Repubbliche Baltiche ed Europa del Nord
Argomento: Bandit Report Data: 26/8/2005
Giro del Baltico
Dopo tante elucubrazioni, finalmente si parte il giorno 21/6/05; il periodo più consigliato per la stabilità delle condizioni atmosferiche è appunto da circa metà giugno a metà luglio.
Pensa e ripensa, decido di attrezzare la moto così: trittico di motovaligie GIVI MonoKey; in una laterale tutta la biancheria intima e le cose da toilette; nell’altra tutto l’abbigliamento; in entrambe ho inserito un’apposita borsa floscia per maggiore garanzia in caso di infiltrazioni di pioggia; nel bauletto posteriore metto tutto ciò che mi può servire durante la marcia come: cartine, guide, antipioggia, macchina fotografica compatta, ecc. badando sempre di lasciare abbastanza spazio per un casco.
Navigatore Satellitare Garmin Street Pilot III utile fino in Austria e dalla Finlandia fino a casa; per il Baltico manca ancora la relativa cartografia.
Sul sedile posteriore posiziono due sacche stagne da 60 lt ciascuna per l’albergo (leggi tenda) ed accessori; tenda appunto, materassino e cuscino autogonfiabili, un seggiolino, sacco a pelo, lampada per tenda ed accessori per eventuali riparazioni; in una metto ciò che riguarda l’alloggio e nell’altra ciò che riguarda il letto. In questo modo anche riponendo la tenda fradicia il letto sicuramente non si bagna. Il darico totale risulta di circa 42 Kg, così ripartiti: 10 Kg per ciascuna valigia laterale 14 Kg sul sedile posteriore, il più avanzato possibile 8 Kg per il bauletto Il peso comprende ovviamente anche i contenitori; decido di rinunciare alla borsa da serbatoio per maggiore comodità durante i rifornimenti ed anche per maggiore sicurezza contro i furti nel caso di parcheggio non custodito della moto con il carico a bordo. La borsa sarebbe magnetica e quindi facilmente asportyabile.
Optiamo per una tenda a persona scegliendo un modello a tre posti per alloggiare il bagaglio durante le soste; io decido per una Bertoni Nord Kapp 3 di colore scuro; al nord non viene quasi mai buio e voglio poter dormire un po’ meglio..
Il B12, per mia maggiore comodità, ha il cupolino GIVI più protettivo, il manubrio del B6 che è leggermente più alto, mono posteriore WP e molle anteriori WP progressive, in quanto le sospensioni di seria avevano perso molto delle prestazioni originali. Questa modifica non è stata fatta per il viaggio, ma già affrontata in precedenza.
Per il viaggio ho fatto fare i seguenti lavori alla moto: Tagliando completo Gomme nuove Pilot Road Batteria nuova Candele nuove Allineamento carburatori (erano un po’ fuori) Catena praticamente già nuova da poche migliaia di Km. Freni ant e post nuovi (solo pastiglie)
Alla fine tutto è pronto e si parte.
Da casa (Monza) si prende la A4 e poi la A23 fino a Tarvisio; quindi ci si dirige verso Klagenfurt dove si pernotta solamente; distanza circa 550 Km.
Si riparte il mattino e per la via più veloce, evitando Vienna, ci si dirige a Bratislava, dove si pernotta soltanto; distanza circa 450 Km. L’impressione immediata su Bratislava, almeno per la periferia di ingresso alla città, è pessima; tutto ciò che vediamo è proprio nel peggior stile di un’architettura selvaggia post bellica. Lo consideravamo solo un luogo di transito e ci dispiace di non aver dedicato qualche ora in più per vedere anche il centro e quindi poter dare un giudizio più equilibrato. L’attraversamento della Slovacchia, una volta terminata la poca autostrada, è abbastanza caotico, per cui decidiamo di seguire strade di secondaria importanza. L’idea si rivela giusta e scopriamo paesaggi e paesi degni di rilievo. La meta della giornata è Cracovia, dove si pernotta 3 volte; distanza circa 440 Km.
