schegge di raduno
Argomento: Bandit Report Data: 4/6/2003
Nonostante l'ora, e milleseicento chilometri sulle spalle (si, l'abbiamo presa un po' lunga ), le dita fremono e non posso rimandare a domani il report che potrei fare oggi, quindi mi accingo a buttare giu' il punto di vista strettamente personale di questa tre giorni di fuoco, quello provocato dal bruciar del carburante, e di acqua, quella che ci siamo presi tutti quanti senza distinzioni di eta', sesso, razza, religione, classe sociale, preferenza politica e lunghezza del piede: si andava dal 36 a, suppongo, un 58 abbondante, pianta larga.
Prima di continuare invito tutti coloro che erano presenti a buttar giu qualcosa: dalle 10 parole alle 10 pagine tutto e' bene accetto, per far rivivere a tutti coloro che c'erano alcuni momenti da diversi punti di vista, e per far vivere a chi non c'era quello che e' stato per chi c'era. Quindi cliccate su 'invia Articolo', e dite la vostra: fa bene a voi e agli altri
--
Il raduno per me e' iniziato il gorno prima, quando mi sono accorto di essere emozionato al pensiero di ripetere l'esperienza di montespertoli e di incontrare di nuovo gli amici vicini e lontani che dall'ultimo incontro non avevo piu' rivisto. Inoltre qui la cosa era evidentemente moltiplicata nello spazio e nel tempo: piu' persone e piu' giorni, si prospettava quindi piu' divertimento. Devo proprio specificare se e' stato cosi'?
Il momento esatto in cui e' iniziato e' quando ho riletto con attenzione il post pubblicato da Mina per l'organizzazione della partenza del Mucchio Selvaggio, una specie di manuale di istruzioni per astronauti che definiva con precisione le operazioni da compiere per riunire il maggior numero di persone dirette al raduno dal Nord Italia con il minimo spreco di tempo. Carne da macello insomma, nelle mani di un pazzo aziendalista, che e' stata portata al luogo prestabilito in perfetto orario (ovvero un ritardo inferiore alle ventiquattro ore) senza colpo ferire, senza bocca affamare, e senza palpebra calare. Tra le cose che spiccano, Toro che all'arrivo del Mucchio partiva dalla corsia dei box appositamente costruita sulla A1 all'altezza di Reggio Emilia, unendosi allo stesso in una sorta di rifornimento al volo. Tra le altre cose che spiccano l'arrivo al Luogo del Delitto con calorosissimo benvenuto degli astanti testimoniato dalle riprese video (eccezionali... non vi dico niente... quando circolera' il video potrete vedere con i vostri occhi... sono commosso da cosa hanno realizzato quella banda di toscanacci e toscanacce che non sono altro che se non ci fossero bisognerebbe inventarli maremma maiala) Tra le cose che spaccano invece, la marmitta di Marco/Supergiovane nelle orecchie per cinquecentosettantatrechilometri.
Cosi' sono andato a dormire con il pensiero della maratona da compiere, e mi sono svegliato dopo appena due ore perche' una zanza mi ha risuonato nelle orecchie il battito delle sue ali: una fottutissima sveglia precoce che mi ha costretto come l'anno scorso a fare il viaggio di andata in condizioni quantomeno estreme. Cosi' quando sono arrivato a destinazione ero uno straccio umano, ma uno straccio di nuovo tipo: quello contento . Il luogo, qualcuno lo descrivera' meglio di me, perche' io sono ancora abbagliato dal posto per poterlo descrivere senza piangere sulla tastiera . Ricordo solo, e racconto a chi non ha visto, i cavalli allo stato brado che circolavano liberamente senza controllo e restrizione alcuna, compreso il camminare in fila sulla strada occludendo tutto (e chi protesta, davanti ad una meraviglia del genere?). Io ne ho visti una quindicina, i quali - mi hanno raccontato - cercavano il sale tra l'erba per farsi alzare la pressione e compensare le disfunzioni date dall'altitudine, ma il proprietario del rifugio dove abbiamo pranzato domenica mi ha parlato di cento criniere bianche o marron che la settimana prima avvolgevano il ristorante. Forse non ci abbiamo pensato abbastanza, ma se proprio vogliare pensare a come stanno le cose, quel posto, oltre che essere di Madre Natura, apparteneva a loro, padroni di casa un po' schivi che pur tuttavia non hanno disdegnato di farsi ammirare per una mezzora. Sicuramente quei cavalli cercavano il sale, mordendo e sputando la terra di fronte al ristorante, ma io sospetto che ci fosse un po' di vanita' in quel loro esibirsi nelle attivita' quotidiane. Erano bellissimi, avrei voluto andare li' e toccarli, ma non mi sono sentito alla loro altezza: loro posseggono l'intero Parco Nazionale dei Monti Sibillini, io solo una casa in affitto .
