# 1 ≡ Appunti di viaggio del più piccolo dei fratelli Dalton
Ho un'altra maglietta - azzurra e gialla, stavolta - che si aggiunge a quelle già acquisite nel corso dei vari eventi degli anni trascorsi.
Il pranzo Natalizio è una tradizione ormai consolidata,
un'occasione per stare insieme e rivedersi, che ha la caratteristica di essere molto - troppo - breve.
Nei giorni successivi non si riesce ad avere, quindi, quella sensazione di vuoto che ti lascia il doverti separare dagli amici.
Il raduno annuale, invece, ti lascia sempre quella sensazione di separazione forzata da persone con cui stai bene, il sentimento - quel groppo - che ti prende alla fine delle vacanze estive da adolescente, quando devi lasciare i compagni con cui hai condiviso gran bei momenti, e fai tanta difficoltà ad accettare questo distacco.
La differenza sta nel fatto che il nostro è un arrivederci - a Natale, prima - e all'anno dopo poi, in un posto diverso, nuovamente tutti insieme.
Quando finisce il raduno e sono là, con la moto carica, non riesco mai a salutare bene. Un po', visto il mio carattere da granchio, non mi è facile di esternare quello che provo; un po' invece sono là che balbetto frasi incomprensibili: nei migliori casi di circostanza, nei peggiori proprio senza senso.
Forse dovrei andarmene senza salutare, sarebbe tutto più semplice.
Fatto sta che porto negli occhi le facce di tanti amici (qualcuno dei quali oramai si può cominciare a chiamare di vecchia data) ognuno con la sua caratteristica peculiare, coi suoi pregi e i suoi difetti, che va a formare un quadro che magicamente a intervalli regolari ricompare.
Quest anno sono riuscito a rituffarmi a pesce nella magica atmosfera da raduno libero dai gratificanti ma alienanti impegni organizzativi, e me lo sono vissuto appieno.
Mi porto l'immagine - in due anni sono passato dalla testa alla coda del giro ufficiale, per meglio assaporare tutto - di un serpentone fatto di bella gente che si ritrova per il gusto di non prendersi mai sul serio, con una comune passione.
Un'immagine da brividi e quasi qualche lacrima di emozione a pensarci da una sedia, invece che da una sella.
Grazie davvero a tutti per continuare a esserci e a rappresentare un modo di vivere, di pensare e di stare insieme purtroppo non facile da trovare nel mondo in cui viviamo.
Sarebbe bello parlare di tutti e descrivere ogni viso, ogni sorriso di questo raduno: porre l'accento sulle caratteristiche e le "gesta" di ciascuno, sull'emozione che ti dà rivedere questo e quel bandito... Ma non verrebbe bene, più che altro non renderebbe assolutamente: come ho già detto in altre circostanze, certe cose non si possono descrivere: bisogna viverle in presa diretta.
Mi limiterò a ricordare che dietro ai nick - che al raduno vengono sostituiti dai nomi propri, basterebbe dire solo questo - e agli avatar dei banditi ci sono dei gran cuori, davvero.
Ma basta, altrimenti scado nel melenso... Lasciatemi però dare qualche pacca sulla spalla:
Un abbraccio ai miei compagni di stanza, per avermi fatto rivivere l'atmosfera da "settimana bianca" alle superiori...
Un abbraccio a tutti i ragazzi del sud, di cui ammiro e forse un po' invidio la vitalità, la carica positiva e lo spirito...
Un abbraccio ai miei compagni di viaggio - gli altri fratelli Dalton - perchè con loro andrei veramente dappertutto, da tanto mi ci trovo bene per strada...
Un abbraccio a tutti i banditi, anche quelli che non sono potuti venire, per il tener vivo questo sito, coi valori che rappresenta.
E infine un gran ringraziamento - e i miei complimenti - a tutti i banditi e le bandite Torinesi, per aver dedicato il loro tempo libero e i loro sforzi ad organizzare il raduno della Mole...
...Avendo contribuito, ancora una volta, a ricreare la magia.
A presto, banditi