Da Cracovia si parte giornalmente per visitare: I campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau nei pressi di Oswiecim per un totale di 190 Km;
Cracovia stessa che è molto particolare e ne vale la pena; bel centro storico vivace e tanta gente in giro; vi ricordo che è la città di Giovanni Paolo II e sembra che tutto giri ancora intorno al suo nome. Quel giorno in città la temperatura era di 36°. Le miniere di sale di Wieliczka a 40 Km, che sono assolutamente spettacolari con tante sculture eseguite nel sale e poste fino a 148 m. di profondità, che è la parte aperta al turismo. Queste sculture sono state fatte, nei secoli, non da artisti ma daglli stessi minaturi e rappresentano, per lo più, scene sacre. Le miniere non sono più operative da alcuni anni; il loro sfruttamento intensivo risale però a sette secoli fa.
Si riparte per attraversare tutta la Polonia in direzione di Bialystok dove troviamo campeggio nei pressi di Vasilkov, in quanto quello di Bialystok indicato sulle guide, non esiste più da circa 4 anni; distanza circa 600 Km. La distanza è stata interamente percorsa senza tratti autostradali, in quanto dalla Polonia in poi fino alla Finlandia, le autostrade non esistono più. Per giunta le strade polacche sono le peggiori che abbiamo incontrato, in quanto segnate da profonde ormaie con camion in successione continua diretti verso Est. Varsavia la attraversiamo soltanto; non abbiamo tempo per vedere proprio tutto; d’altra parte le guide che abbiamo non citano nulla che desti particolarmente il nostro interesse. Comunque l’attraversamento è piuttosto difficoltoso e caotico e con le moto non vediamo l’ora di esserne fuori. A Vasilcov si dorme soltanto e si riparte il mattino dopo per la Lituania. Il campeggio che troviamo non ci entusiasma; siamo gli unci campeggiatori in un prato che assomiglia di più ad una discarica anzicché ad un campeggio e per giunta pioviggina. La cosa buona è che per la doccia ci assegnano il bagno di una camera non utilizzata dell’annesso albergo. Il tratto che congiunge questo paese alla frontiera lituana passa per un bellisiimo parco naturale con stradine, abetaie e piccoli laghi, che ci lascia senza fiato; per ammirarlo ci fermiamo sulla strada che congiunge Gabj a Sejny.
Si attraversa la frontiera ad Ogrodniki, in quanto ritenuta aperta solo per il passaggio di veicoli leggeri e quindi con poca coda; infatti riusciamo a passare immediatamente; la destinazione è Druskininkai (Km 180 circa), una bella e ridente cittadina termale, nei pressi di un parco “Gruto Parkas” che vogliamo visitare in quanto contiene molte delle statue dei personaggi che appartenevano al regime sovietico e provenienti da tutta la Lituania. Il campeggio municipale non è ancora in funzione; anticipiamo di 3 giorni la data di inaugurazione ed è una struttura ottima e moderna; ci fanno campeggiare nel giardino di un “ospedale” che in effetti si occupa solo di riabilitazione e problemi respiratori, che è dotato anche di ostello della gioventù, piscine termali e fitness, ristorante eccellente e punto informazioni. I Lituani sono sempre cordiali, curiosi di sapere da dove arriviamo e disponibili; non abbiamo mai avuto problemi di sicurezza, ma non abbiamo mai suscitato le loro eventuali brame evitando di ostentare qualunque cosa ritenessimo potesse essere di loro interesse. Riposiamo un giorno in più girovagando e becchiamo un temporale mitico ma non siamo in moto, per cui un buon pasto ed una Wodka in più ce la permettiamo. Nel Baltico la vita costa abbastanza poco; gli unici prezzi simili ai nostri sono praticati nelle grandi città. Anche lì però ci si può difendere bene senza grandi difficoltà. Le condizioni delle strade in Lituania sono abbastanza buone e colpisce la quasi assenza di traffico; anche 40 minuti di viaggio senza incontrare una macchina. E’ molto diffuso l’autostop a tutte le età e garantisco che le ragazze hanno un aspetto superbo; sulla moto impossibile caricare passeggeri, purtroppo. La lingua non è del tutto incomprensibile nelle parole essenziali soprattutto se letta; comunque ce la caviamo con l’inglese ed un minimo di tedesco (il nostro) loro lo parlano meglio.
