Babi : |
29/4/2008 12:21 |
fonte: ASAPS
Pedoni, il Lussemburgo copia il Belgio per “educare” tutte le categorie di utenti della strada al reciproco rispetto Chi odia gli altri e perché, tutto in uno studio dell’IBSR
Di Lorenzo Borselli
(ASAPS) LUSSEMBURGO, 29 aprile 2008 – Il rispetto reciproco tra le varie categorie di utenti della strada ha acquistato, nei paesi dell’area nord occidentale, il carattere di vera e propria priorità nazionale. Dopo il Belgio, che ha lanciato una vera e propria campagna di ripartizione delle responsabilità in materia di sicurezza stradale, è la volta del Lussemburgo dove il ministero dei Trasporti ha appena varato un’iniziativa analoga. “Tutti quelli che partecipano alla circolazione stradale – ha detto Lucien Lux, ministro lussemburghese ai Trasporti – devono sapere che stress ed aggressività al volante sono due tra i primi nemici della sicurezza ed è necessario ricordare qualche buona regola per una convivenza maggiormente civile ed armoniosa”. Gli esempi sono stati forniti proprio dal ministro Lux in persona: evitare di suonare il clacson senza giustificato motivo, rispettare sempre e comunque l’obbligo di dare la precedenza, non parcheggiare sui marciapiedi od in prossimità degli attraversamenti pedonali, rallentare sempre in prossimità di giardini pubblici e scuole, cercare di mantenere sempre la calma. Lo slogan, “grazie di essere simpatico” è tutto un programma e sarà oggetto di una vasta serie di spot radiofonici e televisivi, oltre che riportati su manifesti che saranno affissi in città e nelle aree di servizi. I tecnici lussemburghesi non nascondono di aver preso ispirazione dai colleghi dell’Institut Belge pour la Sécurité Routière (IBSR), ideatori della massiccia campagna dal titolo “Respecter les piétons, c'est se respecter soi-même”, la quale – francamente – ci sembra non abbia bisogno di essere tradotta. L’immagine del personaggio riprodotta nella campagna belga che prima è pedone, poi si trasforma in automobilista, e successivamente torna ad essere pedone, ci richiama un vecchio slogan lanciato dall’Asaps che dice: ricorda che tutti nasciamo pedoni poi, nel migliore dei casi, torniamo ad essere pedoni da anziani… Del resto, gli studi che l’hanno sostenuta erano stati condotti proprio dall’IBSR, a seguito dei quali un manipolo di esperti della comunicazione aveva colto nel segno richiamando gli automobilisti ad una considerazione di partenza: prima di salire in auto e dopo, una volta discesi, tutti siamo pedoni. Il fatto che si tenda a dimenticarlo è un’altra questione. L’inchiesta, elaborata nel corso del 2007, aveva rivelato che i comportamenti degli automobilisti più odiati dai pedoni sono la sosta selvaggia, la mancata precedenza concessa sulle strisce pedonali, la velocità di manovra troppo elevata all’interno dei parcheggi e la scarsa attenzione prestata a tutto ciò che accade attorno all’abitacolo. Il pedone, però, non è uno stinco di santo e molte sue manchevolezze irritano tremendamente chi è inserito nel contesto del traffico alla guida di un veicolo. Una su tutte, l’attraversamento selvaggio della strada, citato da 8 automobilisti su 10. In aiuto alla ricerca erano poi arrivati i dati relativi alla sinistrosità del 2006, anno nel quale ben 4.621 pedoni erano stati coinvolti in incidenti nel regno di Alberto II, con 122 vittime e 702 feriti gravi. Il 20% dei coinvolti ha riportato lesioni permanenti, indice dell’estrema vulnerabilità della categoria, andata incontro ad un aumento delle vittime dopo i brillanti risultati conseguiti fino al 2005; ma allora, cos’è successo? Perché questa inspiegabile inversione di tendenza? Molti, nel mondo, attribuiscono la generale recrudescenza alla riduzione della visibilità da parte di chi si trova al volante, dal peggioramento delle infrastrutture e, in generale, dall’aumento delle distrazioni a bordo: conversazioni, radio ad alto volume, stanchezza, uso del telefono (anche col kit vivavoce). In Belgio e, successivamente, in Lussemburgo, una buona parte della responsabilità è stata attribuita all’imbarbarimento dei comportamenti, ma alla fine chi paga sono sempre loro, i pedoni. In modo particolare i giovanissimi fino ai 19 anni – il 25% degli uccisi e dei gravemente feriti appartiene a questa fascia d’età – e gli anziani – che pesano per il 34% sul bollettino nero (morti e feriti gravi), con il poco invidiabile primato che li vede morire in uno scontro su due. Per questo motivo l’IBSR ha diffuso una brochure dedicata proprio a tutti: da una parte i conducenti, dall’altra i pedoni, invitati ad essere più prudenti e cortesi. (ASAPS) | |
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skiboy : |
29/4/2008 14:10 |
questo e' un argomento (come tanti altri riguardanti la circolazione stradale) di difficile lettura e soluzione, anche parziale. e' innegabile che "torti" ce ne siano da entrambi le parti, pedoni e motorizzati. il buon senso credo sia necessario sempre, e' capitato a me personalmente di essere distratto ed attraversare sulle strisce pedonali quando un'auto non era distante piu' di 5/6 mt, se fossi stato travolto di chi era la colpa?...........mia (attraversamento selvaggio) o dell'automobilista (strisce pedonali)? per la legge probabilmente sarebbe stato l'automobilista ad avere torto ma moralmente credo che il torto l'avessi io..........quindi........
concretamente credo che ognuno di noi possa fare qualcosa per migliorare un po' la situazione a riguardo comportandosi in maniera piu' "civile" possibile, forse, e parlo per i giovanissimi, un'educazione fatta nelle scuole sugli argomenti piu' spinosi riguardanti la circolazione stradale aiuterebbe un poco a migliorare la situazione ( li preparerebbe anche un pochino in vista dei fatidici 14 anni )
ciao | |
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