Boltz B12 e Kalla ER-5
Quest'anno la meta prescelta e' la Corsica. Isola piccola, fatta di montagne e mare, poca pianura, volendo si puo' fare il giro completo in poco tempo. Merita pero' scoprire l'interno e godersi le favolose spiagge. Optando per questo secondo stile di visita decidiamo di restringere il campo alla Haute Corse.
Allo scopo si e' rivelata ottima la guida della Routard dedicata a questa regione.
[21/6 Padova-Livorno-Patrimoniu] Imbarco a Livorno alle 12:30, quindi non c'e' tempo per fare strade che non siano l'autostrada. Tutto tranquillo fino a Firenze, poi coda continua e ferma fino a Lucca: fortuna che siamo in moto, ma che palle (e che caldo!). Arriviamo giusto per imbarcarci in nave. Per una breve e fatale esitazione perdiamo gli ultimi due sdraio sul ponte, dann! Arrivo a Bastia intorno alle 17:30. Bastia non sembra troppo incasinata, ci orientiamo abbastanza in fretta e ci dirigiamo verso ovest, Partimoniu e St. Florent, lungo la D81. La strada e' breve ma bellissima: sul passo Col de Teghime c'e' una splendida vista a est del Mar Tirreno e a ovest del golfo di St.Florent. Troviamo il nostro albergo senza problemi: Hotel la Palma (Hôtel La Palma Lieu dit Lustincone 20253 Patrimonio - Corse Tél : 0033 (0)495472897 Mobile : 0033 (0)620343836, il figlio parla l'italiano), alla rodonda tra Patrimoniu e St.Florent. Hotel piccolo e grazioso, un po' sulla strada, ma non c'e' gran traffico: a circa 15' da St'Florent, all'inizio della strada per Cap Corse. Facciamo conoscenza con la birra corsa. Ce ne sono (almeno) tre: Pietra, scura ambrata, fatta anche con castagne. Abbastanza forte e pastosa. Poi la Colomba: bianca non filtrata e infine la Serena, bionda tranquilla. La sera cena al vicino (5' a piedi dall'hotel) ristorante U Scontru (che merita veramente), dove facciamo conoscenza con la cucina corsa. Molto interessante.
[22/6 Patrimoniu-Nebbio-Bastia-Patrimoniu] giretto nella regione del Nebbio, subito alle spalle di St.Florent, che in se e' un porticciolo molto turistico con lungomare pieno di ristorantini, niente di speciale ma piacevole e dotato come quasi tutti i paesi un po' piu' grossi della sua "cittadella" (fortificazione sul mare). Da S. Florent prendiamo la D81 verso L'Ile Rousse, ma quasi subito deviamo per una stradina verso l'interno (D62): stretta, panoramica e assolutamente priva di traffico. Stradina da gustare andando piano piano, con frequenti soste, e assaporando gli incredibili profumi che ogni tanto salgono dalla macchia mediterranea e dai boschi. Si passano un certo numero di paesini microscopici, veri villaggi corsi, dove facciamo conoscenza con il dialetto corso che e' molto vicino all'italiano, tanto che buona parte dei discorsi si capiscono benissimo. La stradina ci porta a Murato, dove c'e' una deliziosa piccola chiesetta fatta dai pisani in un posto incantevole. Volendo si puo' fare una piccola deviazione per entrare nel villaggio di Murato, che ci dicono essere molto bellino da visitare, ma noi non vediamo la deviazione e quindi pazienza. Si prosegue sulla strada che passa per Col de S. Stefano (punto panoramico, ... ma tanto e' un continuo) e si arriva a Col de Teghime, con la strada che resta incantevole. Da qui scendiamo a Bastia: praticamente troviamo tutto chiuso (e' domenica), ma vabbe'. Notevole il Paisolo, museo delle miniature corse, nella vecchia polveriera della cittadella. In pratica un pazzoide corso ha deciso di ricostruire, da solo, miniature di edifici e un intero villaggio corso. La descrizione e' in un buffo linguaggio corso-francese-italiano e la visita merita anche solo per conoscere questo personaggio. A parte la cittadella e Place Saint Nicolas, Bastia e' piacevole per una passeggiata, ma niente di speciale. Comunque ce la gusteremo di piu' al ritorno, vista di sera. Ceniamo a St.Florent in uno dei tantissimi ristorantini sul lungo porto.