Si riparte per Trakai, località su un lago fatato in un parco naturale bellissimo; sono molto attenti alla conservazione dell’ambiente che è la loro principale risorsa per il futuro in Europa. A Trakai, distanza circa 200 Km., stiamo due notti; il secondo giorno andiamo a visitare Vilnius; città carina anche se occidentaleggiante. Troviamo un bel entro storico, a nostro avviso; sarà comunque quello che, almeno per noi, risulterà essere il più modesto delle tre capitali baltiche. Al ritorno a Trakai ceniamo sul lago con le ombre che si allungano e tante tonalità di rosso che colorano le acque del lago; vedo che sulla menù del ristorante è presente un vino italiano e, dato che sono in crisi di astinenza, ne ordino una bottiglia. La cameriera si affanna a dirmi che quello lo vendono solo in bottiglia intera e non a bicchieri; dico che va bene e lei si allontana per tornare poco dopo con il capo cameriere, che vuole sincerarsi che abbia capito bene. Confermo l’ordine e dopo tutta questa cerimonia, il costo della bottiglia è di 9 Euri; ne lascio un paio di bicchieri per i camerieri che ci guardano sorpresi ed incuriositi. Da Trakai si riparte in direzione di Kaunas, seconda città della Lituania, che non visitiamo in quanto principalmente industriale; seguiamo il fiume Nemunas fino a Siluté; percorso bellissimo con i paesini composti di case in tinte pastello a destra, a sinistra il fiume e al di là il confine con l’enclave russa di Kaliningrad. Da Silutè si sale fino a Karklé dove campeggiamo due notti; distanza circa 410 Km. e finalmente siamo sul Mar Baltico.
Da Karklè partiamo per visitare la città portuale di Klaipeda dove traghettiamo sulla penisola di Neringa; posto stupendo, tutto parco naturale con cittadine che potrebbero stare in Svizzera o sulla Costa Azzurra con ville e giardini incredibili; infatti gli alti papaveri dell’ex regime avevano qui le loro dacie. Incontriamo mercatini di ambra ovunque. Una specialità gastronomica locale son dei pescioni affumicati, tra cui le anguille molto comuni da quelle parti, che vengono trattati, venduti e consumati sul luogo circa 2 ore dopo la pesca; una vera delizia e ne mangiamo uno a testa. Al ritorno dal traghetto si visita la città di Palanga; luogo molto vivace e alla moda con un grande passeggio; ci sono molti negozi e tanto turismo locale salvo qualche tedesco o finlandese principalmente in camper. Dovendo fare un paragone direi che potrebbe essere simile a Viareggio come modo di presentarsi. I paesi baltici impressionano per la pulizia di strade boschi e quanto altro di beni comuni; mai una carta per terra o una bottiglia abbandonata; questo ci ha stupiti molto. Il giro completo è di circa 200 Km. Da Karklè ci dirigiamo verso la Lettonia passando per Siauliai dove ci aspetta una curiosità: la Collina delle Croci. Non è un luogo sacro ma una testimonianza della fede del popolo lituano; penso che le croci piantate in terra o semplicementa oppoggiate possano essere qualche centinaio di migliaia. Lì incontriamo una coppia di giapponesi in moto, che rivedremo a Riga, e che vengono dal Giappone con due Off Road; sono in giro da 13 mesi. Dopo la collina delle croci raggiungiamo la Lettonia (nuovo cambio valuta) e ci fermiamo a PilsRunsdale, dove c’è la copia in piccolo del palazzo di San Pietroburgo. L’architetto è italiano ed è lo stesso dell’ Hermitage; visitiamo il palazzo, che ne vale la pena, quindi proseguiamo in cerca di un campeggio che individuiamo presso Jurmala; distanza circa 420 Km. dalla partenza. Jurmala è una cittadina balneare, luogo rinomato (da quelle parti) che viene definito come “dieci minuti” di America”; infatti architettura, parchi, locali notturni, ristoranti non sembrano certo del Nord Europa. Alla sera si passeggia sul Baltico che ha sabbia finissima ed un’infinità di colori; la spiggia è circondata da una quantità umpressionante di fiori, tra i quali spicca la rosa canina in fiore, che è una meraviglia. Alle 23 circa inizia il tramonto che, come tutti quelli nordici, lascia senza fiato per forma e vastità della visuale dei cieli e delle nubi e dura tantissimo. Il giorno seguente visitiamo Riga che è a circa 30 Km; questa è veramente una bella città, dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. E’ un misto di antico e moderno tutto perfettamente tenuto; il centro storico è grande ed importante. C’è un bel mercato coperto ricavato negli Hangar degli Zeppelin (si scrive così?) lasciati dai tedeschi intorno agli anni ’30; ci rendiamo conto che nelle attività pubbliche sono impiegate parecchie donne, come nella guida dei tram che sono tutti allegri e multicolore. Le città nelle repubbliche baltiche usano molto il colore nelle tonalità pastello.