In mezzo a queste meraviglie, l'albergo di Shining ci accoglieva con cordialita, e la visione del materasso mi attirava come una sirena, ma naturalmente non si poteva sparire sul piu' bello: quando il gioco ecc. ecc., i duri inziano ecc. ecc., indi ho gettato materasso e branda dalla finestra ripromettendomi di acquistare un tappeto di chiodi come giaciglio, e sono sceso nella hall a compiere il doveroso pour parle' (si scrive cosi'?) motociclistico con il maggior numero di persone possibile. Nonostante mi sia prodigato, non sono riuscito a parlare con tutti, penso pero' di avere perlomeno stretto la mano al 90% dei Banditi presenti, e questo mi allieta. Anche il mio ego s'e' arricchito: con falsa modestia (?) mi presentavo.. "piacere Max...", poi dopo qualche astutissimo secondo.. "Il Ganassa...", e sondavo lo sguardo dell'astante. Accidenti raga, devo dire la verita': non e' che l'ho fatto apposta, ma dopo un paio di volte che mi sono sentito dire "ahhhhhhh sei tuuuuuu il Ganassaaa", e poi aggiungere cose tipo "sii benevolente nei miei confronti... lasciami i miei trei cilindri appena conquistati... non disintegrare il mio nickname... posso offrirti una birra?", ho iniziato a tirarmela un po' A parte gli scherzi graSSie a tutti per gli appellativi che arricchiscono il mio ego che normalmente e' ridotto ad un colabrodo: "il famossissimo ganassa" rimane il mio preferito, piu' che altro per la spropositata presenza della lettera 'S' che gradisco particolarmente. Ma anche "ah, il ganaaaaaaaasssa" non sfigura, se pronunciato con il giusto stupore.
Ovviamente cio' che ho appena scritto e' una baggianata allegorica (ma anche quello che segue, e probabilmente quello che racconto tutti i giorni nella vita quotidiana), ma puo' rendere l'idea dell'effetto che ti fa dire:
- Ehi ragazzi, ma sono famoso!
da pronunciarsi alla Daniele Luttazzi, per capirsi
In realta' me la sono un po' menata, perche' tutti mi conoscevano e io non sono riuscito a ricordarmi di tutti: Ben Reilly ad esempio (ma vale anche per gli altri che ho trascurato) che ricordo di averci parlato di essermi presentato lui di essersi presentato come tale ma porcaccia miseria avro' parlato con quaranta persone che non conoscevo quel giorno e avevo il cervello in pappa. Cosi' Giuspe a cui avrei voluto dovevo chiedere delle cose, ma anche chi conoscevo gia', esempio La Morina Zavorrosa che volevo parlarci di piu' e ringraziarla per le spassosissime uscite sul forum da lei Regnato perlomeno alla sua nascita, e invece non mi e' riuscito. Oppure ancora Bio, che magari sara' sfuggito a molti, ma e' l'unico esempio di ragazza-passeggera-di-bandito che invece di essere definita 'zavorra', puo' meglio denominarsi 'bandita con autista', essendo stata lei a trovare questo sito e a convincere il proprio moroso, incredibilmente sprovvisto di Internette, a recarsi al raduno di questa banda di pazzi. Allora lo dico qui, usando come il mezzo pubblico per scopi privatistici, gli altri smettano di leggere che questa e' una comunicazione privata : Bio hai fatto veramente una figata, hai dimostrato che - senza voler dire intuli baggianate retoriche, giuro! - lo spirito del sito e del raduno e' andato assolutamente oltre il possedere un bandit, il possedere una moto o anche semplicemente saperla guidare. In realta', al raduno di Castelluccio si sono incontrati una banda di zuzzurelloni per zuzzurellare insieme. Il fatto che si zuzzurella in moto ovviamente e' cosa di non poco conto, e il fatto di essere tutti seduti sulla stessa bellissima moto poi assicura... la stessa andatura . Ma la cosa piu' bella e', diciamola come si dovrebbe dire normalmente, sparare le proprie amenita' e ascoltare quelle altrui: come nel forum ma come feedback, invece di un riduttivo smiley, il suono di una risata nelle proprie orecchie. E' un po' la differenza che c'e' tra una registrazione e un concerto dal vivo, il paragone e' improponibile.
Mi aspetto che molti altri scrivano il proprio report, quindi non voglio approfittare della mia posizione di famossissimo ganassa per raccontare tutto il raduno. Ed e' cosi' che con questa scusa eccezionale delego a qualcunaltro la faticaccia di descrivere ogni metro percorso dalle nostre gomme ed ogni parola pronunciata da bandito alcuno. Io sono ancora abbagliato dalla bella esperienza e non riesco ad andare nei dettagli, ricordo pero' distintamente che il sorriso erae' stata l'espressione piu' in voga per tutta la durata del raduno, e non era certo di circostanza. Il poter chidere discorso magari aperti via forum, incontrare l'altro lato, quello reale, delle persone che quotidianamente dicono la propria su questo sito, e' stato come conoscere due volte la stessa persona, e forse causa il brillare delle pupille di fronte a cotanto metallo rombante che riempiva la vista in ogni momento, sembrava di conoscerne una piu' felice, oltre che piu' viva di quanto non si sapeva prima.
