Ciao a tutti.Come non promesso, vi mando il resoconto di una decina di giorni in moto.
Parto ( nel senso di partenza, non di nascita di un bambino ) in una bella giornata nuvolosa. Sulla borsa del serbatoio c'è una cartina del Trentino e sulla sella, oltre a me, c'è la mia zavorrina ( zavorrina per modo di dire, perchè insieme facciamo quasi duecento chili ).
L'itinerario si prospetta fantastico, roba da fare accapponare la cartina geografica: tour del Trentino con annessi e connessi i passi più belli d' Europa, ma cosa dico d'Europa, d'Italia.
Avvio la moto e mi viene bava alle orecchie nel sentire il rombo cupo della nuova marmitta GPR ovale che fa sembrare la mia BMW R 850 GS quasi una moto cattiva.
Si parte.
Davanti a noi, come direbbe Valeria Marini, "decinaia e decinaia" di kilometri e tante curve.
Puntiamo a nord, imboccando ( non nel senso di dare da mangiare ) ( chi non l'ha capita me lo dica che poi gliela spiego ) ( ma si dice gliela, liela , glie-la o gliel'à spiego??) ( bho) l'orrenda autostrada del sole.
Vi consiglio caldamente di uscire dall'autostrada a Trento e prendere per Pergine - Levico, quindi svoltare a sx e beccarvi il poco conosciuto ma di una bellezza commovente passo Mànghen; subito dopo il passo fermatevi a quella deliziosa bettolina con laghetto annesso.
Si mangia male ma il posto è splendido.
La strada anche.
Il panorama pure.
E quante moto!
Il nostro viaggio prosegue attraverso strade e passi che solo a sentirli nominare viene l'acquolina alle orecchie.
Godete con me , come diceva sempre Cicciolina : passo di Lavazè, passo di Costalunga, di Valles, Gardena, del Pordoi, Sella, Fedaia, Rolle, del Falzarego, del Falzarego ( non è una ripetizione, è che l' ho fatto due volte ) S.Pellegrino, Monte Croce di Comelico, delle Tre croci.
Ragazzi, posti di una bellezza fotonica, straordinaria, selvaggia e intima. Non chiedetemi cosa significa fotonica, non lo so ma rende l' idea.
Non ho parole che riescano a descrivere il senso di pienezza , l'armonia e la gioia che si prova percorrendo queste strade in moto, cose che soltanto un motociclista può capire.
E' ciò che secondo me prova un affamato in una salumeria o Rocco Siffredi in un sexy shop.
La strada che però vi consiglio di più, con una bellezza selvaggia e sconcertante, con splendide curve che partono dalla pinete e arrivano tra i prati alpini nudi come la Ferrilli nei suoi calendari, è quella che porta al passo di Giau.
Il panorama è incredibile - ancora oggi fatico a crederci - di una bellezza indicibile, al punto che ho deciso che la prossima vita nasco lì, possibilmente con i genitori miliardari( le cose quando si fanno, si fanno bene).
Ma questa è un'altra storia.
Passano i giorni e arriviamo in quella bella valle che accoglie Dobbiaco, val Pusteria. Lì troviamo un albergo a 5 km dal paese con piscina coperta affacciata alla vallata. Ottimo posto e ottima cucina, garage coperto.
In questi luoghi, però vi consiglio di non essere italiani, altrimenti peggio per voi.
Vi sentireste come la nutella in un piatto di cinghiale con patate arrosto, come un calabrese a Pontida o come Rocco Buttiglione al Parlamento europeo.
Ho reso l' idea?
Tornando al viaggio, vorrei darvi tre consigli :
1) polenta, capriolo con funghi e patatine al passo Gardena, primo rifugio a sx arrivando da Corvara. E' quello che si può definire un orgasmo gastrico.
2) andate al parco delle tre Cime di Lavareto ( strada a pagamento 10.00 euro ) succhiatevi panorama & strada e fatevi la passaggiata che porta alla vista delle cime. Quaranta minuti di sentiero ma ne vale la pena.
Se avete una moto da enduro si fa in 5 minuti, ma poi i tre mesi di galera sono noiosi; quindi fatevelo a piedi che così fate contente anche le guardie forestali.
3) sorridete quando potete, che per piangere c'è sempre tempo.
Durante il viaggio abbiamo anche conosciuto una simpatica coppia di musicisti.
Lei suona il pianoforte e lui la tromba.(!)
Si, lo so che è una battutaccia, ma a me fa sempre ridere.
Bene, questo era un resoconto breve, anzi, circonciso, del nostro viaggetto, ma non finisce qui.
Al ritorno a Reggio Emilia ( colline di RE ), dopo una telefonata-richiesta-acuinonsipuòdiredino, decido di ripartire la mattina successiva con tre miei amici, verso la Francia ( poveretti, come avrei potuto non accettare l'invito? ).
Il viaggio era ovviamente only man.
Le donne sono fantastiche, belle, intriganti, insostituibili, adorabili, sensibili, complici, deliziose, tenaci, tenere, amiche & amanti, cento volte migliori di noi uomini, ma ogni tanto è meglio che stiano fuori dalle balle.
Bhè, ci siamo fatti milleduecentokilometri in tre giorni evitando accuralamente l'autostrada, passando dal passo del Bocco ( bello, fu il mio primo passo in moto...trenta anni fa!!! ), percorrendo la costa ligure verso la costa azzurra, per poi inoltrarci verso le zone della via del sale.
Un consiglio? Passate da Limone piemonte e andate a Col di Tende e cuccatevi la strada che va verso Col de Nice, e lungo il percorso divagate lungo le vallatine che troverete a dx e sx. Godetevela.
Ma anche questa è un'altra storia.
Il fatto degno di nota, però, è che al mio ritorno, con la moto ancora carica, con l'anima in spalla e duemilaquattrocentokilometri percorsi in dieci giorni un pò con la zavorrina e un pò con gli amici, ho incontrato il Toro - che abita vicino a casa mia - e gli ho raccontato tutto il viaggio in pochi secondi.
L'ho lasciato che piangeva.
Si dice in paese che vaghi ancora tra le colline ululando e brucando erba assieme ai caprioli.
Per favore, banditi, non malignate su quale "erba" .
Alla prossima, Gio.