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/  Indice forum » Tutti in sella » Mototurismo » [MT] Itinerari e report

     ≡  [Report] In Istria, a prendere la pioggia


  
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BanditStaff
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Miki
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Iscritto dal: 26/9/2003
Da: Nordest, più est che nord
Su: B12N 1999, XF650 1998
# 1 ≡ [Report] In Istria, a prendere la pioggia
»27.06.09 - 18:19
Quasi quasi sarebbe bello avere l'auto, per poter ascoltare una colonna sonora adeguata a tutto quello che di bello c'è qua attorno...
E' solo un pensiero, anche se un filino eretico, quello che mi passa nella zucca sconfinando per l'ennesima volta in Slovenia.

Tutto è verde, rigoglioso, vivo: e i colori brillanti della natura estiva fanno risaltare il nero dell'asfalto nuovo nuovo, riportandomi alla concentrazione per affrontare un'altra curva, pennellando, sugli 80 all'ora. Cinquecentino, il mio Kle, ronfa tranquillo.

Ho scelto la moto da enduro in quanto la mia meta dista dalla partenza oltre un centinaio di km di asfalto, più gli ultimi 20 o 30 di strada sterrata: la kawa quindi è la moto più adatta per andare alla ricerca di uno dei posti più belli che abbia mai avuto modo di vedere, e che non visito - negligentemente - da più di vent'anni.

Per l'occasione ho montato il portamappe magnetico sul serbatoio, e ho installato il trittico di bauletti. L'effetto scenico è notevole, e probabilmente molti tra i vacanzieri che incontro per strada mi prenderanno per un mototurista serio, intento nel suo viaggio... Invece sono solo in fuga dalla civiltà per un po', annegato in uno dei miei momenti di orsismo, e i bauletti servono a portare a casa tante buone cose che la terra che sto calpestando - l'Istria - regala ai pazienti e cocciuti contadini che abitano i suoi paesini sperduti tra le pietraie e la caratteristica terra rossa.


Ecco i colori tipici dell'Istria cosiddetta "rossa"

Come al solito penso a un sacco di cose, guidando, la maggior parte delle quali inutili. Andando verso sud, sulle strade meno frequentate dal traffico vacanziero, associo ai nomi dei paesi i cognomi che ritrovo nella mia città, un giochino di cui non riesco a fare a meno.
Pensare cose inutili e giocare con le parole... Quasi un lusso, nella società in cui viviamo.
Società che peraltro non fa nulla per celarsi, anzi: il traffico ormai è intensissimo, e al valico tra Slovenia e Croazia mi incolonno paziente tra camper, roulotte e macchine piene di tedeschi color rosa pallido che tra pochi giorni si griglieranno come porchette al cocente sole Croato.

Maledico per l'ennesima volta quel confine - come qualsiasi altro, del resto - e sembra che anche gli abitanti di una casa poco distante siano d'accordo: sulla casa campeggia una scritta (in Sloveno) che tradotta suona come "anche qua è Slovenia". Se non si conosce bene il posto, in effetti la cosa non ha senso. Ma chi frequenta questi luoghi sa che il confine - irregolare - fa una specie di ansa che lascia in Slovenia - proprio sul confine stesso - questa casa, mentre a occhio, stando in colonna per il valico, sembra giacere oltre , in territorio Croato.
Illusioni ottiche e questioni di terre di frontiera.

Passo, finalmente, e si respira.
Guidando tra le file di pini marittimi - degli alberoni molto vecchi - il canto delle cicale copre perfino il rumore del bicilindrico, e mi viene da sorridere a pensare che percorrendo quelle strade, da bimbo, sul sedile posteriore dell'auto di mamma e papà mi immaginavo che quelle stesse cicale dovevano essere enormi, per fare tutto quel baccano...

Il traffico si dirada, e guardo l'ora: in realtà oggi sto volando solo per me, ma l'abitudine a prendere nota di tempi, distanze, punti noti ed elementi salienti per organizzare itinerari è sempre presente. Chissà, magari anche dalla strada di oggi nascerà un pezzo di itinerario da far percorrere ai banditi ;-)

Zigzago tra le strade dell'immediato entroterra e della costa, al solo fine di soddisfare l'occhio e la voglia di curve, anche se a velocità veramente turistica: mi superano tutti, mancano solo i trattori... Ma ci sono scorci troppo belli da vedere, panorami troppo intensi, dettagli che andrebbero singolarmente osservati per minuti interi...

