theowl : |
21/10/2008 16:54 |
17/10/2008
Il lavoro, che stress. Date le grandi preoccupazioni che mi perseguitano ultimamente decido di farmi un giretto in moto per rilassarmi un po'. Tra le tante possibilità scelgo il passo San Marco perchè conosco la strada, non è lunghissimo come percorso e mi consente di rientrare in tempo per un impegno che ho in serata. Ore 07,30 entro in garage, sposto la macchina e tiro fuori The Gate (Il Cancello, B65s). Mi preparo. Antiventio, paraschiena, giubbotto, casco, guanti. Antipioggia e macchina fotografica sono già a bordo. Gomme controllate la sera prima. Metto in moto e via, dopo tre chilometri sono già fermo in area di servizio. Cappuccino, brioche, cazzeggio, una mezz'oretta persa in attesa che sorga il sole. Alle 08.00 riparto, sul cruscotto lampeggia la spia della riserva ma la ignoro, farò il pieno in Svizzera. Esco dall'autostrada e passo le colonne di auto di quanti si dirigono al lavoro. Gaggiolo, confine, sosta benzina. 17,5 litri per 333 chilometri, 19 con un litro, come al solito. Il mendrisiotto non presenta nessun problema di traffico e ben pochi spunti di riflessione. Un po' di traffico lo si incontra a Lugano ma nulla di paragonabile a quello di una città come Milano. Una foto a Lugano al mattino e via verso Porlezza.
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Lugano
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Porlezza
La strada comincia a farsi interessante, il panorama è piacevole e, causa l'assenza di traffico, viene voglia di tirare un po' di più. Occhio ai restringimenti e alle gallerie buie (in territorio italiano). Discesa verso Menaggio, nuova tappa in riva al lago (09.45) per le foto di rito e un messaggino alla Dolce Fanciulla, poi via di nuovo.
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Menaggio
Man mano che si procede verso nord il traffico aumenta ma il lago, i monti ed il cielo sereno ripagano dello sforzo e sono il giusto preludio allo splendore del resto del percorso. Dalla cima del lago di Como a Morbegno la strada è parecchio trafficata, stretta e frequentata da traffico pesante, meglio prendersela comoda e, invece di cercare di passare la coda, passare un veicolo per volta. A Morbegno pausa tè e brioche, sono ormai le 10,45 e un po' di fame si fa sentire. Fotografia all'edificio sotto cui passa la strada per il passo. Qui ho sbagliato strada molte volte, ora non sbaglio più.
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Morbegno, la strada passa qui sotto
Si comincia a salire. La strada è rivolta a nord e ancora il sole non arriva, gli alberi sono ancora appesantiti da molte foglie mentre quelle cadute non costituiscono un pericolo. Incontro degli stradini intenti a soffiare via le foglie dalla strada, lodevole. Più in alto, con un ritmo tranquillo, la mancanza del sole non lascia cogliere lo spettacolo dei colori autunnali mentre il bel paesaggio offerto dalla val Tellina rimane alle mie spalle.
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La Val Tellina
Di tanto in tanto compare il sole ed accende i colori: il giallo, l'ocra, il marrone; da evento saltuario diventa sempre più frequente e ci si ritrova a viaggiare su di una strada che sembra dorarsi al proprio passaggio.
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Strada tra i boschi
Ancora più su e gli alberi lasciano il passo ai pascoli d'altura, i colori cambiano, il paesaggio rimane splendido. Una curva dietro l'altra, un tornante, breve allungo, altro tornante, si sale. Troppo breve il tragitto, troppo vicina la meta, non si fa in tempo a goderne appieno lo splendore che si è in cima al passo San Marco (11,45).
