BanditStaff
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# 1 ≡ Mamma-Tumore 2-0
Partiamo dall'inizio.
Correva l'anno 1999, improvvisamente mia madre comincia a lamentare fastidio e dolore durante la deglutizione. Il medico generico nota subito che qualcosa non va e prescrive altri accertamenti. La diagnosi e' un tumore maligno all'esofago. Al Policlinico di Palermo eseguono un'operazione che, leggendo il referto, continuo a non capire per la complessita' di quanto scritto. In breve viene rimosso un tratto dell'esofago e vengono riposizionati gli organi interessati a causa dell'accorciamento del tubo. 13 ore di sala operatoria, piu' altre 3 ore qualche giorno dopo per la "rifinitura" come diceva scherzando il medico. Si prosegue con le normali verifiche, TAC sempre piu' diradate nel tempo, conferma della guarigione. Evvai! E' andata! Bravi i medici e brava la mamma! Il tempo scorre. Nasce mia figlia, conosco tutti voi bastardi (vi voglio bene, lo sapete) la vita continua e quell'episodio diventa un brutto ricordo sempre piu' sbiadito da raccontare con sempre maggior distacco.
Arriviamo cosi' al gennaio 2015.
La mamma accusa dolore e gonfiore ad una gengiva. Vabbè, vai dal dentista. Prego signora, si accomodi e apra la bocca. Il sorriso di circostanza del medico si trasforma in un'espressione molto seria. Non e' qualcosa che lui può risolvere. Consiglia una visita da uno specialista. La dottoressa intuisce subito e ordina TAC e biopsia. La diagnosi è impietosa nella sua semplicità: carcinoma maligno.
Viene scelto un ospedale a Bologna dove pare ci sia una buona struttura specializzata in chirurgia maxillo-facciale. Prima visita a fine febbraio, intervento prenotato per il 19 marzo. La mamma trascorre dalle 8 del mattino alle 21.30 in sala operatoria per la rimozione della parte malata e la sostituzione con un pezzo di osso (perdonate la terminologia da ignorante) preso dal perone. Tre giorni di terapia intensiva, comincia il recupero. Dopo una settimana io sono a Palermo, e' sera. Mi chiama mio padre: mamma sta rientrando in sala operatoria. L'impianto osseo non ha attecchito e sta andando in necrosi. Occorre rimuoverlo e sostituirlo questa volta con un pezzo di tessuto muscolare che "dovrebbe" garantire il successo. L'intervento dura fino all'una di notte, ancora 3 giorni di terapia intensiva. Iniziano altre preoccupazioni: il peso scende. Mamma e' sempre stata di costituzione minuta, ma siamo a 38 chili, non ci siamo. Eppure, giorno dopo giorno, un piccolo passettino alla volta, la situazione diventa accettabile, il peso ricomincia lentamente a salire. Ieri sera, a un mese esatto dal ricovero, vado a prendere mamma, papà e zia all'aeroporto. Mamma e' scesa dall'aereo accompagnata sulla sedia a rotelle, e' debole e le evitiamo qualsiasi sforzo. In viso e' ancora gonfia, c'è qualche difficolta' a parlare per le ferite non ancora completamente cicatrizzate. La battaglia che ha combattuto sul ring della vita e' stata durissima e ha lasciato dei segni. Pero' ieri sera mi hanno colpito lo sguardo e l'atteggiamento di una donna di 41 chili (ma sta aumentando!) che ha compiuto 70 anni in ospedale; la determinazione e la voglia di ricominciare sono impressionanti, si capisce subito come tutte le energie siano tese a completare la lotta.
Il referto dell'ospedale del resto e' davvero positivo. Bisognera' fare ancora alcuni controlli, ma sembra proprio che anche questa sia passata.
Lo riscrivo:
Mamma-Tumore 2-0.
E vaffanculo.
Non capire vuol dire non avere problemi