Vacanze in Croazia - Agosto 2003
Superdefo, Andreone_Fazer, Asterix e zavorrina.
Questo e il reportino dettagliato di tutta la vacanza in Croazia. Mi scuso in anticipo per l’uso un po’ ortodosso dei tempi dei verbi.
Buona lettura a tutti.
Lamp Lamp
13 agosto ’03
Appuntamento col bandito Asterix e zavorrina Angela e Andreone_Fazer alle ore 9,30. Asterix si è presentato alle 10,10. Siamo partiti dalla Tiburtina per l’autostrada ROMA - L’AQUILA, poi Teramo – Giulianova con la statale 80 e poi A14 fino ad ANCONA sud. In tutto abbiamo fatto due tappe e un’andatura buona con 140 km/h di media.
Siamo arrivati al porto alle 15,15. Alle 16,00 apriva l’agenzia per fare i biglietti. Abbiamo perso due ore per colpa dell’impiegata che non capiva niente (era veramente tutera) e ha sbagliato l’emissione dei biglietti, quindi Angela è tornata indietro e abbiamo riavuto 24 E dopo un’altra mezz’ora. Con Denis non ci siamo potuti vedere purtroppo, ma un bagno al CONERO e precisamente a PORTONOVO ce lo siamo fatto e ci ha rimesso al mondo.
Alle 20,30 avevamo l’imbarco e siamo arrivati alle 21,00. Un po’ di timore per Scooby doo l’ho avuto perché le strade per tornare al porto erano saponette e poi quando l’hanno legata nella nave ancora di più.
Ho la cabina con Andreone col numero 126 – 128. Cena al ristorante e decisioni varie per l’itinerario da fare in Croazia. Commenti sulla cena: riso scotto ai frutti di mare e parmigiano per me e Andreone e calamari fritti, fritti, fritti come direbbe Benigni e patatine fritte per tutti. Hanno un colore che proprio non mi piace, ma ho fame quindi mangio tutto.
Dopo cena andiamo sul ponte a prendere un po’ di fresco e intorno a mezzanotte torniamo in cabina per andare a dormire.
14 agosto ’03
Dormito da schifo, nella cabina accanto c’era uno che russava ed io giù a cazzotti sulla parete per farlo smettere, per fortuna ci sono riuscito e ho potuto chiudere occhio.
Arrivo al porto ore 7,00. Io e Andreone abbiamo fatto colazione sulla nave. 4,30 E un furto. Angela e Asterix invece hanno speso 3,30 E al porto.
Dopo aver fatto il pieno con 58 Kune facciamo il giro dell’isolato, ci troviamo sulla strada giusta e usciamo da ZARA (ZADAR in croato). Direzione FIUME (RIJEKA in croato) ma per uscire dalla città c’è un ponte che non prendiamo. Lo prenderemo in seguito senza pagare il pedaggio anche se era autostrada. La strada è una saponetta ma il paesaggio è stupendo.
Ci fermiamo a KARLOBAG per il primo bagno refrigerante dato che eravamo cotti. Ci fermiamo per pranzo ed io e Andreone ci facciamo anche un litro di succo tropicale a testa.
Dopodiché partenza per SENJ e li un altro litro d’acqua. Andreone discute animatamente con un vecchietto croato, perché secondo questo tizio ha parcheggiato male la moto e non fa passare i pulman nel parcheggio. Cerchiamo poi un campeggio. Uno è carino ma pieno di famiglie quindi andiamo altrove. Ne troviamo uno un po’ più grande e ci fermiamo a SIBINJ località da cui prende il nome il nostro camping.
Montiamo le tende e scarichiamo finalmente le moto. I bagni fanno cagare e la doccia è col contagocce, ma dobbiamo farla anche per lavare via la stanchezza. Ceniamo di fronte al campeggio, ci troviamo bene e decidiamo di tornarci domani anche perché abbiamo speso 8 E a testa mangiando pesce.
Torniamo al camping e decidiamo di andare a SENJ ma un temporale minaccioso si affaccia sull’isola di fronte a noi quindi rimaniamo a dormire.
15 agosto ’03
Sveglia alle 8,00, caffè e latte comprato al market. Angela parte per un bagno al mare e noi la seguiamo. Facciamo le 10,00. Volevamo andare a PLITVICE ma vista l’ora decidiamo di andare all’isola di KRK che è la più grande del mare Adriatico.
Partiamo e facciamo benza. Dopo un po’ Angela si perde il bandana e nell’attesa, visto che tornano indietro per trovarla, io faccio pipi tra le fratte. Si rivedono poco dopo e noi partiamo dritti, dritti per KRK. Nel frattempo un coglione di Varese ci taglia la strada ed io gliene dico quattro.
Arriva l’ora di pranzo e dopo aver pagato il ponte 15 Kune ci dirigiamo all’aeroporto perché Asterix deve prelevare. Ci saranno state in tutto dieci persone, praticamente desolato e con due aerei vecchi militari in bella mostra. Non si poteva prelevare quindi andiamo altrove e ci fermiamo a MALINSKA. Incontriamo tre banditi tedeschi ed io gli faccio vedere la mia maglietta nera del Bandit indicandogli il sito e scambiando qualche battuta. Compriamo da mangiare al supermarket, Andreone ed io ci facciamo il solito bibitone di vitamine. Proseguiamo per la cittadina di KRK che è molto carina e li io ed Angela discutiamo di religione, dopodiché cerchiamo una caletta per fare il bagno e sono le 15,30. Arriviamo ad una località di cui non ricordo il nome, ma si vede il continente in lontananza e troviamo una cosa mai vista prima. Uno skilift per lo sci d’acqua e un bar su palafitta. Decidiamo di fermarci perché c’è un po’ di movimento. L’acqua del mare fa schifo, sembra Ostia ma ci dobbiamo rinfrescare. Fatto ciò andiamo a curiosare lo skilift e ci prendiamo da bere. Torniamo poi tardi al campeggio e ritorniamo a mangiare da Sandokan.
