EIS report (Topesio) : Elefantentreffen 2009 : Forum : Bandit.it - Suzuki Bandit GSF: the smart side of the road
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topesio : 4/2/2009 10:42
Un cavaliere un giorno vide undici cavalli e sogno' di un'impresa.
A lungo ci penso' finche' il sogno divenne un'idea.
Altri dieci si innamorarono dell'avventura e si consacrarono ad essa.
Genti diverse, da posti diversi, con vite diverse.
Una passione, un solo desiderio: arrivare in buca.
La meta: l'Elefantentreffen, il raduno di moto tra i piu' freddi d'Europa, tra i piu' vecchi d'Europa, il piu' carismatico, il piu' ambito, il piu' temuto.
E cosi' il maniero del cavaliere si trasformo' in una fucina di lavori instancabili, tra mille e mille difficolta', mentre i destrieri si rivelarono dei miseri ronzini.
L'ardore ed il coraggio del cavaliere e dei suoi pari fu tale che quei ronzini divennero dei cavalli di razza pronti alla partenza.

Ok, ora sono di nuovo sobrio.
Ricominciamo.
Parliamo di muli, che e' stato gia' un risultato strepitoso...
Undici scooter rimasugli di magazzino delle Poste Italiane, con problemi meccanici al limite della rottamazione, sono stati prodigiosamente recuperati alla strada dal genio incompreso degli Zan Brothers, precedentemente noti unicamente per le attivita' di distilleria alcolica...
In buona compagnia di diversi altri pazzi, hanno sacrificato ore ed ore del loro tempo per rendere marcianti degli sputer innominabili per arrivare all'impresa delle imprese: il viaggio (e ritorno) fino all'Elefantentreffen.

Arriva il giorno della partenza, con gli scalmanati guidatori vestiti come l'equipaggio di Nobile nella spedizione al Polo.



Ci sono Giuspe e Topesio, i due terroni napoletani che si presentano agghindati come Toto' e Peppino a Milano, ci sono i rudi Zan Brothers: Nat e Rolly, ci sono il Uebmastro Boltz e signora Kalla indomiti e supertecnici, c'e' il ciclista Snail, c'e' Notturnia il navigatore (al ritorno e' stato immediatamente assunto via SMS dalla TomTom con uno stipendio principesco), c'e' Jarod vestito da Superman che aveva paura solo della kryptonite, c'e' Sogliola che ha i piedi talmente grandi che non ci entrano sulla pedana, c'e' Babi che mette sempre allegria, c'e' Kiki che non ci crede, c'e' Davis che cercera' invano il suo motard pronto resing per cinque giorni.

C'e' poi lo staff, indimenticabile ed indomito.
Tatarisch traduttore simultaneo, driver, divo della radio austriaca dopo un'intervista volante fatta da una gnocca clamorosa, nonche' compratore di paglia all'ingrosso.
Papa' Zan che non ha mai smesso di sorridere regalando anche nei momenti di sconforto calore ed allegria a tutti;
Ronni, detto Bzzzzz dal termine austro ungarico che seppe coniare (Bzzzz appunto) per significare la sua richiesta di miele ad una vichinga. “Bzzzz->Api->Miele”. E miele fu portato. Geniale...

A questa banda male assortita si e' poi unito all'ultimo istante un altro pazzo, Carlo detto Zundapp, alla guida di un'improbabile mezzo di simil epoca, rivelatosi un simpaticone d'altri tempi e dal cuore d'oro.

Sia come sia arriva il fatidico momento della partenza, cui assiste anche la stampa, nella persona di un superfighetto giornalista che narrera' le gesta urbinet et orbinet accompagnandosi a noi.

Tre minuti dopo la partenza avvengono le prime defezioni che rimarranno tali per tutto il viaggio: qualche sputer non parte, altri come quello di Topesio ritengono orpelli inutili le frocerie elettriche (grazie Toro...) e decidono di disintegrare la batteria seduta stante, privando il pilota di inutili opzional come frecce, avviamento elettrico, spia della riserva e fesserie del genere. Per comprensibile e puro spirito di imitazione, anche diversi altri sputer seguono l'esempio del capo branco ed in diversi faranno tutto il viaggio senza gli ausili della tecnologia moderna.

Cinque minuti dopo, quattro risate, fregancazzo partiamo lo stesso e questo sara' lo spirito che alla fine rendera' possibile l'impresa.

