Report
Bandit Raduno International 2006: Banditi alla riscossa
Ecco il report del Raduno visto dagli occhi di Mitsu, che per la prima volta ha partecipato ad un raduno e ha compiuto il viaggio dell'iniziazione
È iniziato tutto come una semplice giornata di fine primavera nella ridente città di Cantù, quello che ancora io e Baby non sapevamo è che sarebbe finito come una strabiliante figata (scusatemi i termini ben poco forbiti) in quel di Calalzo di Cadore, in un clima da considerare quasi invernale.
Ma cominiciamo dal principio, ore 5:30 venerdì 2 giugno, la sveglia si presenta alle mie orecchie come un picchio intento a creare la sua tana in una quercia secolare; dopo aver realizzato in quale mondo vivevo mi alzo e vado in bagno… uno sguardo allo specchio e noto con allegria che sulla mia testa il picchio era riuscito a crearselo veramente il nido. Beh, chissenefrega, stando alle previsioni di Minavagante non mi sarebbe servito pettinarmi fino alle 18 quindi… rimbocchiamoci le maniche ed organizziamoci per la partenza.
Baby (leggete “babi” come da pronuncia in italiano) arriva puntuale, io mi rendo conto di essere in un ritardo mostruoso. Scendiamo in garage, apriamo la serranda ed un gradevole odore di grasso per catene appena spalmato ci accoglie dandoci la carica giusta per la giornata. Come siamo conciati…
Check list:
Borse laterali, agganciate e pronte. Grasso per catena, gonfia e ripara, portafogli, cocacola, giacche, caschi, guanti, documenti e bandit con contachilometri azzerato presenti. Mitsu e Baby pronti alla partenza, tutto quello che verrà dimenticato non avrà importanza.
L’aria mattutina ci toglie di dosso gli ultimi rimasugli di sonno che non volevamo abbandonare, il traffico è inesistente, la strada scorre libera davanti e dietro di noi ed il 650 sotto i nostri sederi è allegro e pian piano raggiunge la temperatura giusta per affrontare i chilometri che ci separano dal punto di ritrovo del “Mucchio Selvaggio”®.
All’autogrill di Agrate ci aspetta la prima sorpresa del nostro viaggio, potrebbe sembrare banale per molti ma, per chi come noi ha deciso di vivere il bandit raduno come prima esperienza di viaggio in gruppo, l’assembramento di più di 20 moto in una piazzola stradale è stata già un’esperienza bellissima. I centauri chiacchieravano del più e del meno, salutavano le moto in arrivo e si preparavano ad un lungo viaggio verso la meta principale. Bene, dopo qualche minuto siamo tutti presenti e pronti per la vera strada da percorrere lungo la giornata. Giacche chiuse, caschi in testa, qualcuno finisce la propria colazione quasi infilando le brioche nel sottocasco per la fretta (ndr… vero amignec?!?, e si parte. L’autostrada, come tutti sappiamo, è una palla tremenda, soprattutto con il limite di 100km/h che i cantieri ci impongono, ma per fortuna finisce in fretta ed arrivati a Bergamo il viaggio diventa subito più interessante. Ci ritroviamo in coda al serpente di moto che procedeva, grazie alla maestria dell’apripista, ad una velocità sopra la media attraverso paesaggi che si trasformano pian piano da un triste grigio ad un piacevole verde. Tutto cambia attorno a noi, la campagna si apre e ci lascia scoprire una primavera ormai nel pieno delle sue forze.
Prima sosta, benzina per le moto e caffè per i conducenti, che cavolo succede? da dove arriva questo fumo? cazzo la mia borsa laterale va a fuoco, lo scarico ha mietuto la sua vittima anzi, le sue vittime, una felpa, un maglione ed ovviamente la valigia stessa… mi vendicherò bastardo! Risistemiamo tutto, mangiamo una merendina veloce e la domanda sorge spontanea… “dove siamo?”, “ci siamo fermati prima del previsto, è meglio cominciare a coprirsi, si inizia a salire verso il freddo, andiamo al passo del Tonale”. Ok, il pile lasciato nello zaino ora serve, per alcuni un rapido rifornimento a base di aspirina e via per nuovi chilometri.
