BanditModeratore
Messaggi: 1007
Iscritto dal: 8/5/2007
Da: Napoli & Avellino
Su: BMW F800R "Artika"
# 1 ≡ [report] Arrostitour 2008
Capitolo I - Della puntualita'.
Al punto di ritrovo sapevamo che l'ultimo avrebbe pagato la colazione e quindi avevamo gia' consegnato alla cassiera dell'Autogrill l'identikit di Spin, prenotando una colazione stile Sheraton. Ma con un colpo di scena ad effetto il re dei ritardi arriva pochi secondi entro il tempo limite, lasciando tutti basiti e senza colazione. Ci siamo guardati attorno straniti, contandoci e ricontandoci fino a tirare un sospiro di sollievo. Mancano SonnyB4 e la famiglia Brigante, quindi la colazione e' salva.
Da lontano arriva un Bandit 400 dal rombo possente.
Poi oltre il rombo si sente una voce.
E' SonnyB4 che parla da solo, sovrastando il motore.
Quello va a tre, per definizione di Bandit400. Intendo il motore, e poi ha un interruttore on-off che fa esattamente quello per cui e' progettato.
Lo spegne.
La sua lingua invece e' animata da moto perpetuo.
Trovera' poi il modo di mangiare senza mai smettere di parlare con grande meraviglia degli astanti, basiti dinanzi a cotanto trucco magico apparentemente inspiegabile.
Arriva e senza smettere di parlare contemporaneamente saluta tutti, si fa infinocchiare (manca ancora Brigante) e va alla cassa senza passare dal via.
I cassieri degli Autogrill hanno visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare, ma 18 banditi affamati che fanno colazione a sbafo sono decisamente troppo.
Vedevo scontrini balzare fuori impazziti dalla macchinetta mentre volavano soldi.
Non erano i miei, quindi pace ed un ottimo caffe'.
Finiamo la colazione tra un branco di pellegrini che ci guardano come diavoli in terra e si segnano con l'acquasanta.
E Sonnyb4 parla, parla, parla.
Arriva Brigante con un ritardo mostruoso e finalmente si parte.
Capitolo II - Della scalata al monte
La giornata non e' male, ma via via che ci avviciniamo alle pendici di Forca d'Acero la macumba di Vmarea (da oggi metereologo ufficiale del forum), si trasforma in realta'.
La salita si rivela un viaggio all'inferno, tra pioggerellina viscida e nebbia.
All'inizio la prendi bene, sembra di viaggiare nell'ovatta.
Quando la visibilita' scende a 5 metri ed i tornanti si fanno impegnativi ecco, quello e' il momento in cui pensi all'Africa soleggiata e ti senti assolutamente fuori posto e fuori luogo.
Ma andiamo su, sempre piu' su.
Il mio navigatore disegna traiettorie impossibili, mentre l'unica cosa che ci tiene uniti e' la riga bianca per terra.
Oltre ai discorsi di sonnyB4, ovviamente.
L'unico suono nella nebbia, oltre a quello dei motori.
Guidati dalla sua voce troviamo coraggio e arriviamo in cima.
Per quello che si vedeva potevamo essere a Capo Nord oppure a Trapani, ma ci siamo sentiti come i cavalieri che fecero l'impresa, con buona pace dei banditi nordici che sono abituati a ben altro.
Capitolo III - Del ristorante
La quantita' di roba che siamo riusciti a stivare sui tavoli era superiore al Dainese Maxi Store, ma i banditi meridionali, si sa, sono previdenti. Siamo cresciuti ossessionati dalle madri che ci dicevano sempre "stai attento, metti la maglia di lana, fa freddo, porta un maglione" e siamo rimasti geneticamente tarati.
Ho visto banditi prestare attrezzature a destra e manca, oltre a quella che avevano indosso.
Ottimo, gente previdente, che si porta dietro il ricambio del ricambio.
Ci mettiamo a tavola molto presto, non potendo fare altro.
Io, stoico, voglio Void vicino.
Ho deciso di sfidare la sorte.
O resto digiuno, o vivro' per sempre nella gloria della vittoria.
In realta' Carloni e' una piuma, che quasi si vergogna di darci dentro.
Mi incattivisco e, insieme, ordiniamo l'impossibile.
Cementiamo l'amicizia partendo da polenta e salsicce e finendo con millemila arrosticini.
La sfida con la cucina locale e' dura, ma la lotta ci vede indubbi vincitori.
Si mangia, si beve (poco, poi si guida ed i banditi sono gente seria) e si ride molto.
Stona, vistosamente, la donna di Turcinieddu.
Lei seria, carina, gentile ed educata.
