Grossglokner: l'uscita più epica del 2006!
Bella gita, visto quasi niente, fatto tanti km, messa alla prova l'abilità di guida in condizioni meteo abbastanza estreme, rinforzato lo spirito di squadra. Il bilancio può dirsi positivo.
Chi non è venuto, sventurato lui, si è perso qualcosa
Ecco un breve report per i posteri.
Si susseguono al mattino presto dispacci, cablogrammi e messaggi a sfondo meteorologico, fino alla irrevocabile decisione delle 06.15: Si va, nonostante le previsioni siano degne del film "Twister".
Pianin pianino, cautamente ottimisti, due dei nostri eroi, Miki & Thor, fieri rappresentanti della Venezia Giulia, partono da Duino, iniziando il loro cammino autostradale, direzione Carnia.
Sfidando i nuvoloni percorrono il grigio nastro d'asfalto, quando il nero all'orizzonte consiglia una tuta da pioggia, provvidenziale, perchè di lì a poco arriva l'acquazzone, che accompagnerà i nostri eroi per la maggior parte dell'avventura.
Congiungimento al volo - velocità di crociera 130 km/h - con BanditVenice, in rappresentaza dei banditi veneti, all'altezza di Udine Sud.
Il tempo di un caffè a Ledra, e via, sotto le cateratte del cielo, verso l'Austria.
I nostri mototuristi fanno il pieno ai loro mezzi alla Shell di Arta Terme, luogo ove Miki approfitta della pausa per distendersi un po', usando il B12 come improvvisata coperta (si scoprirà poi che facendo scendere la moto dal cavalletto il nostro eroe perdeva aderenza ad una zampa a causa di una macchia di gasolio -???- rovinando - da fermo - clamorosamente a terra...).
L'intrepido terzetto riprende il viaggio circondato da nuvole e pioggia, e intraprende la salita del passo di Monte Croce Carnico alla ragguardevole velocità di 30 kmh a causa dell'asfalto a dir poco infido: velocità che li accompagnerà per buona parte del tragitto.
Nella nebbia delle nuvole basse i nostri motociclanti brindano allo scollinamento in terra austriaca presso il rifugio locale, e si avventurano per la vicina Repubblica, alla volta del Grande Campanaro, in un costante scrosciare d'acqua.
Il trio, dopo una nuotata di un'oretta per le ridenti vallate verdi e rigogliose (strano, con la poca acqua che c'è...) giunge al posto di pedaggio della strada per il Gross.
Banditvenice accusa un principio di congelamento agli arti superiori, Miki farfuglia qualcosa riguardo un tucano che gira con le sue soprascarpe asciutte all'interno della borsa da serbatoio, e Thor giura di aver visto la Madonna che li raccomandava a San Givi per la buona riuscita dell'evento.
Preso coraggio e pagato il congruo pedaggio ad un'acida signorina austriaca, i nostri si avventurano nel nulla tra i tornanti, alla volta del rifugio: visibilità circa 10 metri, per tutta la durata dell'escursione in quota. Panorama, bianco più che col candeggio.
Lì giunti, accolti da un'allegra nevicata tipica di agosto, dopo aver merendato con frugalità - le salsicce perseguiteranno Miki per tutta la durata del viaggio di ritorno - si riprende la strada di casa, non senza difficoltà a causa degli indumenti umidi e piuttosto freddini...
Percorrendo il tragitto all'inverso, ad un certo punto uno sprazzo di luce appare tra le nuvole, con un tratto di strada asciutta: i nostri eroi ne approfittano per fare 5 o 6 tornanti a velocità leggermente superiore, nonostante il principio di imbalsamazione in corso.
Ringalluzziti dai curvismi, i nostri motociclisti si fermano presso un boschetto a togliere gli indumenti umidi, azione questa che richiede notevoli doti atletiche... e pazienza.
Ripartenza, altre tre o quattro curve su strada asciutta, giusto il tempo che ricominci a scrosciare l'acqua, che accompagnerà i nostri impavidi praticamente fino a casa.
In proposito, alcuni testimoni oculari affermano di avere visto i giovani eroi percorrere l'ultimo tratto di cammino, vicino a casa, sull'autostrada asciutta e addirittura con il sole.
Ma si sa, in una leggenda che si rispetti il confine tra verità e fantasia non è poi così marcato...
[ Modificato da Miki il 14/8/2006 21:28 ]
[ Modificato da bdade il 23/8/2006 12:10 ]