Di nuovo un cambiamento di panorama, le campagne ci lasciano, così come i gradi del termometro; gli alberi cominciano a dominare i nostri sguardi e le strade si fanno più ripide, per fortuna l’abbigliamento modello “polo nord” anche se messo a dura prova fa entrare poco di quel freddo che ci circondava. Le strade diventano sempre più ripide e serpeggiano su per le montagne, i corpi dei banditi si raffreddano mentre le gomme diventano sempre più calde, ci si inizia a divertire in piega. Seconda sosta, troviamo un baretto affiancato ad un distributore, il posto ideale dove effettuare la pausa del mezzogiorno (le 13:20 vabbè) e gli stomaci si riempiono grazie ad una simpatica signora che ci accompagna col suo modo di fare “mache nach Deutschland“. Tutto bene però, la signora decide di non avvelenarci anche se dal suo sguardo trapelava un odio profondo verso quell’orda che le aveva invaso il locale.
Inizia una nuova tappa. I chilometri che ci separano dal nostro albergo sono ora percorsi da strade sempre più fredde, i passi che andiamo ad attraversare sono innevati e la temperatura è pungente, il gruppo si scatena, ormai l’albergo è troppo vicino ed il capofila troppo lento, le ultime curve vogliono essere vissute al pieno quindi il Mucchio si scioglie arrancando su per le montagne disperdendosi… GAAAAAAAAAAS.
Gli occhi si spalancano, ragazzi che bei posti. In trentino già ci ero stato ma non potevo minimamente immaginare quanto belli questi posti potessero apparire dietro una sottile visiera. Le immagini si uniscono ai suoni, ai profumi, alla temperatura dell’aria che accarezza le guance; ora capisco che un parabrezza non potrà mai rendere giustizia a queste sensazioni.
Ultima tappa della giornata, distributore di benzina per fare il pieno alle moto, aspettiamo che tutti arrivino a riformare il gruppo. Mi accorgo che… sono senza soldi oddio, il portafogli è bucato (o lo sono le mie mani). Grazie Minavagante, senza di te il giro di sabato lo facevo attaccando una fune dietro a qualcuno!
Mancano solo 35km, fagio e ganassa sono delusi, c’è ancora luce come si fa ad andare in albergo? Il mio sedere invece quasi quasi è contento che sia finita. Il sedere di Baby mi conferma che è un bene essere arrivati.
All’albergo le moto che vedo parcheggiate mi fanno già sognare quale stupenda giornata potrà essere domani, moltissimi visi nuovi compongono il quadro che avevo conosciuto solo di striscio attraverso le righe che posso leggere sul forum, vari accenti, vari modi di dire. Riuscirò a ricordare il nome di tutti? Meno male che c’erano i cartellini ed i nomi sulle magliette.
Reception: dopo qualche minuto di attesa ci vengono consegnate le chiavi della stanza, un po’ di gadget (Dio solo sa dove li metterò per riuscire a portarli a casa nelle valigie che già scoppiano) ed il biglietto per il pranzo del sabato, dietro c’è un poemetto scritto da Ricbersa…
Riccardo quanto mi dispiace non averti mai conosciuto.
La stanza era fredda, motivo per il quale ho incontrato e conosciuto NatZan, ero quasi deluso dell’albergo ma appena ho parlato con lui mi sono accorto che l’organizzazione era stata effettuata con il massimo dell’impegno, l’albergo è stato scelto con motivazioni più che valide quindi mi sono subito ricreduto. Natale sei una persona meravigliosa, non finirò mai di ringraziarti per tutto quello che hai fatto per noi assieme a tutti gli organizzatori!
La stanza viene riscaldata in serata e quindi anche i piccoli problemi svaniscono, che c’è di meglio?
Dopo una doccia e qualche disavventura alla ricerca di un phon (ops… scusaci Zavo) scendiamo per la cena. Con Skido mi accordo per montare uno scarico in carbonio che a lui avanza… lo avevo detto che mi sarei vendicato col mio scaldabagno-fondivaligie.
Scendiamo per la cena, nella nostra testa sempre più una piacevole confusione, le persone continuano ad aumentare, è troppo bello vedere tutte questa gente riunita per lo stesso motivo; niente discussioni, niente problemi, solo la voglia di divertirci assieme. Stiamo bene, il vino aiuta ad entrare in confidenza con i nostri vicini di sedia, piano piano cominciamo a sentirci parte del gruppo che anche se conosciuto da poco ci stava regalando delle emozioni bellissime! Un rutto di Fagio e siamo nel bel mezzo della festa. Si mangia, si beve, si ride e si cazzeggia alla stragrande, da quanto tempo non stavo così bene?
