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Da ganassa il 28/4/2006 18:19:01 ( letture 1080 )
25 aprile 2006Erano 6 mesi che non vedevo i Banditi in azione. E per vederli così, bisogna partecipare, all'azione. Cosi' quando Hurricane (sempre presente nei miei report, questo diabolico personaggio) ha fatto l'offerta che non si poteva rifiutare, non mi sono potuto tirare indietro: passare il 25 aprile sui colli dell'Oltrepo' Pavese, con i Banditi, la moto, lo scarico rombante e scintillante, la gomma nuova e rotonda, lasciando a casa il culo pesante e portandosi invece dietro l'interrogativo: che cosa sarà, di questa nostra giornata? E di noi stessi? Ingenuo. Bastava leggere il nome di chi aveva proposto un motogiro da leccarsi le orecchie, per sapere come sarebbe andata a finire: avanti, senza sosta e soprattutto senza mai tornare indietro. Neanche di fronte ad una grotta, come accadde quando ci si infilo' con la moto tutta ai tempi della otto ore del croce domini, Figuriamoci un nuovolone,anche se è stato capace di trasformare il clima da estivo ad autunnale nel giro di una notte. Tsk tsk, ho bofonchiato tra me e me questa mattina quando ho guardato il cielo dalla finestra di casa: è nuvoloso, ma sicuramente durante la giornata migliorerà. Contro tutte le previsioni, che davano temporali su tutte le strade motociclabili, e contro tutte le opinioni, compresa la mia: mentre mi dichiaravo ottimista a me stesso, la mia mano correva alla borsa della tuta antipioggia, e pochi minuti dopo la legava col ragno (che invenzione! meglio del fiammifero!) al mezzo neogommato e scaricorombizzato. Brum brum - mi ero persino svegliato in anticipo: la sveglia per il motogiro era puntata alle 8.00, ma all'inesorabile trillo settimanal-feriale del cellulare tuttofare non garbava di rispettare la fesitivtà nazionale, e alle 7.30 in punto, anticipava se stesso e si metteva a suonare. Arrivo al luogo dell'appuntamento in anticipo, mi siedo e guardo il nuvolone: è lo stesso di un'ora e mezza prima. I casi sono due: o è un nuvolone immobile, oppure è un nuvolone immenso. Ma l'ottimismo insiste: passerà. Intanto arrivano tutti in sinfonia, saluti e baci, ue bella li' come va tutto bene quanto tempo bel giro figata vai di brutto andiamo. Andiamo: la statale della val Tidone è promettente come sempre, piena di cartelli stradali come "Passo del Brallo, di qua", oppure "Penice, a sinistra", o ancora "vai vai, che poi si piega". Allettati da tali promesse ingoiamo il lungo rettilineo in un battibaleno, poi ci fermiamo per farci raggiungere dalla seconda tranche della combriccola, bere un caffè, e spendere le rituali quattro chiacchere prima di iniziare a salire le colline.
Dopo il caffè giungono i ritardatari: saluti & baci, E si parte. Il drittone della valtidone continua ad allietare gli scooteristi che ci seguono e ci precedono, ma i Banditi non si fanno scoraggiare: sanno che di li' a poco numerose curve asciutte e ben asfaltate li aspettano per salutare da vicino le pedane delle loro moto. O almeno, questo è quello che credono: non appena la strada inizia a salire: plim plim, due gocce cascano sul casco. Tsk tsk, bisbigliamo in solitudine ed in coro nei nostri gusci craniali: sono due gocce, che vuoi che siano due gocce? La risposta giusta era: sono le prime gocce, ma noi pensiamo che siano certamente le ultime, o le penultime.
Tappa, sonore risate sulla ridicola manifestazione atmosferica, e poi decidiamo il tragitto: si va verso il monte Lesima, si prosegue per Varzi e ivi si deciderà il successivo dedalo di statali , parastatali, provinciali e paraprovincial sulle quali - noi ingenui crediamo - limeremo le vergini spalle dei nostri abbondanti gommoni. Quando arriviamo in quota, piove. Piove bene e abbondante, e io tra me e me penso: sarà il caso di mettere la tuta antipioggia? sarà il caso di mettere i guanti in goretex? sarà il caso di tornare indietro e finire al bar? Nonostante l'evidenza, il pensiero quasi unanime era no, smetterà, e quando il sole farà capolino l'aria fresca asciugherà le pelli di ignari bovini che portiamo sulle spalle donandoci quella freschezza che, ricordiamo, agognavamo tanto l'estate scorsa durante le caldissime giornate di quell'agosto che inizio' a giugno.