Da Jurmala partiamo per andare a vedere un’ampia zona parco, conglobante molti paesini, ma abbiamo la sorpresa di trovare solo strade non asfaltate e con le nostre moto e gomme da strada riusciamo a vedere solo i sassi sul percorso, invece del parco. Anche in questa occasione prendiamo acqua ma noi non siamo in moto; finisce presto e cerchiamo un nuovo campeggio sulla strada per l’Estonia. Lo troviamo nei pressi di Sigulda; distanza circa 200 Km.
Da qui partiamo la mattina per entrare in Estonia al confine di Valka; abbiamo la sorpresa di vedere che ci sono indicazioni di piste ciclabili che portano in ogni dove, parallelamente alla rete di strade per i mezzi motorizzati. Da Valka o Valga, secondo la lingua, ci dirigiamo verso il lago Vortsjarv dove le mappe riportano il segno di un campeggio; di fatto ne troviamo solo uno impraticabile a causa di lavori in corso e anche del concetto che hanno del campeggio in quesi paesi; l’essenziale ed a volte nemmeno quello. Stanno facendo molto per adeguarsi agli standard occidentali ed, infatti, solo in due casi abbiamo trovato scarsità o inesistenza di servizi. In questo caso decidiamo di andare a Tartu, città universitaria, e di alloggiare in albergo non esistendo una soluzione diversa; distanza circa 380 Km. Qui incontriamo un motociclista finlandese con una BMW K 1200 LT che si mette a parlare con noi e ci indirizza verso l’albergo dove lui alloggia con la moglie; un posto a 3 stelle, molto carino con ricovero in cortile chiuso per le moto e che ci costa 30 Euri per notte in camera con servizi e colazione compresa.La città è piccolissima ma storica con un centro molto bello; una coppia giovane ci viene incontro per strada, ci dà la mano e ci dice “Benvenuti in Estonia”; ve lo potete immaginare? Quante volte vi è successa una cosa simile nella vita? Ceniamo all’aperto, come sempre, attendendo il calare del sole e, per un pasto completo, spendiamo i soliti 4/6 Euro. In genere si pasteggia a birra il cui costo per un boccalone da 0,500 varia da 0,50 ad 1 Euro; per certe cose è veramente una pacchia!!! Vista Tartu ci dirigiamo verso il lago Peipsi Jarv, non tanto per il lago, quanto per la direttrice verso Rakvere e quindi la grande strada che, in riva al Baltico ci porta verso Tallinn che è il vero target finale del nostro giro. La strada lungo il Baltico è Bellissima e veloce, tranne gli ultimi 50 Km dove fervono lavori di riadeguamento. Raggiungiamo finalmente Tallinn e alloggiamo in un campeggio dedicato ai motociclisti, con annessa la sede del motoclub locale, un negozio di ricambi ed accessori ed un Pub per le discussioni del caso; in quei giorni era tutto chiuso tranne il campeggio; distanza circa 400 Km. e conferma della legge di Murphy. Si va a cenare in città in un pub, dove ci servono due ragazze splendide; il tutto viene rovinato da un ragazzo norvegese ubriaco che vuole, a tutti i costi, discutere con noi del sesso degli angeli, ovvero incolpandoci della partecipazione italiana al conflitto in Iraq. Un tizio, mosso a pietà nei nostri confronti, lo prende e lo porta via prima che ci venga voglia di sbranarlo. Il giorno dopo visitiamo Tallinn, il più grande e meglio conservato centro storico dell’Europa dell’Est, detto dalle guide (TCI, Lonely Planet, Rough Guides, eccc;) non da noi. In effetti è così; la città si estende su un terreno mosso, con vicoli e stradine acciottolate, è circondata da mura e torrioni, piena di chiese cattoliche ed ortodosse di pregevole fattura; l’aspetto è quella di cittadine famose della Toscana o dell’Umbria; roba da non credere. Qui il turismo internazionale c’è e si vede; i giapponesi sono già arrivati, la piazza del Municipio è tutta un mercato e non è semplice trovare un posto al ristorante se si sbaglia l’ora. Dall’alto della collina, da una piazza a balcone si domina la città, il golfo ed il porto. Tallinn ci ha riservato tutto quello che ci aspettavamo, emozioni comprese; dall’alto di un monumento dell’ex regime abbiamo assistito ad un tramonto che ha impiegato oltre un’ora per realizzarsi, ed intanto il mare cambiava continuamente i suoi colori. La cosa più bella di Tallinn, oltre alla caratteristica della città stessa, è la vivacità dell’ambiente, aiutata sì dalla presenza di molta gente, ma anche dal modo con cui tutte le attività