Dopo l’ultima portata a fatica ci alziamo dalla sedia, Baby decide che è ora di andare a letto, io con Konrad74 e Fabione decidiamo di andare a fare una passeggiata per far scendere un po’ il cibo… ecco, il tempo di uscire dall’albergo e già uno l’abbiamo perso… Fabione, lo ritroveremo poi scoprendo che si era comodamente sistemato su una sdraio aspettandoci....ok, noi si che andiamo bene! La passeggiata puntava ad un bancomat, lo cerchiamo per un po’ chiedendo consiglio ad alcune ragazze del paese che simpaticamente ci indicano una strada a caso e ci fanno fare il giro completo di Calalzo di Cadore, ad un certo punto ci ritroviamo sotto l’albergo senza capire come e decidiamo che la ricerca per la serata era finita li, il bancomat poteva aspettare. Alle indigene saranno fischiate leggermente le orecchie… Alcune chiacchere fuori dall’albergo e si va a dormire.
Sabato la giornata inizia nel migliore dei modi, una abbondante colazione e poi subito nel piazzale dove scopriamo ancora un altro mondo davanti a noi. Come il giorno precedente troviamo un gruppo di moto enorme pronto a partire; questa volta siamo in più di 100 e lo stupore fa correre qualche brivido lungo la schiena. Tutti si preparano sulle proprie moto ed ad un certo punto i motori si accendono, la sfilata è pronta a partire. Il rumore è fortissimo, l’emozione ci fa apprezzare anche il forte odore di gas di scarico che si forma attorno a noi; in quel momento l’aria irrespirabile è una gioia per noi. Si parte per la volta del ristorante e noi ci ritroviamo in mezzo al serpentone di moto ora creato. È stupendo vedere la strada davanti e dietro di noi occupata da sole moto che procedono tutte nella stessa direzione. Le persone ai bordi delle strade ci salutano, i bambini sono esaltati ed una nonnina mi fa scendere una lacrima sotto il casco sbracciandosi in lunghi saluti al passaggio di tutti i partecipanti. Una sensazione di unità incredibile, nessuna fretta attorno a noi, il serpentone procede lungo le strade attraverso paesaggi a tratti boscosi ed a tratti di campagna curate dai contadini all’interno valli. La natura sfoggia tutta la sua bellezza.
All’arrivo al ristorante le risate non finiscono, anzi, le bandite organizzano subito una breve “sfilata” dei migliori banditi intente ad osservare le varie caratteristiche che rendono “Omo” tutti i soggetti papabili. I metodi con cui selezioneranno il BanditTopo è del tutto oscuro al popolo maschile, anche se alcune caratteristiche preferite le possiamo ben immaginare… ehm ehm ehm.
Dopo una miriade di foto di gruppo ci viene servito il pranzo, eccezionale sotto ogni punto di vista, di nuovo mi devo sciogliere in un ringraziamento all’abilità degli organizzatori.
Partenza per il ritorno verso l’albergo, i gruppi si dividono con varie scelte, chi vuole smanettare, chi si lancia in un giro panoramico, chi si lancia in avventure ad un passo dalla follia… ovviamente ci uniamo al gruppo dei pazzi!
La meta è a pochi chilometri di distanza, “funbob” ovvero degli slittini con percorso a rotaia che scendono da una montagna in dignitosa pendenza. La follia sta nell’effettuare il percorso bardati di casco, guanti e tutte le varie protezioni motociclistiche. Non posso nemmeno immaginare quanto possiamo sembrare deficienti visti da occhi esterni ma devo presupporre che non siamo minimamente confondibili con persone sane di mente!
Dopo esserci fatti notare rientriamo in albergo dove ci attende, purtroppo l’ultima parte di questo favoloso raduno, la cena finale.
Questa volta ci spostano in un salone diverso da quello della sera precedente siccome quello principale è occupato da una festa di matrimonio. La vendetta bandita però si è subito presentata con una breve ma intensa vetrina di culi esposti ai vetri della festa, avranno apprezzato gli sposi?
Di sicuro i banditi si!
Ceniamo a fatica ancora pieni del pranzo di mezzogiorno ma ciò non ci impedisce di riempirci per bene di vino, giusto quello che ci voleva per iniziare la festa finale.
Il momento diventa piccante quando la nostra Emma entra in sala accompagnate da due splendide veline, mi trattengo a malapena da non farmele tutte e due solo perché sono accompagnato dalla mia ragazza, mamma mia che fighe da paura!
