contento. Intere giornate passate fra amici ad aiutarci, a scherzarci e sempre pronti a risolvere qualsiasi problema si presentasse con il sorriso stampato sulla faccia immancabilmente sporca di grasso. Mi sembrava di tornare adolescente. La data della partenza si avvicinava, tutto sembrava andare per il verso giusto ma pochi giorni prima del via la cosa che mi ha rattristato piu di tutti i problemi meccanici che si sono presentati insieme. La mia ragazza che doveva partecipare dividendo con me la guida del motorino ha problemi di lavoro e non ha piu la possibilità di accompagnarci. Una doccia gelata che smorza parecchia della mia euforia, tantè che il mercoledì mattina quando in ufficio si prospettava l’ombra dello stesso problema anche per me, tutto sommato non riuscivo a dispiacermi piu di tanto. Fortunatamente il mercoledì sera, ben oltre l’orario di chiusura dell’ufficio riuscivo a staccare la spina lavorativa e pian piano arrivare al campo base dove gia tanti eis piloti stavano caricando i bagagli per l’avventura.

Finalmente si parte. Inizio io a tirare il gruppo, alle 7 e mezza del giovedì mattina siamo su strada. Arrivati al primo bivio fuori dal paese mi fermo per la prima verifica e conta dei mezzi… uno due tre quattro cinque sei sette otto… e piu nessuno… aspettiamo un po e decido di tornare a vedere che succede. Arrivo al campo di partenza e gia uno scooter fa gli scherzi e non vuole accendersi. Cambio di candela veloce e ecco che riprende vita… al volo ci si rimette in sella e finalmente il serpentone formato dagli undici cessi delle poste e dal laverda zundapp che ha deciso di aggregarsi a noi anche non avendoci mai visto, riesce a mettersi lentamente in movimento. Passano i chilometri e si arriva alla prima sosta per la benzina. Un caos totale, tre scooter da una pompa, 2 dall’atra gli altri che aspettano… ALT, fermi tutti. Un pò alterato richiamo tutti all’ordine e detto legge sui rifornimenti; tutti in fila, uno dietro l’altro pronti a rifornire. Uno mette benzina, uno fa l’aggiunta di olio e uno alla fine va a pagare alla cassa. Detto, fatto. Non ci sono stati piu problemi ai rifornimenti, e tutto è filato liscio fino all’arrivo al raduno. La strada è stata fatta in due giorni, il primo di 330 km, il secondo di circa 250 km. Io sono stato quasi sempre in fondo al serpentone. Era bello vedere tutti gli undici motociclisti in fila, ordinati, con un cuore grande che avanzavano lentamente ma assolutamente decisi e motivati ad arrivare alla metà. Del viaggio non c’è molto da raccontare, forse è andato tutto troppo bene, troppo liscio… Al piano si procedeva a cinquanta all’ora, in salita a 25 e in discesa anche a 70…

L’arrivo al raduno è stata un’emozione unica. Tutti parcheggiati fuori dal recinto, tutti sorridenti, soddisfatti, devastati fisicamente dai km di strada e dalle ore di guida. Gli abbracci e le pacche sulle spalle, gli occhi lucidi e la lacrimuccia che scende sulla guancia. Subito a prendere il braccialetto e nemmeno il tempo di dirlo ed eccoci tutti nella “buca” farsi il primo giro è qualcosa di magico. Sei li, in sella al tuo mezzo. Non c’è fretta, nessuno si aspetta nulla da te eppure sai che chi ti sta guardando dai bordi della fossa ti ammira e ti rispetta ed è li pronto ad aiutarti nel momento del bisogno. Lentamente fai il primo giro, alzi gli occhi e vedi centinaia di tende illuminate dai falò. Centinaia di moto elefantizzate provenienti da ogni parte d’Europa. Quest’emozione è troppo grande da descrivere. Sarà scontato, ma l’unica cosa che mi viene da dire è che questa emozione dovrebbero provarla tutti i motociclisti almeno una volta.

