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/  Indice forum » Tutti in sella » Mototurismo » [MT] Itinerari e report

     ≡  [Report] Croazia del sud - Bosnia - Montenegro (Lungo)


  
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Bandito
Bandito

Giampi69
Messaggi: 4
Iscritto dal: 30/7/2008
Da: Torino
Su: Bandit 650S K5
# 1 ≡ [Report] Croazia del sud - Bosnia - Montenegro (Lungo)
»01.09.08 - 22:42
Periodo: dal 2/08/08 al 17/08/08
Km totali: 2900


L'idea da cui è nato il viaggio era quella di passare due settimane in posti non troppo turistici, visitando regioni interessanti dal punto di vista storico e artistico, senza però rinunciare a un po' di riposo e di mare.
Alla fine abbiamo optato per la Croazia del sud e il Montenegro, con una puntata verso l’interno a Mostar e Sarajevo. I partecipanti: io e Angela su Bandit 650S K5, Robi e Fede su Triumph Bonneville, Fabio e Tiziana su Transalp (che però a causa di un imprevisto dell’ultimo momento hanno dovuto saltare la prima parte del viaggio e ci hanno raggiunto qualche giorno dopo). Le uniche prenotazioni a parte il traghetto sono state la prima notte a Spalato e 5 notti in Montenegro.

PROLOGO
La mattina prima di partire decido di fare alcuni controlli di routine pre-viaggio: pulita al filtro dell'aria, controllo pastiglie, spurgo freni, gomme, ingrassaggi vari, bulloneria ecc. Verso le 12,00 termino il lavoro con moderata soddisfazione.
Giusto per scrupolo decido di farmi un giretto di prova. Poche decine di metri dopo comincio a sentire che il motore non gira bene, strattona, e 1 km dopo si ferma. Penso: non è possibile, non ho toccato niente di "vitale", al massimo ho smontato il serbatoio per togliere il filtro dell'aria, la sensazione infatti è che non arrivi benzina.
Ok la spingo verso il garage, arrivo sudato come un maiale, rismonto il serbatoio, controllo tubi e tubicini, connettori e fili, è tutto a posto. Rimonto tutto, parte! Altro giretto, ma stavolta solo intorno all'isolato... poche decine di metri e si ferma di nuovo.
Stavolta, immaginando un traghetto in partenza senza il sottoscritto, realizzo che è il momento giusto per farsi prendere dal panico. Metto la moto disperato sul cavalletto, guardo senza troppa convinzione sotto il serbatoio e vedo che il tubo che porta la benzina dal serbatoio ai carburatori (quello su cui c'è il filtro della benzina) è pizzicato. Vedo anche che l'altro tubetto collegato alla valvola del serbatoio (il tubo di depressione) è staccato. Bingo! Evidentemente reinserendo il serbatoio in qualche modo pizzicavo i tubi. Riporto in garage, smonto e rimonto facendo attenzione e finalmente la moto parte e gira che è una meraviglia...
Un enorme sospiro di sollievo, di quelli che ti fanno appannare la visiera del casco, conclude l'ultimo soddisfacente giro di prova.

02/08 Torino - Ancona, 550 km
Partenza programmata alle 10,00, partenza effettiva alle 11,00. Il traghetto parte alle 21,00 quindi abbiamo tutto il tempo, ci facciamo l'autostrada a 110-130 km/h, arriviamo ad Ancona verso le 18,00 con solo due soste fatte in autogrill. Anzi tre visto che durante il viaggio si è staccata una vite che tiene su il faro della Bonneville. Per fortuna la vite (e soprattutto il faro) non è caduta, dopo 10 minuti Robi rimette su il faro, stringe tutte le viti e si riparte.
Alle 19,30 ci imbarchiamo, riusciamo a trovare 4 poltrone libere, ci accampiamo in mezzo a parecchi italiani e ex-jugoslavi.

