Tutto ha avuto inizio in un tiepido sabato di settembre, con una motocicletta carica di mille cianfrusaglie e tanta voglia di viaggiare.
La prima destinazione era un assaggio, tanto per scaldare le gomme: andare a mangiare una buona bistecca alla fiorentina in un posto sperduto dell'appennino tosco-emiliano in compagnia di tanti amici.
E cosi' in poche ore arrivo a Barberino del Mugello, dove incontro altri compagni di scorribande che mi aspettano per portarmi subito a fare un giro sulla Futa.
La SS65, detta appunto "Statale della Futa" e' praticamente un parco giochi per motociclisti, una pista aperta al pubblico che ti porta, curva dopo curva, al mitico passo della Raticosa. Arrivi in cima e trovi millemila motociclisti che come te guardano le valli giu' in basso e si danno pacche sulla spalla guardando commossi i propri cavalli d'acciaio.
Neanche il tempo di rendersi conto che hai gia' 600km sulle spalle, anzi sulle ruote, e giu' a rotta di collo, direzione Imola, dove pernottero' a casa di amici. Lo scenario e' da sogno...una masseria appollaiata su un fiumicello in campagna, una merenda a base di affettati emiliani e gnocco fritto fatto in casa. Da urlo...
La notte passa serena e siamo gia' pronti per il giro della domenica, l'ultimo che faro' in compagnia.
Si va a mangiare la bistecca alla fiorentina in un posticino ameno tra le valli.
La strada, neanche a dirlo, prevede ancora la Futa ed altre amenita' del genere....
Poche ore, e diversi kg di chianina alla Fiorentina dopo mi rendo conto che non ho quasi piu' il tempo di prendere il traghetto per la Croazia che parte da Ancona di li' a pochissimo tempo. Ho quattro ore di tempo per rifarmi la Futa, poi 240km di autostrada fino ad Ancona, trovare il porto, ritirare il biglietto ed imbarcarmi. E per di piu' comincia a piovigginare....
Non so ancora come, ma arrivo ad imbarcarmi 5 minuti prima della chiusura del portellone, dopo una corsa forsennata in autostrada a velocita' folle. Mi aspetta una nottata in traghetto e poi lo sbarco in Croazia, dove in verita' non so nemmeno che fare o dove andare. Qualche amico, anche all'ultimo istante, mi ha dato qualche dritta su posti carini da vedere, ma non piu' di tanto.
Vabbe'...il navigatore ce l'ho, la cartina geografica pure...vedremo.
L'arrivo a Spalato avviene in una fredda ed uggiosa mattinata.
Non ci penso due volte, voglio andare via da questa citta'. Metto le ruote a nord e comincio a risalire la Croazia.
Piove e fa freddo, sono stanco e l'umore non e' dei migliori, non so nemmeno dove voglio andare. Quello che vedo attorno non mi ispira, quindi proseguo sempre, per ore, lungo una statate a picco sul mare grigio.
Piano piano, in lontananza intravedo uno scampolo di sole tra le grigie nuvole e faccio rotta verso il bel tempo.
Mi ritrovo davanti ad un cartello che indica la direzione per PAG e senza pensare lo seguo.
Pag, cosi' mi hanno detto, e' un'isola stretta e lunga, unita alla terraferma da un ponte, unica nel suo paesaggio.
L'idea di non dover prendere un traghetto e la stanchezza incombente me la fanno scegliere come prima destinazione.
D'improvviso mi ritrovo sospeso nel vuoto, su un ponte lunghissimo ed un paesaggio spettrale attorno a me, fatto di dirupi che affondano in un mare verde smeraldo, illuminato da un timido sole che sbuca tra le nuvole.
Incredulo mi incammino e scopro un'isola assolutamente unica, apparentemente deserta.
Seguo un cartello che indica "Center" ma di abitato ancora non vedo nulla, anzi si...ecco..quattro case...un porto...una lingua di terra protesa nel mare. Sono a Pag, capoluogo dell'omonima isola.