Il nostro accampamento un po per sfiga un po per fortuna è stato messo all’esterno del recinto del raduno. Sfiga perche eravamo a 2 km dalla buca, fortuna perché eravamo nel prato di un’albergo che ci ha lasciato lo spazio, ci ha dato la legna, ci ha dato il braciere, la motosega e il cul… a no, quello per fortuna non l’abbiamo chiesto, ma dalla disponibilità che ci hanno dimostrato forse lo avrebbero anche messo a disposizione… oltretutto aveva un’ottima cucina, ottima birra. Il campo eis era così disposto: una tenda della protezione civile da una dozzina di posti, due tende piccole, una specie di stufa per grigliare e far polenta, un braciere, un tavolino alcune sedie e una enorme balla di paglia.

Stare tutti attorno al fuoco, scherzandoci sul viaggio, sorseggiando un grappino mentre il freddo tagliava le guance era un’impresa, ma per stare vicini ai compagni di viaggio avremmo fatto questo ed altro. Ogni istante era buono per sentire la frase: “Andiamo in buca?” e io non me lo facevo mai ripetere piu di due volte, infatti alla fine del raduno sono restato appiedato a 2 km dal raduno perché ero restato a secco… e dire che il pieno l’avevo fatto direttamente li con una tanica. Non male considerando che in genere con un pieno si sfioravano tranquillamente i 100 km!!! Ma si sa, in pista le moto consumano di piu….

La prima sera non ce l’abbiamo fatta a farci da mangiare… il ristorante ci ha sedotto con la sala riscaldata e non abbiamo resistito. Alla fine abbiamo fatto bene, visto che con meno di 15 euro abbiamo mangiato e bevuto birra in buona quantità.

La prima notte non è andata male, avevo 3 sacchi a pelo, uno leggero,uno medio e uno pesante, da usare eventualmente uno dentro l’altro. Ho iniziato con quello pesante e non ho avuto problemi, dormendoci dentro con l’intimo in micropile.