03/08 Spalato - Trogir - Spalato circa 60 km
Arriviamo a Spalato verso le 9,00, ci attende la signora che ci ha affittato l'appartamento. Scaricati i bagagli, facciamo un giro a piedi nel centro storico. Qui la prima sorpresa: pensavo che Spalato fosse una cittadina portuale bruttina e invece il centro storico è molto bello. In pratica la città vecchia è all'interno delle mura che cingevano il "palazzo" dell'imperatore Diocleziano, ed è costituita da parecchi resti di età romana ben conservati, in particolare il mausoleo che è stato riadattato come cattedrale. La zona è tutta pedonale, anche perché le strade sono talmente strette che un'auto non ci passerebbe, e oltre ai numerosi resti romani tutto l'interno delle mura è incantevole e tenuto molto bene.
Nel pomeriggio decidiamo di fare un giro a Trogir, un paese segnalato dalle guide a circa 20 km da Spalato. Anche Trogir è un paesino di mare piccolo ma molto bello, con il centro storico pedonale, dichiarato patrimonio dell’umanità dall'UNESCO. Qui assaggiamo per la prima volta un piatto tipico della regione, il cevapi, ovvero delle specie di polpettine molto speziate che possono essere servite come panino oppure come piatto normale.
Dopo due orette, il tempo di visitare tutta la città vecchia, mi imbatto in una strana moto che ha qualcosa di familiare… le foto le ho già pubblicate sul forum.
Visto che fa un caldo pazzesco, ci fermiamo su una "spiaggetta", poi torniamo a Spalato dove passiamo la serata. A proposito di spiagge, in Croazia in pratica non ce ne sono, la costa è rocciosa o sassosa tipo la nostra Liguria. Inoltre tutti i tratti di costa balneabili sono stati "cementificati" costruendo delle piccole banchine che saranno anche comode per farci i tuffi, ma esteticamente non sono proprio il massimo...

04/08 Spalato - Mostar circa 180 km
Verso le 10 partiamo da Spalato in direzione Mostar. La strada segue la costa per quasi 140 km prima di puntare verso l’interno, ed è simile alla nostra Aurelia: una corsia per senso di marcia, passa in mezzo a tutti i santi paesi e soprattutto è trafficatissima.
Ci mettiamo quindi a sorpassare chilometri e chilometri di auto e camion in coda, dopo circa una trentina di km vedo che Robi si ferma indicando la ruota anteriore: si è staccata una delle due viti che tiene su la pinza del freno, e ora la pinza ciondola pericolosamente sul disco.
Impossibile trovare la vite, arriviamo piano piano al primo paese e cominciamo la ricerca di un meccanico o ferramenta. Chiedendo a un po’ di autoctoni, riusciamo a trovare prima un meccanico poi un ricambista, ma nessuno ha una vite del genere. Alla fine una persona del posto accompagna Robi a piedi a un vicino negozio dove finalmente trovano la vite. Rimontano quindi la pinza e ci rituffiamo nella coda. Le mie borse tra l’altro hanno un ingombro laterale imbarazzante, quindi devo far attenzione a non incastrarmi con qualche macchina in coda…

Dopo 3 ore di traffico estenuante e caldo insopportabile troviamo un bar dove bere qualcosa di fresco… il gestore ha una bandit 1200 con scarico Akrapovic posteggiata davanti, con cui dice di aver fatto 150.000 km!
Alla frontiera tra Croazia e Bosnia c’è poca coda, la poliziotta bosniaca alla dogana mi chiede solo “italian?”, alla risposta affermativa mi fa cenno di passare senza nemmeno guardare le carte d’identità. Ok, siamo in Bosnia!
L’asfalto si fa già più rovinato, le case ai bordi della strada sono più rare, il paesaggio è più “selvaggio” e meno urbanizzato. Mi colpiscono le molte bandiere croate appese ai cartelloni stradali… ma non siamo in Bosnia?
Lungo la strada vedo che in direzione contraria arriva una camionetta nera dei carabinieri… per una volta sono contento di incontrarli e li saluto col clacson! Probabilmente sono del piccolo contingente italiano rimasto a Mostar.
Verso le 15 arriviamo a Mostar, cominciamo a chiedere indicazioni per l’ufficio del turismo, girovagando in mezzo a molti palazzi ancora semidistrutti dalla guerra.

All’ufficio del turismo prima cercano di piazzarci delle stanze a prezzi esagerati per il posto, ma alla fine ci trovano una sistemazione in una casa a 40€ a coppia. Mentre stiamo ripartendo per raggiungere la casa ci si avvicina un tipo assurdo che già ci puntava da un po’ con una lente di ingrandimento, sulla sessantina, tutto vestito da ciclista professionista e con questa lente di ingrandimento in mano, e comincia a dirci un po’ in inglese un po’ in croato che lui ha corso con Coppi, Gimondi e altri nomi italiani che non conosco. La ragazza che sta davanti all’ufficio del turismo ci fa segno che è pazzo, questo non ci molla più ma alla fine riusciamo a sgasare via… poveraccio penso.
La casa si trova nella zona musulmana (sulla riva est del fiume Neretva che taglia in due Mostar), raggiungiamo il posto seguendo la cartina, vediamo che è una bella villetta sulla collina molto vicina al centro.
Durante le ultime soste a Mostar mi sono accorto che la moto non parte bene: premendo sul tasto di accensione spesso il motorino di avviamento non dà segni di vita, bisogna insistere e dopo un po’ parte. E’ sicuramente un contatto, ma dove? Nel garage della villetta provo a dare un’occhiata, Robi batte un po’ sul motorino di avviamento e alla fine parte… saranno le spazzole del motorino oppure un contatto interno penso, e spero che non mi molli di punto in bianco. Robi assume ufficialmente l’incarico di battitore di motorino d’avviamento.
La parte vecchia di Mostar è piccola ma molto caratteristica, saliamo sul minareto della moschea principale da cui si vede tutta la città, girovaghiamo nelle viuzze e visitiamo i vari posti segnalati sulla guida tra cui naturalmente il famoso ponte.


