# 1 ≡ considerazioni motociclistiche
un mesetto fa o poco meno, con mio gran piacere partecipai al "Chiantella Tour 2010" in Toscana insieme ad alcuni banditi, parte nopei e parte semplicemente terroni
la compagnia migliore, quindi
al di là di altre ottime cose vissute in quelle pochissime giornate, mi è sorta allora una considerazione di carattere strettamente motociclistico, ossia il trovarmi in sintonia e sincronia quasi perfette, da subito, con un bandito là presente, il nostro Giuspe. una simmetria nel modo di intendere il girare, una serenità generale nel condurre accompagnata da una ricerca mai impaziente eppure paciosamente implacabile di stimoli - e stimoli dello stesso genere - nell'andare, ovviamente con alti e bassi non sempre coincidenti, ma sempre contenuti rispetto a un livello mediano molto costante.
e tutto questo, su presupposti che nel luogo comune non potevano essere più distanti. una moto pesante, lunghetta, con forti inerzie anche se molto ben manovrabile io; una moto leggera, maneggevole e corta lui. una sospensione antiaffondamento per me e una geometria tradizionale per lui. una grossa cilindrata con modesta velocità di rotazione e notevole coppia io, una zanzarina minuscola ma prestante come potenza specifica (in rapporto anche all'epoca) lui. un bicilindrico pulsante per me, l'apoteosi del quadrifrazionato tutto alti regimi per lui. eccetera.
eppure uno stesso modo di intendere la linea, il margine di sicurezza, quali siano le fonti di divertimento a cui non si può rinunciare e quali invece siano gli aspetti magari adrenalinici ma di cui si può fare tranquillamente a meno per tentare di ridurre un po' le probabilità di eventi sgradevoli. (devo dire, lui un filo più saggio e anche più continuo di me.)
il tutto in un'atmosfera ovattata, impermeabile a luoghi comuni su modelli e stili di guida, frasi fatte sul tondo e lo spigoloso, le gomme arrivate, le gomme da scaldare, da raffreddare, da portare a temperatura barolo del 98, ecc; e scevra da bollenti spiriti, ripicche, rivalse, segnature del territorio, contese di galloni e ogni altra bolsa fonte di stress che consuma improduttivamente energie psicologiche da destinare a migliori frutti... (forse, del campionario di queste fesserie, c'è stata solo qualche scusa iniziale da parte mia per un'imbarazzo dovuto a due disavventure ravvicinatissime patite in città la settimana precedente.)
una K-pax motociclistica
, diciamo così, da cui quasi nulla delle chiacchiere e dei rovelli che per così tanti di noi distolgono l'attenzione dalla strada e induriscono la presa sullo sterzo, è parso mai dotato del minimo senso e della capacità di meritare la nostra attenzione.
il coppione, il coppino, il basso ruvido, il basso vuoto, la forcella, il telelever, il ruotone, il ruotino, il peso, la staccata, lo scorrere, l'appoggio, lo spigolo, il due il tre il quattro... tutto amabilmente distante, sciolto in una soluzione di taciturna simbiosi, tra le moto che in sincrono salgono e scendono, come due serafici tergicristalli intenti a nettare l'aria che attraversano dal fardello depositato dentro ognuno di noi nostro malgrado, e che ostruisce la vista del Giusto e il sentimento del Bello.