16 agosto ’03
Mi sveglio di buon mattino perché non ho chiuso occhio per via della bufera che ha rotto per tutta la notte. Ore 7,15. Mi faccio la barba e pizzo con l’acqua fredda come sempre in questo campeggio, poi compro da mangiare per la colazione, nel frattempo gli altri si sono svegliati e sono le 8,00. Tra una cosa e l’altra partiamo per le 9,25 per i laghi di PLITVICE.
Curve da paura (non me lo aspettavo) e panorami mozzafiato. Ci fermiamo ad OTOCAC per comprare da mangiare per il pranzo. Andreone mi fa notare le pareti degli edifici tutti pieni di buchi e subito mi rendo conto che mi trovo nel bel mezzo della guerra in Jugoslavia di qualche anno fa. Mi sale una sensazione strana che non avevo mai provato prima e ancora non riesco a descriverla con la penna. Mi immaginavo i cecchini dietro la finestra pronti a spararti addosso. Non è per niente bello. Comunque noto con piacere che molti di questi edifici sono stati ricostruiti o ristrutturati. D'altronde sono slavi e come i friulani nel 1977 si sono rimboccati le maniche ed hanno lavorato sodo.
Andiamo avanti e ci troviamo in uno splendido altopiano pieno di colori e un cimitero con lapidi pulitissime (credo anche nuovissime) e subito dopo moltissime case diroccate e ricostruite accanto. Ci sono anche delle buche strane sia intorno alla strada che tra l’altro fa scifo, sia altrove. Sicuramente erano buche provocate da bombe di granata o d’aereo. Proseguendo notiamo dei chioschetti che vendono miele e grappa. Ci fermiamo un istante e decidiamo ci comprare qualcosa al ritorno.
Altre pieghe e un po’ di traffico ed arriviamo a quel posto meraviglioso che è PLITVICE. 90 Kune il biglietto. Mangiamo davanti ai bagni che sembrano quelli di casa per quanto sono puliti. Ci sono due percorsi da poter fare, uno da quattro ore e uno da sei. Decidiamo per quello da sei perché noi siamo banditi.
Partiamo dal pulmino rigorosamente elettrico che ci porta al lago più alto e il conducente pazzo ci sbatacchiava a destra e a sinistra per quando andava veloce in quelle curve a strapiombo. E’ una delle sette meraviglie del mondo, uno spettacolo della natura che non dimenticherò e non dimenticheremo facilmente. È tutto lasciato allo stato brado e l’uomo non tocca niente a meno che non cade qualcosa di grosso sul camminamento di legno. Infatti ci sono molti pesci di fiume, in maggioranza coregoni e molti alberi caduti nell’acqua e cascate a non finire e…
Si fanno quattro ore sulla tabella di marcia e non ce la facciamo più. Dopo aver preso il battello, anche questo rigorosamente elettrico, decidiamo lo stop. Ci sdraiamo e ci compriamo un gelato sulla riva del lago. Mentre vado con Andreone a bere un po’ d’acqua noto un collega delle Poste, quanto è piccolo il mondo. Riprendiamo il battello e torniamo al punto di partenza cottissimi.
Torniamo sulle moto per rifarci 100 km e compriamo lungo l’altopiano il miele e Andreone prende anche la grappa al ginepro. Ci costa un po’ e io spendo 50 Kune equivalente a 7 E, sono soldi che do volentieri visto che ancora molti devono ricostruire le loro case. Ci fermiamo poco più avanti e ci pappiamo il pane avanzato del pranzo con il miele appena preso. BUONISSIMO! C’incamminiamo nuovamente e all’altezza di OTOCAC veniamo fermati dalla polizia e con nostro stupore notiamo che sono alla testa di un corteo nuziale il quale strombazzava all’impazzata per i festeggiamenti. Da notare molte macchine con la bandiera croata sul cofano e le coccarde sullo specchietto retrovisore sinistro come fanno i friulani.
Tornati al campeggio ci facciamo una doccia e decidiamo di uscire, ma una volta a tavola, sempre da Sandokan, la stanchezza prende il sopravvento e quindi andiamo tutti a nanna.
17 agosto ’03
Mi sveglio molto rimba e sono l’ultimo ad alzarmi, facciamo colazione e decidiamo di andare all’isola di CRES. Lungo il cammino ci fermiamo a NOVI VINODOSKI così cambio un po’ di Euro. Al cambio c’è una mora allucinante con cui scambio qualche battuta.
Arriviamo all’isola di KRK da cui prendiamo il battello per l’isola incantevole di CRES che ci costa 86 Kune andata e ritorno. Andiamo al paese di CRES e mi accorgo che le mie gomme sono arrivate alla tela. Parcheggio la moto e proseguo sul Fazer di Andreone arrivando in una baia di nome VALUN. SPETTACOLARE!!! Parcheggiamo le moto in un camping molto carino e poco dopo arrivano quattro tope, anzi quattro statue e ci rifacciamo gli occhi. Il tempo passa e nel pomeriggio notiamo un animale al guinzaglio un po’ strano. Era un furetto femmina. Molto bella ma il padrone si vantava un po’ troppo per i miei gusti. A mio avviso un animale selvatico non si può tenere in cattività. Comunque arriva sera e decidiamo di rimanere a mangiare sull’isola. Ottima scelta. Mangiamo arrosto di pesce e calamari ripieni ed altre cose, il tutto per 17 Eurozzi. Torniamo a CRES per riprendere la mia moto e riprendere il traghetto. L’ultima corsa è alle 22,30 e noi siamo già li per le 22,00. Partirà poi alle 23,00.