Il ponte originale era stato costruito dai turchi nel 1500 circa, è stato distrutto dalle bombe durante la guerra tra croati e musulmani e ricostruito qualche anno fa usando i materiali originali. Il fascino è rimasto immutato con le sue forme slanciate sopra la gola della Neretva. Da questo ponte si tuffano nelle fredde acque i ragazzi del posto, purtroppo quando siamo passati avevano già finito lo “show”.


Le stradine del centro sono piene di negozietti di artigianato, in particolare oggetti di rame e metallo lavorati a mano. Fanno un po’ impressione le penne e gli oggetti ricavati da proiettili, ogive e bossoli risalenti alla guerra di 13 anni fa.

05/08 Mostar – Sarajevo 140 km
Dopo un’abbondante colazione e un ultimo giretto della città, alle 11,00 partiamo per Sarajevo. Lungo la strada si vedono alcuni sinistri ruderi che segnalano il passaggio della guerra.


Dopo qualche chilometro si entra in una stupenda gola creata dalla Neretva e si costeggia il fiume. La strada ha un asfalto poco regolare e ci sono diversi camion, Robi che è davanti decide di sorpassarne uno in curva con striscia continua (c’è da dire che la visibilità era ottima) ed io naturalmente lo seguo… dopo la curva, in mezzo al niente, c’è un posto di blocco della polizia bosniaca che ci ferma.


Uno dei due poliziotti, che conosce poche parole di inglese, ci chiede la patente e ci scrive su un foglietto che dobbiamo pagare 50€ di multa a testa. Ok paghiamo gli facciamo segno, ma qui comincia il casino: il poliziotto ci dice che non possiamo pagare in contanti, dobbiamo andare all’ufficio postale del paese più vicino, e tornare al posto di blocco con la ricevuta. Andare al paese più vicino e cercare un ufficio postale, che magari è già chiuso? Insistiamo per pagare in contanti, ma niente. Dopo 10 minuti di sceneggiata vediamo che non c’è verso, decidiamo quindi di andare a pagare ma no! la patente ce l’hanno ritirata e quindi il poliziotto, sorridendo, dice che sono Angela e Fede che dovrebbero prendere le moto stracariche, andare all’ufficio postale e tornare indietro con la famosa ricevuta. Sguardo sempre più perplesso tra noi quattro, intanto siamo sotto il sole e ci stiamo cuocendo.
Dopo un po’ arriva l’altro poliziotto che sembra sia il capo del primo, faccia poco raccomandabile (me lo immaginavo qualche anno prima in mimetica alle prese con qualche pulizia etnica), e inizia a incazzarsi parlando bosniaco. Adesso sembra che vogliano il passaporto altrimenti non ci lasciano andare, ma noi il passaporto non ce l’abbiamo (per la Croazia, Bosnia e Montenegro basta infatti la carta d’identità), cerchiamo di spiegarlo ma non ne vogliono sapere.
La situazione è kafkiana, vogliamo pagare ma non possiamo, è mezzora che cerchiamo una soluzione ma non ci sono vie d’uscita, e siamo in mezzo al nulla…quindi che facciamo? gli chiediamo, non si può far niente ci fa capire il poliziotto “cattivo”, che sta alzando un po’ troppo la voce.
Ok stavo già pensando che l’unica via di uscita fosse chiamare l’ambasciata, quando improvvisamente ci ridanno patente e carta d’identità e ci dicono di andare… saltiamo sulla moto prima che cambino idea, ficco 2 botte sul motorino d’avviamento e via!
Vabbò riprendiamo la strada, facendo attenzione a rispettare la segnaletica. Tra l’altro notiamo che in Bosnia c’è una sacco di polizia in giro, mediamente ogni 15-20 km incontriamo una pattuglia. Forse dopo la smobilitazione dell’esercito molti sono stati assorbiti nelle forze dell’ordine…
Insomma arriviamo a Sarajevo verso le 15,30, facciamo il tristemente noto “viale dei cecchini”, e ci rendiamo subito conto che il traffico è pauroso, nel senso che qui guidano in maniera molto pericolosa e distratta, bisogna avere 100 occhi. Poco più in là vediamo infatti un’auto ferma in mezzo al viale col parabrezza sfondato e una scarpa per terra, un pedone ci è rimasto…