Il tempo e' sul freddino andante, ben sotto lo zero, ma siamo carichi di ogni immaginabile forma di adrenalina e divoriamo la strada senza nemmeno accorgercene.
O almeno questa e' la versione ufficiale, poetica ed abbastanza credibile.
In realta' i cessi vanno a manetta per tutto il tempo, emettendo un rumore lancinante dai motori violentati, unito a sinistri e preoccupanti versi estemporanei che vanno dal suono di lamiera contorta allo stridio di una cinghia che slitta. Ma vanno, accidenti se vanno....

Trento, Bolzano, la salita verso il Brennero. Siamo inarrestabili.



L'ingresso in Austria provoca emozioni intense, mentre il serpentone dei mezzi scorre tra le dolci curve innevate del Tirolo.



Non mi sembra vero, stiamo marciando ormai da diverse ore, tra sorpassi in scia e tirate al limite dei 60 km/h. L'armata Brancaleone pian piano si sta trasformando in una perfetta macchina da guerra. I rifornimenti sono in stile pit-stop di formula 1, con un volontario che pompa alla mano riempie i serbatoi uno dopo l'altro, mentre i piloti in fila ordinata non tolgono neanche il casco. E via si riparte.
Grandi.

Finalmente arriva il tramonto e ci fermiamo per il meritato riposo in una Gasthouse sperduta in una valle innevata.
La doccia calda che ne segue rimarra' impressa lungamente nella mia memoria, mentre la colonnina di mercurio fuori tocca tranquillamente i -9....
Ci ritroviamo in un ristorante tirolese dove beviamo e mangiamo a sazieta' accompagnati dalla incredibile visione di un cameriere in braghe corte e cosciotti che sembrano due ceppi.
E' troppo, andiamo a dormire.
Domani, se va tutto bene, potremmo essere in buca e la cosa devo dire stenta a farmi prendere sonno.
Siamo ancora tutti e undici, incredibile, per chi pensava che avremmo fatto solo pochi kilometri.
All'indomani di buon'ora e sotto un freddo becco siamo tutti li', ad accendere al primo colpo i cessetti e pronti alla partenza.
Si va, si va, su sempre piu' su, avanti sempre piu' avanti.
L'organizzazione dei Nat Brothers e' commovente, niente e' stato lasciato al caso, dalla latta di benzina di riserva nel sottosella (preziosissima quando restiamo tutti senza benzina lontani dal prossimo distributore) alle staffette e scope che istintivamente i due si alterneranno a fare per tutto il viaggio.
Perche' siamo tutti Banditi, e nessuno resta indietro, nessuno resta solo.
Mi commuoverei anche, se non fosse che le lascrime gelano e poi non c'e' tempo, dobbiamo arrivare in buca, dobbiamo fare l'impresa....
Siamo partiti senza una macchina appoggio, che si e' avviata a Solla per montare la tenda in buca, e da loro arriva la notizia che lo spazio nella fossa per noi non c'e', dovremo accamparci nel parcheggio vicino l'ingresso. Poco male.



L'arrivo a Solla avviene in un misto di fervore mistico, pacche sulle spalle ed incredulo stupore.
Siamo al campo base, con gli occhi pieni di tutto l'andirivieni di mezzi incredibili che vanno e vengono dall'ingresso dell'Elefante.
Ci siamo.
E' ora di scendere in buca.
Ci avviamo lentamente lungo una discesa costellata di moto parcheggiate che abbagliano nella loro stranezza, ma non abbiamo tempo di ammirarle.



Destinazione ingresso della buca, che tra l'altro non sappiamo nemmeno come e' fatto, ne' cosa ci aspetta.
Giriamo l'ultima curva e d'improvviso dinanzi a noi appare l'ingresso dell'Elefantentreffen.



E' il delirio, scendiamo dai cessi e ci abbracciamo l'un l'altro urlando come bambini.
La folla si apre per farci passare.
BIG RESPECT, i ragazzi lo meritano....
E' una soddisfazione immensa, non si puo' raccontare, non si puo' descrivere.
Restiamo li' a ridere mentre tutti ci fermano, vogliono sapere, vogliono dettagli. In tanti gli italiani che avevano letto di noi su Internet e si chiamano e li sentiamo dire “guarda li'...sono quelli con gli scooter delle poste, cazzo ce l'hanno fatta davvero...”
BIG RESPECT
Non mi viene in mente altro se non che ora dobbiamo scendere nella fossa.
Eh si, perche' l'Elefantentreffen si svolge in una conca dalla forma di un cono rovesciato ripidissimo, con tutte le tende e le genti accampate sulle pareti ed il famoso anello sul fondo.