[23/6 Patriminiu- giro di Cap Corse - Patrimoniu] Giro spettacolare a dir poco. Da Patrimoniu andiamo verso nord, direzione Nonza (cosi' siamo anche dalla parte verso monte della stradina). La strada segue la costa, e' stretta e tortuosa, ma non e' male come asfalto e fondo: qualche pullman di turisti, ma che quando puo' si ferma e lascia passare senza problemi.
Prima sosta a Nonza, bellissimo paesino arroccato, con immancabile torre genovese (ce ne se sono ovunque, letteralmente), con dentro altro pazzoide corso appassionato di fotografia che ha la sua mostra. Da li (ma anche oltre) c'e' una vista mozzafiato verso il golfo di St.Florent e anche sulla spiaggia di amianto (c'era una miniera ora chiusa) di un colore argento-metallico un po' inquietante. Dichiarano che non c'e' pericolo, ma comunque per arrivarci c'e' una discesa (e poi una salita!) da fare a piedi che appare parecchio lunga, quindi non c'e' nemmeno pericolo che noi scendiamo fino a giu'!
Vediamo, tra le moto parcheggiare due tizi con stranissimi mezzi tipo motorini, a occhio 50ini o poco piu', ma piu' piccoli, stracarichi di bagagli (compresa tanichette di benzina): vedendo le nostre motone da millemila CV e gommoni ci sentiamo un po' ridicoli...
Poi si prosegue verso nord, con strada che inizia ad avere il fondo scassato: da notare che verso il mare (e ci sono salti di un centinaio di metri) non c'e' guard-rail, ma solo (e non sempre) un basso muretto di pietra o piu' spesso una fila di pietre annegate verticalmente nell'asfalto. Si va pianino, ma il panorama e' tale che si andrebbe piano lo stesso. Qualche km piu' a nord abbandoniamo la strada costiera (D80) per prendere una stradina ancora piu' stretta (D33) che sale verso alcuni paesini piu' in alto. Il fondo stradale e l'asfalto qui sono decisamente meglio. La stradina passa in mezzo a boschi, torrenti, cascatelle, e lo scorcio sul mare resta impagabile. Ci fermiamo a Canari, dove c'e' un belvedere splendido e una chiesa pisana che pero' vediamo appena. Poi deviazione verso l'interno (D180), l'unica strada che attraversa est-ovest il Cap Corse: primo pezzo fondo orrido, poi, all'improvviso, diventa una pista spettacolare! Al Col di St.Lucia, passiamo sotto la torre di Seneca, che e' raggiungibile con un sentiero per facili roccette da percorrere in 30'. Ma anche no. Noi no. Si torna sulla costa (sempre ovest) e arriviamo a Centuri: in questo tratto asfalto pezzato e fondo moooooolto scasso, ma veramente moooolto. Le sospensioni hanno da lavorare! Scendiamo verso il porto (per arrivare al livello mare dalla strada si scende parecchio!), ma non vale la pena. Infine, all'estremo nord (D153) deviamo verso Tollare e poi alla spiaggia di Barcaggio: stradina asfaltata (a essere ottimisti) ma percorribile senza problema e spiaggia caraibica, con macchia mediterranea alle spalle e splendido isolotto con faro al largo, appositamente piazzato dall'ente turismo corso, immagino. Kalla fa conoscenza con una medusa... Sosta spiaggia e poi si riprendono le moto per proseguire verso Macinaggio (strada ancora con fondo orribile e panorama favoloso). Porticciolo in se carino ma deturpato da una orribile discarica a cielo aperto. Dopo Macinaggio (verso Bastia) la strada si trasforma come per magia in una pista, larga, ottima visibilita', curve e controcurve, poco traffico, fondo perfetto, bellissima vista, anche se il lato ovest e' decisamente piu' spettacolare. Una specie di Bosa-Alghero, per chi conosce... Invece di arrivare a Bastia, giriamo vero l'interno dalle parti di Miomo (o poco dopo), passando per una stradina arrampicatissima sopra Bastia e Pietranera (zona detta delle Corniche superiori, merita un giretto). Sosta birretta in un baretto con vista notevolissima: c'e' anche un ristorante, ma prima ci vuole una doccia! Ritorno a Patriminiu: ormai la strada la conosciamo e siamo scaldati dalla pista di prima, quindi gran gaaaaasssss!