Sbarchiamo e andiamo pian pianino al campeggio dopo un’ora più cotti che mai. Non mi lavo neanche i denti per quanto sono stanco. Infatti, poco dopo dormo anzi svengo come dice il mitico Andreone e ci mancava poco che non mi svestivo per niente.
18 agosto ’03
Sveglia di buon mattino per sistemare tutto e ripartire per la costa meridionale. Devo assolutamente cambiare le gomme, c’informiamo e subito dopo SENJ c’è un gommista. È solo per auto… cazzo!!! Ci dice che ZADAR è l’unica soluzione. Mi accorgo nel frattempo che la testata del motore è ammaccato. Mi viene quasi da piangere, è uno sfregio di CRES. Può essere una martellata o un parcheggio fatto male. Ma tanto se era un uomo gli si seccheranno le palle e se era una donna non potrà mai avere figli tanto li ho maledetti.
Vado piano piano, il caldo comincia a farsi sentire e la tela comincia ad allargarsi. Ho una paura sfottuta che mi scoppia la gomma. Ad un certo punto c’è il primo intoppo. Ad Asterix gli si staccano le borse laterali e la tenda rotola davanti a me cadendo poi in un dirupo. Io e Andreone cerchiamo di recuperare la tenda e Angela ed Asterix risistemano il tutto. Ripartiamo! Di gommisti nemmeno l’ombra. Secondo intoppo. In autostrada sento puzza di bruciato, le borse di Asterix prendono fuoco perché toccano la marmitta, io gli getto un po’ d’acqua e spengo tutto. Si bruciano un po’ di indumenti intimi che sono da buttare e i jeans preferiti di Asterix si possono recuperare.
Arriviamo a ZADAR… terzo intoppo! Andreone cade dalla moto ad un incrocio, la strada è uno specchio insaponato. Attimi di panico perché non si rialza. Scatto sull’altra sponda dell’incrocio, scendo dalla moto, mi levo lo zaino e scatto a soccorrerlo. Gli sbottono il giubbotto e gli impongo di non alzarsi, ad Angela gli viene da piangere. Si forma un po’ di gente intorno e rialzano la moto. Fulmineamente arriva l’ambulanza. Che attimi ragazzi, con la penna non si riesce a descriverli. Controllo la sua moto e a parte qualche ammaccatura sul capolino è tutto a posto. L’accendo e la sposto vicino alle nostre moto. Lui viene soccorso e lo invitano a salire a bordo dell’ambulanza. Asterix ed io rimaniamo a parlare con la polizia che nel frattempo è arrivata e Angela va con Andreone. Gli spieghiamo la dinamica dell’accaduto e nel frattempo trovo un motoricambi. Parlo a spizzichi e bocconi con un signore che sembra Roger Moore e mi dice che la gomma arriva mercoledì. Oddio e che faccio? Valuto, lascio perdere, parcheggiamo la moto d’Andreone e andiamo all’ospedale li vicino. Che schifo di strade!!! All’ospedale hanno un’efficienza pazzesca e per parlare con noi hanno anche il traduttore simultaneo venuto con la polizia. Dopo gli accertamenti medici per fortuna positivi, la polizia gli fa l’etilometro risultando 0. dovrebbe pagare l’intervento ma grazie al foglio sanitario internazionale non paga nulla, ma si tengono l’originale.
L’ora di pranzo è passata da un pezzo e sono le 15,30. Asterix ha mal di testa io non ho più fame pur avendo un buco allo stomaco, la tensione è altissima ma non tra noi che andiamo molto d’accordo. Alla fine troviamo una specie di pizzeria e ci fermiamo li. La cameriera è una ragazza adorabile, parla benissimo inglese e si chiama VANINA.
Chiediamo sia a lei sia ad un po’ di gente per queste cazzo di gomme, ma niente da fare. Sarei dovuto tornare fuori ZADAR e vedere se li forse le avevano o le cambiavano. Non c’è soluzione allora chiamo la Suzuki Assistance in Italia. Dopo un giro di telefonate, la Suzuki Italia contatta la Suzuki croata che nel frattempo mette in contatto ZADAR e poi me. Ovviamente il mio cellulare non funziona ed io usufruisco di quello d’Andreone. Sono le 19,00 e tra mezz’ora arriva il carro attrezzi grazie anche all’intervento di VANINA che gli spiega dove ci troviamo. Angela ed Asterix nel frattempo si dividono da noi per cercare un alloggio per la notte e qualche depliant della città che è molto bella. 19,30 puntuale arriva i camioncino ma la moto non la carico e lo seguiamo fino all’officina poco distante. La Suzuki Italia intanto chiama in continuazione per sapere come vanno le cose. Parliamo un po’ con l’autista ma è il fratello che si occupa delle moto. Cosa monto? Di nuovo Batlax, Dunlop o Diablo? È un dubbio che mi attanaglia. Le Diablo sono disponibili per domani, le Dunlop tra due giorni e le Batlax boooohh! Certo le Diablo costano un casino ma sono le migliori.
