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www.bandit.it : E non chiamatelo Raduno
Da MinaVagante il 21/6/2015 23:15:20 ( letture 1219 )
www.bandit.it

E non chiamatelo Raduno

(un altro tentativo di quasi editoriale)

Una volta c'era l'autoscatto. Una cosa da sfigati senza speranza.
Il poveraccio appoggiava alla belle meglio la macchinetta fotografica su un sostegno improvvisato, schiacciava qualche bottoncino sull'apparecchio e poi si metteva a correre all'impazzata per raggiungere il punto dove si presupponeva si potesse essere inquadrati dall'obiettivo. Il più delle volte si incespicava nel tragitto (che doveva essere percorso in tre secondi, altrimenti la macchinetta infernale scattava la foto senza ritegno) arrivando trafelati nel punto prefissato. Le fotografie, regolarmente, non erano mai centrate e il più delle volte venivano fotografati i piedi dei malcapitati protagonisti.

Poi è arrivato il selfie. Una cosa assolutamente “à la page”.
Al giorno d'oggi nessuna persona di buonsenso e attenta alle tendenze può assolutamente esimersi dal fotografare se stesso e condividere la propria immagine twittando con chicchessia o taggandosi sul profilo del social! Con delle elegantissime staffe da tenere tra gli alluci o da incastrare nella pettinatura rasta chiunque dotato di una minima esperienza riesce a produrre foto centratissime, che ci ritraggono mentre siamo seduti sul WC (che non è il bandit 1250), mentre ci scaccoliamo o mentre, appena alzati dal letto, cerchiamo di capire se siamo svegli o meno.
Insomma, l'autoscatto era assolutamente out, mentre il selfie è assolutamente in.

Nel 1984, alla domenica mattina di buonora, ci siamo trovati con Sgagio, Schizzo (scritto con ch perchè nel 84 non avevano ancora inventato la k), il Boscaiolo e il Dottore davanti al negozio di Custans. Obiettivo del giorno: il Raduno FMI di Desenzano sul Garda.
Prima della partenza, naturalmente, tutti in sella alle moto, macchina fotografica appoggiata sulla panchina e immancabile foto con autoscatto (dopo aver sviluppato il rullino, naturalmente, scoprimmo che la macchina aveva inquadrato una Citroen Diane arancione parcheggiata li vicino e un ginocchio del Boscaiolo, riconoscibile dalla tuta Rukka argento metallizzato (Rukka scritto con le K perchè gli svedesi nel 84 le k le avevano già inventate).
Pronti, via.
Usciti da Casale, imboccata l'autostrada, 180 all'ora (non c'erano ancora velox e tutor anche perchè non c'erano ancora i limiti di velocità) fino al casello di Desenzano.
Tutti in coda per l'iscrizione che si chiudeva alle 10.00
Ritirata medaglietta ricordo e buono pasto.
Alle 11.00 tutti in coda per il corteo per le vie del paese a 7 chilometri all'ora di media. Tragitto di 5 chilometri percorso in poco meno di un'ora tra un carnaio di motori surriscaldati, frizioni bruciate e microtamponamenti a catena.
Ore 12,30 tutti sulle panche a mangiare una salamella bruciata tra due fette di pane stantio, una birra calda e una torta alle nocciole che andava bene come contrappeso per il manubrio.
Ore 14,30 premiazione a chi arriva da più lontano, al più giovane. Al più vecchio e al gruppo più numeroso.
Ore 15.00 ingresso in autostrada a Desenzano e viaggio a 180 fino a Casale.
Ciao, grazie, arrivederci.

Nel 2014, alla domenica mattina di buonora, ci siamo trovati con Sgagio, Skizzo (scritto con la k perchè finalmente nei forum e negli sms hanno inventato la k), il Boscaiolo e il Dottore davanti al negozio di Custans. Obiettivo del giorno: il Raduno FMI di Alessandria: il famigerato Madonnina dei Centauri, una delle più grosse manifestazioni europee del settore con migliaia di partecipanti.
Prima della partenza, naturalmente, tutti in sella alle moto per un selfie da condividere con gli amici in tempo reale e farli schiattare di invidia mentre stanno a casa a passare l'aspirapolvere quando noi siamo in giro in moto. Naturalmente siamo tutti ben inquadrati e bellissimi e riconoscibilissimi nonostante il Boscaiolo non abbia più la Rukka.
Pronti, via.
Usciti da Casale, imboccata l'autostrada, 130 all'ora (sulla A26 c'è sempre il tutor attivo) fino al casello di Alessandria.
Tutti in coda per l'iscrizione che si chiudeva alle 10.00
Ritirata medaglietta ricordo e buono pasto.
Alle 11.00 tutti in coda per il corteo per le vie del paese a 7 chilometri all'ora di media. Tragitto di 5 chilometri percorso in poco meno di un'ora tra un carnaio di motori surriscaldati, frizioni bruciate e microtamponamenti a catena.
Ore 12,30 tutti sulle panche a mangiare una salamella bruciata tra due fette di pane stantio, una birra calda e una torta alle nocciole che andava bene come contrappeso per il manubrio.
Ore 14,30 premiazione a chi arriva da più lontano, al più giovane. Al più vecchio e al gruppo più numeroso.
Ore 15.00 ingresso in autostrada ad Alessandria e viaggio a 130 fino a Casale.
Ciao, grazie, arrivederci.

Però mi è capitato di entrare in contatto con un gruppo di sbandati della peggior specie.
Gentaglia che organizza soggiorni di più giorni in località varie d'Italia.
Che organizza arrivi, partenze, pernottamenti, pranzi e cene.
Gente che mesi prima inizia ad andare a visitare i posti e i ristoranti (chissà che fatica...........) per sincerarsi che tutto possa andare bene.
Gente che propone tour di varia natura nei dintorni delle località prescelte.
Gente che anche dopo quattordici anni si rivede e pensa che il tempo si sia fermato
gente il cui unico obiettivo è:
l'amicizia.

E non chiamatelo raduno, per favore
 

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