Ufficio del turismo, dopo un po’ di giri nei posti segnalatici riusciamo a trovare una specie di pensione che ci aggrada, vicino al centro.
La moto ormai parte sempre più difficilmente, a volte solo dopo parecchi minuti di smanettamenti conditi da imprecazioni varie.
Comunque lasciamo le moto e andiamo a farci un giro a piedi nel centro di Sarajevo, anche questo in zona chiusa al traffico. Qui si può ammirare la famosa biblioteca, andata a fuoco durante la guerra insieme a 2 milioni di libri e documenti, il dedalo di viuzze che ricorda un bazar arabo su cui si affacciano i negozi degli artigiani del rame, gli orafi, i negozi di souvenir e i locali dove si può mangiare e bere. C’è un sacco di gente in giro, turisti e del posto, molti giovani e Sarajevo ci appare come una città viva e interessante.

Sempre nel centro storico si possono vedere la moschea del XVI secolo, la madrassa (scuola coranica, si può anche entrare), la cattedrale cattolica e la sinagoga… un vero intrico di religioni e storie.

Se poi vi immaginate i musulmani tipo quelli dell’Iraq o dell’Afghanistan beh niente di più lontano: le musulmane hanno abiti eleganti e i ragazzi musulmani sono uguali a tutti gli altri, tanto che non si riesce mai a capire con chi si ha a che fare.


Passiamo il pomeriggio e la sera a zonzo, ci sediamo a bere del caffè turco e conosciamo delle profughe bosniache che stanno tornando dall’Australia a trovare amici e parenti. Sono molto simpatiche, ma alla fine il discorso cade sulla guerra e ci raccontano storie molto tristi. Dopo una cena a base di carne con le migliori focaccine mai assaggiate, tornando distrutti a casa passiamo sul ponte dove nel 1914 è stato assassinato l’erede al trono dell’impero austro-ungarico, evento che ha scatenato l’inizio della prima guerra mondiale.



06/08 Sarajevo
Prendiamo le moto per andare a visitare il museo del tunnel che è poco fuori Sarajevo, vicino all’aeroporto. Non so nemmeno io come abbiamo fatto a trovarlo, non c’è nessuna indicazione, si deve passare un pezzetto nella Repubblica Serba (te ne accorgi perché quasi tutte le insegne sono in cirillico), ma a forza di chiedere imbrocchiamo miracolosamente la stradina giusta.
Breve spiegazione: durante la guerra Sarajevo era completamente accerchiata dalle forze serbe, l’unico pezzo che mancava per chiudere il cerchio era proprio quello della pista dell’aeroporto, controllato dalle Nazioni Unite. Visto che l’aeroporto era dichiarata zona neutrale, quindi non poteva essere attaccato dai serbi ma nemmeno attraversato dai bosniaci per rifornire Sarajevo, questi ultimi hanno costruito uno strettissimo tunnel lungo 800 metri che passava sotto la pista d’atterraggio e collegava Sarajevo al resto del territorio bosniaco. Dicono che soprattutto grazie a questo tunnel Sarajevo abbia resistito a quasi 3 anni di assedio.


Sta di fatto che è possibile visitare il piccolo museo ricavato nella casa da cui partiva il tunnel e percorrerne qualche metro. La cosa è abbastanza impressionante, anche perché non parliamo dei tempi di Pietro Micca ma di pochi anni fa, e da questo tunnel sono passate migliaia di persone.


Nel pomeriggio prendiamo un bus che fa un giro turistico per Sarajevo e le colline attorno alla città, colpisce vedere come praticamente non esista un palazzo che non sia stato danneggiato dalla guerra.