degli estoni vengono proposte; più verso l’esterno dei siti dedicati che non l’interno. Per es: la stessa vendita di cartoline e francobolli non è demandata solo ai negozianti preposti ma, in modo organizzatao, anche a ragazze che le propongono gentilmente e carinamente vagando per la città, in loro rappresentanza. Tre notti a Tallinn e quindi via per Virtsu ad imbarcarci per la maggiore delle isole dell’Estonia, quella di Saaremaa; non appena giunti abbiamo visitato la cittadina più importante, Kuressare, che altro non è che un delizioso porto turistico, traboccante di imbarcazioni da diporto principalmente di possidenti finlandesi. Comunque la città è carina ed anche antica. Traversata l’isola che è un enorme parco naturale, ci siamo diretti verso l’altra isola Hiiumaa, imbarcandoci al molo di Triigi. Durante il percorso ci ha fermato un tizio per chiederci da dove venivamo; una volta spiegato, ci ha impressionato la tristezza sul suo volto quando ci ha detto che lui non avrebbe mai potuto fare la stessa visita in Italia, forse i suoi figli, se tutto fosse andato bene; alludeva ovviamente alla situazione economica; da quelle parti lo stipendio medio è di circa 200 Euri al mese. A Hiiumaa arriviamo a tarda sera; non si trova il campeggio segnato sulle carte; domandiamo e tutti ci indicano dove andare ma noi, o siamo fessi, o non capiamo. Alla fine capiamo. L’isola stessa è praticamente un campeggio, tutto libero con pochi punti dove arriva almeno un tubo dell’acqua. Da dietro i cespugli, dove individuiamo delle minuscole tende, saltano fuori ragazzi e ragazze, tre delle quali incuriosite dalle nostre moto attrezzate ci corrono incontro con grandi cenni di saluto. Quella sera il mio amico dorme in un prato, mentre io, mi sento lercio e puzzolente, prendo una stanza in un bed&breakfast; di queste strutture ce ne sono parecchie specialmente in zona mare. Mi offrono una splendida camera internamente in legno, odorante di pino, con un bagno probabilmente mai usato ed una ricchissima colazione per l’eccezionale cifra di 12 Euri; dall’espressione sono sicuro che quando me li hanno chiesti pensavano di esagerare; o la va o la spacca!!! Il giorno seguente si termina il giro dell’isola, parco naturale neanche a dirlo, e ci si imbarca ad Heltermaa per Haapsalu e quindi tornare sul continente, di nuovo verso Tallinn. Ad Haapsalu ci imbattiamo in un museo all’aperto di locomotive a vapore, con la vecchia stazione della città, ormai da tempo in disuso, tutta in legno e perfettamente tenuta come se fosse stata costruita il giorno prima, inclusi i vasi di fiori e le aiuole; una vera sorpresa. L’intero giro è di circa 300 Km. A Tallinn cerchiamo l’imbarco per Helsinki che parte quesi subito; qui incontriamo un ragazzo giapponese simpaticissimo, che è in giro da 11 mesi; ha attraversato l’India, l’Africa, la penisola Iberica ed il centro Europa, diretto a Capo Nord. Ha fatto 33.000 Km ed ha cambiato 4 treni di gomme della sua Honda off road monocilindrica; gli chiediamo il perché della scelta di questa moto; la risposta è “è quella che costava meno” e ci lascia senza parole. Al confronto il nostro giro diventava immediatamente una gita domenicale fuori porta. Il giorno dopo visita ad Helsinki; città carina ma nulla di speciale. Bello il monumento a Sibelius e le Explanades piene di gente che prende il sole; il costo del viaggio comincia però a cambiare. Ci si dirige, il giorno dopo, verso Turku, distante 160 Km. circa; qui ci vogliamo imbarcare per le isole Aland prima di entrare in Svezia; dobbiamo attraversare un arcipelago composto da circa 6500 isole. La prima nave parte alle 21.30; non sappiamo come passare il pomeriggio. Turku è carina ma piccola; pranziamo, beviamo una birra, vediamo il Duomo, mangiamo un gelato, ribeviamo una birra, facciamo 6 volte il giro della città e dentro di me penso: ma che cavolo siamo venuti a fare, potevamo imbarcarci ad Helsinki per Stoccolma. Come Dio vuole arriva l’ora dell’imbarco; il mio amico ed io ci divertiamo a scommettere su quale barcarola ci faranno salire e, mentre fantastichiamo, avviene un eclissi di sole. Guardiamo meglio e mi accorgo che la nave più grande che abbia mai visto ha attraccato senza che ce ne accorgessimo ed ha oscurato la luce del sole ormai più basso sull’orizzonte.