Mi piace.
Cerco e trovo in quattro e quattr'otto una sistemazione piu' che buona a prezzo da saldo: 25 euro per una stanza enorme con aria condizionata, bagno in camera, balcone panoramico e parcheggio privato. E siccome al boss sono pure simpatico mi include anche la colazione nel prezzo. Ottimo. Cominciano due giorni di giri incredibili per posti incredibili. Spettrale e maestosa, Pag si offre agli occhi del motociclista con scorci incredibili che vanno dal verde dei cipressi alle colline carsiche brulle e deserte.
Ogni curva e' una sorpresa, ogni angolo un cambiamento.
Anche le strade rispettano questa asimmetria, con l'asfalto che improvvisamente cede il posto ad una pietraia scoscesa e poi si ritrasforma in una strada dal fondo perfetto.
La mia moto e' incredibile, mi porta senza battere ciglio negli angoli piu' impervi, su e giu' per mille tornanti, in riva al mare o su uno strapiombo a picco sul mare.
Cosi' passano in fretta due bellissimi giorni in compagnia solo dei gabbiani e di qualche sparuto tedesco in vacanza alternativa, spesso in moto. Devo imparare ad usare l'autoscatto, altrimenti di me non resterebbe traccia fotografica...
Il silenzio regna sovrano ovunque, quasi che nessuno avesse il coraggio di spezzare l'incantesimo di quel vento che soffia libero...
Alla sera una birra bevuta con calma, ammirando il sole che cala dietro le colline vale da sola tutto il viaggio.
Ma il tempo e' tiranno, domani si riparte, ho ancora tanta strada da fare fino alla meta finale, Trieste.
Per guadagnare tempo decido di prendere un traghetto per raggiungere la costa, senza rifare tutto il giro dal ponte, e cosi' mi imbarco per Prizna.
Venti minuti ed 8 Euro dopo, sono di nuovo sulla terraferma.
La mia meta e' Rijeka (Fiume), citta' dai sapori dannunziani, ma anche primo vero centro industriale della Croazia. Guardo l'atlante, sono ben oltre 100km. Fumo una sigaretta ed ingrano la marcia. Mi ritrovo su una strada incredibile....chilometri e chilometri di curve a strapiombo sul mare. Non una macchina, non una casa, solo mare, monti, cipressi e gli immancabili gabbiani. La moto danza sulla strada, e' incredibile, sembro sospeso in un altro mondo tra paesaggi incantanti.
Quando arrivo nei dintorni di Rijeka mi accorgo a stento di avere viaggiato per tutta quella strada. L'ingresso a Rijeka non e' dei migliori: traffico, caos, camion, insomma tutti gli elementi tipici di una grande citta'. Non sono pronto e decido di passare oltre.
Superata Rijeka e la sua brutta zona industriale arrivo nella verde Istria. Opatija si dischiude dinanzi a me con il suo bel centro ed il suo mare incantevole. La Dalmazia brulla e selvaggia ha lasciato il posto alla verde Istria, con le sue innumerevoli memorie veneziane che fanno capolino da ogni angolo. Il verde dei boschi domina ovunque si volga lo sguardo, interrotto solo di tanto in tanto da uno scorcio di mare dal colore dello smeraldo. C'e' tanta gente in giro, si vede che siamo nettamente piu' vicini all'Italia....
La moto danza beatamente tra le curve incantevoli di questo percorso che, ho deciso, mi portera' fino a Porec, incantevole cittadina sulla costa, dove faro' base.
Porec e' un incanto, piena di gente, con i suoi vicoletti pieni di negozi e bar, con i suoi palazzotti inconfondibilmente veneziani ed un porticciolo che, non so perche', mi ricorda un po' Portofino.
