Saro' monotono, ma sono partito alle 8.20 e sono arrivato alle 20.20
il tutto inizia stamattina nel piazzale della stazione della metro' di Gobba, dove ho appuntamento con il Karlinga, Spicchio, e Vanaxel. Vanaxel, che arriva da Genova, e' l'unica puntuale: partendo alle 8 meno 10 da Genova arriva al casello alle 8.10 e mi manda un sms per dirmi che e' in ritardo. Alle 8.20 ha attraversato tutta la tangenziale e giunge all'appuntamento in orario. Miracolo, o trucco? mah.
Secondo puntello, davanti a Pogliani. Arriviamo un po' troppo davanti, anzi avanti, e ci ritroviamo 1km oltre. Torno indietro, recuperiamo gli altri 4, e partiamo con l'intento di fermarsi al primo caffe' aperto.
Finalmente a Morbegno riusciamo a bere un caffe'
. A questo punto ci svegliamo e diciamo: ehi, ma siamo a Morbegno! ecco perche' non trovavo il telecomando. Telefonata ad ElNonino per comunicargli il ritardo accademico a cui ci siamo volontariamente esposti, e riprendiamo la trafficata e dritta strada puntando dritto verso l'Aprica.
Ad un certo punto il cartello: Aprica, di qua. Vanaxel lo vede, pigia un bottone rosso sul manubrio, e scompare all'orizzonte. Io, che essendo il piu' veloce di tutti non avrei nessun gusto a sverniciarli tutti, li lascio andare avanti. Sempre piu' avanti, sempre piu' avanti, tanto che mentre salivo la salita (per poi scendere la discesa) il primo della fila mi telefona e mi fa "ehi, sono arrivato a casa, e' stato bello il giro eh?" al quale prontamente rispondo "spe che lo finisco e poi te lo dico".\
Durante il tragitto riesco a raggiungere il gruppetto degli inseguitori, con fatica poiche' su quella strada viaggiano diversi automobilisti inglesi con targa italiana: arrivi in curva ti prepari alla piega, guardi negli occhi il guidatore dell'auto che arriva dalla parte opposta, cogli lo sguardo d'intesa, fai per infilare la curva e ZAC, ti trovi il sorrisone del pilota del gippone di fronte a te. Ma non c'e' problema: i guard rail sono li' apposta, basta salirci sopra e la gippona ha tutto lo spazio che gli serve per passare, ovvero 18 metri di ampiezza.
Passiamo l'Aprica con agilita' (per forza, a furia di salire sui guard rail diventi atletico), ci fermiamo qualche minuto ad Edolo giusto il tempo per permettere a Vanaxel di distruggere il casco di Pacato con un solo gesto della mano (e' un casco moderno: con quelli vecchi ci volevano almeno due mani). Compriamo dell-attack, incolliamo il casco sulla testa di Pacato, disegnandoci sopra degli occhiali e dei capelli per non dare nell'occhio quando ci fermeremo al ristorante, e riprendiamo la scalata. Con la puntualita' svizzera di un immigrato italiano a Lucerna arriviamo con un;ora di ritardo al Tonale, sotto al monumento ai caduti. Coloro che attendono non si vedono, ma ad un ncerto punto qualcuno fa notare che quelle statue di ghiaccio sulla scalinata non sono il monumento ai caduti, bensi' i Banditi Trentini provati dall'attesa a 1900m di altitudine.
Con una fiamma ossidrica li riportiamo in vita, e poi ci avviamo nuovamente. "Caffe'", chiede di nuovo il Karlinga. Gli prometto un caffe' entro tre minuti, e mantengo la promessa dopo tre ore.
ElNonino & C. ci conducono in un luogo impervio: agganciamo le corde ai Bandit e intraprendiamo una scalata a suon di chiodi e picchetti. Alla fine, raggiungiamo un delizioso luogo dove finalmente possiamo dedicarci alla nostra attivita' preferita: la dieta dissociata. Ci dissociamo infatti alla domanda: "cosa volete mangiare", rispondendo in coro "TUTTO!".
Mangiamo tutto, tavoli sedie e cameriere comprese, ci cuociamo un po' al sole, e poi riprendiamo la strada. ElNonino & C. ci salutano perche', dicono, non gli sembra il caso di venire fino a Milano per accompagnarci (che maleducati), e seguiamo MaxBG, che si trovava misteriosamente all'interno di una delle statue di ghiaccio rinvenute al Tonale.
Obbiettivo: CROCE DOMINI.
Chi e' nel sito da qualche anno conosce questo luogo per i tristi avvenimenti accaduti a quattro malcapitati in occasione del primo raduno nord italia: 200km di sterrato senza via di scampo, tutto in notturna. Ma stavolta mica ci facciamo fregare: non facciamo il CroceDomini, ma il Maniva. Sul Maniva, infatti, troviamo non dello sterrato. Poco importa se l'ultima volta che e' stato messo l'asfalto su quella strada e' il 1962: un pezzo di selciato ogni 200m permette a qualsiasi motociclista di muoversi con agilita'. Come del resto dimostra Pacato (
), che pero' viene superato dallo stesso brecciolino che alza dalle gomme, entrando in un circolo vizioso (portera' il brecciolino fino a casa, visto che continuava a farsi precedere da esso).
Poi ValCamonica, e mi tornano in mente flashback di quattro anni fa: 4 Bandit proiettati nella notte ad una velocita'-Vanaxel dopo 5 ore di sterrato martoriante. L'odore di santita' si sente ancora nell'aria.
Bar, tabacchi, acqua coca e sigarette. Saluti e baci, verso l'autostrada, per farsi 80km sulla corsia di emergenza sberleffando i sardomobilizzati.
Infilo la moto nel box, e chiedo al gruppo di zanzare presenti di tenermela d'occhio. Meglio della polizza contro il furto: succhiano sempre meno sangue delle assicurazioni, penso.
Finalmente casa. Quando riusciro' a togliermi gli stivali vi diro' com'e' finita.
Grazie a tutti!