Io immagino l'Istria come una donna florida dall'aria vagamente materna, dal corpo generoso coperto di colpi e graffi che però non riescono a nascondere nè ad intaccare la sua semplice ma ammaliante bellezza.

Credo che quest'immagine si adatti bene a descrivere una terra meravigliosa e tormentata, abituata dal trascorrere del tempo a bandiere sempre diverse, lingue nuove e scontri fin troppo frequenti.

Perso nei miei voli di fantasia continuo a scendere verso sud, arrivando alla foce del fiume Quieto, dove scatto una foto:



Rimontando in sella, noto che il tempo si sta fanculizzando molto rapidamente: sta arrivando una signora perturbazione che però sembra lontana; decido di proseguire, tanto ho tutti gli accessori per la pioggia.
Faccio una decina di km e decido di deviare verso l'interno, staccandomi dall'itinerario progettato, per scansare i nuvoloni.
Mi dico: se funziona in mare, dovrebbe valere anche per strada...

Palle.

Cominciano a cadere goccioloni come chicchi d'uva, e addocchiando uno slargo di fermata dell'autobus (con tre autostoppiste annesse) decido di fermarmi a mettere l'antipioggia.
Tra i goccioloni vedo che le tre donzelle hanno un cartello con scritto "Trieste".
Cazzarola, stanno cercando il passaggio nella direzione sbagliata :-D

Mentre mi bardo contro il temporale ci parliamo - in inglese - e cerco di convincerle che difficilmente qualcuno le raccatterà se sono nella corsia sbagliata.
Tra le altre cose adesso piove in maniera veramente professionale e sono oramai zuppe come tre savoiardi, cartello compreso.
Si convincono, finalmente, e si spostano: finchè non finisce di piovere chi scenderà dal prossimo autobus per Parenzo troverà come bella sorpresa tre ragazze ventenni dei paesi bassi ad aspettare che spiova per... Attraversare la strada, col loro cartello ormai praticamente senza scritta.

Riparto, e non va per niente bene.
Piove talmente tanto che faccio una fatica incredibile a vedere anche solo la macchina davanti, così non si può proseguire.

Fortunatamente passo su di un bel viadottino, nuovo nuovo...
Svolto repentinamente, praticamente per campi (fortuna che sono con Cinquecentino, che tiene i tasselli e l'anteriore da 21) e vado a parcheggiare bello felice sotto alla strada dov'ero pochi istanti prima.

Piove seriamente, di proseguire per la mia sospirata meta non se ne parla. Mi rassegno.
Sotto il ponte c'è una bella pietra per sedersi: estraggo dal bauletto la pipa, mi accomodo sul mio nuovo trono e aspetto che passi il diluvio.


Devo essere uno strano spettacolo per i turisti che passano in mezzo al temporale...

Ha mollato un po'.
Inverto la rotta, e mi dedico all'obiettivo numero due di questa mia gita: l'enogastronomia.
Pensando alla pappa - vista anche l'ora ormai pomeridiana, a secco di pranzo - la mia panza reclama... Bisogna sbrigarsi.
Visto il definitivo cambio di itinerario metto la prua a nord per cercare un paese dove gente ben informata sussurra che si facciano l'olio di oliva e il Malvasia più buono di tutta l'Istria.
Conosco il percorso, ha smesso di piovere e allora me la godo, asciugando l'antipioggia addosso. Sono felice, anche se la strada "rastrellata" in tantissimi tratti anche bagnata mi costringe ogni tanto a delle divertenti quanto inaspettate acrobazie.

Da qui si vedono le valli dell'interno, con i caratteristici paesi arroccati sulle colline: prima fra tutti la cittadina di Montona - che ha dato i natali, tra gli altri, a un certo Mario Andretti - che svetta a destra, maestosa, a dominare la vallata. Uno spettacolo.
Annoto mentalmente questo buon punto di osservazione.

