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     ≡  Il guardrail salvavita c'è ma non è omologato


  
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Babi
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# 1 ≡ Il guardrail salvavita c'è ma non è omologato
»14.11.07 - 21:17
Il motivo è solo burocratico perché manca una norma legislativa. Peccato, perché abbiamo visto all'opera un attenuatore d'urto e funziona davvero

Milano - La slitta corre rasoterra e si blocca a un metro dal guardrail, lasciando scivolare il manichino, che sbatte a 60 Km/h con la testa contro la difesa in plastica gialla. L'angolo d'impatto è di 30 gradi, e l'urto è potente. La visiera del casco si stacca da un lato, mentre il finto corpo scivola e si arresta poco dopo. Corriamo a vedere: il nostro motociclista apparentemente non ha danni.
Facciamo un passo indietro. La Snoline, azienda che produce l'attenuatore d'urto per motociclisti DR46, ha organizzato questa giornata appositamente per presentare il suo prodotto, lo stesso già montato un anno fa sulla via Apecchiese, in provincia di Perugia.
La sede scelta è il laboratorio per le prove d'impatto del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano. L'obiettivo è dimostrare l'efficacia del DR46, ma anche sollevare il problema della mancanza di normative d'omologazione. Perché al momento l'attenuatore d'urto è inomologabile, come le altre protezioni dello stesso tipo. Manca una norma, sia a livello nazionale che europeo. Gli unici paesi che hanno un protocollo per le prove di questo tipo sono Spagna e Francia, ma non si tratta di vere norme d'omologazione, e in Italia non hanno valore.
"Della questione si sta occupando la commissione europea CEN/TC 226 di cui faccio parte – dice il Prof. Marco Anghileri, del Politecnico -. L'interesse per questa tematica si è sviluppato proprio grazie alle pressioni delle associazioni dei motociclisti". Non a caso in sala c'è Marco Guidarini, il presidente dell'AMI, l'Associazione Motociclisti Incolumi.

fonte: www.motonline.com


Link articolo
(per leggerlo bisogna registrarsi)
Forse certe donne non sono fatte per essere domate.... forse hanno bisogno di restare libere finchè non trovano qualcuno di altrettanto selvaggio con cui correre...


E.I.S. team 2009 - una delle bandite che fecero l'impresa...




.

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konrad74
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# 2 ≡ Re: Il guardrail salvavita c
»15.11.07 - 07:58
Magaro sono io che sono tardo :-( , scusa ma in francia e in spagna vengono costruiti e installati senza una norma d'omologazione specifica? Se si, perchè da noi non è possibile farlo? :-?

[ Modificato da konrad74 15.11.2007 - 09:20 ]
L'unico posto dove le donne devono saper dare gas.............è in cucina.
L'unico posto dove gli uomini sanno dare gas............e' in bagno!
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ilgabri
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# 3 ≡ Re: Il guardrail salvavita c
»15.11.07 - 17:39
konrad74,
Citazione:

Magaro sono io che sono tardo :-( , scusa ma in francia e in spagna vengono costruiti e installati senza una norma d'omologazione specifica? Se si, perchè da noi non è possibile farlo? :-?


perchè siamo nell'allegro paese della carta bollata... :-( la burocrazia attanaglia solo quelli che cercano di rispettare le regole, d'altronde. + burocrazia non significa + controllo, solo + gente che cerca di aggirarla... :roll:

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daunio
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# 4 ≡ Re: Il guardrail salvavita c
»15.11.07 - 20:35
konrad74,
Citazione:

Magaro sono io che sono tardo :-( , scusa ma in francia e in spagna vengono costruiti e installati senza una norma d'omologazione specifica? Se si, perchè da noi non è possibile farlo? :-?




forse anche perchè qui in Itaglia se le montassero senza omologazione... ci sarebbe prima o poi qualcuno che riportando danni, invece di... farebbe causa di risarcimento agli organi competenti in quanto i guardrail non erano a norma.
_________
Daunio.

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skido
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# 5 ≡ Re: Il guardrail salvavita c
»16.11.07 - 06:39
Ma possibile che per salvare delle vite debba sempre essere così complicato??
Si stava seduti al Korova Milk bar a rovellarci il gulliver, quando tutto d'un tratto Visnù si alza ed esclama: VakkaDì che kattiveria!