Angela ed Asterix hanno trovato un vecchietto molto disponibile e decidiamo di alloggiare li da lui. Con il mecca rimaniamo che ci vediamo domani per le 9,00 e gli dirò cosa montare, quindi riprendiamo le moto e andiamo a casa. Finalmente una doccia aahh! La stanza è carina ma il letto un po’ meno, comunque si può dormire.
Usciamo a piedi, non ci pare vero!!! Andreone sta bene anche se accusa qualche doloretto all’anca e alla spalla sinistra. Andiamo in centro e troviamo un Grill per mangiare carne. Molto buona e il costo è contenuto. Siamo distrutti e non vediamo l’ora di tornare a casa per dormire. E così a mezzanotte chiudiamo gli occhi.
Giornata da dimenticare, ma senz’altro ce la ricorderemo per un bel pezzo!
19 agosto ’03
Sveglia alle 8,00 e alle 8,30 facciamo colazione come previsto. Con noi ci sono una coppia di padovani e una famiglia francese, Asterix e Angela dormono. Prima incontriamo VANINA al porto. I casi della vita a volte… e ci dice di prendere un caffè da lei prima di partire. Alle 9,00 puntuali siamo dal mecca e gli dico di mettere le Diablo a tutte e due le ruote, tra una cosa e l’altra alle 14,00 sarà pronta.
Torniamo a casa e facciamo i conti col signor GIROLAMO e la moglie ed io mi faccio fare la ricevuta perché mi servirà per il rimborso della Suzuki Italia. Si fa mezzogiorno e andiamo a piedi al centro. Ci dividiamo di nuovo, Angela ed Asterix vanno in giro per mercatini e per un gelato. Andreone ed io andiamo da VANINA. Andreone riesce a scroccargli una foto e l’email. Scopriamo che ha 23 anni e ha avuto un ragazzo italiano in Germania dove ha vissuto per sei mesi. La salutiamo e andiamo a prendere la mia moto, sono le 14,20.
Trovo un biglietto alla porta dell’officina, dice che arriverà alle 15,00, ma alle 14,40 arriva e aspettiamo che monti le gomme. Vedo Scooby doo tutta smontata, miiii che triste, comunque sarò ancora più triste poco dopo che gli sgancio 2600 Kune equivalente a 345 E, ma ora ho le Diablo.
Torniamo dal vecchietto e sistemate le moto partiamo alle 15,30. il paesaggio cambia notevolmente, è molto più brullo e la vegetazione è più bassa. Arriviamo a SPLIT (SPALATO) circa alle 19,00. Asterix e Angela vanno a cercare informazioni in qualche agenzia turistica. Ci mettono moltissimo e Andreone ed io veniamo bombardati da signore che affittano camere. Finalmente arrivano e andiamo a cercare di cambiare i biglietti per il ritorno ad ANCONA, invece di ripartire da ZADAR vorremmo partire da SPLIT. È possibile solo per Angela ed Asterix, per noi no. Quindi io e Andreone torneremo a ZADAR. Nello stesso tempo la figlia di una signora che ci deve affittare la stanza ci aspetta di fuori.
Andiamo poi con questa ragazza che ha il motorino a casa sua, ma è troppo distante dal centro e noi non vogliamo smontare i bagagli. Ci dispiace un po’ ma non la prendiamo e quindi torniamo al porto. Vogliamo passare una serata tranquilla visto che dobbiamo stare all’imbarco alle 7,30 di domani. Parlottiamo con un po’ di signore ed alla fine un ragazzo ci dice di andare a casa della madre e possiamo lasciare le moto in un posto sicuro. È praticamente al centro ed è chiuso da due cancelli altissimi. Angela ed Asterix vanno a vedere la casa e noi rimaniamo a vedere le moto.
Assistiamo a delle scene inaspettate. Signore invadenti e litigiose che si contendevano noi. Casa mia è più bella, la mia ha il garage, la mia è al centro e quella è brutta gente, quella invece no e così via. Io non ce la faccio più, Andreone ci manca poco che sbrocca dicendo di voler dormire al porto vicino alla sua moto, Asterix che non tornava, Dio che momenti!!! Finalmente arrivano e Andreone si carica il ragazzo sulla sua moto poiché abbiamo scelto la casa della madre e andiamo via dall’APOCALISSE. Facciamo 50 metri e dopo aver superato il parcheggio delle moto veniamo fermati da un poliziotto. È la fine. Ci chiede 500 Kune a capoccia perché siamo su un’area pedonale e il ragazzo che stava senza casco ci dice che ci avrebbe fatto un “papiro” facendoci credere che era un lasciapassare ed invece era una multona. Poi ci dice che il poliziotto non lo vedeva di buon occhio, dato che gli faceva sempre le pinne col motorino davanti. Intanto noi ci guardavamo il poliziotto che aveva veramente una faccia da pirla. Alla fine ci fa capire che bastava un documento di una moto e ci lasciava andare. Doveva far vedere alla gente che aveva fatto il suo lavoro e così l’unico documento disponibile al momento era il mio. Lo tiro fuori, lui fa uno scarabocchio su un taccuino e pace fatta, ma quanta strizza abbiamo avuto.
Parcheggiamo le moto sotto il portico, come descritto sopra. Sembra di essere tra i vicoli di Trastevere a Roma. Il ragazzo chiama l’amico che abita sopra che ci guarderà le moto, dice lui… Dalle 5,00 i cancelli saranno di nuovo aperti per la nettezza urbana, speriamo bene!