La giornata del sabato è iniziata verso le 9. un po di chiacchiere, il solito giro in buca e poi in molti dovevano fare bancomat e così nove degli undici scooter sono partiti per “farsi una banca” e con l’occasione per fare il pieno di benzina. Io con un eis meccanico sono stato al campo, per smontare e verificare un problema al comando del gas di uno dei cessi. Verso mezzogiorno mentre gli altri stavano tornando noi avevamo sistemato il problemino del gas e rimontato tutto a dovere. Era ora di far da pranzo… oggi la polenta ci stà , eccome se ci stà!!! Demando ad altri il compito di preparare le brace per grigliare la carne e io mi metto in un angolo con mio papà per fare la polenta. Quaranta minuti dopo era pronta, venuta benissimo anche se un po scarsina come quantità… pazienza…
Pomeriggio del sabato passato in buca, tra una gara con partenza tipo le mans, staffette con una fermata ogni 20 metri per una bevuta offerta da non si sa chi, giri di buca in 4 su uno scooter…. Abbiamo visto cose che….
Ci siamo sentiti molto orgoglioni ogni volta che qualcuno ci veniva incontro dicendoci che aveva letto della nostra impresa, ma che non credeva che lo avremmo fatto davvero.
La sera alla salita dalla buca arriviamo proprio in mezzo al momento piu solenne del raduno, il ringraziamento da parte degli organizzatori ed il ricordo degli amici motociclisti che ci hanno lasciato. In quegli attimi il ricordo dei nostri angeli custodi si è fatto vivo dentro di me, e sono convinto che ci hanno aiutato molto durante tutta questa pazza avventura.
La sera siamo tornati in ostaggio della sala del ristorante, gulasch suppe, cotolette, birra, birra, birra…. E poi tanta musica dal vivo che ci ha permesso di ballare fino allo sfinimento ancora tutti agghindati con tute caldissime e scarponi pesanti… prima di andare a letto solito giro in buca, con solito incontro di personaggi diversamente sobri. Alla risalita portiamo su una infermiera col suo uomo che ci ringrazieranno tantissimo.
La seconda notte è stata piu traumatica della prima. Il freddo era condito da un vento teso che si infilava ovunque. In qualche modo ho riposato, ma il dormire devo dire che è un’altra cosa. La mattina mi sono svegliato con addirittura le solette degli scarponi completamente ghiacciate, e la giacca che nell’indossarla aveva quella consistenza croccante che ti lascia a bocca aperta.
Si arriva alla domenica mattina, sveglia, colazione e… Giro in Buca…. Solo in tre scendiamo e il paesaggio è desolante… tutto gia smontato, ci saranno solo un decimo delle tende presenti la sera prima… il giro in buca è triste, ma nella testa il pensiero che risuona è questo: Io ci sono stato.
Si risale, lo smontaggio del campo è piu complicato del previsto per i problemi del vento. Si ritarda la partenza di un’ora. Si parte e dopo 2 metri ancora prima di uscire dal parcheggio ci si accorge di una ruota sgonfia. Si cerca una bottiglietta di fast, ma per il gelo non funziona. Si carica al volo sul carrello e via. 2 km dopo io resto senza benzina, cambio comunque la candela, butto il mio litro di riserva e via… al primo distributore tutti facciamo il pieno e si tira giu lo scoter dal carrello, la bomboletta di fast nuova fa il suo dovere e si riprende la strada tutti e undici.
Dopo qualche km un cesso rifiuta la marmitta e rischia di perderla per strada… si ripara al volo e il pensiero di tutti è che se va avanti così sarà un lungo viaggio di ritorno. Contro ogni previsione non ci sono stati piu inconvenienti e sfidando anche il meteo, che dava acqua e neve, arriviamo in austria asciutti ma intirizziti dal freddo e dal vento che ci ha accompagnato infastidendoci non poco. Purtroppo la sera per dormire dobbiamo spezzare il gruppo, ma per la cena ci ritroviamo comunque. Alle 22.30 tutti a nanna, la giornata del lunedì sappiamo che sarà lunga e non dobbiamo farci trovare impreparati. Sveglia alle 7.00, partenza alle 8.00. orari grossomodo rispettati da tutti e così facendo il lungo serpentone si avvia verso Innsbruk dove ci attende una mattinata soleggiata e calda, quasi fastidiosamente calda. La salita sul Brennero si fa in un lampo e arrivati a collinare troviamo una leggera tormenta che non ci intimorisce. Poco dopo smette di nevicare e qui il pezzo piu bello di tutto il viaggio è stata la discesa verso Vipiteno. Undici pazzi scatenati alla guida di undici cessi con il gas rivettato sulla posizione del tutto aperto… e così per 40 km… un gioco di scie allucinanti, quando eri dietro sembrava vere la capacità di andare molto piu veloce di chi precedeva, ma usciti dalla scia ci si rendeva conto che le prestazioni erano talmente uguali da non permettere alcun sorpasso. Arrivati a Bolzano sud abbiamo preso una nevicata di quelle giuste che ci ha accompagnato fino a trento. A laives uno scoter a dato problemi di cedimento, si bagnava la candela e rendeva difficoltoso il proseguimento… nonostante tutto è arrivato a casa senza provare a lasciarci a piedi. Appena ci siamo ritrovati tutti insieme nel cortile da dove siamo partiti la felicità era stampata sui nostri volti, arrossati e scottati dal freddo e dal vento, ma talmente felici ed increduli per quello che avevamo fatto convinti che nessuna parola potrebbe descrivere nemmeno lontanamente questi momenti.

Ancora adesso fatico a convincermi di esserci stato, di essere stato lassù, insieme ad altri fantastici amici e compagni di viaggio. Non riesco a capire come possa essere passato così in fretta il tempo… non mi sembra nemmeno di essere partito e invece siamo gia tornati…

Un ringraziamento a tutti i partecipanti e soprattutto agli undici cessi che ci hanno portato lassù e riportato a casa.