Ultimi giri a visitare il centro, cena in un ottimo ristorante all’interno di una antica dimora ottomana, e via a casa che domani si torna in Croazia. La moto ormai parte solo più a spinta o in discesa, la sera controllo il manuale di officina sul palmare (e vi voglio a consultare un documento di più di 300 pagine con tanto di schemi e foto su un display da 2,4”) su cui è riportato che il problema può essere “solamente” dovuto a: relè avviamento, interruttore di accensione o di spegnimento, interruttore leva frizione, interruttore leva cambio, relè cavalletto, pulsante di avviamento, fili scollegati, motorino di avviamento difettosi. Ci vorrebbe un’officina per controllare tutto…

07/08 Sarajevo – Orebic 290 km
Verso le 10,30 carichiamo le moto e partiamo per tornare in Croazia, destinazione penisola di Peljesac (in italiano Sabbioncello).
Ripercorriamo la stessa strada che abbiamo fatto per venire a Sarajevo, quindi Mostar e poi dogana Bosnia/Croazia, ma arrivati al mare prendiamo la strada in direzione sud. La strada è perfetta da fare in moto, tutta curve con un paesaggio stupendo, si vedono tutte le isolette e penisole di cui è formata la tormentata costiera croata.


La penisola del Sabbioncello è parecchio lunga (circa 70-80 km), la strada verso Orebic è una goduria da affrontare in moto e invoglierebbe a farsi una tiratina. Verso le 16 arriviamo piuttosto stanchi a Orebic dove ci attendono Fabio e Tiz, arrivati in mattinata col traghetto da Dubrovnik, e che ci hanno già trovato una sistemazione in una bella pensione. Serata di riposo nel paesello di Orebic.

08/08 Isola di Korcula 100 km
Alle 10,30 prendiamo il traghetto che da Orebic porta a Korcula, un’isola abbastanza grande visto che è lunga circa 40 km. La mattina troviamo una caletta dove fare il bagno sulla punta est dell’isola, poi visitiamo il paese di Korcula (bello e antico), dopo pranzo ci dirigiamo verso la punta ovest dell’isola.

La strada attraversa zone disabitate e selvagge, ci vuole un’oretta per attraversare l’isola, ma ne vale assolutamente la pena. Da questa parte (Vela Luka) si trovano delle spiaggette poco affollate con ciottoli molto piccoli. Al ritorno dobbiamo fare una tirata e prendiamo il traghetto delle 20 per un pelo… Nel pomeriggio mi sono reso conto che non mi funziona più il faro anteriore, ma solo le luci di posizione. Mi dice Robi che probabilmente già da ieri non mi funziona più, aveva notato la sera i due faretti di posizione che effettivamente senza l’anabbagliante stanno proprio bene. Porca miseria, in 3 anni che ho questa moto non ho avuto nemmeno mezzo problema, adesso che sono in viaggio prima mi parte l’avviamento e poi il faro, penso mandando qualcosa di più che una maledizione all’indirizzo della bandit!

09/08 Sabbioncello
Passiamo la giornata girando la punta ovest della penisola, fermandoci su due spiagge a goderci un po’ di mare & sole. La questione della moto mi tormenta, a parte il rompimento di far partire la moto a spinta (grazie agli spingitori Robi e Fabio) quando non riesco a posteggiare la moto su una salita, il faro proprio non ci voleva, soprattutto la sera su queste strade.


Decido quindi di rientrare a Orebic un po’ prima degli altri per investigare più seriamente. Arrivo alla pensione, cerco di seguire i cavi dell’accensione per vedere che sia tutto ok, smonto il blocchetto del manubrio di dx, stacco il pulsante di avviamento, lo provo così e parte al primo colpo. Beccato, che culo, è il pulsante di avviamento che non fa bene contatto (forse ha preso qualche botta con la borsa da serbatoio girando il manubrio), rimontando il blocchetto funziona tutto alla perfezione! Ok uno l’ho risolto, mi rimangono i fari. Controllo i fusibili, sono a posto. Smonto le lampadine, le provo sugli elettrodi della batteria, funzionano. Boh? In quel momento arrivano gli altri, mentre gli faccio vedere che ora l’avviamento funziona ma non i fari, mi fanno notare che mentre premo il pulsante per un attimo il faro si accende… uhm che cacchio c’entra? Dopo 2 minuti di “brainstorming” capiamo che è sempre colpa del solito pulsante di avviamento, infatti normalmente mentre si preme il pulsante e il motorino di avviamento gira, il faro si spegne in modo che non assorba la corrente destinata al motorino.
Stavolta smontiamo anche il circuitino elettrico dentro il pulsante di avviamento, vediamo come funziona ed effettivamente è quello, gli elettrodi non fanno bene contatto quando il pulsante è in posizione di riposo. Mettendo uno spessorino (pezzo di fascetta elastica) e rimontando, funziona tutto, avviamento e faro. Grande!
Per un circuito elettrico delle palle che avrà un costo industriale di 20 centesimi ho corso il rischio di rovinarmi la vacanza!