Cosi' proseguiamo senza tregua e senza antiacqua, esclusi quattro gatti-banditi che - pusillanimi e anche un po' menagrami - prontamente si fermano ad indossare l'abbigliamento da palombari. Noi no, andiamo avanti, sempre piu' avanti e sempre piu' in alto, fino a che la manina di Mina che della fila era la cima indica a bordo strada un ammasso bianco formato da innumerevoli cristalli di ghiaccio uniti come in un agglomerato: la neve. La neve? Sono li' che penso se sia meglio incrociare la pioggia e la neve, che arriva il terzo concorrente: svalichiamo e ci tuffiamo dentro una nuvola di nebbia densa come un panettone. La competizione tra neve pioggia e nebbia si fa ardua, cosi' colti dall'indecisione (a chi l'Oscar?) e anche dal senso di smarrimento per aver smarrito i gatti-banditi che si stavano antipioggianti, ci fermiamo. Cosi' riflettiamo, insomma.
Piove eh?
Si si, e hai visto la neve?
Quale? quella che c'era prima del nebbione?
Ah ah, ci manca solo... chesso'....
PLIM PLIM
Ehi ragazzi, sta grandinando!
Impossibile
PLOM PLOM
Porca vacca grandina veramente!
Grandinava veramente, e i Banditi più morbosamente attaccati alle loro belle si stendono a pelle d'orso sui serbatoio e sulle moto tutte. Che si fa? Si ride, tanto ormai...
Intanto arrivano di quattro gatti mancanti e si riparte. Tra me e me penso: beh, almeno ho le z6 e non le pilot road di prima che ad ogni curva su umido o brecciolino proiettavano un film dell'orrore sulla visiera del casco. Infatti a questo punto la pioggia non mi tange: non indosso l'antipioggia, non mi trasformo in fermone da competizione, e invece mi trastullo osservando l'effetto acquaplaning dell'asfalto bagnato che viene sconfitto senza remore dalla z6 di chi mi precede. Chi l'avrebbe mai detto che questa gomma cosi' poco scavata era il nonplusultra per fare un po' di WinterTrophy?
Brum brum, al minimo in quinta scorrazziamo allegramente per questo ormai fangoso sterrato che una volta si chiamava strada provinciale. E si fa l'ora del rifornimento: avvistiamo un benzivendolo con tanto di accogliente tettoia e ci infiliamo sotto in massa. E qui abbiamo testimonianza di un esemplare di gerontostronzo, anzi di una coppia di questa specie in perenne via di estinzione ma che si perpetua probabilmente dalla notte dei tempi. Infilo il mio deca nel serbatoio, e prontamente libero la zona della colonnina per fare posto a chi dopo di me deve rifornirsi. Dove mi metto? ma sotto la tettoria del negozietto allegato, naturalmente. Mi ci infilo, e quando ho finito l'accurata e delicata manovra di attracco sto per scendere e mi trovo a guardare la vetrina, dietro la quale intravedo una mano che indica la mia moto. Già 'sta storia che si indichi Innominata senza permesso mi fa girare le balle come delle eliche, risalgo la mano e vedo una vecchia coi capelli tinti che arcigna protesta verso qualcuno non visibile da fuori. Non faccio in tempo a togliere il casco e a dire "ahi, ci sono i rompicoglioni", che s'apre la porta d'acciaio del locale e ne esce un vecchietto di legno, che zampettando verso la colonnina s'infila nel groviglio d'acciaio delle moto che ancora si rifornivano e li apostrofa malamente: Allora, sgomberate, andate via, ci sono le AUTOMOBILI che devono fare benzina, via via! Qualcuno gli fa notare che loro stavano facendo benzina, ed erano arrivati prima di qualsiasi automobile volesse arrogarsi qualsivoglia diritto di precedenza. Il gerontostronzo che fa? rincara la dose con un bel Ma se fate dieci euro tra tutti!! via via!. Tradotto con chiare lettere: siete dei morti di fame. Un rapido calcolo mi permette di quantificare in circa duecentoquaranta euro il totale di gabella versata allo stronzogeriatrico, con un balzo son davanti e lui e gli domando: ma scusi, noi veniamo qua a darle i soldi, una cifra di soldi, e lei si permette di trattarci cosi? Il burattino tarmato insiste nel volerci cacciare, e qui lo colgo al varco: con voce baritonale e pettinandogli i quattro peli in testa che teneva sotto il cappellino da idiota (è il 25 aprile e tu hai 120 anni, non ti vergogni a vestirti da benzinaio?) gli faccio gentilmente notare che ci troviamo in un esercizio pubblico e lui non puo' comportarsi come il padrone dello spazio perchè in effetti non lo è, lui è solamente in concessione da parte della comunità. Al che esce la vecchia troia tinta e mi strilla indicando le piastrelle dove avevo sofficiemente appoggiato le soavi gomme della mia Innominata, arrogantando: "Quello dove ha messo la sua moto non è un servizio pubblico, me lo pulisce lei dopo quello che sporca?". Io osservo la pavimentazione, mi chiedo per quale ragione le piastrelle diventerebbero improvvisamente proprietà privata inviolabile anche se poste all'interno di un esercizio pubblico (curiosamente chiamato dalla vecchia "servizio pubblico", il che mi ricorda un'antica minaccia televisiva sulla RAI di un noto personaggio, e stop). E non sapendo come rispondere a questa incredibile assurdità logicosintattica, decido di passare con orgoglio dalla parte del torto: "Ma mi faccia il piacere, io ora su quelle piastrelle ci cago, vuol vedere?".
