Le moto Tout Terrain...
Argomento: Nostalgia Data: 19/7/2013
Scritto da : Gunny Dal Forum: Il passo del Tassello Topic originale: Le moto Tout Terrain... il 19/7/2013 16:12:37
Era l’anno 1976 e le scrambler, intese come moto da strada trasformate per l’uso in fuoristrada, erano ormai in via di estinzione ed obsolete. Negli USA dove era nato il filone scrambler, le Inglesi e le Italiane a 4 tempi erano state soppiantate dalle leggere 2 tempi Giapponesi, che però in Italia non venivano importate.
Resisteva nel motocross l’unica 4 tempi, la CCM motorizzata BSA guidata da John Banks, con qualche piazzamento degno di nota.
In quell’anno la “mia scrambler” era in realtà un KTM 175 GS del 1973, che utilizzavo per girare sui campetti da motocross, per fare qualche giro con gli amici e per portare la morosa in collina. Era una moto da regolarità specialistica ma anche una moto tutto terreno, perché a quell’epoca le moto da Regolarità (che ora si chiamano Enduro) servivano a tutto: in settimana per andare a scuola e nel w.e. per gareggiare… quello c’era e tanto bastava. Io da buon integralista del tassello aborrivo all’idea di una moto solo stradale: era roba da fighetti da sfoggiare davanti alle cremerie o ai bar, o nei casi più gravi per le rapine e gli scippi (leggi Kawasaki 900 Z).
Ma in quel lontano 1976 la Yamaha lanciava sul mercato la XT 500
una moto monocilindrica a 4 tempi dalla ciclistica snella e dal peso contenuto di circa 140 kg. che accoppiato ad una potenza di 30 cv. permetteva di fare turismo a largo raggio e nel contempo avventurarsi nel fuoristrada non troppo spinto. Con un bel paio di gomme tassellate la moto si trasformava in una moto di tutto rispetto che ti permetteva di andare ovunque, magari ti negava i salti nei campi da motocross come anche le mulattiere più dure, ma per il resto superava qualunque ostacolo. La sua clientela Italiana si divideva tra fighetti da bar che si atteggiavano a uomini avventurosi, come capita ancor oggi con una nota moto Tedesca, e la maggior parte non riusciva ad accenderla creando così la leggenda metropolitana della difficoltà d’accensione. Ogni tanto mi capitava di dare una mano a fighetti in difficoltà, ed ogni volta riuscivo ad accenderla al primo calcio o al massimo al secondo, non ho mai incontrato XT 500 che non partivano… ma forse io ero particolarmente fortunato. Quelli che invece la usavano in modo più degno scoprivano un nuovo modo di andare in moto, alla scoperta di panorami e strade bianche lontane da casa, cosa che prima era preclusa con le 2 tempi specialistiche. In Germania ed in Francia fu un grande successo, complice l’utilizzo vittorioso alla Parigi-Dakar
i cugini Francesi scoprivano il turismo in fuoristrada e con i colleghi Tedeschi, una volta sciolta le neve dei valichi e sulle strade alpine sterrate, arrivavano a frotte in Italia per fare le Vie del Sale o il Colle delle Finestre e tutte le altre strade militari Alpine, tutti rigorosamente con ruote tassellate.
Era nato un nuovo modo di andare in moto, ed oggi forse rimpiango d’essere stato troppo integralista da non accettare questa tipologia di moto ibrida, e così facendo non aver vissuto quel periodo d’oro motociclistico, dove le strade sterrate erano tutte libere da divieti e l’unico limite era la tua fantasia di viaggiatore.
Il fenomeno XT 500 durò ben 12 anni sino all’uscita della sorella XT 550, ma nel frattempo anche le altre case Giapponesi si erano date da fare per ricorrere la XT 500, e la Honda con la XL 250 e XL 500, poi con la 600 dimostrava d’essere una concorrente molto agguerrita
specialmente quando se ne faceva un uso molto fuoristradistico. Non per nulla dalle costole della XL 600 R nacque l’immortale XR 600 R, che ancor oggi rimane un valido mezzo da fuoristrada polivalente.
Di quel generoso periodo oggi cosa è rimasto? Ben poco direi, le strade bianche sono quasi tutte precluse, e quelle poche libere vengo vietate alle moto durante il w.e. o nel periodo estivo, relegando il piacere di percorrerle a gli stranieri che fanno ferie in periodi diversi dal nostro. E le moto? Le Tout Terrain di oggi sono: le BMW GS, le Triumph Explorer, le Honda Crosstourer, le KTM 1200 Adventure, ecc. ecc. tutte moto che se portate nei boschi si fermerebbero al primo blando ostacolo, a patto di non essere dei manici, o persone che non si preoccupano di distruggere la propria moto… e diciamoci la verità: quei bellissimi filmati di tester che fanno cose mirabolanti con le maxi enduro sono dei professionisti, che non si preoccupano di come sarà la moto alla fine del filmato e neppure di quanto costerà rimetterla in sesto.
Quindi cosa possiamo fare per rivivere quel periodo d’oro? Semplice, comprarsi una vecchia monocilindrica da rimettere a nuovo, semplice e leggera, con sospensioni fruibili in fuoristrada ma con sella e prestazioni stradali che ti permettono di non massacrarti nei trasferimenti…così da rivivere con moto “vintage” le emozioni di quell’epoca… ovviamente dove ti lasciano transitare.
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