Urania : |
4/11/2010 14:01 |
Genere: Commedia Data di uscita: 01 Ottobre 2010
Regia: Luca Miniero
Cast: Claudio Bisio (Alberto), Angela Finocchiaro (Silvia), Alessandro Siani (Mattia), Valentina Lodovini (Maria)
Trama: Alberto, responsabile dell'ufficio postale di una cittadina della Brianza, sotto pressione della moglie Silvia, è disposto a tutto pur di ottenere il trasferimento a Milano. Anche fingersi invalido per salire in graduatoria. Ma il trucchetto non funziona e per punizione viene trasferito in un paesino della Campania, il che per un abitante del nord equivale a un vero e proprio incubo. Rivestito di pregiudizi, Alberto parte da solo alla volta di quella che ritiene la terra della camorra, dei rifiuti per le strade e dei "terroni" scansafatiche. Così quando si ritrova davanti persone meravigliose e disponibili e un nuovo amico, Mattia, che tenta in ogni modo di farlo sentire a proprio agio, ad Alberto sembra di vivere in un sogno. Come dirlo però a Silvia e agli amici che hanno iniziato a vederlo sotto una nuova luce?
Note - Remake del film francese "giù al nord - bienvenue chez les ch'tis" (2009) di dany boon.
Film realizzato con il sostegno di regione campania, film commission regione campania, comune di castellabate.
La Critica: "E' un po' difficile giudicare film come 'Benvenuti al sud'. Gradevole, in odore di sufficienza stiracchiata, con momenti di buona inventiva. Sembra di disegnare l'identikit dell'alunno svogliato ma intelligente, quello che può sempre 'dare di più'. Uno stereotipo come quelli che Miniero cerca di combattere con un sorriso sul viso e qualche trovata, tra pochi colpi di scena e qualche colpo... da scemo. (...) Ci teniamo subito a dire che 'Benvenuti al sud' è meglio dell'originale. Meglio gli attori - Bisio, anche se un po' sottotono e Siani, che molti continuano a sottovalutare, sono una bella coppia -, meglio la scrittura (...), meglio la riuscita. Il problema, poi, è che l'originalità, che in un remake è già al minimo sindacale, viene definitivamente sacrificata al richiamarsi a un cinema amato, ma morto e sepolto. Quello della commedia italiana del dopoguerra, quella di 'Totò Peppino e la Malafemmena' o di 'Pane, Amore e...', quello delle Sofie Loren ancheggianti, dondolanti, ammiccanti. L'impressione, insomma, è che in questa storia di un direttore delle poste che si finge handicappato per essere trasferito a Milano, e viene punito per la menzogna venendo scaraventato nella cilentina Castellabate, ci sia un bel po' di muffa: anche i luoghi comuni si fermano al massimo a una ventina d'anni fa, hanno un'ingenuità preleghista che purtroppo non esiste più. Un film del genere, insomma, forse voleva e di sicuro doveva essere più politicamente scorretto, e in alcuni rari momenti ci riesce. A divertirsi ci si diverte, ma sono più riflessi condizionati di un cinema e di un mondo già visto. Entrambi migliori, peraltro. Tozzi e Letta, però, hanno annunciato che un 'Benvenuti al nord' non è idea peregrina e qui - sarebbe intelligente mantenere la stessa squadra - forse si giocherebbe la vera partita. Certo, una commedia non è neorealismo, ma per farci ridere davvero deve parlare della realtà. Quella vera, di un popolo incattivito e diviso, razzista e ottuso. Non come la sua classe dirigente, ma quasi." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 1 ottobre 2010) - "Un giorno qualcuno rileggerà l'Italia del nuovo millennio attraverso il suo cinema e scoprirà di avere in mano una gran massa di informazioni purché sappia, come dire, decodificarle. Questo accadeva davvero, qui si allude a un fenomeno del quale c'è traccia in altri documenti, questa battuta va letta così, là si riconosce l'eco ingentilita o la caricatura di questo o quel conflitto. Come se certe realtà si, potessero raccontare solo a distanza o filtrandole attraverso regole precise. A rischio di depotenziarle. Come succede trasformando personaggi reali in cartoons, che sono per definizione inalterabili, indistruttibili, impermeabili al dolore e alla morte. A differenza dei personaggi delle vere commedie di ogni epoca e paese. Ecco da 'Benvenuti al Sud' si esce un po' con questa sensazione: di aver visto un esilarante film d'animazione recitato da attori in carne e ossa. Un film dove tutto ciò che il suo soggetto richiede, i pregiudizi, gli stereotipi, l'ignoranza, la diffidenza reciproca che separa Nord e Sud, è trattato su un tono leggero e farsesco che rende tutto esatto, pertinente, pungente e a volte irresistibile, ma anche stranamente risolto e inoffensivo. (...) Il film funziona benissimo e avrà un successo strepitoso, ma è la sfumatura che separa la grandezza dal semplice divertimento." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 1 ottobre 2010) | |
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