Grazie

Rolly

Ps: alla fine, ma non per importanza un grazie anche alle nostre famiglie-ragazze, che ci hanno permesso di poter dedicare tanto tempo ad un impresa così particolare. ;-)





EIS Report By Boltz e Kalla

Citazione:


Che cosa ci faccio qui?

Sono in Austria (o forse gia' in Germania, non lo so, sinceramente), l'alba sta illuminando un panorama di montagne e valli piene di neve, e' freddo, molto freddo. Sono in sella ad un mezzo a due ruote, no, non ha diritto di chimarsi moto: e' un scooter (o meglio sputer), il rumore non puo' trarre in inganno, e' un 2 tempi, 50cc, ovviamente a tutta manetta. Il che equivale a forse 55 km/h, 60 a essere ottimisti, ovviamente in piano. In salita le cose sono molto piu' lente.
Non sono solo: come me ci sono altri 10 amici, in sella ad altrettanti mezzi, su alcuni si legge ancora PT, in blu su un fondo giallo. Si, siamo su 50ini ex poste italiane, e stiamo andando verso l'Elefanten Treffen 2009.

Ognuno e' dentro il suo bozzolo di calore, di multistrati termici, di pensieri, di canzoni cantate dentro il casco, per far passare il tempo, di emozioni. Non riusciamo a parlarci, solo qualche sguardo incrociato nei rari sorpassi. Ma ci vediamo, davanti e negli specchietti, e siamo insieme. Pensiamo a quello che ci diremo nelle soste benzina (autonomia 70 km, piu' o meno), mentre si butta giu' qualche barretta calorica per recuperare l'energie, o pensiamo a come siamo arrivati qui, ai tanti fine settimana passati nel bocs degli Zan, a giocare ai piccoli meccanici.
Alle volte che abbiamo dichiarato chiusi e pronti i mezzi, per poi essere smentiti dalle prove su strada. A quante volte abbiamo dovuto smontare le plastiche, i 18 bulloni del carter (ma non ne bastavano 5?). Alle giornate belle, quando il lavoro andava avanti e a quelle difficili, quando dopo una giornata intera si faceva il conto, e c'era solo 1 mezzo (quasi) pronto per andare su strada. O pensiamo a come tutto questo e' partito: questa estate, su un bar, virtuale, il forum di www.bandit.it, ma pur sempre un bar. Dove, ovviamente, si chiacchiera. ElefantenTreffen: parola magica, ancora di piu' da quando Miki l'anno scorso c'e' stato e ci ha trasmesso la magia del raduno, e la voglia di provarci. Si, provarci, ma come: serve la moto giusta. La mia no, troppo pesante, non ho le gomme giuste, non ha protezione dall'aria (ma sara' poi tutto vero?), non voglio rischiare di rovinarla... poi Nat tira fuori l'idea dei 50ini vecchi da sistemare, poi saltano fuori questi cessi delle poste su ebay: 12 ad un prezzo ridicolo. Li sistemiamo e poi andiamo. Chi c'e'? Ed eccoci qui, si tira fuori la quota, e io e mia moglie Kalla siamo pronti a darci il cambio in sella ad uno sputer per i 600 km da Lodrone a Solla. Cosi', sono qui, e l'alba e' un pugno in faccia, verso cui tendo le braccia (sto cantando Guccini). No, le mani e' meglio lasciarle sul manubrio, questo coso non va dritto nemmeno a pagarlo, se mollo mani non oso pensare. La temperatura e' -7 gradi, ieri mattina era peggio, abbiamo visto i -9. Tutto intorno e' bianco di neve, le montagne del tirolo si dipingono del rosa del sole che sorge, la strada e' bagnata ma non c'e' ghiaccio: comunque abbiamo delle fantastiche gomme lamellari, che si dimostreranno splendide su neve e bagnato.
Ieri mattina siamo partiti presto da Lodrone, verso Tione, Trento e poi Bolzano e il Brennero: tutti e 11 in fila, tre auto (una con carrello, con alla guida Tataritcsh, l'unico che sa il tedesco) al seguito, come supporto in caso di guai, ognuno con i bagagli e sacco a pelo nel baule che una volta teneva lettere e pacchi. C'e' anche Carlo Zundapp, con una Laverda del '80 125cc, con motore che gli da il soprannome: sara' utilissimo come staffetta. Lui ha le marce, lo invidio tantissimo, e ovviamente velocita' piu' alta, quindi puo' restare indietro e dare indicazioni al gruppo.

