# 1 ≡ [F] La Regina dei Castelli di Carta
Genere: Thriller -
Data di uscita: 28-05-2010 -
Regia: Daniel Alfredson
Cast: Michael Nyqvist (
Mikael Blomkvist ) - Noomi Rapace (
Lisbeth Salander) - Lena Endre (
Erika Berger)
Note: Tratto dal romanzo omonimo (2007) di Stieg Larsson (ed. Marsilio, coll. Farfalle,2009) ed ultimo capitolo della trilogia “Millennium”
Trama: Dopo uno scontro quasi fatale con Zala, Lisbeth Salander viene portata di corsa in ospedale per una grave ferita alla testa. Sembra che Zala, ricoverato nello stesso ospedale, si trovi in condizioni analoghe. Grazie alle cure e a un po’ di fortuna, Lisbeth riesce a essere dimessa senza uccidere nessuno o farsi uccidere. Ma ora è in carcere, in attesa di essere processata per tentato omicidio. Come sempre dalla parte di Lisbeth, Mikael Blomkvist, indaga nel tragico e oscuro passato della ragazza alla ricerca di elementi che possano scagionarla.
Un po’ di critica: - - (…) terzo e ultimo adattamento da Stieg Larsson, scomparso nel 2004, e seconda regia di Daniel Alfredson: 148' interminabili, stile in libera uscita televisiva, zero suspense. Il thriller vorrebbe la tachicardia, qui è elettrocardiogramma piatto: la Rapace è progressivamente imbruttita, Nyqvist imbolsito, l'intrico di servizi e segreti è farraginoso, pletorico il dibattimento in aula, prevedibilissimo il triangolo familiare di Lisbeth. A risollevare le sorti è l'unica morte in fuoricampo, quella del povero Larsson: non ci sarà un quarto capitolo.
(Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 28 maggio 2010) – (…)Tra intoppi e deficienze di strutture,
La regina dei castelli di carta come
La ragazza che giocava col fuoco (2009) non accampa alcuno stile e si limita a una trasposizione elementare delle pagine di Larsson, che accontenterà unicamente gli appassionati consumatori di trame, scontentando al contrario lo spettatore interessato allo specifico del linguaggio cinematografico. Se
Uomini che odiano le donne, diretto dal danese
Niels Arden Oplev, denunciava il retaggio dei traumi non pacificati della socialdemocrazia svedese, in questo terzo capitolo la cornice storico-politica si riduce fino a dissolversi dentro un universo irrimediabilmente misogino e fino a invalidare il valore aggiunto dei romanzi di Larsson: l'ambientazione nordeuropea e la vastità di un paesaggio indifferente. Un adattamento trascurato e trascurabile che offre un servizio scadente all'immaginazione dei lettori e a chi non aveva mai avvicinato l'universo narrativo dello scrittore svedese
(Marzia Gandolfi).
Personalmentei romanzi non li ho letti e non leggo la critica prima di andare a vedere un film. Tuttavia questa volta un po’ me l’aspettavo: già il secondo capitolo (La ragazza che giocava con il fuoco) era stato deludente rispetto agli esordi, ed in tal senso si questo film è perfettamente in linea…una noia mortale ….(accentuata forse dall’averlo visto ieri sera al secondo spettacolo leggasi 22.30…forse non a caso unico orario di proiezione!). Il film riprende esattamente da dove si è interrotto il secondo e svela definitivamente la storia di Lisbeth abbondando nei 148 minuti di narrazione in dejavù…..misogenia e banalità….suspense pari a zero….con un finale che è decisamente incommentabile![ Modificato da Urania 11.06.2010 - 16:52 ]
[b]TUTTI I GRANDI SONO STATI BAMBINI UNA VOLTA.
(Ma pochi di essi se ne ricordano.)[/b]
[i]Un grande errore: credersi di più di quel che si è e stimarsi di meno di quel che si vale. [Goethe][/i]