Saliamo su casa che sta dietro l’angolo. Arriviamo su in mansarda e gli scalini non finivano mai. Appena giunti, quello che ci appare è una stanza deliziosa tutta in legno, soffitti di legno e oggettini vari da tutto il mondo, un terrazzino che si affaccia sui tetti si SPALATO e il bagno fuori come quelli di Rocca di Papa. Per entrare nella stanza dovevamo aprire una botola, anch’essa di legno.
Siamo distrutti ed io sono l’ultimo a fare la doccia per via della mia solita lentezza. Scendiamo giù e cerchiamo un “buiaccaro” per mangiare. Usciamo dalle mura del centro e troviamo un panificio che fa anche cose salate. Sono molto buone anche perché abbiamo una fame da lupi, ci sediamo su un muretto e dopo ci facciamo una bellissima passeggiata per i violetti del centro. Spettacolari, conservano ancora tutti i resti della villa dell’imperatore romano Diocleziano, parecchi hanno le colonne romane dentro i negozi e non c’è una carta per terra e c’è tutto marmo bianco.
Stanchi ma soddisfatti torniamo a casa verso l’una e crolliamo dal sonno.
20 agosto ’03
Sveglia alle 7,00 e ci sbrighiamo ad andare giù per vedere le moto. Per fortuna e tutto a posto, le sleghiamo e a motore spento ritorniamo dove la sera prima c’era il poliziotto e per fortuna di lui non c’è ombra. Ci sediamo in un localetto alla francese così ci prendiamo dei cornetti caldi. Ovviamente c’era tutto tranne i cornetti e il cappuccino che ho presto era bollente, solo il caffè espresso di Andreone era buono. Montiamo sulle moto e ci dividiamo.
Angela ed Asterix vanno al panificio a comprare i cornetti, Andreone ed io andiamo a trovare il traghetto che ci porterà all’isola di HVAR. Appena tornano, c’imbarchiamo e con un paio d’ore saremo sull’isola. Parte puntuale alle 8,30 e ci dirigiamo verso il bar, posiamo le cose ed io comincio ad aggiornare il “diario di bordo”, dopo un po’ Andreone, Asterix e Angela salgono sul ponte. Intorno alle 10,00 li vado a cercare e alle 10,30 sbarchiamo. Decidiamo di andare a JELSA perché è la parte più carina ed è zona di campeggi.
E via tranquilli, tranquilli, non ci pare vero, dato che nei giorni precedenti abbiamo avuto l’adrenalina alle stelle. Arriviamo al camping GREBISCE che sta in mezzo al bosco. È molto carino e molto pulito in confronto a quello di SENJ sembra un albergo a quattro stelle, i bagni sembrano quelli di casa. Comunque per valutarne anche un altro, lasciamo Andreone li e con Asterix ed Angela andiamo al campeggio MINA, che di bello ha solo il nome. Torniamo al GREBISCE e piantiamo le tende, abbiamo a disposizione oltre che alla corrente elettrica anche il frigorifero ed una dispensa, WOW!!! Siamo molto contenti e rilassati e poi la famiglia che gestisce il camping ha una figlia di nome ANITA che è molto carina, un’altra più piccola e un figlio fancazzista. Dopo esserci sistemati ci facciamo un bagno sotto al camping e scopriamo una caletta con bar e tavolini tutto di legno.
Si fa l’ora di cena quindi torniamo su per una mega doccia calda e andiamo in paese a mangiare il pesce. Troviamo un ristorantino che sembra di quelli alla FRED FLINSTONE con tavoli di roccia e tronchi d’albero per sedersi. Mangiamo bene anche qui ed il top è stata la bistecca di tonno con patatine fritte. Per l’indomani non avevamo forchette perché avevamo deciso di mangiare la pasta al campeggio ed io mi ero proposto di fregarle al ristorante, ma l’audace Andreone con la sua baldanza fa scivolare una forchetta del risotto a terra e così fa anche per il tonno ma aggiunge un coltello. Pagato il conto facciamo un giretto al paese che è molto delizioso e poi a nanna contenti contenti.
21 agosto ’03
Sveglia alle 9,00 finalmente. La notte ho avuto un po’ freddo. Ce la prendiamo molto comoda ed io ne approfitto per farmi la barba. Intanto Angela ed Asterix vanno giù al mare e poco dopo anche Andreone scende. Io li raggiungo intorno alle 11,30. Giornata in completo relax, ci voleva proprio. Io e Andreone prendiamo i lettini e dopo un po’ arriva la sorella minore di ANITA che stava a servire al bar e ci chiede 20 Kune a testa per tutto il giorno. Torniamo su per pranzo e ci facciamo mezzo cocomero. Scendiamo giù dopo pranzo ma Asterix e Angela rimangono su. Prendiamo i lettini e li mettiamo in acqua e ci lasciamo cullare dalle onde. Dopo un bel po’ vediamo la coppia venire dal mare, siamo stupiti, come avranno fatto? Aspettiamo che viene l’ombra sulla caletta e andiamo via.
Torniamo su, mega doccia e ci cuciniamo la pasta. Angela nel pomeriggio intanto aveva fatto il sugo coi peperoni. Sette etti e mezzo per quattro persone, avevamo proprio bisogno di un po’ di pasta.
Chiediamo ad ANITA un locale per passare la serata e dopo aver fatto una passeggiata a VRBOSKA (un mortorio) andiamo a JELSA e la coppia ci saluta per andare a dormire.