In sputer, togliere il tuttogas anche per brevi istanti vuol dire perdere metri che si potranno recuperare solo alla sosta benzina o ad un semaforo. Penso al motore, a quel pistone grande come un bicchierino da grappa, che stiamo sfruttando al 100%, e che dovra' tenere per forse 40 ore: ce la fara'?

Vedremo. Per ora tutto bene, anzi benissimo. Alla partenza Bastardo (i cessi sono numerati da A di Ancheno a M di Minkione) fa le bizze, non si accende. Io e Nat ci guardiamo: se comincia cosi'... Ma poi il kick giusto lo fa cantare e allora via. I km si susseguono lenti, guida Kalla, poi le do il cambio, e poi ancora. Si va, buona media, 40 km/h comprese le soste, fatte solo per benzina. Cosi' arriva Trento, poi Bolzano: attraversare le citta' e' complicato, le tangenziali sono vietate per noi, quindi di deve passare per l'abitato, con il rischio di perdersi, ma siamo bravissimi, anche grazie alle ultre dettagliate istruzioni di Notturnia (come arrivare da Lodrone a Solla in 500 facili passaggi). Poi la salita del Brennero: e' il primo ostacolo, forse il piu' tosto. La velocita' scende: 50, 40, 35, 30, ma tutti salgono. L di Lurido e' partito con i cuscinetti che fischiavano, D di Dammela li ha nuovi, come l'albero: in teoria in rodaggio... Esticazzi sembrava avere le fasce piuttosto deboli, speriamo bene.

Quando arriviamo in cima, tutti, la gioia e' grande, enorme. Ce la possiamo fare, davvero! Io, NatZan, la mente dell'impresa, e suo fratello Rolly che i ha guidato nei lavori, ci guardiamo e ci diciamo una sola parola: "undici". Undici partiti, undici sul Brennero.

Certo, e' ancora lunga, ma nelle lunge giornate in officina ci eravamo detti, con un po' di scaramanzia, che portare 11 mezzi in Austria era gia' un successo enorme. Francamente temevo di perderne due.

Avanti! La discesa e' ripida: ad un certo punto vedo un mucchio di neve in mezzo la strada, bello alto. No, no, non finirci sopra, no! Lo tengo, lo tengo, lo TENGO! Sbam! Non l'ho tenuto: sono a terra. Mi alzo subito, nessun danno apparente, qualche botta ma le protezioni hanno fatto il loro lavoro. Giacca strappata su un gomito, una freccia partita e un parabrezza di Minkione (guida Ronnie) crapato: ma si aggiusta tutto.

Protezioni, gia': siamo in sputer, ma la pelle e' sempre la stessa e l'asfalto e' sempre duro. Quindi casco integrale, guanti, scarponi, protezioni ginocchia, anche, gomiti e spalle e paraschiena.