Si chiama EUROPA e questi sono i suoi dati significativi: 12 ponti per 59 metri di altezza lunghezza 201 metri larghezza 32 metri dislocazione 59.900 tonnellate. La più grande nave da battaglia della seconda guerra mondiale, la Yamato giapponese, dislocava la stessa cifra potenza 43.000 cavalli E pensare che i 100 della Bandit mi sembravano già tanti!!!
Quando viaggia, dà l’impressione che scivoli sull’acqua come i pattini sul ghiaccio; dall’alto dell’utimo ponte guardiamo le isole e le case sotto di noi; è come in Star Trek quando l’Enterprise vola basso e le sovvrastiamo abbondantemente; dietro le isole un tramonto di fuoco sul Baltico; non lo potrò scordare vivessi per l’eternità; tornerei in Finlandia solo per riprovare questa sensazione, ma la nave deve essere di quelle dimensioni. Arriviamo alla 1.30 di notte nelle Aland e la nave se ne va rievocando l’impressione del REX nel film AMARCORD di Fellini, per chi l’avesso visto. Noi restiamo a terra senza un posto dove andare e decidiamo di dormire nel terminal. Alle tre ci buttano letteralmente fuori e ci indicano una baracca dove ripararci; passiamo la notte a dormire con la testa su un tavolo. Alla mattina ci dobbiamo srotolare e ci vogliono due ore di stretching; avessi lì la mia fisioterapista!!! Ci dirigiamo verso la città di Mariehamn dove campeggiamo in un posto grazioso e stimolante. Facciamo il giro dell’isola in due giorni che è carina soprattutto per gli scorci panoramici, in attesa di imbarcarci per la Svezia verso Grisslehamn. Fra questi scorci abbiamo la sorpresa di vedere un Baltico di un blu intenso, con baiette di sabbia e roccia rosse; mi chiedo se sono in Sardegna o a Saint Tropez. L’intero giro è di circa 190 Km. Giunti a Grisslehamn si va verso Stoccolma a Km 160 circa; il tempo è cambiato e comincia a piovere anche mentre siamo in moto. Il giorno successivo si visita la città che, pur non essendo bellissima a mio avviso, ha decisamente un suo forte fascino, specialmente la Gamla Stan che è la parte vecchia e monumentale. Lasciata Stoccolma, la destinazione è Malmo; distanza Km 630 circa supportati da una buona autostrada, quindi abbastanza comodi non ostante tutto. Si arriva a sera e l’indomani si varca il ponte che la congiunge alla Danimarca. La prima parte è ponte vero, la seconda è un tunnel sotto il Baltico che inizia da un’isola che mi hanno detto essere artificiale; tira anche un forte vento e si guida a fatica. La direzione presa è verso Rodby dove contiamo di imbarcarci per Putgarden in Germania. Ci arriviamo dopo 130 Km.; l’obbiettivo finale della giornata è Berlino. Non so bene in funzione di cosa, ma il mio amico ha rilevato che intercorrono 324 Km da Malmo a Berlino, quindi siamo felici perché ci aspetta una tappa corta; invece il navigatore ne indica 400 da Putgarden, passando per Rostok con la nuova autostrada, indicata come la più veloce. Alla fine della giornata ne avremo macinati 630 con pioggia alternata a vento forte ed arriviamo contenti di scendere dalla moto. Visitiamo Berlino che è una città splendida, ma il tempo non è sempre clemente. Ci devo tornare, ma fra 2 o 3 anni; la maggior parte dei palazzi e monumenti interessanti è impacchettata per lavori e ci son transenne ovunque. Il mio amico decide di partire il giorno dopo per avvicinarsi a casa; credo che la moglie lo prema un po’. Io, che sono single, voglio stare un giorno in più per vedere il castello di Charlottenburg e, quindi, andare a fare visita ad alcune mie amicizie che abitano in Germania. Mi alzo al mattino per salutare il mio amico e non appena è partito inizia il diluvio universale; su Berlino si rovescia un