Quello che posso aggiungere a cio' che non diranno altri e' che il nostro viaggio di ritorno, di me Klaudio Maklel e i toscanacci tutti, e' stato un vero tour de force: partiti insieme all'altro gruppo di milanesi-o-giu-di-l?, abbiamo ad un certo punto deciso che stavamo tirando troppo diritto, quindi abbiamo iniziato a zigzagare per la Toscana. Per intendersi meglio, alle due del pomeriggio, dalle 9 e mezza che eravamo partiti, ci trovavamo ancora alla stessa distanza da Milano. Ma era tutto previsto, solo che noi non lo sapevamo ancora: accompagnati i locali nei pressi di dove conducono le loro toscanissime vite, la nostra indecisione e' stata solo scegliere quale passo fare: l'Abetone, bello veloce e anche un po' velox, mi aveva gia' fregato una volta costringendomi ad una discesa al buio sull'asfalto umido e pieno di aghi di pini (o abeti? ), quindi sono risucito a far desistere Hurri che gia' anelava ad un percorso fuoristradistico pesante. Alla fine la Porrettana e' andata per la maggiore, e devo dirre che sono rimasto piacevolmente stupito: un continuo saliscendi (anche rapido: cunette a volonta') con un asfalto non perfetto ma che assicurava comunque prevedibilita' nel comportamento (niente brecciolina). Paesaggio bello, com'e' naturale per tutta la Toscana e dopo una deviazione per arrivare al casella della a1 di Modena invece che l'instasata Bologna (che furbacchioni), l'occhio del Ganassa ha colto il messaggio che tutti aspettavano: "Tigella e Gnocco Fritto - trattoria Al Pastore, cucina casalinga". E casalinga era: la famiglia al completo ci ha ricoperto di cibo innaffiati di lambrusco (moderato, causa moto, ma meritava), l'ambeiente rustico la bella compagnia, qualche bellezza locale e la costellazione di lucciole che ci attendeva all'uscita hanno reso il tutto una cena cena perfetta. Con tutta calma siamo saltati poi in sella, Maklel ha preso la strada per il brennero e noialtri abbiam fatto l'ultimo pezzo della a1 ad una andatura pi? che discreta nonostante il traffico intenso (ma scorrevole). E per farci divertire fino all'ultimo, Piacenza cio ha riservato una bella grandinata di quelle da 100 ettolitri al minuto per metro cubo: roba da fermarsi vestirsi e aspettare che spiova, ma il tutto e' durato poco, qualche chilometro ed eravamo asciutti a casa. Anche se il concetto di 'casa', in questi tre giorni, assomigliava piu' all'immagine del sorriso dei banditi, che ad un edificio costruito nell'area metropolitana milanese.
Note di merito, come gia' detto altrove, al piccolo Riccardino e a chi l'ha fatto per la sua eroica presenza: una vera grinta da Bandito. A Sir_J che ha fatto ripetuto cio' che fece McOrion, ovvero la Sicilia-BanditRaduno in solitaria, senza macchia e senza paura. A Bio che ha trascinato il suo bandito in mezzo ad una banda di sconosciuti. A Toro che ha stupito tutti per l'essere cosi' diverso da come lo si immaginava e nello stesso tempo cosi' uguale a come appare dal forum (ovvero un completo deficiente). A Castorina per aver tenuto testa a tutti quelli che gli rompevano le palle "eh ma tu c'hai l'hornet eh ma tu sei donna sesso debole", a suon di dati tecnici sfagiolati a memoria, e competenza da far impallidire anche il webmaster di motozen.it A MorZav finalmente diventata bandita. A tutti i coloro, in generale, che hanno creduto (e hanno potuto) partecipare perche' sapevano di trovare quella che si suol dire l'allegra compagnia: divertiti, ma tantissimo, senza mai andare troppo oltre il limite. L'allegra compagnia era li', dentro di noi, ed ognuno ci ha portato un pezzetto.
Infine una considerazione che nessuno si e' mai sognata di fare perche' ormai considerata implicita nel mezzo (chi ha mai ringraziato Edison dopo una telefonata?): l'invenzione e la diffusione di Internet, e poi del software Open Source con il quale questo sito e' realizzato, e quindi delle migliaia di persone nel mondo che questo sofyware producono e distribuiscono liberamente, che ha permesso a persone cosi' diverse di prendersi le misure e poi incontrarsi senza alcun trauma di virtualizzazione della realta': quello che viene scritto sul forum non sono solo parole, ma parte di noi, moltiplicate e trasportate in tutto il mondo grazie alla Sapienza dell'Uomo, la stessa che per intendersi ha permesso la costruzione di cose come... una Bandit. che invece trasorta noi ovunque. E, a vedere Riccardino con la maglietta del raduno, sembra anche ci molitplichi
Questo articolo è pubblicato su Bandit.it - Suzuki Bandit GSF: the smart side of the road
http://www.bandit.it/public
L'indirizzo URL di questo articolo è: http://www.bandit.it/public/modules/news/article.php?storyid=102
|
|