Guardiamo giu' la strada per la fossa.
E' un incubo: un discesone ripidissimo con fondo di lastre di ghiaccio ricoperte in parte da un misto di neve pestata e fanghiglia.
Roba da matti, mettere le ruote li' e' contrario ad ogni regola di buon senso.
E difatti tutti i proprietari di BMW GS, specie quelli italiani, se ne guardano bene. Tutti han parcheggiato benin benino sopra e poi scendono (eventualmente) a piedi.
La strada per la buca e' solo per i sidecar o qualche mezzo stranissimo dalle ruote chiodate.
Ma deve essere anche per noi.
Scendiamo a rotta di collo, con il coraggio (e la fortuna...) degli incoscienti.
La tenuta e' nulla, si ondeggia, si schivano pedoni ubriachi, si cerca di imbrigliare il toro impazzito che ti ritrovi sotto il sedere.
L'ultima curva, piede per terra in uno stile ignobile ad imitare crossisti e motardisti e siamo in fondo.
S P E T T A C O L O!
Giro d'onore con i cessi, e alla fine cado pure, piantandomi col l'anteriore in buoni 40 cm di neve fresca.
Si precipitano in tre, ridendo. Uno mi tira su lo sputer, l'altro mi aiuta a rialzarmi ed il terzo mi da da bere roba forte non meglio identificata, mentre rido anch'io a crepapelle.
Ladies and Gentleman, that's Elefante!
L'attenzione della buca e' tutta per noi, e' una soddisfazione immensa, indicibile.
E allora facciamo il nostro numero....
Mezzi accesi, piloti a piedi di fronte ai cessi.
Tre, due, uno, PARTENZA!
In perfetto stile Le Mans saltiamo su per tre giri a rotta di collo nella fossa.
Ci ingarelliamo come i pazzi, mentre praticamente tutto l'Elefante si ferma a guardarci e fa il tifo.
Siamo come impazziti, ridiamo, scodiamo, sbandiamo, ma stiamo tutti su.
Undici scooter delle poste italiane stanno facendo una gara nella fossa, mentre l'altoparlante richiama l'attenzione di tutti su questa mattizia.
Rifarei tutto il viaggio un miliardo di volte solo per quei momenti.
La gara in se' non ha storia, con un Devis indiavolato che a cannone inanella un giro dopo l'altro, tra l'altro passando a pochissimi centimetri da un accampamento di tipacci che non lo degnano nemmeno di uno sguardo continuando a bere fino allo sfinimento...
Ci fermiamo, ci guardiamo l'uno con l'altro e capiamo.
Siamo leggenda.
Mi piace fermarmi qui, il ritorno e tutte le altre cose, di cui pure parlerei e scriverei per ore le lascio magari descrivere a qualcun altro.
A me piace ricordare tutti noi li, nella fossa, stanchi, sudati e felici dopo la gara, mentre guardiamo le migliaia di persone che battono le mani e ci danno pacche sulle spalle.
Siamo partiti in undici, siamo arrivati in undici e siamo tornati in undici.
Ma in quella buca ci sono ancora undici bambini che scorazzano nella neve.
E non cresceranno mai.


[ Modificato da Toro 05.02.2009 - 11:39 ]
Rollyzan : 4/2/2009 10:51
:-o ;-)
Babi : 4/2/2009 10:55
topastro.....come al solito mi hai commosso :cry:
mi sono venuti i brividi.....


topesio,
Citazione:

Siamo partiti in undici, siamo arrivati in undici e siamo tornati in undici.
Ma in quella buca ci sono ancora undici bambini che scorazzano nella neve.
E non cresceranno mai.


;-)
utente inattivo : 4/2/2009 10:57
Poche parole.....anzi una sola........fantastico ;-)
Alexpaper : 4/2/2009 10:57
Big Respect! voi 11+supporto potete metterlo nella firma!


















...e tanta invidia da parte mia
Kiki : 4/2/2009 10:59
:love:
Rollyzan : 4/2/2009 11:00
Ps: il bzzzz l'ho creato io... :-D
Notturnia : 4/2/2009 11:06
bella Topesio :-D
Barone : 4/2/2009 11:28
quasi commosso, e neppure c'ero...
Gunny : 4/2/2009 11:33
topesio,
Citazione:

Rifarei tutto il viaggio un miliardo di volte solo per quei momenti.


:hey:
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