Andiamo al locale VILLA VERDE e ci gustiamo un concerto dal vivo. Il gruppo faceva un genere tipo Fred Buscagliene, Paolo Belli e Bob Marley con tutte canzoni loro. Aspettiamo che finisce così balliamo un po’ e il dj mette un po’ di musica tranquilla. Ci guardiamo e ci chiediamo quando si potranno fare quatto salti. Ancora niente ed allora all’una ce ne andiamo al camping a dormire.
22 agosto ’03
Ci svegliamo tardi e io mi alzo alle 9,30 anche perché Angela mi tira i sassetti sulla tenda. Toletta e colazione e giù in mare ma 100 metri più distante. Prendiamo posto sugli scogli ed io mi metto a scrivere. Dopo un po’ che ci siamo abbioccati arrivano due bambini e relative mamme a rompere le palle perché si mettono a 2 cm di distanza nel metro quadrato a disposizione che avevamo. Per fortuna dopo un po’ se ne vanno.
Si fa l’ora di pranzo e andiamo sopra al chioschetto sotto gli alberi a prendere in caffè dopo aver mangiato pomodori, formaggini e frutta. Facciamo le 16,00 giocando a carte a scala 40, vince Angela 3 a 2 e a 2. Andreone ed io torniamo a prendere il sole e ci scappa pure la pennichella. Si fanno le 18,00 e Angela dopo aver tirato di nuovo i sassetti a noi che dormivamo se ne vanno su. Andreone non si accorge di nulla tanto era in catalessi. Poco dopo ci prepariamo anche noi e andiamo su.
Troviamo Asterix alle prese con il cocomero, giusto in tempo per far fuori anche quello, dopodiché doccia e ci prepariamo ad andare al paese di HVAR.
Ci vuole un po’ per arrivare, sono poco più di 20 km. Parcheggiamo e Andreone ed io ci facciamo un giro per il paese che è molto bello e ci sono mega yacht attraccati alla darsena. Decido di prelevare qualche contante al bancomat per pareggiare i conti con Andreone. Ti pareva che filava tutto liscio? Ovviamente no!!! Dopo aver fatto tutte le procedure solite, al momento di darmi i soldi mi esce un foglietto con la scritta “carta bloccata”. Sono le 21,00 e la banca è ancora aperta. Entro e comincio a brontolare in cirillico. Mi dice l’impiegata che è tutto rimandato a domani perché si devono collegare con ZAGABRIA e dalle 10,00 si può riprendere la carta. È inutile dire che mi sono rovinato la serata e non sono di molta compagnia, comunque andiamo tutti insieme a mangiare prodotti tipici della Croazia, sono speciali e buonissimi ed il locale merita. Ci sono prosciutti appesi al soffitto e aratri e poi e a conduzione familiare. Ci facciamo un bel giro per smaltire il vino e poi torniamo in campeggio. Abbiamo avuto un po’ freddo al ritorno perché non avevamo il giacchetto.
23 agosto ’03
La notte ovviamente non ho dormito per i pensieri e comunque alle 9,00 ci siamo alzati, faccio tutte le cose un po’ di fretta ed alla fine sono il primo ad essere pronto, quindi vado a comprare la colazione, fatto ciò tra una cosa e l’altra andiamo verso HVAR alle 10,20. facciamo benza a JELSA e poi andiamo.
Angela e Asterix sbagliano strada e quindi li aspettiamo, una volta raggiuntici dicono di aver dimenticato gli asciugamani da mare perciò torneranno indietro a prenderli. Io e Andreone proseguiamo e ci diamo appuntamento a HVAR. Arrivati poi a destinazione andiamo in banca.
La mia carta è li che aspetta, ma per motivi che non si sanno la carta rimane bloccata. E che cazzo!!! Loro dicono che è un problema della mia banca che ovviamente in Italia essendo sabato è chiusa. Secondo me invece no visto che avevano una montagna di carte di credito tutte diverse sul tavolo, comunque devo far mandare un fax dalla mia banca per poterla riprendere. Telefono a Franca che tra l’altro è in vacanza in Calabria, il telefono non funziona. Allora riprovo a chiedere se la posso riprendere ed interviene un uovo enorme e mi dice che è sempre così in quella banca e se voglio posso telefonare dalla sua agenzia. Io accetto e lo seguo, vengono anche gli altri e dopo un istante mi giro per vedere se mi seguono ma sono spariti. Cazzo!!! E mo che faccio co sto cristone? Chiamo ad alta voce Andreone che per fortuna esce dal negozio accanto e gli dico che faccio la telefonata. Chiamo Franca finalmente e mi dice di lasciar perdere la carta e che lunedì mattina chiamo il direttore a via Bocchi e gli faccio fare un annullamento e una remissione. Nel frattempo mi faccio aiutare da Andreone che con la sua carta a credito illimitato. Quanto mi rode il culo, da non credere!!! Franca mi da il numero verde per bloccarla e così dopo che chiudo la telefonata con lei faccio sto numero. Il numero dalla Croazia non funziona e quindi non mi resta che aspettare lunedì. Il cristone gentilissimo non vuole nulla per il disturbo, meno male. Lo saluto e rimontiamo sulle moto andando a cercare una caletta da quelle parti.
Arriviamo in un porto mercantile e quindi torniamo indietro, poi facciamo una strada sterrata che è veramente brutta. A me e ad Andreone non ci piace, al limite lasciamo le moto li e proseguiamo a piedi. Per me non se ne parla, accendo la moto e torno indietro, gli altri mi seguono. Facciamo poi una strada leggermente meglio ma piena di brecciolino e finalmente troviamo un posto che ci piace. Dobbiamo lasciare le moto su senza poterle controllare, ma poco importa, il posto è tranquillo.