Nel vino c’è la saggezza, nella birra c’è la forza, nell’acqua ci sono i batteri

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monella
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# 6 ≡ Re: Il guardrail salvavita c
»16.11.07 - 08:31
che novità...

qualke cartaccia dimenticata nel cesso e noi motociclisti riskiamo la vita...
un applauso al governo!
>>>tanto va la Gatta al lardo che ci lascia lo zampino<<<
<^oo^>

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tataritsch
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# 7 ≡ Re: Il guardrail salvavita c
»16.11.07 - 10:53
allora....... sulla strada provinciale del renon ... vi eun tipo di gardreil salva motociclisti........ magari provare a kiedere alla provincia di bz..... sono crukki quake normativa l'avranno fatta saltare fuori.... loro se non c'equalke cosa di scritto non vanno neanke al gabninetto...
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo ..........

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Babi
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# 8 ≡ Re: Il guardrail salvavita c
»20.11.07 - 21:49
da "Il guardrail salvavita" di Riccardo Matesic

Costa parecchio e va sostituito dopo i forti impatti, ma dove è stato installato sono finiti gli incidenti

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L’attenuatore d’urto per motociclisti prodotto dalla Snoline è un realizzato in polietilene e deve essere collocato sotto l’abituale guardrail. Per metterne a punto il materiale di produzione, la Snoline ha dovuto miscelare un materiale plastico che mantenesse inalterate le sue caratteristiche meccaniche, indipendentemente dalla temperatura e senza la possibilità che i raggi ultravioletti le alterassero rapidamente.

La forma a doppia onda è stata studiata in modo da guidare e contenere il corpo del motociclista evitando possibili contatti con la lama del guardrail.
Particolare anche la costruzione cava piena d’aria, che dovrebbe permettere al DR46 di assorbire l’energia del corpo del motociclista.

“Il nostro attenuatore d’urto – dice l’ing. Luca Petrozzi della Snoline - non altera il comportamento delle barriere preesistenti, cosa proibita dalla normativa, non riduce la sicurezza della strada per gli altri veicoli, ha tempi di montaggio ridotti e si adatta a tutti i tipi di guardrail. Può inoltre essere prodotto in qualunque colore, anche se riteniamo che la visibilità del colore giallo crei immediatamente nel motociclista un livello di allarme che porta a una guida più prudente”.

E’ vero: sulle curve della via Apecchiese, dove il DR46 è stato installato un anno fa, non ci sono più stati incidenti. La sola vista della protezione gialla sembra aver convinto i motociclisti della pericolosità di quelle pieghe.
Già, ma quanto costa? Dopo un’iniziale reticenza alla fine ecco la cifra: fra i 40 e i 50 euro al metro, montato. Cifra notevole, secondo noi, visti i bilanci magri delle amministrazioni.

Ci sarebbe da considerare la riduzione delle spese sanitarie, ma quelle sono a carico del servizio sanitario nazionale, mentre i costi per la manutenzione stradale sono locali.

Altra nota dolente: in caso di urto il DR46 si rompe e va sostituito, anche solo nel segmento danneggiato. Il produttore assicura però che questo succede solo per urti di intensità particolarmente elevata, altrimenti la protezione tende a recuperare la forma originaria. E di questo abbiamo avuto dimostrazione nel crash test cui abbiamo assistito



Le dinamiche della prova effettuata al Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale

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Il laboratorio per le prove d’impatto del Politecnico di Milano è una struttura affascinante. Al suo interno si fanno test d’impatto per aerei ed elicotteri, ma anche per auto e guardrail. Il sistema di trazione è basato su un enorme pistone sotterraneo ad aria compressa che trascina un cavo d’acciaio, al quale può essere agganciata qualunque cosa.
Nel nostro caso, si usano circa 30 metri di corsa della slitta trainata, per imprimere al manichino la velocità di 60 Km/h senza che si muova sulla pedana di legno rivestita di teflon, per ridurre al massimo l’attrito di scivolamento.

Sopra la zona dell’impatto sono montate una batteria enorme di riflettori e due telecamere ad altissima velocità (2000 fotogrammi al secondo) riprendono il test, producendo altrettanti filmati di pochi secondi, ciascuno del peso di 2 Gb!
Subito dopo l’impatto, cui noi abbiamo assistito da un locale laterale, al riparo da possibili rottami volanti, il manichino appariva un po’ segnato nella zona del braccio destro. E segnato era anche il casco, cui – come detto in apertura - si era staccata la visiera.

