Non sto più nella pelle
non vedo l'ora che arrivino le 14:30 di martedì prossimo!
nikon,
Citazione:
è un cancello!
Intanto girovagando in rete ho trovato una recensione di questo modello.
Leggetelo un pò con attenzione e, una volta tanto, cercate di essere obiettivi e ditemi se l'autore è stato di parte oppure no.
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SF-C, LZ Sport, V6 Endurance. Sigle incomprensibili per gli smanettoni dell'ultima generazione, nati e cresciuti tra CBR, ZX 6-7-9, motori a venti valvole e scritte SRAD in colori fluo. A questi personaggi colorati, con gobbe e saponette un po' dappertutto il nome Laverda potrebbe proprio suonare nuovo. E allora un po' di storia non guasta: senza dilungarci, diremo solo che le rombanti Laverda, fino alla metà degli anni settanta, bastonavano regolarmente le strapotenti pluricilindriche Made in Japan.
LA NOVITA' Oggi Laverda 750 S ha la stessa pericolosa missione. Tenere dietro le giapponesi. Certamente è più difficile di questi tempi: le sportive dagli occhi a mandorla rasentano ormai la perfezione. Ma Laverda 750 S vuole dimostrare che su una strada tortuosa (in pista sarebbe chiedere troppo) un'ottantina di cavalli possono bastare. E allora la formula è la stessa di una volta: un paio di cilindri pronti a rispondere alla manetta del gas, pochi chili e una ciclistica d'eccezione. Ma andiamo con ordine: il bicilindrico fronte marcia è un must nella produzione Laverda. E infatti saranno in molti a chiedersi se il settemmezzo vicentino non sia lo stesso che spingeva le gloriose SFC di 25 anni fa. Niente paura: rimane lo schema a due cilindri paralleli, ma la parentela non è stretta nemmeno con i recenti 668 che hanno segnato la rinascita del marchio. Raffreddamento a liquido, nuove teste a quattro valvole, iniezione elettronica significano alta tecnologia senza rinunciare al carattere e allo spirito delle sportive del Belpaese.
BEN FATTA E già che siamo in tema, come per tutte le moto italiane destinate ai centauri più smaliziati la componentistica è di livello eccellente. Impianto frenante Brembo con doppio disco anteriore e pinze a quattro pistoncini, forcella rovesciata Paioli, cerchi Marchesini, pneumatici Pirelli Dragon... insomma, tanti nomi altisonanti a fare da contorno al bel telaio a doppio trave in alluminio. Il tutto nascosto sotto una grintosa semicarena (c'è anche la 750 S con carenatura integrale, ma la versione semi nuda è più aggressiva e originale).
STRUMENTI DA 50cc E in un contesto da sportiva pura non poteva mancare la classica caduta di tono tipica del Made in Italy: di solito, volendo parlar male di una strumentazione, si dice di livello ciclomotoristico. Visto cosa offrono i moderni scooter, per la Laverda 750 S sarebbe un complimento. Per una moto con tante doti, in vendita a 20.990.000 lire, una strumentazione più consona non avrebbe guastato.
IN SELLA Scomoda. Appena in sella l'impressione è che questa Laverda 750 S sia davvero scomoda e troppo compatta. Manubri bassi, sella dura, le pedane che non si trovano. Difficile ambientarsi subito, anche per chi passa da una moto all'altra ogni giorno. Ma poi si comprende il perché di una posizione così sacrificata. Basta una strada tortuosa per capire come questa sportiva non richieda grandi spostamenti del corpo e tantomeno una guida di forza. Con dimensioni da duemmezzo e un peso di 194 chili (a orecchio sembrerebbero addirittura meno) Laverda 750 S è una moto che permette ancora di improvvisare. Una curva cieca, un raggio diverso da quello che si pensava... ogni errore è perdonato, si può modificare la traiettoria senza patemi d'animo, arrivare lunghi o piegare a freni tirati senza pericolo di finire in terra. E su strada sono grandi vantaggi. Se a tutto ciò si uniscono un reparto freni da riferimento, un assetto rigido e preciso, la solita grande sicurezza dei Dragon Pirelli, allora si capisce il grande potenziale di Laverda 750. E poi, questa bella veneta è anche stabile alle alte velocità, ma per competere sul veloce ci vorrebbero un bel po' di cavalli in più.
MOTORE CON CARATTERE Comunque, chi compra Laverda non va alla ricerca delle iperprestazioni, piuttosto di un motore sincero e dal gran carattere. E allora, basta girare la chiave per riscoprire un mondo che solo l'ingegneria Italiana sa offrire. Minimo zoppicante, qualche vibrazione nel passaggio bassi-medi regimi. A esser sinceri, da un bicilindrico parallelo ci saremmo aspettati più scuotimenti. Meglio così. Si parte. Qualche strappo ai regimi più bassi non aiuta nella guida cittadina: tutto nelle regole del gioco per una moto del genere. Il contagiri sale e man mano spunta il carattere impetuoso e verace di ogni bicilindrico.
UN ROMBO CUPO accompagna la spinta decisa dei 79 cavalli: dai 5/6.000 giri fino alla zona rossa c'è davvero di che divertirsi. Poi l'allungo si stempera fino ai bruschi colpi del limitatore. Insomma, non si rimane impressionati, non si decolla come su un quattro in linea.
E a proposito, la giapponese che ci seguiva sulla famosa strada di montagna? Persa. Negli specchietti il nulla. Missione compiuta. Complimenti Laverda 750.
di Lorenzo Cascioli
15 giugno 1998
LA SCHEDA TECNICA
MOTORE
Motore bicilindrico parallelo frontemarcia
Cilindrata 747 cc
Potenza massima 79 cv a 8400 giri/min
Coppia massima 7,1 kgm (70 Nm) a 7000 giri/min
Raffreddamento a liquido
Distribuzione bialbero in testa, 4 valvole per cilindro
Alimentazione iniezione elettronica Weber Marelli
Avviamento elettrico
Trasmissione finale a catena
Cambio a sei marce
TELAIO
Telaio doppio trave in alluminio
Sospensione ant. forcella a steli rovesciati regolabile
Sospensione post. monoammortizzatore regolabile
Freni ant./post. (mm) a doppio disco (320)/a disco (245)
Pneumatici 120/60 ZR 17 - 160/60 ZR 17
Interasse/alt. sella 1.375/790 mm
Peso 194 kg
Capacità serbatoio 19 litri
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Per i più "tecnici" avrei una domada: quali sono i vantaggi/svantaggi di un bicilindrico parallelo?