[24/6 Spiaggia di Lodo] Giornata di relax alla spiaggia di Lodo, nelle Agriates. Si parte con la barca Le Popeye da St.Florent. Ancora caraibi, ancora piu' bella di quella di Barcaggio: sabbia bianchissima, l'acqua che ha colori difficili da descrivere: turchese, acquamarina, azzurro, blu, ... Alle spalle macchia mediterranea, sulla riva del mare vacche (nel senso di mucche, bovini, insomma) che placidamente ruminano. Spettacolo puro. La sera ci godiamo un pantagruelico cous cous in ristorantino a Patrimonio (nella parte alta, dall'hotel dobbiamo prendere la moto per andarci) preparato da "capo acciuga", padrone di casa magro che piu' magro non si puo' e alto una soldo e un cacio (un'acciughina appunto), ma chiaramente il cous cous lo sa fare eccome! Purtroppo non ricordiamo il nome del posto, ma e' sulla strada da Bastia a Porto poco dopo essere entrati in paese sulla sinistra.
[25/6 Ostriconi-Tartagine-Belgodere] Oggi si riprendono le moto, ancora verso l'interno. Si attraversano le Agriates (a ovest di St.Florent) per la D81: primo pezzo con fondo brutto, poi diventa perfetto e le curve e controcurve, e contro-contro-curve e ... (no rettilinei non ce ne sono, nemmeno l'ombra) invitano e l'invito viene raccolto. Per chi conosce, ricorda un po' la Dorgali Arbatax, panorama compreso, ma l'asfalto, pur ottimo, non e' di quel livello. Sosta panoramica a Bocca di Vezzu, poi si prosegue e si gira a sinistra (direzione Ponte-Leccia, Corte) per la Balanina (nuova) N1197. Strada dritta e larga (una delle pochissime in Corsica), ma segnalata pericolosa per le mucche in transito. L'abbandoniamo quasi subito per girare a sinistra (D8) verso Urtaca, Lama e Pietralba. Stradina di montagna larga, no, non larga, stretta: se si incrociano due moto bisogna fare attenzione. Dei tre paesini Lama e' bellissimo, stradine in citoli, palazzi medievali, giardini fioriti: merita una sosta e due passi per le stradine. Poi si scende (sempre D8), si attraversa la Balanina Nuova (senza prenderla) per arrivare alla Balanina Vecchia N197, direzione L'Ile Rousse. Curve, curve e ancora curve, tra un paesaggio a tratti lunare, con la ferrovia che corre accanto che sembra quella dei plastici. Incontro con moto marcianti, motociclisti in relax lungo il fiume e mucche, tante mucche: macchine non pervenute. Poi si gira a sinistra (D963) verso Olmi-Cappella, che superiamo in direzione Bosco di Tartagine. Strada prima stretta, poi strettissima, con scarpata a precipizio impressionante e senza alcuna protezione verso valle. L'asfalto e' il famoso asfalto pezzato corso. Si fa cosi': si prende una strada e la si ricopre a mo' di vestito di arlecchino con pezze di asfalti di vari colori e grana in modo da coprirla tutta. Le pezze non devono superare le dimensioni di 1 metro massimo, meglio se piu' piccole, e devo essere variamente colorate. Qui si vede l'arte dell'asfaltatore corso, che sceglie asfalti neri, grigi, bianchi, rossi e anche verdi, tutti sapientemente mescolati. Diffidate dalle imitazione: non va bene avere un fondo uniforme e poi rappezzarlo, il vero asfalto pezzato corso DOCG non ha un vero fondo. Pian pianino andiamo avanti, la vista e' incredibile: alla fine veniamo ripagati dal bosco di Tartagine, con torrente che lo attraversa. Perfetto posto dove fare una pennica all'ombra dei castagni e vicino a qualche cascatella.
Poi si torna indietro verso Olmi-Cappella ma prima di arrivarci si gira a sinistra verso Poggiola, Speloncato (D63) e Belgodere (D71). Tutti paesini graziosi adagiati alle montagne, con bella vista verso il mare e l'Ile Rousse. Una cosa indimenticabile e' andare placidamente per queste stradine di montagna e essere accompagnati dal vole delle aquile, davvero tante, e splendide. Si torna a Patrimoniu rifacendo le Agriates (ri-gaaaassss!). Carino l'incontro con un sardomobilista francese: lo becchiamo dove ci sono un po' di curve (roba da superstrada, comunque) e lo passiamo in scioltezza. Poi c'e' un rettilineo, lui accelera di cattiveria e ci ripassa e si allontana di un po'. Poi di nuovo curve, ne bastano una-due e di nuovo gli siamo sotto, lo ripassiamo e poi non lo vediamo piu'... Questi sardomobilisti da rettileneo, che tristezza!
