California dreaming
Argomento: Bandit Report Data: 22/4/2010
Scritto da : Paolo_69 Dal Forum: [MT] Itinerari e report Topic originale: California dreaming il 22/4/2010 22:53:51
Passato il magone, raccolte le idee e, come promesso, ecco il report del viaggio più bello che abbia mai fatto, e scusate se è un pò lungo
Premessa California dreaming, il titolo del report dice già tutto; del resto basta guardare un qualunque road movie per iniziare a sognare quegli spazi immensi dove ci sente piccoli piccoli al cospetto della natura. Ho sempre avuto molti pregiudizi verso gli Sati Uniti (sarà stata la formazione politica?) e al contempo ne ho sempre subito il fascino; ci sono stato molte volte per lavoro e, anche se alcuni dei pregiudizi sono rimasti, la scoperta graduale mi ha fatto apprezzare sempre di più quel Paese immenso e così difficile da racchiudere nei pochi stereotipi che fanno parte dell'immaginario collettivo, ed ogni volta tornavo a casa con la voglia di tornarci e scoprirne un altro pezzetto. E questo viaggio è stato la coronazione di un sogno.
La moto boltz, Citazione: Per la moto: HD tutta la vita. Sei in california, che diamine!
E che HD sia! La moto è una Electra Glide, l’ammiraglia della HD, la cruiser per antonomasia. Noleggiata a Los Angeles da Route 66 Riders, trovato su internet e preferito ad altri moto noleggi (Eagleriders). La moto è costata, tutto compreso (assicurazione full, caschi, giubbotti, miglia illimitate), 158 $/giorno. A guardarla nella sua imponenza incute molto timore, 2,5 metri di lunghezza, 450 kg a secco, 1700cc e 138.29 Nm a 3500 giri. Mi ci siedo sopra, giro la chiave e parto, ed il borbottio del twin diventa subito la colonna sonora che ci accompagnerà per 2500 km (salvo quando mettevamo lo stereo a tutto volume).
Le vibrazioni si sentono, ma non danno fastidio, fare un’inversione a U, o anche una qualunque manovra è un'operazione da pianifiacre con largo anticipo, e per tutto il viaggio la mia paura principale è stata “ma se la faccio cadere, come caxxo la rialzo?”. I bauli fagocitano i (troppi) bagagli che ci siamo portati, decidiamo che la prossima volta non ci portiamo niente e compriamo tutto qui. Alessandra è praticamente in poltrona, la mia posizione invece ricorda quella di Enrico Montesano come fantino in Febbre da cavallo.
La confidenza è aumentata con il passare dei giorni e dei km, ed alla fine sono passato da percorsi tortuosi allo sterrato ed al ghiaccio. Quando ho ripreso la Fazer mi sembrava una bicicletta.
La pianificazione
Internet, che grande invenzione! Poter pianificare un itinerario, trovare gli alberghi lungo il percorso, vedere le foto e leggere le opinioni di chi ci è già stato, beh, così è tutto più facile. All'inizio doveva essere un coast to coast, ma ci volevano almeno 20 giorni e più del doppio dei soldi che abbiamo speso, così abbiamo deciso di "ripiegare" sulla Callifornia. Il percorso lo avevamo già in mente, poi mi sono iscritto a tre o quattro forum di motociclisti californiani chiedendo e ricevendo dritte e consigli su cosa fare e dove andare; i migliori consigli li ho avuti da questo personaggio qua:
Per gli alberghi lo stesso, all’inizio pensavamo ad una cosa molto più selvaggia, tipo vagare all’avventura e fermarci nel primo posto che capitava, ma alla fine abbiamo preferito organizzarci meglio, se da un lato toglieva un pò di fascino al viaggio on the road, dall’altro ci siamo risparmiati di capitare in qualche motel alla Psicho e ci siamo trovati tutti posti molto carini, senza contare il tempo risparmiato.
Guidare negli States
In un Paese dove tutto è immenso, le strade non potevano essere da meno. Ogni Stato ha le sue regole ed i suoi limiti, per esempio nel Kentucky il casco non era (almeno fino a due anni fa) obbligatorio, in California ho trovato i limiti di velocità mediamente più alti: 65mph sulle highways a quattro corsie (105 kmh, ma tutti viaggiano intorno alle 75-80 mph, ed ovviamente mi sono adeguato), 45-55 mph sulle altre strade; l’asfalto è mediamente buono, anche se sulle highways spesso il manto stradale era di cemento pettinato, non proprio l’ideale per la moto.