Finito tutti di far benzina, anche se s'aveva il desiderio di restituire il liquidaccio e riprendersi i soldi, brum brum. Ripartiamo e la tappa è unica precisa e inviolabile: pietanza a gran richiesta. Cerchiamo la piazza giusta col bar giusto, smette di piovere, e noi ci sollazziamo un po' con questi salumi e formaggi dell'oltrepo' pavese serviti in fette di pane, taglieri di legno, su tavoli di plastica.
Il ritorno è senza sorprese: atmosfera composta al 50% di acqua e all'altro 50% di aria umida. Con unanime rammarico decidiamo di raggiungere la sardostrada, nella quale l'unico divertimento sara' quello di spernacchiare i mezzi a quattro ruote infernalmente incolonnati per tutta la distanza che separa Genova da Milano dalla corsia d'emergenza ormai di proprietà esclusiva dei mezzi a due ruote. L'ora è quasi tarda e il gruppone si sfalda velocemente: chi decide di far pipì in autogrill viene abbandonato come i cuccioli ad agosto da chi decide di trattenerla fino a casa. E chi teme le tre corsie bagnate viene sverniciato da chi, montando le z6 :), viaggia tranquillo come si ci fosse il sole. La giornata è finita, la mia gomma dietro ha ancora la cera sulle spalle, ma l'Anno Bandito 2006 è ufficialmente aperto: peggio di così non potrà andare, quindi ci aspetta un radioso futuro. Grazie a tutti e arrivederci!
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Postilla appostiamente separata dal testo: ciò che mi ha lasciato più colpito della giornata non è stato il clima ostile, nè l'amichevole presenza dei Banditi, nè la tenuta delle gomme nuova in condizioni difficili, nè la bontà dei salumi. Non avevo mai trascorso la festa della Liberazione girando per le strade, e soprattutto non per queste strade, che pullulano di lapidi e monumenti dedicati a quelle persone cadute in eccidi perlopiu' raccapriccianti ad opera dei nazifascisti. Durante tutto il percorso, a cadenze regolari, come se l'orrore fosse stato sparso uniformemente sul territorio, si vedevano sparuti gruppi di persone, vestiti di tutto punto - come ad un matrimonio, o a un funerale - con i mano mazzi di fiori che con una certa solennità si inchinavano, accarezzavano, o semplicemente guardavano questi simboli della memoria. 1945, ricordo di avere letto al volo su uno di questi marmi, pochi giorni prima della fine della guerra le persone venivano ancora torturate, ammazzate, appese a pali ed alberi e fregiate, spesso, di un epiteto scritto a caratteri cubitali su cartelli che appendevano poi ai loro colli spezzati: "BANDITI!". Mi ha commosso, la presenza di queste persone contrite in un composto dolore che affonda le radici in tempi remoti sul calendario, ma vicini negli affetti: basta avere un nonno, e già si conosce qualcuno che ha sofferto. E magari lottato, per la nostra libertà. Mi sembrava doveroso raccontare questa cosa in onore di tutte queste persone, chi ricorda e chi è ricordato.
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Bandito
Iscritto dal: 3/4/2003Messaggi: 331 Da: Milano
Re: 25 aprile 2006
Sei il nostro cantastorie...... non conoscevo questo tuo aspetto di narratore.
Life is a race! Enjoy it!
Bandita
Iscritto dal: 5/8/2004Messaggi: 1080 Da: Torino
Re: 25 aprile 2006
--Donna nana bella niocca, ma in moto non tocca--
per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti
BanditModeratore
Iscritto dal: 2/12/2002Messaggi: 7827 Da: Contea di Lodrone (TN)
Re: 25 aprile 2006
bella li ganassa!!!
"Come un popolo nomade che viaggia in tutto il mondo a volte ci sentiamo in equilibrio solo sulle nostre moto..." Viva la Frinfri :o) E.I.S. Team uno dei banditi che fecero l`IMPRESA..... ERZBERGRODEO 2011 Competitor’s number: 1057
Bandito
Iscritto dal: 23/8/2005Messaggi: 181 Da: al limitar della brianza
Re: 25 aprile 2006
grandioso!
Elrohir & Inglor (Dave & Bianca)
Bandito
Iscritto dal: 23/4/2006Messaggi: 2 Da: Pisa
Re: 25 aprile 2006
Bellissimo report!
Mi ha divertito, fatto sorridere, preoccupato (per gli oscuri presagi atmosferici iniziali poi avveratisi, ahinoi!) e infine comosso. Non mi vergogno a dirlo, una postilla accorata che ricorda a tutti come sia stato un giorno di festa ma anche di memoria.
basta così....
Bravo! davvero ben scritto! E poi il canuto benzarolo se non fosse reale sarebbe perfetto come personaggio letterario...
Un saluto nott
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Bandito
Iscritto dal: 6/9/2005Messaggi: 136 Da: Bussero (MI)
Re: 25 aprile 2006
voglio anche le fotooooooo!!
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