[26/6 Agriates] Oggi giornata speciale: abbiamo visto in giro i depliant di gite a cavallo nelle Agriates, riusciamo a contattare i tizi ed eccoci qui. Io in sella a Indiana e Kalla su Grisu', cavalle che ci accompagnano in mezzo alla macchia per circa 15 km andare (e poi ritorno) verso la spiaggia di Saleccia, la piu' bella in assoluto che abbiamo visto (anche perche' in questa stagione le barche ormeggiate al largo non coprono ancora l'orizzonte come ci dicono accada in agosto). Arrivare a cavallo in spiaggia, entrare in acqua a cavallo (senza sella), poi pic-nic all'ombra degli alberi (lecceti, forse) con pane, formaggio e salumi corsi, vino rosso, su una spiaggia meravigliosa: non ha prezzo. Il prezzo lo pagano i nostri fondoschiena i giorni successivi, ma ne valeva la pena, eccome!
[27/6 Patriminiu-Balagna-Calvi] Si lascia Patrimoniu per andare verso Calvi, ma non direttamente: prima giro per la Balagna, ancora nell'interno. Ci tocca ancora fare la D81 delle Agriates, vabbe', pazienza! Poi passato l'Ile-Rousse (N197) si entra per Corbara: paesino molto carino, ma c'e' molto caldo e un belvedere che sembra li', ma non arriva mai. Poi verso Pigna, delizioso paesino arroccatissimo, tutto in pietra, si gira solo ed esclusivamente a piedi. Qui facciamo uno spuntino seduti ai tavolini di legno della terrazza di un baretto (A' Casarella) con vista mare-monti e che offre assaggi di specialita' corse. Merita decisamente un sosta. Da qui deviamo verso S.Antonino (D151), altro paesino abbarbicato, caratteristico, tutto in pietra, con vista panoramica ecc. Torniamo sulla strada principale direzione Cateri, Col de Salvi, Zilla, Calenzana, godendoci i panorami verdi con vista golfo di Calvi. Scendiamo infine a Calvi, dove dormiamo all'hotel Cyrnea (sulla strada da l'Ile-Rousse:grosso hotel anni 70, carino). Visita di Calvi, la cittadella e' molto carina ed anche le stradine pedonali alle spalle del porto. Cena notevole in uno dei tantissimi ristoranti del porto, ristorante U Calellu (il capo e' un simpatico personaggio che parla l'italiano e s'arrangia un po' in varie lingue).
[28/6 Calvi-Valle del Fango-Porto] Si va verso sud, seguendo la costa. Letteralmente, ogni baia, promontorio, sperone,... Strada meravigliosa per i panorama, fondo discutibile, abbiamo visto di peggio, ma questo non significa molto. Poco prima di Galeria deviamo verso l'interno per la Valle del Fango (D351). La strada segue il fiume Fango che, a dispetto del nome, ha acque limpidissime e molto invitanti. Invito che non cade a vuoto, e facciamo sosta con panino, pennica e bagno in una delle tantissime piscine naturali che il fiume forma. Meraviglia allo stato puro. Con fatica si riprendono le moto e arriviamo a Porto dal nord: sempre la D81 che pero' all'inizio taglia per l'interno. In compenso pare che i rettilinei abbiamo fatto un qualche dispetto ai costruttori corsi di strade, perche' non ce n'e', neppure un po'. L'ultimo tratto arrivando a Porto e' da togliere il fiato: dire a strapiombo sul mare non rende abbastanza l'idea. La strada e' letteralmente incavate su scogliere alte qualche centinaio di metri, roccia rossa quasi incendiata, e in fondo, un mare blu cosi' trasparente da contare i sassi sul fondo. Arriviamo all'hotel BellaVista (Route de Calvi, 0033 (0)495261108: delizioso, con un ristorante da 3 stelle, 5 forchette, 8 coltelli e 14 bicchieri. Insomma, si e' capito, veramente notevole. Qui ci coccoleranno per 4 giorni con cenette da sogno, vini da sballo (che incideranno non poco sul conto finale!) e un fantastico dessert (tipo crema catalana ma fatta a base di farina di castagne) che ha fatto letteralmente ululare di piacere una signora ad un tavolo vicino.