Raggiungo il paese che sto cercando, accompagnato dal sole che fa capolino tra le nubi ormai rade: ho finalmente lasciato indietro quella pessima perturbazione.
Mi fermo nella caratteristica corte della casa dei contadini che vendono i prodotti della loro terra.
Suono, mi tolgo casco e guanti, aspetto.
Tolgo la cerata, niente.
Sembra non ci sia nessuno... Quando si apre una porta ed esce un anziano signore con una camicia a quadroni, abbinata ad un paio di jeans sporchi di terra, neanche a dirlo, rossa.

Il signor Emilio ha gli occhi di chi è stato appena svegliato dal pisolotto pomeridiano, e mi sento un poco in colpa.

Lui capisce, sorride, e apre la cantina: una di quelle cantine alla vecchia, con le panciute botti di rovere e una serie inenarrabile di attrezzi di ogni tipo.

Mi fa assaggiare il vino, che è semplicemente delizioso. Il Malvasia Istriano è il mio vino preferito, e questo è veramente un buon bicchiere.
Spalanco le valigie laterali per mettere le due bottiglie da due litri che mi porto via; l'arzillo vecchietto vede e loda i bauletti, a suo dire molto pratici per portare in giro il vino senza che si ribalti. Altro che estetica motociclistica :-D

Indago sull'olio di oliva: lui mi guarda, e rientrando in casa borbotta che deve andare a chiedere alla padrona.
Mi lascia lì nell'aia - dove nel frattempo vedo che producono anche il miele - da dove sento una voce femminile che strepita all'indirizzo del povero Emilio... Non so se si usa anche da altre parti, ma in questi luoghi la "paròna" è la moglie, indiscutibile signora e amministratrice della casa.

Altra porta che si apre, e il contadino esce accigliato dichiarando solennemente che le donne sono come i diavoli, e ogni uomo ne deve avere uno che lo tormenta. E' così che deve andare.
E lui ne ha uno suo personale, di diavolo, che lo comanda - dice - senza mai alzarsi dalla sedia o uscire dalla casa, facendolo sempre trottare in giro... Rido, e mi piacerebbe - quasi quasi - sapere che ne pensa "la paròna", e sentire la sua versione della storia :-P

E' ora di andare, il signor Emilio adesso che oramai è alzato deve andare a bagnare i campi, perchè la pioggia sembra voler evitare questa porzione di terra Istriana.

Raccatto il miele e l'olio - entrambi profumatissimi - e salutando me ne riparto verso casa.

Il ritorno è come ogni rientro che si rispetti, cioè opaco e velato dal distacco da questa terra che conosco da quando sono nato e alla quale sono molto legato.

Rientro in Slovenia e poi in Italia, e come sempre mi monta il fastidio nel ricollocarmi nel traffico.
Tra le altre cose mi fa male il didietro, dovrei fare qualcosa per questa benedetta sella. Poi penso che potrei dar via il b12 e il Kle per comprarmi un'Africa Twin o un Supertenerè, e mi estraneo studiando nuove soluzioni motociclistiche adatte al mio modo di vivere la moto, e nel frattempo... Arrivo a casa.

Mi confeziono una bella merenda a base di bruschette con l'olio appena preso, accompagnate dal buon vino che esce dai bauletti che tanto sono piaciuti al signor Emilio.

Un'altra gita che se ne va in archivio: mi rincresce solo di non aver raggiunto la meta che mi ero prefissato.
Verrà il momento anche per quello, penso masticando: come si dice da queste parti "xe più giorni che luganighe" :-)

Bravi e grazie, se siete arrivati fino a quaggiù: oggi mi andava di scrivere ;-)
Mona a venti, mona avanti

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Risposte Autore Data
    [Report] In Istria, a prendere la pioggia skiboy 27/6/2009 18:52
       [Report] In Istria, a prendere la pioggia G-Spot 28/6/2009 7:55
    Re: [Report] In Istria, a prendere la pioggia ender 28/6/2009 9:50
       Re: [Report] In Istria, a prendere la pioggia Barone 28/6/2009 10:38
          Re: [Report] In Istria, a prendere la pioggia Jackpd 28/6/2009 13:45
             Re: [Report] In Istria, a prendere la pioggia nathannever 29/6/2009 7:34
                Re: [Report] In Istria, a prendere la pioggia kinos2002 29/6/2009 8:24
                   Re: [Report] In Istria, a prendere la pioggia clyde 29/6/2009 9:02
                      Re: [Report] In Istria, a prendere la pioggia shalako 29/6/2009 10:08


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