Si riparte: i km scorrono, passiamo Innsbruck e arriviamo al tramonto a Walchsee (o come si scrive) con 340 km alle nostre spalle, in 11. Meglio delle nostre previsioni piu' rosee. Notte in due alberghi e meritatissima birra e cena.
E siamo sempre qui, qualche km piu' avanti: se va tutto bene questa sera siamo in buca. L'entusiasmo ci tira avanti, anche se la stanchezza si fa sentire. Sbagliamo qualche strada, si allunga di qualche decina di km, che tradotti in tempo non e' mica poco a 50 km/h. Ma quando si inizia a vedere il cartello Solla, sembra che gli sputer vadano di piu': manca poco, pochissimo. All'utimo riformimento tataritch ha recuperato una enorme balla di fieno, da usare come isolamento per le tende, caricata sul carrello e' piu' alta dell'auto. L'ultima salita, ed e' veramente tosta: segnalata al 14%, per i cessi e' quasi un muro. Ma vanno su', la meta e' a portata di mano, forza, forza... ECCOCI!

Gli ultimi 2 km sono solo per i mezzi a 2 o 3 ruote, auto verboten. Si vede il recinto, mezzi di tutti i tipi parcheggiati lungo la strada, moto cariche di legna e paglia che vagano, carretti, vasche da bagno, slittini trainati da ogni mezzo a motore concepibile, e molti inconcepibili, prima di vederli dal vivo. L'accampamento e' una distesa di tende di ogni tipo, abbarbicate su pendenze assurde, vicinissime tra loro, con una quantita' di fuochi accesi, moto, sidecar parcheggiati ovunque. Mi immagino che l'accampamento degli Unni di Attila forse era simile a questa bolgia, mancavano le moto, ovvio, ma forse gli unni, potendo, avrebbero usato i mezzi che vedo parcheggiati o vagare con fracasso ovunque. Razzi e fuochi d'artificio si alzano da tutte le parti, non c'e' una regia, o una organizzazione, pura anarchia. Gente che beve, gente che vaga, gente che lavora sulle moto, altri che ridono e cantano, ma non riesco a descriverlo, davvero. Bisogna esserci: e noi ci siamo.

Quello che vedo e' tutto vero, sta accedendo davanti a me, ma non riesco a non pensare che sto vivendo in un mondo diverso, dove la realta' e' sospesa. Magari questo tedesco vestito di pelli non conciate di fronte a me, che beve grappa da una bottiglia in sella ad un sidecar ornato di teschi di animali e' uno stimato professionista, ha moglie e figli, una casa e un mutuo. Ma oggi e' qui, cosi', ed e' felice. E lo sono anche io, felice di essere qui, di farne parte, non come protagonista, nessuno lo e' qui, ma sono a portare un pezzetto, un pizzico di follia da aggiungere a quella collettiva solo per il fatto di essere qui.

Entriamo, c'e' una strada ghiacciata in discesa che scende alla buca, detta anche l'arena. Ovviamente ci fiondiamo, siamo qui per questo: la discesa e' uno spettacolo. Ghiaccio e fango, il cesso si intraversa tutto, ma arriviamo in fondo. La buca e' un anello, con 30-50 cm di neve fresca: intorno tende di temerari, che vengono sfiorate da tutti i mezzi che girano. Alcuni lenti, con attenzione, altri a cannone, con derapate, cadute e voli spettacolari. Tutto attorno una bolgia di persone che gridano, incitano, bevono, ridono, aiutano a ripartire o a rialzarsi, offrono da bere, parlano un sacco di lingue sconosciute ma ci si capisce benissimo lo stesso.