Ci sono alcune cose strane rispetto alle nostre strade: - I semafori non sono allineati con la linea di stop, ma si trovano sul lato opposto dell’incrocio; specialmente di sera è molto facile fermarsi al semaforo e trovarsi esattamente al centro dell’incrocio; - Con il semaforo rosso si può sempre svoltare a destra (secondo W.Allen è l’unico contributo della California alla cultura americana) - Negli incroci senza semafori, tutti hanno lo stop! Ho adottato la regola del first in, first out ed è andato tutto bene La gente che guida è molto corretta, l’educazione stradale è mediamente molto alta, se vedono che vai più veloce ti danno spazio, tutti guidano molto rilassati e tranquilli, l’unico a suonare il clacson ero io.
La polizia fa dei veri e propri agguati; più di una volta abbiamo visto la macchina della polizia o dello sceriffo della contea nascosta dietro la classica siepe e partire all’inseguimento di qualcuno che violava il limite. In tutti gli Stati che ho visitato ognuno ha la possibilità di denunciare autisti ubriachi e comportamenti aggressivi!
Mangiare e altro
La cucina americana, tolti cheeseburgers, bistecche e patatine fritte, riserva ben poco, ed ovviamente ci siamo adeguati. Ale è vegetariana, ma la sua alimentazione si basa proprio sulle patatine fritte, e poi ha scoperto il Veggy burger e non ci sono stati problemi.
La birra era la Bud, fresca e leggera. In California è vietato fumare ovunque, persino in spiaggia o nei locali all’aperto, tutti gli alberghi erano smoking free, in aeroporto si poteva fumare fuori ad una distanza di 50 metri dalle porte, una tragedia!
1° giorno - Los Angeles
Non avevamo particolari aspettative su questa città, tanto che nel nostro itinerario le abbiamo dedicato il giorno di arrivo e quello della partenza, anche perché molto poco interessati dalle cagate per turisti di cui è piena la città. A guardarla dall’alto è impressionante per quanto è grande, nella contea di Los Angeles vivono oltre 12 milioni di persone, ed è vasta quanto il triangolo Torino – Milano – Genova. Ci siamo limitati a gironzolare per Santa Monica (dov’era il nostro albergo), Venice Beach, West Hollywood e Beverly Hills, gran parte del resto è off limits. Certo fare pratica di guida con l’Electra nel traffico del Sunset boulevard è stato un tantinello impegnativo.
2° giorno - Da Los Angeles a Lone Pine – Death Valley (370 mi)
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La prima tappa è Lone Pine, un paesino uscito da un film di Sergio Leone, ai piedi del versante orientale della Sierra Nevada ed all’ingresso della Death Valley;
ci arriviamo nel primo pomeriggio, molliamo i bagagli in albergo e ci inoltriamo nella famigerata Death Valley.
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Ne percorriamo un piccolo tratto, per farla tutta ci volevano almeno due giorni e bisognava rimanerci a dormire, ma purtroppo non abbiamo trovato posto. Mi resterà il rammarico di non aver visto Zabriskie Point, ma ne è comunque valsa la pena.
3° giorno – Da Lone Pine a Three Rivers (310 mi)
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Ci svegliamo di buon’ora, complice il fuso orario da smaltire, e ne approfittiamo per una passeggiata a Lone Pine ed una frugale colazione in uno di quei posti che si vedono nei film:
Ci mettiamo in Marcia e proviamo a passare la Sierra al centro; la strada (quella che si vede in foto) è bellissima ed i panorami sono mozzafiato, ma in vetta ci attende una sorpresa:
Tocca tornare indietro e provare a passare più a sud; ci riusciamo praticamente aggirando la High Sierra e passando per Isabella Lake. Descrivere quei posti non è facile, il paesaggio cambiava di continuo, portandoci da passi alpini ad immense praterie a colline alberate; le temperature andavano dagli 0°C ai 15 °C a valle, con i caschi jet ed il resto dell’attrezzatura che avevamo è stata piuttosto dura.
Finalmente arriviamo a Three Rivers, dove ci aspetta un B&B delizioso ed una bisteccazza in un pub con biliardo, tremila televisori con tutti gli sport del mondo e musica rock dal vivo.
3° giorno – Da Three Rivers a San Francisco (292 mi)
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Altra colazione frugale nello splendido B&B e si parte alla volta del Sequoia National Park:
All’inizio la strada è spettacolare, con la moto ci ho preso confidenza e mi concedo pure qualche bella pieghetta, poi però, più saliamo e più aumenta la neve. In cima siamo sottozero, in alcuni punti la strada è ghiacciata e non vediamo l’ora di andarcene. La frustrazione era alle stelle quando vedevamo la gente uscire dalle macchine a mezze maniche ed in bermuda.