10/08 Orebic – Dubrovnik 110 km
Partiamo alle 10,30, lungo la strada ci fermiamo a bere una birra a Ston, paesino con una fortezza notevole che permetteva di controllare l’ingresso alla penisola. Le enormi mura cingono sia la parte interna del paese che quella sul mare, scavalcando la montagna che separa i due paesi. Sembra quasi una fortificazione del film “Il signore degli anelli”.




Arriviamo a Dubrovnik verso le 14,00, troviamo un appartamento da un privato e scendiamo giù a piedi verso la città vecchia.
Dubrovnik (Ragusa in italiano) è un piccolo gioiello da visitare, perfettamente conservato che con le sue viuzze sembra una cittadina sbucata dal XVI secolo. È possibile fare il giro completo sulle mura della città, ci vuole circa un’ora ma ne vale la pena.




Dopo aver visitato il centro, ci rimane il tempo per visitare il War Photo Museum. È un museo composto da una esposizione temporanea a tema (es. i bambini-soldato) e da una parte permanente. La parte permanente ospita una selezione di foto sulla guerra in ex jugoslavia. Le foto del macello balcanico sono impressionanti, ci tengono bloccati più di un’ora, esco dal museo con un senso opprimente addosso. Consigliato soprattutto a chi pensa che la guerra sia (anche) una questione di gloria, onore ed eroismo.

La sera ceniamo in un ottimo ristorante con i tavolini su una delle piazzette principali. Cenato benissimo, a parte un uovo che qualcuno ha simpaticamente tirato verso l’ingresso del ristorante, e che naturalmente ha colpito in parte il sottoscritto e soprattutto una comitiva di spagnoli che se ne vanno piuttosto incazzati. Doveva essere un uovo a frammentazione ;-)

11/08 Dubrovnik – Tivat 70 km
Alle 11,00 partiamo da Dubrovnik in direzione Montenegro. Lungo la strada c’è pochissimo traffico, ma arrivati alla frontiera tra Croazia e Montenegro troviamo invece una lunga coda di auto ferme sotto il sole. Naturalmente superiamo tutta la coda e poche auto prima della dogana cerchiamo di infilarci… invece gli automobilisti si ribellano, un’isterica signora croata apre la portiera per non farci passare strepitando qualcosa al nostro indirizzo. Vabbè facciamo passare i più esagitati poi riusciamo a infilarci.
Dopo una tappa birrofila a Herceg Novi, la prima cittadina del Montenegro, prendiamo un piccolo traghetto per raggiungere Tivat dove abbiamo affittato la casa. In pratica questa zona del Montenegro è caratterizzata da un enorme fiordo (dovrebbe essere il più grande dell’Europa centro-meridionale) che si insinua in maniera spettacolare all’interno, quindi le scelte sono due: prendere un traghetto che in 10 minuti ti porta dall’altra parte, oppure fare la strada che costeggia il fiordo (circa 40 km in più).

La casa è una villa molto bella, le persone della casa ci accolgono benissimo, e finalmente possiamo scaricare tutti i bagagli senza l’incubo di dover rifare le borse il giorno successivo. Dopo esserci sistemati, ci dirigiamo verso Kotor, che è una delle 2 più note località della costa montenegrina (l’altra è Budva). La strada lungo-fiordo è strettissima, tanto che due macchine contemporaneamente non ci passano, per di più ci sono parecchi locali quindi ti trovi camerieri che sbucano improvvisamente dalle cucine diretti verso i tavoli, bambini, bagnanti, corriere mezze scassate cariche di persone, cani ecc. Insomma una strada che andrebbe benissimo ambientarci un livello di Carmageddon.
Riusciamo però ad arrivare indenni a Kotor, che è un paese medioevale fortificato sistemato in un’insenatura del fiordo. Il centro è solo pedonabile, ci sono un sacco di turisti, ci fermiamo per la serata perché merita.