Intanto di monta il campo, fuori del recinto, per il nostro tendone non c'e' piu' posto dentro. La notte e' dura, il freddo e' forte, forse -8, non lo so. Certo che la mattina dopo la birra e' un blocco di ghiaccio, come quasi tutto il resto. Ma che importa, di nuovo in buca. Questa volta siamo tutti e 11: in molti si girano a guardarci, a parlarci e noi raccontiamo volentieri, con grandi gesti quando le parole mancano. Poi e' tempo di fare un po' gli scemi: cessi allineati da una parte, noi dall'altra e partenza tipo endurance, e via a girare, piu' forte che si puo'. Ci sono 11 cessi ma 12 piloti, quindi c'e' anche la lotta iniziale per prenderne uno: la spunta Nat su Babi, ma poco male. Babi fara' forse piu' giri di tutti in buca, tanto che il suo richiamo "Andiamo in buca?" diventa un tormentone. Davis, campione di supermotard, da' spettacolo, girando a velocita' folli, ma anche Giuspe, su Ibrido non e' da meno. La fatica di girare e' notevole, e ci riscaldiamo subito, anzi, abbiamo proprio caldo! Jarod, Topesio (arrivato da Napoli, come Giuspe), Sogliola (che fa fatica a trovare posto per i suoi piedoni sulla pedana), Kiki, Ronnie, Snail, Notturnia, Kalla e io tutti giriamo e ci divertiamo come pazzi. Anche Zundapp prende a prestito un cesso e inizia a girare a tutta manetta, facendo dei numeri da circo, finche' un passante gli scippa il bauletto con una manata. Poco male. Giro anche per BabboZan, che ci ha accompagnato fino a qui con un pickup di supporto. Ci offrono da bere da tutte le parti, o noi ricambiamo con le favolose grappe di BabboZan, ma attenzione. Prima, all'uscita, la polizia mi ha fermato e fatto fare l'alcol test: 0.10 con un limite di 0.25, quindi nessun problema. Ma il messaggio e' chiarissimo: dentro il recinto puoi fare quello che vuoi, ma appena esci non si scherza, questo e' il mondo reale. Messaggio ricevuto. Se si beve, si lascia lo sputer parcheggiato nel recinto e si esce rigorosamente a piedi.

Entusiasmo, ma anche fame! E allora a mangiare, polenta di Storo e carne alla piastra: che fame, e che freddo! Ci sta' un giro a piedi, perche' voglio vedere e fotografare da vicino tutto e tutti. E c'e' davvero tanto da vedere: persone, accampamenti, moto, follia. Le piu' belle non sono quelle costose, che pure ci sono, ma quelle dove si vede il lavoro e la fantasia del proprietario, e si immaginano i progetti, e le serate in bocs per tagliare, montare, smontare, inventare. Ci riempiamo gli occhi e la testa di tutto, proviamo a metterne un pezzo anche nelle macchine fotografiche, ma e' difficile riprodurre l'atmosfera, quella restera' solo dentro chi c'e' stato.

Altra notte e poi si riparte: tiriamo su il campo e poi per strada. La partenza e' lenta: Ibrido ha forato, e il fast e' ghiacciato, quindi via sul carrello. Poi Lurido fa le bizze, la candela o piu' banalmente e' a secco. I giri nella buca pesano parecchio sui consumi, che su strada sfiorano i 35 km/l. Piu' avanti si ripara la gomma ma poi c'e' un problema ad una marmitta, riparata anche questa. Il tempo e' favorevole: freddo, ma c'e' un pallido sole. Di nuovo 11 amici, legati ormai da una complicita' che nasce dall'aver condiviso tanto, soli, ma insieme, che corrono a 50 km/h nella campagna tedesca, in mezzo a campi innevati. La strada e' bagnata, l'aderenza cosi' cosi'. Ogni tanto si getta uno sguardo sui campi pieni di neve, forse sarebbe meglio correre li', magari si va piu' piano, ma ormai ad andare sulla neve a tutto gas (per quello che si puo') abbiamo imparato bene, e sicuramente e' piu' divertente.
Poi si avvicinano le montagne del tirolo, ecco un passo con le pareti di roccia che rigurgitano cascate di ghiaccio incredibili e siamo di nuovo in austria, negli stessi hotel dell'andata.