[29/6 Porto-spiaggia] Visita a Porto, che e' minuscola. Tolta la torre genovese e l'acquario, praticamente ci sono solo bar, ristoranti, hotel e barche. C'e' una bella spiaggiona gigante di ciotoli, poco affollata, ma scegliamo comunque uno scoglio piu' appartato (basta fare due passi in piu' per essere isolati) per il relax del pomeriggio.
[30/6 Les Calanche-Scandola] Prendiamo da Porto il MareNostrumII, pilotata da un dubbio lupo di mare che si presenta a bordo con un sigaro lungo 20 cm, camicia aperta sul petto villoso e un dubbio fascino da Alen Delon da film di serie B. Pero' porta la barca dentro grotte e anfratti dove gommoni non avevano coraggio di entrare. Visita alle Calanche (a sud del golfo di Porto) e alla penisola di Scandola (a nord). Fatichiamo a trovare le parole per descrivere tali meraviglie. Diciamo solo strepitoso e se potete andateci.
[1/7 Piana-Cargese-Sagone-Lopigna-Azzana-Muna-Vico-Porto] Oggi si torna verso l'interno. Prima da Porto verso Piana, passando sopra i Calanchi (che abbiamo fatto dal mare ieri). Sarebbe quasi una strada da fare a piedi, tanto comunque ti fermi ogni 20 m per guardare lo spettacolo di queste rocce rosse e traforate. Proseguiamo verso Cargese, la strada diventa divertente assai, e poi Sagone. Le spiagge sono veramente molto belle, per di piu' la strada ci passa di fianco, quindi si raggiungono in un attimo. Ma abbiamo altri progetti e andiamo avanti. Dopo Sagone, giriamo verso l'interno (D25) verso Lopigna. In un attimo siamo in montagna, in mezzo al nulla, per valli boscose e piene di torrenti e ruscelli. Proseguiamo per la D125 verso l'interno direzione Azzana. Poi (D4) Rosazia, Muna Murzo. Qui la strada inizia ad essere incredibile. Stretta come una macchina, non di piu', sale, sale, sale... Aggrappata alla roccia, in alcuni passaggi dentro la roccia, altrove con base di cemento su terrazza sporgente, sospesi nel vuoto. La vista e', ovviamente, incredibile. I paesini sono minuscoli e particolari, Muna e' pazzesco: si raggiunge solo a dorso di mulo e forse nemmeno cosi'. Senza acqua, senza luce, senza niente: e c'e' gente che ci vive. Scendendo si arriva a Vico, ma poco prima c'e' un altro fiume (Liamone) che forma piscine naturali, e non ce lo facciamo certo sfuggire. Dopo sosta fiume, con annessi e connessi, si prende la D70 verso Evisa: decisamente una altra strada, molto bella e ottimo fondo. Prima di Evisa, prendiamo a destra la D84 verso Col de Vergio, in cerca delle cascate dell'Aitone. Gia' che ci siamo arriviamo fino in cima al passo (1477 m slm) dove sembra di essere sulle Alpi, circondati da boschi e prati. Poi torniamo giu' e facciamo due passi (ma forse erano 4) verso le cascate dell'Aitone: altra piscina naturale in un ambiente splendido. Ma e' tardi, niente bagnetto... Lungo il sentiero c'e' anche un maiale selvatico che grufola felice: noi lo guardiamo, pensiamo alla lonza, al prosciutto, alla panzetta, eccetera eccetera, e siamo felici anche noi. Del resto la strada che ritorna a Porto (D84) e' cosi': curva, curva, mucca. Curva, curva, capre. Curva, curva famigliola di cinghiali. Curva, curva, cavallo. Curva, curva maiale selvatico. Si ha anche una vista spettacolare sulle Gorges della Spelunca, canyon profondissimo scavato dal fiume.
