Partiamo il 21 luglio alle ore 8.00 da Torino. Abbiamo programmato di fare tutto
QUESTO percorso.
Prevediamo 4 tappe:
21 luglio – Torino – Aosta – Gran S. Bernardo – Martigny – Thonon (inizio della Route des
Grandes Alpes) – Cluses (Scionzier) - 350 km
22 luglio - Cluses – Col de la Colombiere – Col des Aravis – Col des Saisies – Cormet de Roselend – Col de l’Iseran – Valloire – 263 km
23 luglio – Valloire – Col du Galibier – Col de l’Izoard – Col de Vars – Col de la Bonette – Nizza (Cagnes) – 296 km
24 luglio – Nizza – Col di Tenda – Cuneo – Torino – 268 km
Siamo in 5 su 4 moto:
- Chiotto e Chiotta su B650 (per l’intero percorso)
- Nonelaser su B650 (fino al Gran S. Bernardo)
- Paolo su Yamaha XT 660x (per l’intero percorso)
- Sandro su Honda Hornet S (per il percorso dei primi due giorni).
Arriviamo al S. Bernardo con la scorta di Nonelaser, che pranza con noi e poi ritorna indietro.
Lungo la strada per il colle
ci sono lavori in corso con restringimenti, sensi alternati e ghiaia quasi ovunque. Mentre saliamo arrivano anche le nuvole a coprire il sole, però in cima è sempre spettacolare, con il laghetto tra la parte italiana e quella svizzera, e freddo quasi invernale.
Dal G.S. Bernardo a Cluses tutto ok, tranne per qualche pezzo sotto poca acqua lungo il lago di Ginevra e sotto pioggia vera gli ultimi 30 km.
La strada da Thonon a Cluses è bellissima, poco ripida, tranne l’ultimo pezzo in discesa verso Cluses con una serie di curve divertenti.
Ogni volta che iniziano le curve rimpiango di non aver cambiato le battlaxe di serie del mio Bandit, che oltretutto hanno anche quasi 10.000 km.
In serata la pioggia aumenta. L’hotel, per il resto discreto non ha un posto al coperto dove riparare le moto dall’acqua. Neanche una tettoia sporgente.
Ceniamo in una pizzeria mediocre a pochi metri dall’hotel, il cui ristorante non apre di sabato e domenica.
Continua a piovere per tutta la notte, ma in mattinata smette e le nuvole si diradano.
Quando usciamo dall’hotel per caricare le moto e ripartire scopriamo il guaio.
La ruota posteriore della Yamaha xt di Paolo è sgonfia. C'è una vite piantata dentro.
E' domenica e il padrone dell'Hotel ci avvisa che faticheremo a trovare qualcuno per sistemarla.
Dopo lunghe ed inutili ricerche telefoniche contatta un suo amico che abita ad una decina di km da lì che dice che se arriviamo da lui ci può dare una mano a riparare la foratura.
Non possiamo smontare la ruota e quindi ci spostiamo con le moto sin lì a passo d'uomo. Paolo e l'amico dell'albergatore (abbastanza attrezzato in quanto ex meccanico di autobus in pensione) smontano la ruota e....sorpresa.... dentro c'è una camera d'aria. Il meccanico prova comunque ad infilare sul cerchio una valvola per pneumatici tubeless, prima di riparare il buco nel copertone, ma la valvola non entra, noi pensiamo forse perchè non è da moto.
Lasciamo tutto lì, cerchiamo ancora un gommista aperto, ma alla fine ci rassegnamo a risolvere il problema il giorno dopo.
Nel pomeriggio accompagno per un giro Sandro che aveva già preventivato di tornare a casa oggi.
Rientrerà dal Moncenisio e viaggio con lui sino ad Albertville, passando da Megeve. La strada da Sallanches a Megeve è un’altro paradiso per amanti delle curve. Sale dolcemente, tra larghe curve e controcurve. Arrivati in cima si attraversa Megeve che dà subito l’impressione di essere un posto di lusso: case ed hotel bellissimi, chalet, ed anche un casinò.
Scendiamo verso Albertville, dove prendiamo due direzioni diverse.
Sandro si dirige verso la valle della Maurienne per poi arrivare al Moncenisio ed io invece passando da Annecy, lungo la sponda nord del lago, piena di bagnanti sulle spiagge, rientro a Scionzier.
Un po’ di relax in piscina con con Chiotta e Paolo, poi nel briefing serale cambiamo i programmi e decidiamo di non arrivare più al mare, ma di fare tappa il lunedì a Valloire, ai piedi del Galibier. Martedì quindi rientreremo a Torino scalando Galibier, Izoard, Vars e Maddalena.
