BanditMaster
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# 1 ≡ ricomincio dall'inizio
il primo Viaggio non si scorda mai, anche sono abbondantemente passate più di trenta primavere e qualche centinaio di migliaia di chilometri sotto le ruote.
Erano i tempi dei Bee Gees e di Saturday Night Fever, dei pantaloni a zampa di elefante, degli eskimo e delle moto da regolarità. Ma erano anche gli anni immediatamente successivi la prima crisi petrolifera, dopo il Kippur, dell'inflazione a due cifre, e del terrorismo. Gli anni "di piombo", culminati con il rapimento Moro del 78.
Ma queste cose le ho scoperte dopo: per me erano solo anni da vivere. E basta.
Ivo e i suoi genitori caricarono i bagagli sulla Mini Minor. E visto che in montagna la spesa costava cara ci caricarono anche un paio di cassette di pomodori e cibarie varie.
Erano anni che su una macchina lunga tre metri scarsi ci viaggiavi in tre con i bagagli per un mese e la spesa per una settimana.
E cosi partimmo: loro davanti a fare l'andatura con la Mini Minor 850, io dietro con la Vespa 125.
Iniziava all'alba dei miei 17 anni quella che sembrava una avventura grandiosa e che si è poi rivelata il prologo di una vita passata su due ruote.
Nè io, nè nessuno dei miei amici si era mai cimentato in un viaggio tanto avventuroso: partire da Casale Monferrato con la Vespa e andare a Challand Saint Anselme in valle d'Aosta.
Caricata la Vespa con la classica borsa da palestra legata sul solito portapacchi-ghigliottina, indossata la giacca mimetica militare (che all'epoca faceva tanto figo) e indossato un nuovissimo casco AGV super-Ago (regalatomi per l'occasione dalla mammina), come scrivevo poc'anzi partii alla volta della meta segendo la Mini-battistrada.
Il Babbo di Ivo (grande Enrico, purtroppo non sei più con noi da anni) pur guidando l'automobile odiava le autostrade e le strade veloci. Era il classico tipo "delle scorciatoie".
Il nostro viaggio verso la valle si svolse perciò tutto su stradine secondarie, attraverso paesini dai nomi improbabili.
Mi sentivo un eroe. E mi sentii ancora più eroe quando arrivammo alla meta, e potei raccontare agli amici del posto il mio "Viaggio".
Ma le ferie finiscono, e non bisogna approfittare troppo dell'accoglienza degli amici.
Mentre Ivo e la sua famiglia si sarebbe fermato in montagna per un mese, io dopo una settimana tolsi il disturbo.
E qui iniziò Il "Ritorno"
Se andare da Casale a Challand in Vespa dietro alla Mini era una cosa da Eroi, tornare indietro da solo, senza più nemmeno la macchina-chioccia che era un prolungamento del ventre materno, era una cosa da semi-dei.
In una calda mattina di fine luglio, inforcai il destriero e feci ritorno a casa. Da solo.
Anzi, no, scusate.
Non ero da solo.
C'eravamo io e Lei: la mia cavalcatura.
Di quella settimana, del viaggio di andata, delle scorribande per la valle e del mitico Ritorno si parlò a lungo con gli amici. e tutte le volte che si narravano le gesta c'erano gli occhi sgranati di qualche diciassettenne mio amico o mio compagno di classe che ascoltava incredulo le gesta.
Allora non me ne resi conto.
Ma quel viaggio rappresentò per me l'iniziazione verso questo mondo, il primo di tanti viaggi attraverso mezza europa.
Con l'occasione di dover andare in Valle d'Aosta per sbrogliare un paio di faccende, oggi l'ho fatto.
Partito da casa, sono passato da Casale, da sotto la vecchia casa di Ivo, e ho ripercorso dopo più di tre decenni le strade che percorremmo quel giorno dei miei 17 anni.
La moto non è più 125, ma 1250 (ma gli zeri non contano, vero?). Gli anni non sono più 17, ma qualcuno in più. Non è più una Avventura, ma fare un salto là per sbrogliare una cosa.
Ma la mia vità è sempre questa, e anche oggi eravamo in due su quelle stradine: io e Lei
Social network?
Ma va a ca..re