[2/7 Porto-Col de Verge- Calacuccia-Corte] Oggi si lascia Porto e si va verso Corte, nel cuore dell'isola, lungo la D84. Di nuovo si svalica al Col de Verge, poi si scende attraverso la foresta Valdu-Niellu verso Calacuccia, regione del Niolo, regno del trekking, per chi ha gambe e fiato. Noi proseguiamo, dopo una sosta spuntino a Calcuccia dove incredibilmente ci fanno un caffe' degno di questo nome! Da qui la strada attraversa la Scala di S.ta Regina, valle lunare, senza vegetazione, con il fiume che scorre in fondo, di una bellezza inquietante. Infine si arriva a Corte, dove dormiamo all'hotel de la Paix, dignitoso, anni '70. Corte e' carina, c'e' un museo dentro la cittadella che racconta la storia della popolazione corsa (Museo dell'Antropologia della Corsica), veramente ben fatto e interessante. Poi si sale al nido d'acquila, cittadella nella cittadella, e poi al belvedere, dove c'e' un bar con un cameriere un po' tonto che, con una certa fatica, convinciamo a tirare fuori due birre.
[3/7 Corte-Ajaccio-Corte] Si puo' andare in Corsica senza visitare Ajaccio? E allora da Corte ci facciamo tutta la N193 verso sud, fino ad Ajaccio. La strada e' una scorrimento veloce, ma sempre corsa, quindi con un sacco di curve e almeno due passi. Attenzione a simpatici locali che tendono a tagliare le curve allegramente. L'ultimo tratto scesi dalle montagne fino ad Ajaccio sono una ventina di km dritti, pallosi e trafficati. Ajaccio in se e' troppo grossa per essere bella. Puo' essere piacevole passeggiare sul lungo mare del porto e per la strada pedonale alle sue spalle. Ma li' finisce. Per di piu' il museo d'arte Fesch, con notevole collezione, risulta chiuso per lavori, e la piazza D'Austerliz, con annessa statua di Napoleone e (dicono) ottima vista sul circondario, e' chiusa anch'essa per spettacoli serali. Per fortuna troviamo, con una certa fatica, il bellissimo museo di Storia della Corsia A Bandera: piccolo museo messo in piedi da appassionati, con storia corsa dalla preistoria alla resistenza contro i tedeschi (e italiani) nella WWII. Arriviamo fino alle isole Sanguinarie, 12 km a ovest, isolotti di roccia rossa con torretta genovese e faro, affascinanti. Attenzione che ad Ajaccio i velox sono molti, anche se tutti molto ben segnalati. Infine si torna indietro, sempre per la N193.
[4/7 Corte-Valle Restonica-Bastia] Mattinata dedicata al trekking, per la valle della Restonica, a pochissimi km da Corte. Valle bellissima, verde, boscosa, con un torrente che invita al bagno e circondata da montagne dolomitiche. Lasciamo le moto nel parcheggio (a pagamento 2 euro x moto) in fondo all'unica strada che da sola merita la gita, e saliamo a piedi fino ad un laghetto a 1750 m (lago di Melo). Incantevole, ma quassu' fa quasi freddo, e c'e' un venticello fresco fresco. Al rientro dobbiamo farci forza per non abbandonare le moto e tuffarci nel fiume, che dire invitante e' dir poco. Ma dobbiamo tornare a Bastia, che domani c'e' il traghetto. Da Corte a Bastia c'e' una statale N193, all'inizio bella poi, arrivati alla piana di Bastia, dritta, pallosa e trafficatissima. Si dorme all'hotel Posta Vecchia, sul porto vecchio.
[5/7 Bastia-Livorno-BaitaZan] La mattina il traghetto ci aspetta presto (7,15), anzi, dovrebbe, se non fosse in ritardo! Alla fine arriva, ma il carico delle auto e moto e' fatto in modo a dir poco bizzarro. Prima due moto, poi quasi tutte la auto e poi le altre moto. Mah... Si sbarca a Livorno e da qui sardostrdada verso La Spezia: Kalla fora la ruota posteriore quando avevamo appena spento l'interfono, riesco a ri-raggiungerla, e ripariamo la gomma con il kit nonostante l'assurdo "supporto" della stazione di servizio Agip, che non aveva un caxxo di manometro per gonfiare le gomme, e ci suggerisce di usare una bomboletta di Fast ! Com'era la pubblicita'? AGIP, viaggiate coccolati. Si, come no.
Poi la Cisa, quasi senza traffico, poi Piacenza Brescia, assolutamente senza traffico, e infine BS verso val Sabbia e arrivo a Storo, dove siamo attesi in BaitaZan. Ma questa e' un'altra storia.