In serata l’hotel si popola di un gruppo di motard tedeschi. Quello che sembra il capotribù ha orsetti di pelouche sul manubrio e sul portapacchi del baule. Chiotta vorrebbe che lo imitassi, ma le dico che se vuole viaggiare su di una moto con orsetti deve imbarcarsi con i tedeschi.
Quando è il momento di andare a cena scopriamo che la domenica è chiusa anche la pizzeria della sera prima. Vicino a noi c’è solo un Mc Donald. Non abbiamo voglia di camminare per andare alla ricerca di un ristorante vero (soprattutto io) e quindi ci riempiamo di hamburgher e pollo fritto.
Il giorno dopo il proprietario dell'hotel carica Paolo e la ruota da riparare sul suo furgone, io li seguo in moto ed iniziamo la ricerca di qualcuno che ripari la gomma. Chiotta rimane a prendere il sole in piscina.
Scopriamo presto che di lunedì mattina i concessionari di moto francesi sono chiusi ed i gommisti non riparano gomme di moto. Dopo ore di ricerche e giri sempre più lunghi scopriamo anche che il cerchio della ruota della Yamaha XT non è fatto per tubeless (ecco perchè la valvola non andava e perché gli avevano messo una camera d’aria!).
Nessuno in zona sembra avere camere d'aria della dimensione necessaria.
Alla fine rintracciamo al telefono un gommista ad una ventina di km da lì che ha la camera.
Il padrone dell'hotel, che oltre a portarci in giro per gommisti deve anche lavorare, ci lascia le chiavi del furgone e ci augura buona fortuna..
Andiamo dal gommista, che monta finalmente la camera sulla ruota. Torniamo dal meccanico amico dell'albergatore (tra i due posti circa 40 km) e dopo molta fatica la ruota è rimontata.
Ringraziamo ancora il proprietario dell’hotel di Scionzier e il suo amico ex meccanico, senza l’aiuto dei quali non ce la saremmo cavata.
Rientriamo in albergo, recuperiamo Chiotta (che ha salutato la partenza dei tedeschi e dei loro orsetti), e finalmente le due moto rimaste ripartono. Puntiamo verso Valloire, ma con percorso ridotto perchè sono già le 13.30. Non passeremo dal colle dell'Iseran, ma dopo aver scalato Colombiere ed Aravis punteremo verso la valle della Maurienne per strade di fondovalle, anche perchè il tempo è molto peggiorato e non vogliamo trovare la neve ai 2700 m. e passa dell’Iseran.
Sui colli infatti prendiamo la pioggia, ma nonostante questo passiamo da altre paesi di montagna pieni di turisti, nonostante il tempo inclemente: Le Grand Bornand, Clusaz, Flumet.
Ci piacerebbe fermarci, ma preferiamo fuggire dalla pioggia.
Scesi ad Albertville infatti smette di piovere. Dopo una breve sosta per spuntino puntiamo verso Chambery, poi deviamo verso St. Jean de Maurienne e quindi per Valloire, dove arriviamo alle 18.30 circa.
Cena nel ristorante dell’hotel dove finalmente ceniamo come si deve ed io gusto una buona tartiflette.
Piove per tutta la notte, ma il mattino dopo il cielo si apre.
Da Valloire scaliamo il Galibier.
In cima è pieno di motociclisti inglesi e tedeschi. Quando avviso due inglesi che vanno nella direzione opposta alla nostra, che forse troveranno pioggia, sembra che partano ancora più contenti.
Scendiamo verso Briancon dal Galibier
e poi passando per la strada del Col de Lautaret, molto larga e veloce, quasi una superstrada di montagna. A Briancon vediamo (e fotografiamo) un sidecar di olandesi, su base Honda Gold Wing con impianto a gas.
Poi saliamo all’Izoard.
Nonostante ci sia il sole e siamo al 24 luglio, in cima, come già prima sul Galibier, non tolgo neanche i guanti da quanto è freddo.
Scesi dall’Izoard percorriamo un altro tratto di strada bellissimo, la salita da Guillestre a Vars, veloce, con un fondo perfetto e magnifiche curve. Dopo il Vars
rientriamo in Italia dal colle della Maddalena (Larche per i francesi) e raggiungiamo Torino via Cuneo.
In 4 giorni (in realtà neanche 3 di viaggio) ho percorso 1075 km invece dei 1175 previsti, la maggior parte dei quali su strade di montagna..
Non abbiamo finito il giro che avevamo previsto, vuol dire che riproveremo un’altra volta: ci è rimasta la voglia di tornare.
Abbiamo imparato a nostre spese che in viaggio bisogna portarsi dietro il necessario per riparare le gomme, ma che forse non basterà.
"Ho speso un sacco di soldi per alcool, donne e macchine veloci... Tutti gli altri li ho sperperati"
(G.Best.)