12/08 Budva e dintorni circa 80 km
Partiamo la mattina in direzione Budva, verso le spiagge segnalate dalla guida. Arrivati in zona, ci rendiamo conto che in effetti il litorale di Budva è molto lungo e sabbioso, ma è anche un immenso carnaio di gente e ombrelloni attaccati uno all’altro… non esattamente quanto ci aspettavamo. Decidiamo quindi di tornare indietro verso un promontorio tra Tivat e Budva che avevamo visto strada facendo, sperando di trovare qualcosa di meno affollato. Superato un assurdo posto di blocco in cui venivano controllate TUTTE le auto, e che provocava chilometri di coda, prendiamo la strada che costeggia la riva. Dopo un bel po’ di strada in zone abbastanza sperdute, vediamo una caletta molto bella e pure questa sovraffollata (si chiama Trsteno per la cronaca), ma è quasi due ore che giriamo in moto, decidiamo quindi di accontentarci e scendiamo giù.
Arrivati poco sopra la spiaggia vedo una stradina che scende giù, mi immagino verso il posteggio sterrato che c’è lì dietro… imbocco la stradina, che ha una pendenza esagerata (da sopra non sembrava), vedo all’ultimo che dopo 7-8 metri non gira verso il posteggio, ma l’asfalto finisce direttamente sulla spiaggia ovvero direttamente sulle persone sdraiate!! Riesco a fermare la moto qualche metro prima della sabbia, cerco di bloccare Robi e Fabio ma è troppo tardi, ormai stanno venendo giù. Fabio riesce a fermarsi 1 m prima della fine dell’asfalto (aveva preso velocità e frenare con l’asfalto sporco di sabbia…), Robi si ferma 2-3 metri sopra di me. I montenegrini sulla spiaggia ci guardano un po’ sconcertati, i ragazzi placidamente sdraiati al termine della stradina sembra che non capiscano che hanno corso il rischio di venire spiaccicati da qualche centinaio di kili di moto surriscaldata, anzi non capiscono che il rischio continuano a correrlo, visto che ora dobbiamo girare di 180 gradi le moto su una strada che ha la larghezza di una bandit e la pendenza di una mulattiera, e ripartire da fermi su un salitone della madonna con l’asfalto sporco. Per farla breve, dopo 10 minuti adrenalinici di spingi di qua, tira di la, tienimi la moto che cado, il tutto davanti a una platea di qualche centinaio di bagnanti che ci osservavano senza muovere un dito, riusciamo a risalire incolumi dalla situazione di merda in cui c’eravamo cacciati, e a salvaguardare l’italico onore. Trovata la VERA strada verso il posteggio, ci piazziamo con nonchalance sotto gli ombrelloni per godere il meritato riposo. Compito arduo visto che, a parte il mare stupendo, l’acqua è invasa da decine di persone che giocano con decine di palloni in una bolgia assurda, il tutto al ritmo di musica techno sparata a tutto volume dalle casse poste strategicamente su ognuno dei due lati della caletta, tanto che sembra di stare in un rave.

Al calar del sole, torniamo a Tivat e andiamo a cena in un locale consigliato dalla famiglia di montenegrini che ci affitta la casa.

13/08 Kotor
Il pomeriggio ci facciamo un giretto e lo passiamo visitando bene Kotor.


Per il dopocena andiamo a fare una passeggiata a Tivat, che però non ha niente di interessante da vedere. L’idea di fare un giro al parco naturale del Durmitor purtroppo è stata scartata perché ci dicono che la strada è lunga, ci vogliono 6 ore di auto per andare e altrettanto per tornare, anche viaggiando in moto è impossibile da fare in giornata.

14/08 Fiordo di Kotor 110 km, Budva 60 km
Partiamo verso mezzogiorno per fare il giro di tutto il fiordo. I paesaggi sono molto belli, ci fermiamo a vedere il paesino di Perast, che ha di fronte due piccole isolette in mezzo al fiordo (si può prendere una barca per andarle a vedere), e proseguiamo poi verso Herceg Novi.

In quest’ultima città ci facciamo un giro nella città vecchia, bella anche se non ai livelli di Kotor.

Rientrati a Tivat con il traghetto, ci facciamo l’ennesima abboffata di pesce poi andiamo a vedere com’è Budva. Allora Budva è probabilmente la città turistica più nota del Montenegro, diciamo che è la loro Rimini o Portofino, un paese piccolo ma antico come Kotor. Qui troviamo un sacco di vita e di locali, uno struscio pazzesco tanto che non si riesce quasi a camminare tra le viuzze, i panfili ormeggiati sul lungomare e le Ferrari dei mafiosi locali. Assolutamente consigliato ai single…

15/08 Spiaggia di Zanjic 80 km
Su indicazione dalla famiglia di montenegrini, ci rechiamo in questa spiaggia sul promontorio tra Tivat e Budva, e finalmente troviamo una spiaggia non troppo affollata. Qui passiamo tutta la nostra ultima giornata di mare, visto che l’indomani dovremo ripartire verso l’Italia. Il mare come al solito è pulitissimo, e la giornata calda.
Per la serata la famiglia di montenegrini ci ha invitato a una cena a base di pesce alla griglia pescato da loro il giorno prima. Siamo una quindicina di persone, dopo aver mangiato e bevuto da dio, tirano fuori la chitarra e attaccano a cantare (benissimo) per due ore canti del posto. Ci invitano più volte a suonare e cantare canzoni italiane, ci proviamo ma siamo incapaci di cantarne una completa dall’inizio alla fine, ci ricordiamo solo i ritornelli e nemmeno tutti. Disperati, cerchiamo di tirar fuori anche Baglioni, Toto Cotugno, Modugno ecc ma non riusciamo a cantare che poche strofe poi ci perdiamo. L’unica canzone che riusciamo a fare quasi tutta è “bella ciao”. Loro controbattono con “Bandiera rossa”. Cantata in italiano! Ok non ci resta che alzare… bandiera bianca, ci hanno surclassato, è triste ma non conosciamo per intero manco una canzone italiana…
Comunque una bellissima serata, grazie all’ospitalità di queste persone semplici e di cuore, all’una e passa ci ritiriamo sapendo che l’indomani ci aspetta un lungo viaggio.