Ci sistemiamo sulla roccia liscia e vicino ad un pino che non si sa come possa essere cresciuto li. Possiamo fare i tuffi ma per risalire dobbiamo stare attenti perché è pieno di ricci. Bagni a profusione e penniche da paura. Angela scova con la maschera un riccio monaco e Andreone lo prende. È tutto viola con le punte bianche. Ci vogliamo mangiare le uova così Andreone lo rompe e le tira fuori. Sono pochissime purtroppo. Avevamo già il pane pronto ma non abbiamo potuto mangiarlo, peccato, lo gettiamo via.
La giornata passa serena. Si fanno le 18,00 e andiamo via, ma invece di fare la solita strada, passeremo per i paesi vicini. Sono carini ma non hanno niente a che vedere col capoluogo. Saliamo, saliamo e il paesaggio che tra l’altro e tutto bruciato cambia. Notiamo in terreno delle colline tutto terrazzato ma è strano e poi una cosa inaspettata che ci fa piacere e paura allo stesso tempo. Gli asini selvatici in mezzo alla strada. Sono tutti ingrifati perché tra loro c’è una femmina in calore e scalciano da matti. Riusciremo a fare un paio di foto e ad andarcene. Iniziamo la discesa e non è più tutto bruciato (quasi). Io spengo il motore e scendo giù in completo silenzio sentendo solo il rumore del vento. È stupendo! Poi arrivati a valle riaccendo e passiamo per altri paesetti anch’essi carini. Tra questi c’è una via con tutti vigneti e muri di roccia che separano la via, me la faccio tutta in piedi per godermela.
Giunti in campeggio la doccia è d’obbligo e dopo esserci rimessi in sesto decidiamo di andare a JELSA a mangiare il pesce. Decido di andare in paese senza casco tanto li ci vanno tutti e il resto della truppa mi segue.
Andiamo al ristorante KONOBA PELAGO. Il posto non è un gran che, ma è accogliente e abbiamo poi mangiato veramente il mare. Tutto squisito e Angela fa un’affermazione che io concordo e cioè che questo ristorante e quello di CRES sono stati i migliori dove abbiamo mangiato. Paghiamo il conto e usciamo, io ne approfitto per fare qualche telefonata dalla cabina visto che il mio cellulare al solito non funziona.
Fatto ciò andiamo verso il VILLA VERDE a sentire un po’ di musica. È tutto pieno cavolo, non c’è un posto per sedersi. Fatto giro di ricognizione topa andiamo via. mentre scendo i gradini, inciampo e vado lungo per terra franando su Andreone. Meno male che è grosso, perché se cadevo su Angela la travolgevo dato che era accanto a lui. Sicuramente avrò fatto ridere tutto il locale e la topa presente, per fortuna che era mezzo buio così non si è visto il mio colorito facciale.
Torniamo in campeggio e dopo esserci sistemati per la notte, rinciampo di nuovo, questa volta sul tirante della mia tenda ma senza conseguenze. Voglio proprio sapere chi cacchio mi stava pensando in quei momenti. Comunque dopo altre risa, questa volta solo tra noi, andiamo a nanna intorno a mezzanotte.
24 agosto ’03
Io e Andreone ci svegliamo presto e precisamente alle 7,00. lui aveva proposto alle 8,00 ma conoscendomi e stato meglio un’ora prima. Facciamo tutto piano, piano per non svegliare Asterix, Angela e gli altri vicini. Nessuno dei due a voglia di sistemare, ma per forza di cose dobbiamo farlo. Comincio a tirare fuori tutto e la tenda è l’ultima cosa che rimane da sistemare. Arrivano le 8,00 e la coppia si sveglia. Hanno bei visi di prima mattina, chissà che hanno combinato nella notte… Mentre fanno colazione io vado a prendere la moto, ma non mi va di alzare un dito. Non voglio partire ma nello stesso tempo non vedo l’ora di essere in Italia. Andreone nel frattempo va a saldare il conto da ANITA, 420 Kune. Meno di quell’altro camping e siamo stati pure meglio! Alle 11,00 salpa il traghetto per SPLIT e sono le 10,10. Dopo aver salutato tutti partiamo!
Alle 10,20 facciamo filotto nella coda di macchine allucinante x imbarcarsi. Ci mettiamo davanti a tutti insieme ad altre moto. Aprono la sbarra e le moto schizzano via. Andreone è a far la fila per i biglietti quindi tocca a me spostare le nostre moto per poterle imbarcare. Fatti i biglietti saliamo sulla nave che parte alle 11,30 mi pare. Due ore e saremo a SPALATO. Io ne approfitto per scrivere di nuovo ed aggiornare il “diario di bordo” e Andreone si fa una mega pennica.
Arriviamo a SPLIT alle 13,30, Andreone fa la guardia alle moto ed io provo a cambiare i biglietti per partire da li e non da ZADAR che sta a 160 km di distanza. Si può fare ma bisogna mettersi in lista d’attesa e stare li un’ora prima dell’imbarco. È pazzesco e rischioso. Ne parlo con Andreone e decidiamo di partire per ZADAR. Magari ne approfittiamo per salutare VANINA.
Alle 14,00 ci mettiamo in marcia dopo aver mangiato uno sfilatino enorme con prosciutto cotto e formaggio, annaffiato con succo d’arancia vitaminizzato e ammirato come al solito la fauna topistica locale.
