[Mototurismo] Viaggiare in solitaria : Mototurismo : Forum : Bandit.it - Suzuki Bandit GSF: the smart side of the road
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rawson : 12/4/2009 17:52
Mah, io non ho predilezioni sul modo di viaggiare, sia in moto, oppure sia in qualche altro modo.
Mi piace essere solo, così come mi piace la compagnia.
Quello che è certo è che mi piace l'esperienza del partire, del muovermi, dello stacco dalla quotidiianità, dell'improvvisare se necessario, del conoscere se possibile ......, buona parte della mia formazione viene dalla "strada".
Se ho deciso d'andare, semplicemente vado, tanto poi stradafacendo sempre qualcuno puoi trovare.
Se con amici si organizza qualcosa assieme, benvenga.
Le esperienze che si possono fare riescono ad essere diverse, le sensazioni che si vivono, possono anche essere diverse e tendenzialmente le apprezzo tutte.
kinos2002 : 12/4/2009 18:22
viaggiare in solitaria mi piace perchè decido io il ritmo, i posti, quando fermarmi e dove...e poi, mentre guido penso e non solo alla strada.
In compagnia è bello perchè poi hai modo di condividere con gli altri le sensazioni, ridi scherzi (tralascio il bere .... :-) ).
Insomma, per me viaggiare è bello sempre.
mmotard : 12/4/2009 20:14
Viaggiare è uno stato mentale, poterlo fare con un mezzo a due ruote è sicuramente molto gratificante almeno per me che l'ho fatto sia in moto che con altri mezzi :-D
La moto d'ogni tipologia ti permette di sganciarti dal contesto pur rimanendoci immerso....
Concordo con chi ha scritto che il vero viaggio lo fai da solo tu e le tua moto...certo è più pericoloso che in compagnia ;-) anche se dipende molto dalla compagnia...
ho rinunciato anni fà alle uscite con la mia Yamaha TT600 visto che gli strerrati e le strade militari che erano le mie preferite erano anche piuttosto pericolose ed isolate e il mio amico di scorribande non mi accompagnava più....
Più che egoista, come dice un amico più sopra io penso che che chi ama il viaggio solitario sia egocentrico.... ma insomma non mi pare poi un gran difetto...l'unica situazione che in fondo mi manca (quando viaggio da solo) è lo scambio di impressioni quelle due chiacchere che fai durante le soste....
Concludendo quello che mi importa veramente è viaggiare: da solo, con gli amici, con la passeggera e scusate ma che termine BRUTTO che è ZAVORRA :-( :-( io non mi sono mai portato dietro delle zavorre!!!! forse una sola vota l'ho fatto ma l'ho scaricata dopo poche ore, ripeto quello che voglio e faccio è viaggiare sentento la strada, la moto, la meta, la road map che ho nella mente.... immerso nei miei pensieri e nelle emozioni che mi permettono di apprezzare sempre questo dono meraviglioso che è la vita e questa fortuna di essere motociclista :-) :-D
Clicky : 12/4/2009 20:15
Miki,
Citazione:

Cosa spinge i motociclisti "solitari" a questo speciale tipo di isolamento?
Quali sono i meccanismi che muovono a partire da soli?
Carattere? Insofferenza? Libertà di movimento e di scelte?

personalmente preferisco la compagnia, piccola o grande che sia.

quando mi muovo da solo però non è per il giro in se, è più una necessità. è il bisogno di stare solo con me stesso e i miei pensieri, solo dove nessuno mi può trovare.
così non programmo un giro, prendo Fenics e vado, non im porta dove ma è meglio se è in montagna all'aria fresca e in mezzo al verde. torno solo quando sono stanco
CavalcaLaNebbia : 12/4/2009 22:59
Secondo me è un discorso che va oltre l'uso della moto, ed più generale, a prescindere dal mezzo usato.

Io ho iniziato ad allontanarmi da casa da solo in bicicletta, e abitando praticamente nel centro di Torino ho purtroppo iniziato a farlo solo quando avevo 15 o 16 anni. La collina di Torino (bei tempi, avevo fiato :-D), la bassa val di Susa: salivo in sella e andavo a sperimentare un po' di strade che non avevo mai fatto per pura e semplice curiosità. La curiosità è senz'altro uno dei moventi principali: se sei da solo puoi curiosare come cosa e quanto vuoi, se sei in gruppo è difficile, bisogna fare una media tra tutte le volontà.