Domani mattina dovrei girarmi la Slovenia per ritornare a Trieste alla sera, ma decido di trattermi in Istria, per vedere il famoso canale di Lemski, di cui mi hanno favoleggiato la bellezza. E cosi' di buon mattino mi metto in moto alla volta del canale.
D'improvviso lo vedo: e' un fiordo spettacolare che si incunea nelle montagne, con un mare che brilla sornione. Non a caso e' parco naturale e riserva marina.
Resto incantato per non so quanto tempo, finche' non mi rendo conto che se voglio essere a Trieste per la sera forse dovrei ripartire, e ho ancora da vedere il pezzo sloveno che domina il mare, con Pirano e Koper-Capodistria...
Riparto ancora, ma questa volta voglio vedere un po' di interno, quindi giro largo per le campagne istriane. Che spettacolo!
Chilometri e chilometri di boschi ariosi, il profumo della natura nelle narici, il nulla attorno.
Mi fermo a mangiare in un delizioso ristorantino caratterizzato da un'enorme spiedo dove gira tranquillo un porcellino che allietera' il mio stomaco....
Nel tardo pomeriggio sono a Pirano, Slovenia del sud, dove gia' mi sembra tutto cambiato. Siamo in Europa, e' gia' tutto piu' caro, meno genuino, piu'...cittadino. Pirano e' graziosa, ma non ha il cuore degli altri posti da cui vengo. Non merita piu' di un'ora e tanta gliene ne do.
Alla sera sono a cena a Trieste con gli amici di sempre. E' sempre un gran piacere bere e mangiare con persone come loro.
La serata scorre via tra risate, buon cibo ed ottimo vino.
Al mattino, grigio e minaccioso dopo tanti giorni di buon tempo, sono al confine con la Slovenia. Direzione su, sempre piu' su, in montagna, verso l'Austria, fino a Kraniska Gora e oltre, inseguendo un pallido sole.
Mi inerpico passando da luoghi dal nome e dalla storia importante come Caporetto. Merita una sosta e mentre sorseggio un caffe' i miei pensieri vanno inevitabilmente alla storia di cui ogni pietra qui e' intrisa. Ma voglio andare ancora su, verso le sorgenti dell'Isonzo, che raggiungo con un freddo pungente ed un sole di settembre oramai non piu' caldo.
E' ora di rientrare in Italia, devo raggiungere Pordenone, dove mi aspettano altri amici per la notte.
Attraverso il confine concendomi l'ultimo lusso: il passo di Uccea che mi riporta in Italia fino a Tarcento, incantevole cittadina.
E mentre attraverso gli sterminati boschi di quelle montagne penso alla liberta', alla voglia di viaggiare, alla fortuna che ho avuto nel poter vedere posti e genti cosi' diversi da quelli soliti.
E mi brillano gli occhi....
Un grazie di cuore a:
- Miki, mentore ed ispiratore inconsapevole di questa avventura
- Giuspe, mio compagno di strada purtroppo solo per un po', infaticabile motociclista.
- Luciano e Katia, che mi hanno fatto sentire quasi meglio che a casa mia, aprendomi la loro
- Pago74 ed il suo laurino
- BanditVenice che mi ha fatto conoscere un'auto con le porte che si aprono da sole, come un'astronave, e ci abbiamo giocato tutta una sera
- Maxbb, per aver preteso di versarmi la birra nel bicchiere
- Shalako e Saretta, non sapete la gioia nel rivedervi ogni volta. E tu, barbone, rimettiti in fretta, voglio andare in giro con te...
- Suzibandit, esportatore di panettoni fallito che si e' mosso con tutta la famiglia per salutarmi
- Rawson, spilungone terribile, a quando una bevuta di prosecco?
- Medi. Io a te proprio non ti capisco. Quindi ho deciso. Ti studiero'. Dammi il tempo....
- I banditi tutti, perche' io sono un bandito.....
[ Modificato da Miki 02.10.2008 - 08:23 ]