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The Gate sulla strada per il passo
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La strada fuori dai boschi
Pausa di riflessione e foto di rito. Non c'è nessuno, l'aria fredda mi fa un po' lacrimare, non c'è una nuvola in cielo e lo sguardo può svariare per buona parte della Val Tellina e della Val Brembana. Le alpi sono state create perché l'uomo potesse avvicinarsi a Dio. Non ricordo chi l'ha detto ma ne condivido il concetto, quassù ci si sente veramente più in pace con se stessi.
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Il passo
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Il mio Cancello riposa
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Volendo si può andare a camminare...
Breve discesa e, dopo qualche tornante, svolta a destra verso la storica Cantoniera di San Marco (occhio alle voragini nell'asfalto). Il rifugio è chiuso e mi tocca mangiare al ristorante sulla strada (Passo San Marco 2000).
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La storica Cantoniera
Casoncelli, polenta taragna, arrosto e funghi, grappa al pino mugo, e mi sento ancora meglio di prima. Qui il cellulare non prende, scendo un po' lungo la Val Brembana e mando un messaggino bastardo ai miei colleghi. Poi giù per i tornanti in mezzo alla natura della valle, senza un'auto che sia una per molti splendidi chilometri.
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Discesa verso la val Brembana
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Val Brembana
Si incominciano ad incontrare altre auto solo dalle parti di Piazza Brembana, ma dura per poco, perché a San Giovanni Bianco metto la freccia e mi infilo in Val Taleggio. La strada della Val Taleggio corre inizialmente in un orrido spettacolare con alte pareti rocciose che incombono sul viaggiatore per poi aprirsi in una valle più ampia e verde.
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Un ponte nella parte stretta della val Taleggio
Già il tratto iniziale è molto bello ma non ero preparato ai colori della valle che ho incontrato salendo verso il valico San Pietro.
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Val Taleggio
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La strada in val Taleggio
Piano, piano, non voglio fare l'errore che ho fatto salendo al passo, me la voglio far durare. Più spesso del solito mi fermo a fare foto o semplicemente a guardarmi intorno. Per una volta sono contento di non viaggiare con altre moto anche se mi manca il peso della Dolce Fanciulla sul sellino posteriore, chissà quanto le sarebbe piaciuto questo spettacolo, non vedo l'ora di mostrarle le foto.
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Un prato in val Taleggio
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The Gate in attesa
La strada è stretta, due auto farebbero fatica a incrociarsi, ma in moto non si incontrano problemi anche perché in tutta la valle ho incrociato un furgone ed un trattore.
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Verso il culmine San Pietro
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Di nuovo fermo...
Intanto la strada sale verso il valico, tradizionalmente frequentato da molti motociclisti nella stagione calda; oggi la giornata è splendida ma il bar è chiuso e di moto c'è solo la mia. Fermata per le solite foto. Mi tolgo l'antivento perché comincio a sentire molto caldo e scendo verso la Val Sassina.
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Valico San Pietro
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La val Sassina
Bella la Val Sassina, ampia, con una bella strada larga e un po' di traffico in più. Bella, ma la strada corre sotto le ruote con il gusto amaro di un giro che sta per finire. Ancora una salita, ancora qualche curva in mezzo ai boschi che oggi mi hanno ammaliato ed ecco comparire Bellano con il lago di Como (o sarebbe meglio dire di Lecco?). Sul lago il traffico c'è sempre, oggi non è molto intenso, sono le 16,30 e non ho voglia di andare a casa. Mi fermo, fotografo, me la godo finche posso.
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Lago di Lecco
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Dalle parti di Mandello del Lario
La strada tra Lecco, Erba, Como e Varese con le sue colonne di veicoli indisciplinati sarebbe un incubo se non fossi felice come un bambino di sei anni il giorno di natale. Arrivo a casa in largo anticipo, ma ci vuole. Devo andare in montagna con la Dolce Fanciulla e Domenica sarò in giro per l'alpe Devero, ma questa è un'altra storia...
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Alpe Devero
(Dedicato alla mia Dolce Fanciulla nella speranza che voglia condividere questo giro con me quando lo rifarò la prossima primavera) | |
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