# 1 ≡ Euro 4-e-oltre per moto: prime trattative ufficiali
Come sapete fino ad oggi ho sempre massacrato a colpi di metaforica catena tutti i terrorismi vuoti sull'euro4 per le moto.
Una euro4 per motocicli non è prevista da nessuna direttiva, né di indirizzo, né tanto meno di dettaglio.
Per cui chi blaterava di entrata in vigore dell'euro4, diceva fesserie totali. Anche perché, oltre a non esserci alcuna direttiva,
mancava completamente anche il dibattito preparatorio a una eventuale direttiva in tal senso.Ecco, quest'ultimo punto, per ora solo questo, ad oggi è purtroppo cambiato.«Milano 13 gennaio 2009 – I rappresentanti delle Case che aderiscono all’Associazione dei Costruttori Europei di Moto (ACEM), dopo la riunione avvenuta a dicembre 2008, si sono accordati sulla volontà comune di modificare le omologazioni antinquinamento per motocicli e ciclomotori, in modo da ridurre ulteriormente le emissioni di CO2. L’intenzione sarebbe quella di parificare le omologazioni delle moto a quelle delle automobili, portandole al livello EURO 5 entro il 2015, ma già nel 2012 i costruttori vorrebbero far passare le motociclette da EURO 3 ad EURO 4 e i ciclomotori da EURO 2 ad EURO 3.
L’ACEM presenterà la proposta all’Unione Europea affinché questa adegui le normative comunitarie ai veicoli a due ruote, che sono ancora troppo inquinanti. Inoltre, l’adeguamento consentirebbe di rinvigorire il mercato moto, nel momento della crisi economica, e di mantenere i livelli attuali d’occupazione nelle aziende. Le scadenze del 2012 e 2015 sono state fissate in base ai tempi necessari per lo studio e l’industrializzazione dei progetti. Secondo l’ACEM, l’EURO 5 obbligherebbe a ridurre le emissioni inquinanti di moto e ciclomotori del 50%.
Per quanto buono, l’intento dovrà fare i conti con le tasche dei consumatori, che in questo momento sono restii a spendere del denaro. Il fenomeno è meno sentito nel settore moto e scooter rispetto a quello automobilistico, ma la crisi ha avuto comunque i suoi effetti. Oltre che dall’eventuale volontà delle persone di tenere stretti moto (vecchia) e portafogli, il progetto ACEM, almeno in Italia, potrebbe essere ostacolato dalle normative e dalla giurisprudenza. Infatti leggi e sentenze non sono ancora in grado di ostacolare la circolazione dei mezzi inquinanti. L’unico limite è in Lombardia dove, secondo il divieto prescritto da una legge regionale, dall’1 luglio 2007 non possono più circolare i 2 tempi EURO 0. Legge che però il Governo aveva impugnato davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che il potere di legiferare sui trasporti fosse di competenza dello Stato e non delle Regioni e che queste potessero emettere solo provvedimenti d’urgenza sulla mobilità, approvati dai Prefetti. La Cassazione ha poi dato torto al Governo, respingendo il ricorso ed ingenerando una maggiore confusione. Dispute legali a parte, dopo il ricorso bocciato, la limitazione resterebbe in vigore solo in Lombardia e non vi sarebbero altri divieti di circolazione sul territorio nazionale.
Equivale a dire che i limiti sulle emissioni non incentivano il ricambio del circolante, come nelle automobili, ma già oggi penalizzano il bollo (circolare con l’EURO 0 costa caro). I motivi che spingono i motociclisti a cambiare moto sono altri e sono dettati prevalentemente da fattori estetici, come i nuovi modelli più accattivanti, e dai gusti personali, oltre che sul look anche sulle prestazioni della moto. In più anche in Lombardia, va considerata la deroga che ammette la circolazione dei veicoli regolarmente iscritti al Registro Storico, anche se EURO 0. Riassumendo, la questione è un po’ quella del gatto che si morde la coda: si fanno le leggi per ridurre le emissioni di CO2 di automobili, motocicli e ciclomotori, ma non quelle che dispongono l’obbligo del consumatore di sostituire entro una data prefissata quelli inquinanti con modelli omologati secondo le nuove normative. Cioè si obbligano i produttori a costruire moto di un certo tipo, ma non i consumatori ad acquistarle (perché bisogna tener conto della loro situazione economica) e quindi non si risolve né il problema della crisi che investe le aziende, né quello dell’inquinamento. »
FONTE:
Motociclismo. (Ovviamente il titolo dell'articolo è idiotamente terroristico, confermando la linea editoriale di un periodico che si contraddistinse per aver ignorato per quasi due anni le deroghe per le moto 4t in Lombardia, continuando ad abbaiare di divieti e inducendo così ingannevolmente i lettori a svendere le moto vecchie e correre a comprarne di euro2/3. andatevi a spupazzare i numeri dall'inverno 2003 sino alla terza direttiva della regione, 2005 mi pare... indecorosi.)