Ultimo giorno, si carica, e via. I cessi continuano a comportarsi in modo magnifico: il nostro, C come Collione, e' sempre partito con il primo calcio di kickstart, anche dopo una notte al gelo. Non pensavo ci si potesse affezionare tanto ad un mezzo cosi' brutto...
Ecco il brennero, il tempo e' bello, a Innsbruck fa caldo (+8), ma quassu' c'e' una piccola bufera di neve, e tanto freddo. Tempo peggiore ci aspetta piu' avanti, ma dopo il passo la discesa verso Bolzano e' uno spettacolo, con 11 incoscenti che fanno un gioco di scie e sorpassi incrociati alla folle velocita' di 60, 65 forse piu' km/h degna dei finali di 125 GP. Poi da Bolzano il tempo peggiora: neve, che si attacca sul parabrezza e non fa vedere niente, e poi le candele iniziano ad avere problemi su quasi tutti i mezzi: forse si bagnano, forse l'ultima benzina non era perfetta, non lo so. Certo che le fermate sono piu' frequenti, cambiamo 2/3 candele, il freddo e' tanto. Decidiamo di allungare per Rovereto, temiamo ancora piu' neve per Tione. Non so se e' era vero, ma piu' giu' la neve cambia in pioggia: l'attrezzatura regalataci dalla Tucano tiene a meraviglia, ma attraverso i parabrezza non si vede niente. Altre fermate, altre candele. Inizia ad essere tosta. Da Rovereto arriviamo a Riva, ormai siamo in due gruppi distinti, con i mezzi che hanno avuto problemi indietro. La salita in Val di Ledro e' lunga, e lenta. Qui piove, ma la neve e' sulla strada. Guida Kalla, e io dall'auto di supporto aiuto i mezzi che si fermano. Li vedo correre su queste strade piene di neve bagnata e mi spavento, ma loro vanno, le gomme si stanno dimostrando fantastiche: il problema e' la visibilita'. Siamo quasi arrivati, mancano forse 8 km. Dopo un tornante, Dammela (Jarod) si ferma: il motore gira, ma l'acceleratore sembra bloccato. Proviamo a sbloccarlo ma niente: forse si e' ghiacciata la ghigliottina del carburatore. La delusione di Jarod e' tanta, ma ormai e' tardi, siamo quasi arrivati, decidiamo di carrellare il mezzo e via cosi'. Se fosse successo prima avremmo aperto il carburatore e probabilemte risolto, ma adesso...
Altri 3 km ed' e' "sa l'Hostia" a fermarsi, e Nat quasi non ci crede. Sembra defunto, gia' faceva una grande fatica prima: forse le fasce. C'e' anche G-punto di Babi, che ancora va. Nat e Babi salgono insieme per gli ultimissimi km, da fare per strade di campagna, pur di arrivare, Nat e' disposto a spingere. Intanto alcuni sono arrivati, ma 3 mancano all'appello! Oh, no. E' una ecatombe! Ma e' possibile! Li ritroviamo, e' solo finita la benzina, la voglia di arrivare ci ha fatto sperare che potesse bastare, ma non era vero. Ok, questo si risolve, c'e' in ogni cesso 1 litro di emergenza nel sottosella. Quindi via, ultimi km. Eccoci. Quasi! Ecco uno sputer, poi due. E' il terzo??? Torna indietro a cercare: anche lui senza benzina a 500m dall'arrivo. Ok, vogliono farci soffrire. Ma alla fine siamo tutti alla base di partenza, stanchi, distrutti, infreddoliti, ma la gioia e la commozione e' grande. Ce l'abbiamo fatta. Siamo andati e tornati. Per curiosita' o testardaggine proviamo a vedere i 2 cessi fermi, e uno riparte subito, l'altro dopo cambio candela... Va bene, va bene cosi'.

E' stato bello, bellissimo. Avremo dentro di noi questo ricordo che credo indelebile, per i posti, il viaggio, il traguardo e, soprattutto, l'amicizia e la passione che ci hanno portato fino a qui. Che cosa ci faccio qui?

Ecco.

E.I.S. Elefanten In Sputer. Elefanten-Treffen 2009

Boltz e Kalla su Collione


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