Tutta una tirata fino a metà strada, cioè a SIBENIK dove facciamo rifornimento e facciamo due chiacchiere con una coppia di Rimini su SV650 che vanno al parco nazionale di KNIK. Sono le 15,00. Ripartiamo alle 15,35 direzione ZADAR tutta d’un fiato. Arriviamo alle 17,00 dopo una breve pausa prima di entrare in città per far riposare i nostri sederi.
Direzione porto per chiedere informazioni sull’imbarco alla SEA MARINA nostra compagnia di navigazione, ripassando sulla strada dove Andreone si è allungato e glielo faccio notare visto che lui non se lo ricordava e voleva saperlo.
Arrivati al porto Andreone guarda le moto ed io mi faccio un’ora sotto il sole per via di una fila allucinante ed una sola persona allo sportello. Alle 18,00 non ce la faccio più e Andreone mi da il cambio, dopo poco più di un quarto d’ora finalmente abbiamo le carte d’imbarco per la polizia. Provo allora a telefonare alla cabina dietro l’angolo, ma si sono fregati il telefono. Allora telefonerò dopo e così andiamo da VANINA, ma nel frattempo, sempre davanti al suo bar incontriamo il signor GIROLAMO, come dire… abbiamo preso due piccioni con una fava. È un vecchietto troppo simpatico e disponibile che non scorderò facilmente. È li da quelle parti per il solito discorso delle camere da affittare, lo salutiamo e andiamo da VANINA dopo averci parlato un po’. VANINA è molto contenta di vederci e nel salutarla gli scrocco pure due baci.. tié.
Ci prendiamo una coca cola ma stavolta gli diciamo che la vogliamo pagare. Lei si siede al tavolo con noi e Andreone comincia a dare il meglio di se, sudando sette camicie nel parlare in inglese. Devo dire che se la cava molto bene e anche VANINA gli fa i complimenti. Si fanno le 19,00 e decidiamo di prenderci la pizza così spendiamo le ultime Kune rimaste anche perché alle 20,00 abbiamo l’imbarco. Ci fa pagare solo le pizze e la coca cola la offre lei, che tesoro, Andreone si innamora e la sposerebbe subito. Dopo i tristi saluti saliamo sulle moto e andiamo a fare il check-in.
Le moto saranno le ultime a salire a bordo, e te pareva! Facciamo due chiacchiere con i motociclisti (tutti italiani) e poi ci fanno salire sulla rampa. Parcheggiamo e andiamo su.
Ci danno la cabina 142-144 che è praticamente identica a quella dell’andata. Io vado di corsa al bagno perché mi sento male, sudo pure freddo. Andreone si da una sistemata ed io faccio altrettanto in cabina, cambio maglietta e sono pronto per andare sul ponte. Ci beviamo una lattina a testa di tè freddo sparandoci le ultime Kune.
Come è cambiata la fauna topistica, già sento nostalgia ahimé. Stiamo su fino alle 23,00, nel frattempo la nave è partita da mezz’ora e parlottando con un gruppo di romani un po’ bori Andreone si spara mezza scatola di biscotti al cioccolato comprati al duty free e andiamo in cabina a dormire, dopodiché il buio!
25 agosto ’03
Abbiamo, anzi Andreone ha puntato la sveglia alle 6,00, io ho dormito benissimo anche se poco, ci mangiamo qualche biscotto e alle 6,30 siamo pronti per scendere dalla nave e toccare finalmente terra italica. La nave è puntuale, ma qui c’è il primo intoppo. Ci fanno stare tutti nella hall con i documenti in mano perché la polizia ci deve controllare. Assurdo!!! In Croazia è successa la stessa cosa ma eravamo tutti giù e almeno si respirava. Devo dire che la polizia italiana non è stata molto in gamba in questo frangente. Comunque alle 7,00 ci fanno finalmente scendere e della polizia nemmeno l’ombra. Dobbiamo uscire tutti dalla nave. Le nostre, come le moto degli altri rimangono su. Secondo intoppo. I pula non controllano praticamente nessuno. Controlleranno solo una macchina con la targa croata e basta e noi dobbiamo aspettare fino alle 7,45 per poter montare in sella e finalmente andarcene. Bella media, dalle 6,30 alle 7,45 senza fare un niente.
Mi riprende la scacazza ma non mi voglio fermare. Appena entrati sulla A14, Andreone che era davanti si ferma al primo autogrill così io posso andare in bagno. Ci prendiamo un caffè e ripartiamo, ci rifermeremo poi a GIULIANOVA, appena usciti dalla autostrada. Facciamo il pieno e di nuovo in sella. Alle 10,30 ci fermiamo sulla A24 a L’AQUILA perché stavolta e Andreone che deve andare al bagno. Io chiamo a casa ed avverto che alle 12,00 dovrei essere a ROMA. Angela ci manda un messaggio che è stata punta da una vespa, e che cazzo!!! Speriamo non sia nulla di grave.
Ripartiamo e facciamo un’altra tirata fino a TIVOLI dove ci salutiamo ed io proseguo per casa solo soletto e consapevole che la vacanza è finita, peccato.
Conclusione: più che una vacanza è stata un’avventura, tante peripezie, tante pieghe, asfalti saponetta, tanta ma tanta topa, tanta cordialità da parte dei croati ed un gruppo veramente affiatato ed impeccabile, mai un litigio o un disaccordo e Angela che ci ha sopportato, praticamente facendola diventare il “quarto uomo”.