cataclisma che mi tiene in tenda 4 ore senza nemmeno consentirmi di mettere il naso fuori. All’ora di pranzo si calma un po’ e vado a mangiare un boccone, poi ricomincia. Sono preoccupato per il giorno dopo, dovendo togliere il campo; un’amica mi aspetta ad Heidelberg quel venerdì, mentre il sabato devo fare un’altra visita a Stoccarda ed è ormai tutto organizzato. Dormo con un occhio solo ed appena sento che si calma, sono le 5.00 del mattino, smonto tutto con grande gioia dei miei vicini di tenda che, non ostante tutto il rumore, ancora mi salutano; alle 7.00 parto e mi aspettano 680 Km. Arrivo intorno alle 17.00 e finalmente c’è un po’ di sole. Pernotto e riparto per Stoccarda che dista 130 Km.; la mia amica vuole che facciamo un giro a piedi in città; però ormai non ho più molto da spendere come energie ma l’accontento; è una giornata calda ed afosa, ormai l’avventura giunge al termine e non vedo l’ora di arrivare a casa anch’io. Parto all’indomani verso le 10.00; percorro bene i circa 600 Km che mi separano da Stoccarda e sono a casa mia. Penso a quello che ho fatto ma non realizzo; non c’è proporzione fra spazio percorso e tempo impiegato; mi sembra di aver letto soltanto una guida, di essere partito il giorno prima, ma il contachilometri e le foto dicono che l’ho veramente fatto. Mi ci vuole un bel po’ di tempo per fare mio tutto quello che ho visto.
I dati del Viaggio: 33 giorni 27 notti in campeggio 6 notti in camera 20 campeggi cambiati 10 traghetti presi 8200 km percorsi secondo il contachilometri della Bandit Dimenticavo una cosa importante: il mio amico ha 57 anni ed io 61.
Il prossimo anno? Vedrò; forse qualcosa in solitario o forse un’altra idea.
Informazioni generiche perr chi volesse andare <sum> Basta la carta d’identità; io ho portato due documenti nel caso di perdita o di furto; <sum> le valute si prendono alle frontiere; dalla Slovacchia fino alla Finlandia cambiare solo quello che serve in quanto fuori dai rispettivi paesi non è facile cambiarle; gli Euri sono sempre ben accetti; <sum> le cartine comprarle sul posto; le nostre non sono molto aggiornate, a meno di non trovarne qualcuna dello stesso anno del viaggio; la mia TCI del ‘98 faceva piangere; <sum> la moto deve essere in ordine e tagliandata; da quelle parti per ora non ci sono concessionari <sum> io ho fatto il soccorso stradale TCI che ricupera la moto anche in Lituania ed Estonia e provvede all’eventuale invio di ricambi; per la Lettonia al momento non c’è nulla; il soccorso compreso nella mia assicurazione non provvede fuori dall’Italia; <sum> non sempre è possibile usare le carte di credito, per cui è meglio avere un po’ più contante, anche prelevando da Bancomat; <sum> io mi sono portato il Motul 5100 come olio; chiarirsi bene le eventuali specifiche per poter miscelare olii diversi acquistati in loco; le normali marche non sono spesso presenti <sum> Il cibo generalmente è buono; i piatti sono simili a quelli tedeschi <sum> L’acqua dell’acquedotto non è potabile; bere solo acqua minerale in bottiglia <sum> escludendo le spese fatte in Italia per i preparativi, il costo vivo del viaggio comprensivo di 10 traghetti, pappa e nanna, tutto il carburante e qualche piccolo extra è stato di circa 1.900 Euri per 33 giorni effettivi di viaggio; incluse anche le vignette autostradali obbligatorie in Austria, Slovacchia e Svizzera. <sum> La benzina ci è costata quacosa meno che in Italia; dal 15 al 30% meno secondo i siti;
Per ulteriori informazioni, chi ne fosse interessato, può contattarmi; il mio profilo su bandit.it comprende anche la mia e-mail.
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