cucco,
Citazione:
non trovo in rete purtroppo questo studio della AA, risalente allìinizio degli agli anni 90, ma ciò che ho riportato riguardo gli additivi è stato più volte sottolineato da signor john nowland, capochimico della sikolene.
Nel TGR Leonardo del 18 febbraio 2005, si parlava dei risultati positivi di una sperimentazione con le nanopolveri fatta dall'Istituto di biometerologia del CNR di Firenze e da laboratori russi.
Purtroppo la puntata non mi pare sia più disponibile online, ma ricordo benissimo che hanno fatto una spermentazione su un buon numero di veicoli usati (modelli, motorizzazioni e chilometraggi diversi)
misurando compressione, consumi e emissioni prima e dopo l'utilizzo di nanopolveri specifiche trattate appositamente.
Ho trovato un articolo del Corriere della Sera del 22 agosto 2005 che parla della stessa sperimentazione
-> Quì <-c'è anche il rifermiento di uno dei ricercatori del CNR, quindi volendo andare a fondo lo si potrebbe addirittura contattare.
Come si vede, si parlava anche di una commercializzazione delle stesse ad un prezzo molto basso (30 euro) che sinceramente non so se è poi avvenuta, ma non mi meraviglierebbe che il tutto sia stato boicottato da altre lobby economiche.
Da precisare una cosa, il Sintoflon di cui il presente post si basa su una tecnologia a particelle micron che sono mille volte più grandi di quelle a nanotecnologia.
1 micron = 1 milionesimo di metro
1 nanometro = 1 miliardesimo di metro
I filtri dell'olio bloccano il passaggio di molecole superiori ai 15-17 micron.
Ora, le molecole di ptfe (teflon) da utilizzare negli additivi non devono superare questo limite, in genere sono molecole di non più di 2 micron quindi non possono ostruire il filtro,
tranne nel caso in cui il veicolante (cioè il liquido che trasporta le particelle) non sia di buona qualità.
Il fullerene (che ricordo è un prodotto le cui caratteristiche sono scientificamente riconosciute) ha molecole di dimensioni inferiori al nanometro...
è facile dedurre che in presenza di motori molto usurati in numero di molecole di fullerene C60 necessaria a riempire le parti usurate è superiore a quello necessario con il ptfe.
L'unico metodo comunque per togliersi ogni dubbio personale è provare il prodotto misurando compressioni prima e dopo l'utilizzo,
i numeri parlano chiaro, molto più delle sensazioni.
Se mi capita l'occasione, al prossimo trattamento faccio delle rilevazioni e vediamo cosa viene fuori.
"Non c'è luogo nel pensiero. Non c'è tempo che non hai..."
Triumviro dei Saggi Astemi
Socio Sostenitore del circolo culturale "Amici del corpo rigido e della sua dinamica"