Il passaggio alla moto è stato abbastanza naturale. I primi giri da solo li ho fatti per conoscere il mezzo, per non aver nessuno da seguire e nessuno che mi stesse dietro. E poi semplicemente ho allargato il raggio di quel che facevo con la bici. :-)
C'è da dire che certe volte parto con una idea ben precisa: vado a fare due foto. In quel caso divento assolutamente ingestibile, sono capace di fermarmi 20 volte in 4 km, magari per scendere, guardare, e risalire in sella insoddisfatto del punto di vista. Non consiglio a nessuno di seguirmi se esco con la reflex! :-P

Altre volte invece è un semplice passeggiare, a ritmi che anche i più turistici potrebbero trovare a volte noiosi. In quel caso la moto è solo una culla che mi porta a spasso mentre la matassa dei pensieri si sbroglia da sola, e vado avanti finchè c'è benzina. Viaggiare in solitaria è un modo per dialogare con sè stessi, ed è un buon segno se lo si fa spesso (secondo me), perchè vuol dire che non ci si sta antipatici :-D

Socrate disse: "Perché ti meravigli tanto se viaggiando ti sei annoiato? Portandoti dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con quell'individuo dal quale volevi fuggire."

Se ci piace viaggiare da soli e non ci annoiamo, vuol dire che siamo in pace con noi stessi, e lo trovo molto importante. :-)
Thor : 13/4/2009 8:41
Miki,
Citazione:

Quali sono i meccanismi che muovono a partire da soli?

Quello di stare da soli con i propri pensieri e stati d'animo.
Quello che ti permette di fare quello che vuoi come lo vuoi e quando lo vuoi.(andare piu piano/forte,fermarti a bere/mangiare,cambiare strada,lasciare l'orologio a casa ecc.ecc.)
Il non dover pensare dove andiamo.
Il non dover violentare il nostro modo di andare in moto (andare più forte perchè quello davandi corre o andare più piano perchè quello dietro non c'è la fà)
Mendi : 13/4/2009 8:47
Mi piace viaggiare da solo, o anche con uno o due compagni di cui conosco il modo di guidare. Invece le scampagnate in 10/15, che altro non sono che noiosi trasferimenti verso il ristorante di turno, non mi divertono, anche perché io manguio pochissimo quando sono fuori in moto.
Premesso questo e la mia nota misantropia, le ragioni sono varie.
a) Da solo o in pochissimi ci si ferma dove capita, senza prenotazione, e l'accordo si trova subito. Le soste sono rapide, ognuno mangia e si paga quello che gli pare, senza spagnolismi o gare di "pago io", "no, pago io", "ma immaginiamoci", ecc..
b) Il percorso viene deciso al momento e può subire variazioni in corso d'opera.
c) Si può guidare con gusto, anche veloci, sai chi hai eventualmente davanti e ti diverti senza dover stare sempre in guardia.
d) Infine e fondamentale, non c'è necessità di parlare a vanvera. Da solo è ovvio, ma anche in pochissimi in moto ci si capisce con un cenno e, durante le soste, ci si scambia qualche parola, senza straparlare di donne, denaro, motori, politica, e bla, bla, bla...Ci si gusta la moto e il viaggio in silenzio o quasi.

In conclusione, bene da solo, benissimo in due, benino in tre. ;-)
Miki : 13/4/2009 9:00
Tutte buone risposte, davvero ;-)

Sono particolarmente in accordo a Balena e Cavalcalanebbia, dei quali condivido i punti di vista;
Aggiungo che il decidere (anche se non pianificato, a dire il vero) di prendere e partire da solo è un coccolarmi, un ritagliarmi un fazzoletto di tempo tutto per me, specialmente in momenti - dal punto di vista lavorativo, o familiare - dove la pressione degli "altri" comincia a diventare troppo fastidiosa.

Premesso questo, sono convinto che il viaggiare da solo (con qualsiasi sistema di trasporto, moto in primis, per le caratteristiche proprie del mezzo) regali una libertà e un utilizzo del tempo - elemento ben più prezioso di qualsiasi ricchezza terrena - impensabile in altri contesti.