Dopo aver guidato lassù con quel cancello, posso fare qualunque cosa con un mezzo a due ruote
Usciti dal parco, la strada scorre tranquilla tra distese di aranceti e vigne a perdita d’occhio; siamo morti dalla stanchezza, ma la vista del Bay Bridge e della skyline di San Francisco di notte ci ripaga di tutto. Arriviamo all’albergo in tarda serata e crolliamo. Domani niente moto
4°/5° giorno –San Francisco
Su San Francisco avevamo molte aspettative, e ne veniamo ampiamente ripagati; la città è davvero bella, molto europea ed a misura d’uomo. La moto la lasciamo in garage, si gira benissimo con i tram
Non posso andar via da San Francisco senza attraversare il Golden Gate in moto, così il secondo giorno prendiamo la moto, mettiamo Born to be wild a tutto volume ed attraversiamo la baia, per goderci il tramonto. Peccato che non è possibile bersi una birra per strada.
Il nostro albergo è in Columbus st., nel cuore del quartiere italiano, dove è praticamente impossibile trovare un ristorante che non sia italiano, così ci prendiamo una pausa dai cheeseburgers e le patatine e ci concediamo un’ottima amatriciana ed un caffè napoletano:
6° giorno –Da San Francisco a Carmel (123 mi)
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A malincuore ripartiamo da San Francisco, però ci aspetta la ciliegina che ci siamo riservati alla fine: la Pacific Coast Highway, la mitica 1 che ci porterà da San Francisco a Los Angeles costeggiando l’oceano. Parallela alla 1 scorre la HW 101, dove c'è il famoso Camino Real, la strada delle antiche missioni spagnole; purtroppo abbiamo dovuto scegliere, e di missioni ne abbiamo intraviste solo un paio. Dopo due giorni di brutto tempo, il cielo è di un azzurro carico, la temperatura comincia ad alzarsi ricordandoci che siamo in California. La musica anni 70 della West coast ci accompagna, la Harley borbotta che è un piacere e l’andatura è tranquillissima, per goderci fino in fondo ogni centimetro di strada.
Arriviamo a Monterey ed Ale mi porta a visitare il famoso acquario, davvero notevole, anche se la presenza di tantissimi bambini urlanti è devastante. Resto perplesso da alcuni libri nel Book Store dell’acquario:
Vedere dei libri su come cucinare il pesce in un acquario è come trovare del gel nel bagno di Brigante
Arriviamo a Carmel, città molto esclusiva in pieno Big Sur, dove Clint Eastwood è stato sindaco, dove non ci sono fast food ed insegne luminose ma gallerie d’arte e biblioteche, e dove Valentino Rossi va a passare qualche giorno durante il gran premio di Laguna Seca, a pochi km da qui.
7° giorno –Da Carmel a Santa Barbara (245 mi)
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Lasciamo Carmel e proseguiamo lungo la HWY 1 verso Santa Barbara. E’ una delle strade più belle che abbia mai fatto in moto, non so cos’altro dire.
Dopo aver attraversato una vallata che ricorda molto la Toscana, arriviamo a Santa Barbara al tramonto, ed è proprio come la immaginiamo, con le palme, i cartelli di attraversamento pedonale surfisti e tutto il resto. Ci siamo regalati un cottage con camino, idromassaggio ed una bottiglia di Chardonnay della Napa Valley, dopotutto è l’ultima notte, domani si torna a Los Angeles ed il giorno dopo (alle 6 del mattino!) abbiamo il volo.
8° giorno –Da Santa Barbara a Los Angeles (85 mi)
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E’ l’ultimo giorno di viaggio, c’è Malibu, la Ventura Highway, ma il magone è troppo. Andiamo pianissimo, ma Los Angeles si avvicina sempre di più. A ora di pranzo siamo a Venice dal moto noleggio, controllo della moto, formalità varie, ci riprendiamo i nostri bagagli e salutiamo la lavatrice che ci ha accompagnati in un viaggio indimenticabile. No, non ci compreremo mai una Harley, va bene qui, non in Italia. Magari, quando raggiungeremo l’età media di voialtri barboni, una Guzzi California ci può stare…
Un grazie speciale ad Ale, che con il suo entusiasmo ha reso ancora più indimenticabile il viaggio. Se siete arrivati fin qui, grazie per la pazienza
Se può interessare, QUI ci sono tutte le foto, stao caricando anche alcuni video su youtube, ma sono un pò incapace... Big Sur Ancora Big Sur Golden Gate
Questo articolo è pubblicato su Bandit.it - Suzuki Bandit GSF: the smart side of the road
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