16/08 Tivat – Spalato 290 km
Dopo aver fatto le borse, caricato le moto e salutato i nostri amici montenegrini, alle 11,00 partiamo.

Alla frontiera con la Croazia c’è la solita coda che saltiamo per una buona parte. Salutati Fabio e Tiz a Dubrovnik dove loro hanno il traghetto, proseguiamo lungo la strada litoranea (l’ “aurelia”). Il viaggio è estenuante: fa caldo, c’è molto traffico e bisogna fare continuamente attenzione, siamo pure controsole.


Alle 18,30 arriviamo a Spalato, incontriamo una coppia di italiani con una Triumph che hanno fatto un giro simile al nostro ma più lungo (anche i parchi del Montenegro e la Serbia), mangiamo l’ultimo cevapi e ci imbarchiamo alle 21.

18/08 Ancona - Torino 550 km
Alle 10,30 sbarchiamo dal traghetto. Lungo l’autostrada fino a Bologna ci sono molte code, che saltiamo tutte.
Gli ultimi 100 km prima di arrivare a Torino sono lunghissimi, siamo molto stanchi e abbiamo il sedere ormai ipersensibile… Arriviamo distrutti alle 18,00.

Conclusioni e consigli

Il viaggio è stato molto bello e divertente, abbiamo avuto inoltre la fortuna di trovare sempre bel tempo. La parte per me più interessante è stata la prima, ovvero la Croazia e soprattutto la Bosnia. Siamo rimasti un po’ sorpresi dal Montenegro in quanto ci aspettavamo fosse molto meno turistico, mentre abbiamo trovato spiagge sovraffollate e prezzi quasi a livelli della Croazia.
Per quel che riguarda le persone, ci siamo trovati molto bene con i montenegrini e i bosniaci (a parte la polizia), un po’ di meno con i croati.
Come natura e mare tutti e tre i paesi sono bellissimi, la Croazia ha davvero tantissima costa.
Dal punto di vista economico la Bosnia è più conveniente (mai speso per un cena , per quanto abbondante, più di 13€ a testa), in Croazia e Montenegro dipende da quanto la zona è turistica (una cena può andare da 9 fino a 25€ a testa). Per gli appartamenti, tutti in ottime condizioni e puliti, abbiamo speso tra i 20 e i 25€ , sempre a persona. Consiglio: le zone turistiche della ex-jugoslavia, in particolare la Croazia, sono piene di cartelli in cui si offrono camere e appartamenti in affitto, quindi se avete tempo e voglia è meglio cercare casa in loco.
Per quel che riguarda la moto, a parte il problema del tasto di avviamento, è sempre filato tutto liscio. Il consumo medio è stato di circa 20 km/l, il prezzo della benzina varia tra 1,1 fino a 1,3 €/l.
Per concludere, un itinerario che mi sento di consigliare a tutti.

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Miki
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# 2 ≡ [Report] Croazia del sud - Bosnia - Montenegro (Lungo)
»02.09.08 - 06:32
Grazie per il report, veramente notevole... Ben fatto.
L'itinerario - escluse le zone costiere - che conosco parzialmente per lavoro e parzialmente per diporto - dell'interno è grossomodo quello che avevo in testa di fare io.
Bel viaggio, complimenti :-)
Mona a venti, mona avanti

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# 3 ≡ [Report] Croazia del sud - Bosnia - Montenegro (Lungo)
»02.09.08 - 08:58
viaggio interessante e bellissimo report
"Ho speso un sacco di soldi per alcool, donne e macchine veloci... Tutti gli altri li ho sperperati"
(G.Best.)

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# 4 ≡ [Report] Croazia del sud - Bosnia - Montenegro (Lungo)
»02.09.08 - 10:03
Complimenti per il viaggio e rispettivo report
Il governo ha trovato il modo per aumentare gli investimenti: farà togliere tutti i semafori

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