Quando mi capita di realizzare una bella gita (per come la intendo io: strade curvose e goduriose se si vuole tirare un po' di più, panorami interessanti e scorci da fotografare, pochissimo traffico, tanta natura, qualche pizzico di storia, possibilità di deviare per curiosare su tratti nuovi solo per citare qualche caratteristica) oltre a godermela nel durante mi restano le belle sensazioni da rivivere nei giorni a venire...
Il tutto contribuisce a rilassarmi e a ricaricare le batterie che col mio lavoro si scaricano piuttosto velocemente ;-)

Aggiungo infine che non disdegno dei giretti a tre o quattro partecipanti molto scelti, per godere oltre a tutto il resto (sacrificando un po' di libertà) di una buona compagnia, magari sgranocchiando qualcosa.

I grandi giri per riunire tanti banditi ovviamente non danno un gran gusto di guida a chi organizza, ma riconpensano chi mette in piedi tutto il baraccone tramite i sorrisi dei partecipanti che si godono il percorso e il felice baccano di una buona compagnia :-)

Io cerco di alternare tutto questo ;-)
vanaxel : 13/4/2009 9:53
credo di aver fatto viaggi con tutte le combinazioni possibili di compagnia:
danimarca, austria, capitali europee con mio zio e mio fratello (stesso stile di guida, stesso passo, stesso ritmo di vita);
sud-ovest della francia con un'amica conosciuta su internet e vista di persona, per la prima volta, alla partenza per il viaggio;
loira-bretagna-normandia con una collega di lavoro neocentaura: ho creato un mostro!

ma l'esperienza più bella è stata la sardegna in solitaria. non è stata una scelta ponderata, ma 'imposta' dall'ufficio che mi ha costretto alle ferie dall'oggi al domani in un periodo in cui tutti gli amici lavoravano.
ho preso la tenda, un biglietto di andata e ritorno per la sardegna e sono partita.
non avevo mai dormito in una tenda, non sapevo neppure come si montasse, eppure per 15 giorni mi sono alzata all'alba, ho smontato la tenda, ho caricato la moto, ho fatto il pieno e sono partita... ed ogni sera mi fermavo in un posto diverso, scaricavo la moto, montavo la tenda, gonfiavo (a bocca!!!) il materassino, mi facevo una doccia, andavo a cena e... perdevo i sensi esausta sul sacco a pelo!!!!

ho visto posti di cui molti miei colleghi sardi ignorano l'esistenza, ho fatto stradine a 30 allora per ammirare il panorama... per poi rifarle a ginocchio a terra!
ho conosciuto persone, vissuto emozioni, attimi di sconforto e di tristezza... esaltazioni, sorprese e stupori!
viaggiare de soli è catartico: è un faccia a faccia con te stesso dal quale non puoi sfuggire. magari parli con la moto come faccio io, ma è sempre a te stesso che parli!

però, c'è un però! : la settimana dopo essere tornata dalla sardegna sono caduta come una scema a 30 all'ora nel piazzale della caserma. mi sono giocata una caviglia e la clavicola... e se mi fosse successo in sardegna? dove spesso le strade non hanno guard rail e corrono sull'orlo della scarpata, dove i cellulari non prendono e dove non passano auto per ore e ore???

insomma, meditate gente, meditate! vivete i viaggi come volete, ma ricordatevi che non basta avere il casco ben allacciato, prima di partire assicuratevi sempre che quello che c'è dentro il casco sia lucido, sereno e coscienzioso. tutto il resto sarà solo divertimento sia che lo si viva da soli che in compagnia!
hobbit_bahlsen : 13/4/2009 11:03
viaggiare in solitaria , mah .
per me può diventare qualcosa di più che una semplice opzione .
mi rendo conto che più passa il tempo e meno m'interesso delle velocità di percorrenza .
e quest'anno già m'è capitato un paio di volte di perdere il gruppo (la combriccola con la quale solitamente esco) .
vabbene che mi aspettano sempre agli incroci , vabbene che "tu tieni il tuo ritmo e non preoccuparti" , ma l'idea di fare da tappo non mi entusiasma .
indi per cui , credo che quest'anno i pochi giri che farò mi vedranno spesso da solo , o al max con un paio di amici fermoni come me al seguito .

è anche vero che l'anno scorso in sardegna eravamo in due , e la libertà di scegliere strade ristoranti bed&breackfast senza dover mettere d'accordo mille teste pensanti è impagabile :)

[ Modificato da hobbit_bahlsen 13.04.2009 - 12:05 ]
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