Considerazioni generali: 2500 km, piu' o meno. Problemi alle moto nessuno, tolta la foratura dell'ER-5. In Corsica la benzina costa cara 1.57 (1.54 a Bastia), quando in Italia era intorno a 1510.
Delle strade corse qualcosa abbiamo detto: le principali sono buone e abbastanza veloci e di solito divertenti (tanto i rettilinei qui si contano su una mano e il traffico e' scarso). Le secondarie e quelle sulla costa sono in genere abbastanza strette e con fondo dal appena decente al "e questa sarebbe una strada?". Su queste strade le medie di percorrenza sono molto basse: arrivare a tenere i 40/50 km/h vuol dire andare via bene: non basatevi sulle distanza kilometriche, ma sui tempi dichiarati da qualche locale (cui aggiungere un 30%, voi non siete locali). I distributori sono nelle citta', quasi assenti all'interno. Polizia o pattuglie non ne abbiamo viste, tranne che ad Ajaccio, dove ci sono velox fissi ma ben segnalati. Attenzione ai locali, che tendono a correre e tagliare le curve. Sulle strade costiere, suonare il claxon prima delle curve cieche e' una buona idea, magari c'e' un pulman dietro l'angolo che vi aspetta al varco.
Furti moto: che dire, se ne sentono molte, ma e' difficile dare un giudizio. Le moto a Bastia sono molte, veramente molte. Le vedi in giro legate solo con bloccadisco, ma alcune anche con grosse catene a oggetti fissi (pali, alberi, etc): i parcheggi dedicati hanno spesso dei paletti fatti apposta. Moltissimi hotel segnalano la presenza di garages per moto (tutti quelli dove siamo stati l'avevano). Queste osservazioni fanno pensare che il problema esista, ma viene anche il sospetto che potrebbe anche essere dovuto alla cattiva nomea, difficile da dire. Magari le moto sono piu' in pericolo in grandi citta' come Roma o Milano, non so.
Costi: in generale la corsica e' cara. Gli alberghetti dove siamo stati noi costavano intorno 60/70 euro la doppia, ma senza colazione, che e' a parte e spesso costosa (6-11 euro a testa). Per cui il costo effettivo della camera e' piu' alto. Dalle tariffe esposte, a fine luglio/agosto i prezzi schizzano (anche del doppio). Per mangiare dipende molto: alla carta puoi facilmente spendere 30/40 euro a testa senza problemi. Quasi ovunque ci sono menu' a prezzo fisso (da 15 a 30 euro, spesso piu' d'uno), che offrono gli stessi piatti della carta ma un po' meno abbondanti. Da bere usa, come in Francia, la caraffa d'acqua (di rubinetto) che non viene fatta pagare (non esiste nemmeno coperto/servizio) ed e' sempre buona. Per i vini: i vini Corsi sono ottimi, veramente. Sia bianchi, che rossi che rose'. Questi ultimi particolarmente piacevoli con il caldo, ma con una struttura in grado di reggere piatti di selvaggina. Costano parecchio (15/18 euro minimo la bottiglia al ristorante, a salire...). Esistono anche bottiglie da 37.5 cl o 50 cl, che non costano la meta' di quelle normali, ma un po' di piu'. Spesso, ma non sempre, c'e' il vino sfuso a circa 7 Euro 1/2 litro. Abbiamo sempre mangiato molto bene, con punte di grande eccellenza, sia per il pesce che per la carne. Particolarmente buoni gli insaccati (lonza in testa), spesso fatti da maiali selvatici e non allevati.
Lingua: francese, ovviamente. Inglese e' quasi sconosciuto, tranne che nei maggiori posti turistici. Molti parlano un po di italiano, ma saranno molto piu' gentili se farete almeno un sforzo di dire qualche parola di francese, non importa quanto male. I cartelli sono bilingua: francese e corso. Ma quasi ovunque le scritte in francese sono cancellate o prese a pallettoni: l'indipendentismo corso sembra preso molto sul serio.
Per finire: e' molto probabile che molte delle nostre impressioni positive verrebbero smentite tornando in alta stagione. La Corsica e' piccola, le strade poche e le strutture turistiche tutto sommato limitate. La congestione si raggiunge facilmente.E pensare ad una spiaggia come Saleccia (che pure non si raggiunge con la strada ma solo con uno sterrato, vero, di 12 km) piena di gente e con l'orizzonte coperto dalla barche, be' mi mette un po' di tristezza...