Elezioni di Mr. BanditTopo e Mrs. BanditTopa 2006. I papabili scelti a mezzogiorno per il titolo di BanditTopo ora mettono a nudo le loro doti migliori su una passerella organizzata sui tavoli: chi la prodigiosa pancia, chi mutande targate “uomo” (è sempre meglio specificare) e chi conquista il cuore delle bandite con un fascinoso cappello a forma di mucca… complimentoni a “Vise” che per un anno si è così aggiudicato la fascia e lo scettro. Ma il bello deve ancora venire… l’elezione della BanditTopa, tutto inizia con un fuggi fuggi femminile, le nostre coraggiose bandite vengono però immediatamente agguantate e riportate presso la passerella anche con metodi di convincimento poco ortodossi, alcune vengono addirittura caricate sulle spalle a mo’ di sacchi di cemento, e che cavolo, dobbiamo divertirci un po’ pure noi. La sfilata femminile viene resa interessante da un bicchiere d’acqua da portare in equilibrio sulla testa fino alla fine della passerella, immagino la delusione di tutti i banditi quando purtroppo non si è ottenuto l’effetto maglietta bagnata da nessuna delle partecipanti. La contesa è ardua, ma subito Radka la nostra bella ragazza Ceca da una svolta positiva verso di sé guadagnando punti su tutte le avversarie esibendo per dei fuggenti istanti pochi centimetri di pancia ed un accenno al reggiseno. Qualche bandito rischia il soffocamento da ormoni impazziti e subito il verdetto si fa chiaro. Radka si guadagna all’unanimità il titolo di BanditTopolona 2006, ecco che il premio viene portato all’estero. Riusciranno le nostre bandite italiane a riportarlo in patria il prossimo anno?
I banditi cominciano a disperdersi per l’albergo quand’ecco che arriva una sorpresa improvvisa: gli sposi hanno deciso di accettare un nostro auto-invito alla loro festa; la serata di sicuro verrà animata nel migliore dei modi. Qui inizia il degenero, i banditi piano piano occupano il salone della festa fino a raggiungere un numero maggiore di quello degli invitati al matrimonio e dopo un momento di iniziale imbarazzo lo spirito animale viene liberato. Uomini nudi prendono possesso dei tavoli ballando, le bandite, purtroppo coperte, iniziano danze in atteggiamenti “provocatori” attorno alle colonne del salone. Dopo aver capito il declino del clima alcuni veri invitati alla festa (chissà come mai) scompaiono dall’albergo assieme ai bambini; l’aria si fa subito più piccante. La nostra favolosa padrona dell’albergo, Emma, sfoga tutti i suoi desideri repressi in uno strip-tease sotto le urla (alcune di incito, alcune di terrore) di tutto il popolo bandito, ho ancora la mandibola bloccata per le risate! Emma sei mitica!!! Grazie al cielo lo strip finisce prima del nudo e la povera nipote trascina via la soubrette sotto gli applausi della folla ormai in preda al delirio. La serata finisce infine con giochi vari quali limbo ed il gioco delle sedie. Qualche discorso di saluto e tutti ci si trascina alla bene e meglio a letto in preda ai fumi dell’alcool di qualche birretta e della buonissima grappa di Barbara71, peccato che finisce subito! Che festa, abbandonare il campo è difficilissimo, il cuore si aggrappa con tutte le sue forze a quel momento di felicità collettiva, al piacere di aver conosciuto tante mitiche persone ed alla voglia di conoscere anche i volti che sono ancora nascosti, ma la ragione purtroppo la vince, siamo stanchi morti e domani la strada del rientro è lunga… buonanotte!
La sfiga ci si mette d’impegno e la sveglia non viene cagata nemmeno di striscio, per questo ci perdiamo tutta la colazione ed il momento dei saluti. Tanti amici partono prima che noi possiamo scendere a salutare tutti quanti, dannazione!!! Decidiamo di tornare a Cortina d’Ampezzo prima di riprendere la strada del ritorno per fare qualche foto mancata il giorno prima e poter portare a casa assieme a noi quei paesaggi intrisi della magia di un raduno eccezionale. In seguito, in autostrada, avvolti nel forte rumore che il vento provocava a contatto coi nostri caschi, non abbiamo mai smesso di riportare davanti agli occhi quelle immagini, quei ricordi che tanto ci hanno sbalordito e divertito in questi ultimi giorni, con la gioia di poter dire: c’eravamo anche noi!
Al prossimo raduno ragazzi, non mancheremo per nulla al mondo. Grazie a tutti voi per i fantastici momenti che abbiamo passati assieme. Grazie agli amici che già conoscevamo, grazie agli amici che abbiamo conosciuto in questi tre giorni e grazie a tutti coloro che dovremo ancora conoscere ma che hanno contribuito a creare attorno a noi questa atmosfera indimenticabile!
Mitsu e Baby