“In questi test - ci dice il prof. Anghileri - l’impatto della testa non è mai troppo forte; raggiungiamo un HIC (Head Injury Criterion, indice dei danni alla testa) pari a 200, mentre per i test d’omologazione del casco il valore limite è 2000. A noi però in questo caso interessa soprattutto la dinamica del corpo, la deviazione che la barriera inferiore è in grado di imprimere senza apportare danni, come succederebbe invece con un guard rail normale”.

Che tipo di strumentazione ha questo manichino?

“Tre accelerometri nella testa e un trasduttore di forza a 6 campi alla base del collo”.
Tradotto dal linguaggio tecnico, si misurano le accelerazioni subite dalla testa del motociclista e le forze esercitate sul collo, che in molti casi di urti con guardrail non protetti possono portare alla rottura delle vertebre cervicali.
“Abbiamo condotto prove con il manichino in varie posizioni –continua il docente- e abbiamo messo accelerometri anche nell’addome, nel torace e alla base della colonna vertebrale. Però per questi valori mancano degli indici di lesione, dei protocolli cui fare riferimento”.

Ancora una volta il nodo è una normativa lacunosa. Ma questi crash test servono in ogni caso?

“No, perché a volte sono antieconomici. Se dovessimo testare in laboratorio tutti i guardrail esistenti, la spesa sarebbe enorme. Per questo a livello comunitario vengono accettate anche delle simulazioni al computer. In questo noi siamo parecchio avanti, avendo sviluppato già un modello numerico del motociclista”. In pratica al Politecnico hanno “scritto” in formule matematiche leggibili dal computer i dati del corpo umano tipo. Ne hanno calcolato masse, leve e dinamica in caso di caduta. In questo modo il computer, dotato degli opportuni programmi, può elaborare delle simulazioni grafiche di impatto del corpo contro barriere di tipo diverso, con differenti angoli, posizioni e velocità.





ecco il DR46

Attenuatore d'urto per motociclisti

DR 46® è un attenuatore d’urto progettato per proteggere i motociclisti dall’impatto laterale contro le barriere stradali.
E’ costituito da un corpo cavo in materiale plastico (polietilene) con una sezione a nastro appositamente calcolata.
La forma adottata e il materiale usato permettono una deformazione plastica e una compressione d’aria tali da ridirigere e assorbire parzialmente l’urto diretto contro la struttura portante della barriera (pali a “C” o a “I” in acciaio) che costituisce la maggiore fonte di pericolo per un motociclista durante la caduta.

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Il dispositivo è modulare ed è facilmente installabile, con semplici connessioni, sotto i nastri delle barriere metalliche permettendo così l’innalzamento dei livelli di sicurezza indipendentemente dalla tipologia delle barriere, senza interferire con le prestazioni di contenimento del veicolo. La sua struttura consente inoltre di seguire agevolmente le curve anche di piccolo diametro.

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DR 46® si presenta di colore giallo ma, su richiesta, è realizzabile in colori diversi, ottenendo così anche effetti segnaletici e di allerta.
I valori ottenuti dai calcoli computerizzati evidenziano come l’eventuale caduta di un motociclista e la conseguente scivolata verso la barriera stradale siano attutite dalla protezione plastica in modo tale da evitare gravi danni, soprattutto al capo e agli arti.


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DIMENSIONI

Elemento intermedio:
Larghezza 3320 mm
Profondità 330 mm
Altezza 215 mm

Elemento terminale:
Larghezza 590 mm
Profondità 321 mm
Altezza 215 mm


Di seguito, immagine del comportamento del manichino in caso di urto contro una barriera non protetta.

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Di seguito, immagine del comportamento del manichino in caso di urto contro una barriera protteta dall’attenuatore DR46®.

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Balena
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Su: gsx1400
# 9 ≡ Re: Il guardrail salvavita c
»21.11.07 - 18:35
Lungo la strada dell'Abetone a Modena li hanno montati quest'anno, solo nei punti più pericolosi.

[ Modificato da Balena 21.11.2007 - 19:42 ]
ex Gsx1400, ora in carrozzina :)

canotta bianca...tendenzialmente molto tamarro.

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