Dopo i numerosi consigli che sono fioccati in questo 3d
, nel week end mi sono deciso ad affrontare da solo, per la prima volta e senza alcuna esperienza in merito, la sostituzione del mono sul mio B12 k6.
Queste mie righe vogliono essere un report non certo per chi sa smontare e rivoltare la propria moto come un calzino, ma per chi come me si avvicina a questo lavoro per la prima volta, in modo da fargli evitare i miei stessi errori, che hanno portato ad un notevole impiego di tempo per svolgere il lavoro.
La prima difficoltà é stata quella di capire come accedere all'attacco superiore del mono, dato che la posizione è imbucata.
Aiuterebbe certamente la rimozione di tutto il sottosella, parafango compreso, ma l'abbondanza di fili e connettori ancorati a vari telaietti mi ha dissuaso dal farlo, cercando di completare altrimenti il lavoro.
Col senno di poi sono contento della scelta fatta, il punto difficile da raggiungere è solo quello, ma con la rimozione della ruota posteriore ed un pò di pazienza si arriva ad accedere ugualmente.
La rimozione della ruota è dunque essenziale, non solo per avere più spazio di lavoro ma anche per permettere una escursione totale del forcellone, anch'essa necessaria per infilare dal basso il monoammortizzatore, che almeno nel caso del mio WP presenta una sezione maggiore del mono originale (è più "ciccio").
Indispensabile anche rimuovere i fianchetti laterali in plastica, il lato sx per avere un accesso diretto dal fianco all'attacco superiore del mono, il lato sx per consentire una discreta visibilità alla zona di lavoro.
Dopo aver fatto non poca fatica ad allentare i durissimi serraggi del mono, sono finalmente riuscito a liberarlo, realizzando però ben presto che non vi era spazio sufficiente per estrarlo.
Grazie ai suggerimenti di due vecchi babbioni del sito mi è stato consigliato di liberare anche le biellette, cosa che, confesso, mi ha un pò spaventato. Per me che non avevo mai nemmeno regolato la catena, da solo, trovarmi a fare questa operazione mi inquietava, data la delicatezza della parti in gioco, così fondamentale per la sicurezza del mezzo. Il pensiero di non riuscire a rimettere insieme il tutto mi ha sfiorato più volte (ora peraltro ho quello di perdermi qualche pezzo per strada, oggi non ho avuto il coraggio di venire al lavoro in moto), ma ho cercato di andare avanti lo stesso, e mi ha fatto un certo effetto trovarmi con la parte posteriore della moto quasi totalmente a pezzi...
Torniamo al dunque: non basta liberare una sola bielletta, come inizialmente speravo, bisogna sfilare il perno inferiore, togliere completamente la dx e liberare la sx, lasciandola ancorata in alto a causa della difficoltà di togliere il perno superiore che unisce le biellette, bloccato dal paracatena e dal battitacco della pedana, mi pare di ricordare.
Finalmente il forcellone ha l'escursione necessaria, ed aiutandosi con un sostegno per tenere alto lo stesso, si riesce a far passare prima il serbatoio separato del mono, poi il mono stesso, portandolo in posizione.
Dopo un pò di tentativi sono riuscito a ri-ancorarlo in alto, il resto delle operazioni non presenta difficoltà, se non quella di avere pazienza nel serrare bene tutto, dado dopo dado.
Non c'è spazio, se non paradossalmente per l'attacco superiore del mono, per usare una dinamometrica, quindi ho stretto "secondo buonsenso", cioè molto, vista la fatica che avevo fatto per mollare.
Ho infine rimontato la ruota posteriore , rimesso in sede la pinza freno, regolato in un paio di tentativi la tensione della catena, e serrato tutto. Ho usato la dinamometrica solo per il dado dell'assale posteriore, scoprendo con sorpresa che i 100 Nm prescritti non sono poi moltissimi.
Ancora un cenno sul serbatoio separato del mono per la regolazione della compressione.
Su ScaccoMatto c'era tutto lo spazio necessario per ancorarlo nel sottosella, nel k6 e, ancora peggio, nei modelli successivi, questa possibilità viene a mancare del tutto.
Ho quasi obbligatoriamente dovuto ancorarlo alla pedana posteriore dx, obliquo, fissandolo saldamente con delle fascette in plastica da elettricista.
Non ho quantificato esattamente il molto tempo impiegato per il lavoro, che ho svolto "a rate", di sera, con la scarsa illuminazione di una lampadina.
Penso di averci impiegato circa 6 ore, certamente una enormità per un lavoro che una persona esperta realizza sicuramente in molto meno tempo, forse (azzardo) mezz'ora in tutto tra smontare e rimontare.
Però, ripeto, era la prima volta che mi cimentavo in una cosa del genere, e prima di fare qualunque cosa guardavo e riguardavo mille volte il tutto, studiando la posizione di perni e dadi per essere sicuro di non dimenticare nulla.
E' un lavoro delicato, ma certamente non difficile, e sono contento di aver imparato qualcosa in più.