Lui rozzo, animalesco, sguaiato, insomma Turcinieddu, unico ed inimitabile.
Quando li intravedo teneramente abbracciati mi prendo a schiaffi per svegliarmi.
La scena ha del surreale.
Abbandoniamo il passo tra nuvoloni impertinenti ed una nebbiolina viscida e scendiamo a valle.
Capitolo IV - Delle soste.
Innumerevoli.
Ogni sosta una o due sigarette, ho finito il pacchetto in un amen.
Ogni sosta Paolo69 scassa i maroni che vuole ripartire.
Il tempo fa schifo, non possiamo andare molto lontano, ma lui ormai ha deciso.
Brontola.
E SonnyB4 parla, parla.
Foto di gruppo, che colgo l'occasione di farci fare da una gran bella ragazza, acciocche' mentre lei fotografa noi, noi fotografiamo lei.
SonnyB4 parla, con tutti i vecchi del paese, che poi muoiono come le mosche per lo sturbo.
Poi, dopo una delle ultime soste ripartiamo, su una stradina bagnatina bagnatina.
Capitolo V - Del dritto
Partiamo e subito mi metto dietro a Giuspe.
Prima curva.
Seconda curva, parto benino, un pelino largo ma non tanto.
Poi (c'era un gibbone in mezzo alla strada, ma l'ho visto solo nel video) la moto sobbalza e parte come una fionda impazzita verso la tangente della curva, dritta.
Come un proiettile.
Non mi era mai capitato.
Di fatto mentre era curva si e' raddrizzata di colpo andando inevitabilmente dritta.
Ho dietro mia figlia, il passeggero piu' importante del mondo, piu' della mia vita.
Non c'e' tempo per il panico.
Il tempo si e' fermato, rallentando come il "bullet time" del film Matrix.
Quello che e' durato pochissimi istanti (visto dopo) per me sono stati minuti interminabili.
Ho capito che se frenavo ero a terra.
Ho deciso di assecondare il dritto a costo di andare fuori strada.
ho visto un muretto troppo vicino.
Ho controllato la moto che aveva gia' l'anteriore sull'erba bagnata.
L'ho rimessa in strada, calmo lucido, senza mai chiudere il gas.
Ho continuato.
E' il mio dritto.
Il dritto Topesio.
Ma ho imparato tante cose.
Ho imparato che anche se stai attento (e lo sapevo che avevo le gomme finite ed ho sempre guidato di conseguenza) l'imprevisto e' sempre dietro l'angolo.
Ho imparato che millemila km ti aiutano ad entrare in sintonia con la moto e la strada.
Ho imparato che il panico ti fa male.
Ho imparato che esistono gli angeli custodi.
Capitolo VI - Del ritorno
Non abbiamo fatto 1000km, solo 290.
Sono stati belli, intensi e movimentati.
Il pilota mezzasega che e' in me e' un po meno mezzasega.
I banditi mi piacciono.
La nebbia un po' meno.
Mia figlia e' un fenomeno della natura, che in una giornata come questa, alla sua seconda uscita, non voleva piu' scendere dalla moto e mi sussurra convinta "rallenta che le gomme sono finite, ti allarga di brutto" e io quasi piango nel casco.
Aspettando il raduno questo Arrostitour 2008 ha avuto il suo gran perche'.
Con mille soste.
Con la nebbia.
Con Turcinieddu innamorato.
Con Carloni che mangia un arrosticino regalandoci una foto che restera' memorabile.
Con il dritto di Topesio che va nell'album dei ricordi affianco alla mitica curva Topesio.
Con un vecchietto che ti guarda rapito pensando alla sua gioventu' su una moto da 10 cv e noi che ne vogliamo 120 solo per andare a prendere un caffe.
Con una piazza piena di moto e di ragazzi che ridono vicino ai loro giocattoli a due ruote.
Con le zavorre che in realta' sono il sale della vita dei loro compagni.
Al ritorno la nebbia e' un ricordo da raccontare.
La pioggia si e' asciugata.
Il tramonto ci fa compagnia tra mani che si salutano nel vento mentre torniamo a casa.
E mi resta negli occhi la vista di Void che corre solitario sulla sua moto, il giubbotto gonfiato dal vento, la sagoma inimitabile.
Carlo ti avrei abbracciato al volo.
Se domenica c'era un bandito quello eri tu.
Ora aspetto il raduno.
QUATTRO RUOTE SPOSTANO IL CORPO, DUE MUOVONO L'ANIMA
Elefantinsputer 2009 - Uno degli 11 che fecero l'impresa.
Triumviro dei Saggi Astemi - Repubblica delle Due Sicilie